Teatro
Teatro e danza, festival a Vercelli, Livorno e Bologna
VERCELLI _ Irriducibili del teatro. Per i quali “Ogni luogo è un teatro”. Affermazione che a pronunciarla così, d’amblais, magari tutto di un fiato farebbe pensare proprio a degli innamorati ostinati per la scena. Quasi fuori moda in tempi di tecnologie digitali, intelligenze artificiali e tic toc discorrendo. Eppure si sono messi in tre, Teatro di Dioniso, CuocoloBosetti e Arteinscacco a battezzare così proprio il loro festival dal 6 al 19 settembre 2024 a Vercelli. Partito quasi in sordina eccolo qui già alla sua quarta edizione con in alto i valori che stanno dietro quella massima audace, quasi un decalogo con una serie di riflessioni come queste: “ Il teatro parla e ci interroga su noi e sull’oggi, sempre”.
Ancora: “il teatro accade ovunque” e “il teatro è il luogo in cui la popolazione si incontra e si riconosce…”. Altre riflessioni dello stesso tenore con una considerazione finale che è un po’ la chiave per leggere l’anima di questo festival. E cioè che questo evento “offre la possibilità di vedere/partecipare spettacoli di qualità che hanno già debuttato ma, spesso, a causa dei meccanismi teatrali che prevedono grandi prime e scambi, hanno vita brevissima; crediamo che il lavoro di una compagnia vada valorizzato e aiutato a raggiungere il pubblico”. En passant insomma gli organizzatori mettono il dito su una delle piaghe del teatro italiano: la quasi totale assenza di canali di distribuzione che permettano, soprattuto agli emergenti, ma anche alle compagnie più solide, di poter mostrare i loro lavori in giro per l’Italia.
Ecco così la decisione questo anno di puntare su tematiche contemporanee, innovazione e mescolamento di diversi linguaggi espressivi e attenzione alla creatività femminile. Dieci le compagnie invitate e diversi progetti originali. Da quello di “Tamburi uniti” che ha costuito una band formata da ragazzi autistici a due progetti site specific. Il primo, “Progetto Pellegrino. Prima parte Mutamenti Irreversibili ” a cura di Livio Ghiso che ha curato la drammaturgia in collaborazione con Urban Experience e Simone Pacini (7 e 8 settembre) e l’altro è “Alcune cose da mettere in ordine (Interior)” con Roberta Bosetti, adattamento e regia di Renato Cuocolo (dal 14 al 18) ecoprodotto dal Fit, Festival internazionale del Teatro e della scena contemporanea (CH), Officina Orsi (CH) e Teatro Dioniso.
Ad aprire il festival alle 19,30 sarà il Teatro delle Ariette nella Farm 1861 con “Trent’anni di grano” di Paola Berselli e Stefano Pasquini. Uno spettacolo nato per Matera 2019 ispirato ai pani del Mediterraneo, un diario “di vita quotidiana nel corso dell’estate 2019, la trentesima estate vissuta dalle Ariette, per raccontare attraverso il grano il nostro presente”.
Il giorno dopo Progetto Pellegrino. Alle 17 nel Sagrato della Basilica di Sant’Andrea “Cammino Irreversibile #01” con Carlo Infante di Urban Experience che condurrà gli spettatori fino al luogo dello spettacolo in due “walkabout”. Un approccio che “permette di scrivere storie nelle geografie re-immaginandole. Si tratterà dei percorsi sotterranei che l’acqua segue sotto le vie della città”.
Alle 18 nel Cortile Ovest Sesia Teatro Di Dioniso e Arteinscacco presentano “Mutamenti Irreversibili”, reading per voce e musica, regia di Livio Ghisio con Annalisa Canneto e Irene Ivaldi. Progetto sonoro di Roberto Amadè. Questa è la prima tappa di Progetto Pellegrino che si svilupperà in tre anni attraverso il “pellegrinaggio” tra diverse espressioni artistiche e avrà il suo fulcro nel concetto di movimento e mutamento”.
Alle ore 21 nel Teatro di Posa Adverteaser Marta Cuscunà e Fabio Babich presentano “The Beat of freedom. La resistenza a fumetti” ed è tratto dal libro “Io sono l’ultimo. Lettere di partigiani italiani” di Gianfranco Papi, Stefano Faure e Andrea Liparoto. Cuscunà ha voluto “intrecciare le voci dei partigiani a quelle di Patti Smith, Lou Reed, Alanis Morissette, Green Day in una partitura musicale che tenta di scavalcare i confini della storia e unire tre generazioni. Perché i partigiani, prima di tutto, erano giovani. Si innamoravano, scoprivano di avere paura e coraggio”.
