Teatro

Teatro, “Di Grazia” e gli altri, debutti e repliche a Roma, Firenze e Bologna

20 Febbraio 2024

ROMA _ Ultime dalla scena. Debutti di teatro e danza, seminari e incontri internazionali. A Roma, dopo il grande successo di pubblico dello scorso anno, torna al Teatro Cometa Off -dal 27 febbraio al 3 marzo – un grande classico di Annibale Ruccello, “Anna Capelli” interpretato da Giada Prandi con la regia di Renato Chiocca. Il celebre testo di questo autore, che, assieme al geniale Enzo Moscato recentemente scomparso, è ritenuto tra i più importanti rappresentanti della nuova drammaturgia partenopea, è un monologo tragicomico di una impiegata degli anni Sessanta a Latina. Lo spettacolo in passato è stato interpretato da attrici come Anna Marchesini e Maria Paiato e si nutre di sentimenti contrastanti, paure e fragilità di una donna alle prese con i condizionamenti di quell’epoca. “In bilico tra le asfissianti convenzioni borghesi dell’Italia del boom e la ricerca ossessiva di un amore tutto suo, Anna affida ad un uomo le sue aspettative per un futuro migliore, ma dovrà fare i conti con una realtà che non corrisponde ai suoi desideri e ai suoi ideali. Tra commedia e tragedia, Anna – e insieme a lei il pubblico -verranno risucchiati in un vortice di forti emozioni”. Lo spettacolo andrà in scena dal 27 al 2 marzo alle ore 21, il 3 marzo alle 18.

Giada Prandi è protagonista questi giorni di un pezzo classico del drammaturgo napoletano Annibale Ruccello, “Anna Capelli” con la regia di Renato Chiocca di scena al Teatro Cometa Off di Roma

Fino al 25 febbraio , sempre a Roma, al Teatro Basilica Fucinazero presenta invece “Carne di uomo e di balena” con la regia di Matteo Finamore, drammaturgia di Jacopo Angelini e Francesco Battaglia. In scena: Mario Berretta, Andrea Carriero, Lorenzo Giovanetti e Giulia Rossoni. In questa pièce la compagnia alle prese con uno studio sul “Moby Dick” di Melville, ha preso come riferimento Starbuck e Stub, sottoufficiali del “Pequod” assieme al capitano Achab per mettere a fuoco il tema dell’ossessione per delineare la stesura di “Carne di uomo e di Balena”. Si tratta di tre archetipi in grado di rappresentare l’intero spettro dell’umano.

“Achab, intrappolato nel passato, è ossessionato dalla Balena che l’ha mutilato. Starbuck, con l’occhio rivolto al futuro, è ossessionato dal ricordo della moglie, che lo attende a casa. Stubb, ben ancorato al presente, è ossessionato dal godimento, che si gusta solo nell’attimo.Per sopravvivere a una realtà dolorosa e inspiegabile, tutti e tre si ubriacano della propria fissazione”. Dal martedì al sabato alle ore 16,30, domenica alle 16,30.

Al Teatro Basilica di Roma è presentato sino a sabato da FucinaZero lo spettacolo “”Carne di uomo e di balena” ispirato al romanzo “Moby Dick” di Herman Melville, regia di Matteo Finamore

Focus su PPP. “Jarrusu. Perchè e come morì Pasolini” è il titolo dell’allestimento che va in scena in prima nazionale sino al 25 febbraio al Teatro Spazio18B di Roma. Lo spettacolo è scritto, diretto e interpretato da Giovanni Greco. L’allestimento cerca un montaggio differente “delle tre piste nere che lo avrebbero alternativamente portato alla morte (quella dell’omosessualità̀ morbosa e notturna, quella dell’eversione nera e fascista, quella del petrolio e della morte di Mattei), evocando l’infinita persecuzione giudiziaria (33 processi in 25 anni), frutto dell’oscenità̀ delle sue opere. Per arrivare a mettere al centro il corpo del poeta morto/vivo già̀ in vita e vivo/morto a quasi cinquant’anni dalla morte. Un corpo che richiama altri corpi martoriati, altri morti senza giustizia esposti a una consunzione di parole oltre che di tempo”. Dal giovedì al sabato alle ore 20,30. La domenica alle ore 18.

L’attore e regista Giovanni Greco è l’autore. e unico interprete dello spettacolo teatrale “Jarrusu. Perchè e come morì Pasolini” di scena al Teatro Spazio 18 B di Roma

A Firenze, solo per due giorni, venerdì 23 e sabato 24 alle ore 21 al Teatro Cantiere Florida, prima toscana de “La Ferocia”, spettacolo teatrale tratto dal romanzo  omonimo Premio Strega dello scrittore Nicola Lagioia che denuncia la furia del mondo patriarcale. A portare in scena una saga familiare che “Raccontando il Sud, racconta il mondo intero”, sarà la compagnia VicoQuarto Mazzini, protagonista Leonardo Capuano , regia di Michele Altamura e Gabriele Paolocà. Capuano interpreta Vittorio Salvemini, costruttore pugliese “arrivato a Bari poco più che trentenne, dagli anni ‘70 ha inanellato una serie di successi che l’hanno messo a capo di un impero di cantieri edili su cui non tramonta mai il sole, da Phuket a Parigi passando per Istanbul. Ma quando il cadavere della figlia Clara viene trovato sulla provinciale che collega Bari a Taranto la sua ascesa sfrenata comincerà a vacillare”.

L’adattamento del testo è di Linda Dalisi. Sul palco con Capuano: Roberto Alinghieri, Michele Altamura, Enrico Casale, Gaetano Colella, Gabriele Paolocà, Andrea Volpetti. Unica attrice in scena è Francesca Mazza. Scene di Daniele Spanò, luci di Giulia Pastore.

 “La Ferocia”, spettacolo ripreso dal romanzo omonimo dello scrittore Nicola Lagioia in programma sino a questa domenica la cantiere Florida di Firenze (Foto di Daniele Spano)

Al Teatro Metastasio di Prato per il decennale della scomparsa di Franco Scaldati la regista Livia Gionfrida porta in scena la nuova creazione “Si illumina la notte”, in prima nazionale il 20 febbraio con repliche fino al 25 febbraio.

L’allestimento di “S’illumina la notte”conduce lo spettatore in “un’atmosfera post-apocalittica in cui il tragico si fa continuamente comico, in un ribaltamento continuo che diventa gioco scenico e si rivolge talvolta in modo diretto allo spettatore con chiari riferimenti al teatro popolare e al De Filippo a cui lo stesso autore siciliano faceva riferimento nella sua traduzione de “La Tempesta” shakespeariana.

Lo spettacolo si avvale della interpretazione di Melino Imparato, Manuela Ventura, Daniele Savarino, Naike Silipo, Rita Abela e Giuseppe Innocente.

Rimanendo in Toscana c’è da segnalare la presenza del Teatro della Pergola di Firenze assieme al Theatre de La Ville di Parigi al Forum di Kingali, capitale del Ruanda in Africa dove i due teatri europei prendono parte a un incontro sulle “Organizzazioni culturali emergenti in Africa”. Questo è il terzo appuntamento sul tema, dopo gli incontri svoltisi a Parigi e Firenze. La difficoltà di molti Paesi dell’Africa ad avere un accesso organizzato e regolare alla cultura laddove a questi proposito