Domenica 8 settembre. Per il Progetto Pellegrino. Alle ore 16 nel Cortile Juvarra seminario arcivescoviole preentazione del libro “Il teatro sulla Francigena- Trenta attori in cammino dalla Toscana alla Francia” di Simone Pacini. un totale di circa 300 chilometri a piedi tra la via Francigena toscana e la regione della Lot-et-Garonne in Francia -e di teatro, con uno spettacolo bilingue rappresentato nelle piazze e nei teatri, in situazioni uniche. Alle 17 torna il Walkabout di Carlo Infante “Cammino irreversibile #02”.
E’ nel frattempo “saltato” per problemi tecnici lo spettacolo della compagnia di Licia Lanera, “Con la carabina” previsto per la serata dell’8 settembre. Martedì 10 alle 21 al Viotti Club va in scena “Divina” di e con Mariella Fabbris e le musiche arrangiate ed eseguite dal vivo da Ilaria Schettini. “Un soliloquio che diventa monologo, svincolato da una forma narrativa rigida. Un torrenziale recital comico, ispirato dall’amore incondizionato per il Teatro e dedicato alle sue protagoniste – senza distinzioni tra persone e personaggi: da Eleonora Duse a Cordelia, da Isabella Andreini a Giulietta, da Isadora Duncan a Medea”.
Mercoledì 11 alle 21 al Tam Tam Teatro. Ex monastero San Pietro Martire va in scena per Sciara Progetti Teatro : “Umanità Nova. Cronaca di una mancata Rivoluzione” con Giuseppe Carullo. Al centro dell’opera “i Moti di Reggio, i cinque anarchici morti sulla strada, sono la disturbante scheggia di un’Italia impazzita, sono l’eco di un «mito» andato a finire male. Una generazione, quella dei ventenni del ’68, che ha lottato e che ha perso, anzi peggio è stata strumentalizzata dal potere. Ha ragione lo scrittore Luis Sepulveda: «Narrare è resistere». Resistere alla tentazione di dimenticarli, di dimenticare”.
Giovedì 12 settembre al Vicolo Schilke la Compagnia 47 presenta “Lilith”, drammaturgia e regia di Rita Frongia con l’interpretazione di Angela Antonini. Storia mitologica di una antico personaggio presente nella tradizione religiosa dei Sumeri e dei popoli della Mesopotamia rappresenta l’immagine della donna che si ribella alle imposizioni maschili e per questo viene trasformata in demone. La stessa Compagnia 47 il giorno successivo alle 21 nello Studio CityGallery porterà in scena “Macbeth, l’ultimo sguardo” di e con Luca Stetur, testi di Rita Frongia. “Lo spettacolo inizia dove finisce il film Macbeth di Roman Polanski. La lama di Mac Duff ha appena staccato il corpo dalla testa di Macbeth. Quando la testa rotola, gli occhi guardano. Vedono il mondo roteare. Il cielo è la terra e la terra è il cielo. Il bello è brutto e il brutto è bello”.
Sabato 14 settembre alle 18 nella ex Chiesa di Santa Chiara il Teatrino Giullare allestisce “La Tana” . “Ispirato racconti e ai diari di Franz Kafka, La tana è la storia di un animale e di una persona che dal loro rifugio osservano il mondo esterno, le cose, le persone e le atmosfere che li circondano creando una visione della realtà comica e inquietante”.
Alle ore 21 a CasaCuocoloBosetti va in scena “Alcune cose da mettere in ordine (Interior)”, Drammaturgia di Roberta Dori Puddu e Angela Demattè con Roberta Bosetti regia di Renato Cuocolo/Rubidori Manshaft (repliche il 15, 16, 17 e 18 alle 21). Dopo un lungo periodo di lavoro in case di cura per persone anziane, Rubidori Manshaft riannoda in questo lungo viaggio “sul campo” i suoi ricordi. Legandosi ai suoi lavori passati, attraverso le narrazioni “sviluppa ulteriormente la sua ricerca artistica sul passaggio della memoria, sulla mancanza e sulla solitudine. Riparte da lì per interrogarsi sul corpo, sul suo significato politico. Sulla cura. Sul tempo. Sulla paura. Sul fare. Sulla perdita di sé, delle forze, del ruolo e a volte anche della memoria”.
Domenica 15 settembre, Nel Chiostro dell’Ex Monastero di San Pietro Martire alle 16,30”Tamburi uniti”, progetto educativo musicale del Centro per l’autismo Enrico Micheli e Angsa Novara.Vercelli composto dai ragazzi del centro, educatori, volontari e tirocinanti per creare una sinergia musicale varia e coinvolgente in ogni loro spettacolo.
Alle 21 a Vicolo Schilke i Sacchi di Sabbia mostrano “Sandokan o la fine dell’avventura” tratto da “Le Tigri di Mompracem” di Emilio Salgari. Il luogo in cui si svolge l’azione è una cucina: attorno ad un tavolo si raccolgono i quattro personaggi che, indossato il grembiule, iniziano a vivere le intricate gesta del pirata malese. Perno dell’azione è l’ortaggio, in tutte le sue declinazioni: carote-soldatini, sedani-foresta, pomodori rosso sangue, patate-bombe, prezzemolo ornamentale.
Martedì 17 settembre presso il Tam Tam Teatro Kronoteatro/Maniaci D’Amore in “La fabbrica degli stronzi” con Tommaso Bianco, Francesco D’Amore, Luciana Maniaci e Maurizio Sguotti. Siamo attorno alla salma di una donna. I tre figli devono lavarla, truccarla e vestirla prima del funerale. Mentre la preparano ripercorrono piccoli episodi significativi della vita famigliare…. “A partire da alcune letture fondamentali, tra cui «Critica della vittima» di Daniele Giglioli e «La società senza dolore» di Byung-chul Han, lo spettacolo esplora, con livido umorismo e qualche baluginio di tenerezza, il paradigma vittimario così radicato oggi nella psicanalisi, nei media, nella famiglia, nel nostro modo di abitare il mondo”.
Mercoledì 18 settembre allo Studio 10 CityGallery Officine Papage mostrano “Rebecca, Uno spettacolo al buio”. Lo spettacolo è tratto dal romanzo “La vita accanto” di Mariapia Veladiano. “L’emarginazione sociale, la difficoltà di liberarsi da stereotipi e pregiudizi che dominano la società, sono alcune delle tematiche che emergono chiaramente: assistere a questo spettacolo spinge il pubblico a interrogarsi sulle dinamiche sociali dominanti in situazioni affini ”.
Il festival si chiude in modo spettacolare con la performance musicale “KyoShinDo” dei Tamburi giapponesi. L’appuntamento è per le ore 21 a Farm 1861.
Dal Piemonte alla Toscana. A Livorno, per nove giorni, dal 7 al 15 settembre, c’è… “Con-fusione” festival di teatro per nuove generazioni ideato e diretto da Ilaria Di Luca e Andrea Gambuzza di Orto degli Ananassi, collettivo artistico che ha sede al Teatro della Brigata. Spettacoli al Museo Fattori, Museo della Città, ridotto del Teatro Goldoni e parco di Villa Fabbricotti. Ma oltre a questi luoghi il festival coinvolgerà altri spazi non solo prettamente teatrali in diversi quartieri con un cartellone che va dal circo contemporaneo alla danza, dal teatro di figura a quello di narrazione. E poi laboratori fin dalla prima infanzia in su. Il via al Centro Artistico il Grattacielo (ore 21) con la nuova produzione dell’Orto degli Ananassi, “Wroong!” (spettacolo dai 5 anni in poi) che racconta di due scienziati alla ricerca di cosa è sbagliato “per parlare con un linguaggio semplice e intelligente, di come riconoscere il proprio talento, di autoaffermazione e di come sconfiggere insieme i propri limiti e le proprie paure”.
Domenica 8, stesso spazio, alle 18 debutta il Teatro Paraiso con “Entrecajas”, Premio Feten 2024 come migliore spettacolo di clown. La storica compagnia spagnola racconta di di due amici, Bartolomeo e Comino che vedono il loro rapporto d’amicizia in pericolo con la comparsa di un terzo personaggio… Alle 21 in Goldonetta in prima nazionale “Full Moon” del Ljubljana Puppet Theatre, principale teatro di marionette sloveno nato nel 1948. Los pettacolo vuole portare gli spettatori nel mondo dei sogni. Che secondo una loro tradizione “sono uno stato peculiare di veglia, una realtà diversa, in uno spazio diverso da quello in cui si entra per “addormentarsi”.
Lunedì 9 alle 10 e in relica alle 17 nell’Istituto Comprensivo BenciBorsi si terrà il laboratorio “in due” pensato per adulti e bimbi per stimolare il processo creativo tenuto dall’artista Mascia Premoli. Mercoledì 11 settembre. Alle 10 e alle 11,30 (il 12 alle 10,30 e 17) al Museo Fattori Fabrizio Ottone in “Un viaggio in punta di pennello” guiderà il pubblico inun viaggio nel tempo nelle sale del Museo di Villa Mimbelli accompagnati da Gastone pittore livornese giunto lì per caso dai primi del Novecento.
Alle 17 e alle 18,30 presso l’Atelier delle Arti la compagnia IfPrana presenta “Splash” con Silvia Bennen, Anna Solinas e Igor Vassaz, spettacolo interattivo per piccolissimi dove musica e danza lavorano in simbiosi per un viaggio sempre diverso.
Giovedì 12 alle 21 al Teatro Vertigo i Sacchi di Sabbia in “Marmocchio, una specia di Pinocchio di marmo” raccontano la storia di un bimbo duro e cattivo realizzato da un cavatore con un pezzo di marmo.
Venerdì 13 alle 17, 18 e 19 (e in replica l’indomani 14 alle 11,30, 17 e 18) nella Sala del Grande Rettile del Museo della Città va in scena lo spettacolo “Once upon a time” di Emanuela Dall’Aglio. Protagonista iuna scienziata che “gira il mondo, illustrando uno per uno i reperti che trova e custodisce in questo insolito museo che si arricchisce ad ogni tappa, per averne memoria reale quando le fiabe saranno narrate”. Alle 21 al Teatro NTC/Sala degli Asili Notturni le Clown Angels (Silvia Borrello, Giorgia Dell’Uomo e Giulia Rabozzi) nei panni di detective investigano su un caso misterioso. Al centro la figura del clown inteso come “portatore di una rivoluzione umana profonda”.
14 settembre. Parte anche la prima edizione del Premio all’Eccellenza artistica intitolato alla livornese Maila Baldacci, per onorare il suo impegno verso un futuro imprenditoriale femminile. Il riconoscimento sarà consegnato al Teatro Vertigo alle 20,30 a una artista distintasi nel suo lavoro.
Nello stesso Teatro seguirà lo spettacolo “Tuono, il mio vicino gigante” di Orto degli Ananassi, dal racconto di Ulf Stark, regia di Andrea Gambuzza, musiche di Giacomo Riggi. Racconta di Tunnesson, detto Tuono. Enorme “sempre arrabbiato, con la camicia a fiori color sangue sul punto di scoppiare. Ma chi non vorrebbe un gigante come vicino?”
Domenica 15, parco di Villa Fabbricotti, alle 18,30 chiusura del festival con la “Battaglia dei cuscini” della Compagnia Melarancio.
A Bologna è partita il 4 settembre e si chiuderà l’8, la ventottesima edizione di “Danza Urbana” , primo festival in Italia a occuparsi della relazione tra città e danza. Temi dei questa rassegna – nata da un’idea di Massimo Carosi e Luca Nava attuali direttori dell’evento- sono l’alienazione nello spazio urbano e la ricerca di contatto, la vicinanza digitale e la distanza fisica, l’autorappresentazione come volontà di affermazione del sé, la ricerca delle radici comuni, la memoria che si oppone al vuoto dell’oblio: riflessioni e domande sul presente e sul futuro, elaborazioni, costruzioni di senso da indagare attraverso il corpo, il suo rapporto con lo spazio e con gli altri corpi, alla ricerca di nuovi sguardi sul mondo.Ad inaugurare il cartellone è stato Virgilio Sieni con “Sleep in the car” (verrà replicato anche il 7 settembre) in cui il coreografo fiorentino riflette sulle nuove povertà e la velocità dell’epoca contemporanea, il sonno come dimensione da riconquistare “stare” invece che la frenesia di andare.
Il primo giorno ha visto anche le proposte di Angel Duran (“Clinch”), Mattia Quintavalle (“Riad. Rhythm is a dancer”). Il 5 spazio a Claudio Larena con la prima nazionale di “Stiamo Lavorando per voi”: una simulazione di un cantiere inteso come luogo inaccessibile, una dimensione spazio-tempo sospesa. Prima nazionale anche per Yeinner Chicas in “Metamorphosis 2.0” in cui affronta il tema della necessaria evoluzione e del cambiamento come risposta per addattarsi all’ambiente. E poi ancora Angel Duran con “The beauty of it”, Rafael Candela in “Forrest”.
6 settembre. Si apre alle 16,30 negli spazi del Mambo, museo d’arte contemporanea con il talk di Emanuele Regi: “Riscoprire la danza con Wes Howard e Tayeb Benamara” dedicato al danzatoe americano che in Italia nei 90 collaborò con Benamara, hip hopper francese per sviluppare una “filosofia del movimento danzato legato alla natura”.
Il tema dell’evoluzione e del cambiamento è affrontato da Richard Mascherin in “Vacio espiritual” alle ore 18 al Giardino del Cataviccio. Si spinge ai limiti della resistenza fisica ed esistenziale “Swan” di Gaetano Palermo alle 18,30 al Parco 11 settembre 2011: la protagonista, una performer sui pattini si allena e allo stesso tempo si riprende con telefonino “chiusa nel solipsismo dell’esercizio sportivo, alle prese con le proprie possibilità e i propri limiti”. Alle ore 19 nel Giardino del Cataviccio va in scena “Mirada” in cui Elisa Sbaragli “costruisce una performance multimediale e installativa in cui il corpo della performer, distante dal pubblico, si avvicina grazie alla tecnologia che ne amplifica la presenza: un esercizio collettivo di visione che unisce il piacere della prossimità virtuale al conforto della distanza, e al contempo una molteplicità di livelli che il corpo attraversa, interrogandosi e riposizionando la propria postura, tempo e dinamica”.
I temi dell’identità, della ricerca del proprio sguardo e della propria autenticità attraversano molti degli spettacoli in programma. “Oltre (il) Canone. No1” spettacolo di Francesca Penzo e Mariagiulia Serantoni in programma alle 21 nell’ex Chiesa di San Mattia: un’azione coreografica e sonora che indaga l’ambito della composizione musicale in una prospettiva di genere. Lo spettacoloè la prima tappa di un progetto di collaborazione con diverse compositrici per “esplorare le opere musicali prodotte “fuori dalla norma” e riportare in luce figure marginalizzate della storia ufficiale della musica”.
7 Settembre . Dopo le due repliche di Virgilio Sieni con “Sleep in the car” (ma anche una terza alle 19,15 in piazza San Francesco) spetta a Robert Olivan nel Cortile dell’Istituto Storico Parri in prima assoluta con “El resto del naufragio” , spettacolo nato da aun progetto di collaborazione tra Italia, Spagna e Cuba “con l’intento di esplorare comuni sinergie per unire l’essenza di ciascuna cultura grazie anche alla collaborazione con Pino Basile, che cura le musiche originali mescolando e reinterpretando in chiave contemporanea Tarantella e musica tradizionale cubana”.
8 Settembre. Si apre alle 11 e in replica alle ore 12 presso l’Orto Botanico con “Iride” azione della danzatrice Marta Bellu della compagnia Trifoglio in cui “danza, suono e luce sono messi in dialogo con i luoghi e gli ecosistemi nei quali la performance si svolge, riflettendo lo specifico del paesaggio e generando nuove possibilità di linguaggio e lettura degli spazi stessi”.
Alle 17 a Plazzo D’Accursio- nellla Sala Anziani presentazione del libro “Danzare la città. La partecipazione culturale dei giovani al Bologna Portici Festival”. Con Massimo Carosi anche Rossella Mazzaglia, Roberta Paltrinieri e Alessandro Pontremoli.
Sala Farnese a Palazzo Occursio Spettacolo di punta di questa edizione è “Atmosferologia.Veduta-Bologna” a cura del gruppo mk. Si tratta del riallestimento della performance che debuttò a Bologna nel 2016 coprodotta da Danza Urbana. La creazione di Michele di Stefano e Lorenzo Bianchi Hoesch è dedicata alla città e alla visione prospettica dello spazio urbano da fruire attraverso il punto panoramico della terrazza sottostante la Torre dell’Orologio di Palazzo d’Accursio, nel cuore di Bologna, affacciata su Piazza Maggiore. Orari: 17; 17,40; 18,20; 19; 19.40.
Piazza Nettuno, alle ore 19, trekking urbano nei luoghi della resistenza partigiana a Bologna a cura dell’Istituto Parri : “Non è archiviata. Una camminata storica sulla Resistenza a Bologna”.
Chiude il festival alle ore 21 nella Ex Chiesa di San Mattia una delle più importanti coreografe e danzatrici di sperimentazione e ricerca in Italia; Paola Bianchi che proporrà “(….) KZ” dove “KZ è da intendere come contrazione dela parola tedesca “Konzentratioslager”. É uno spettacolo sulla memoria,nato a partire dall’ascolto delle audiocassette e la lettura della tesi di òaurea di Fiorella Rodella che negli anni Novanta intervistò oltre cinquanta deportati politici sopravvissuti ai campi di concentramento.
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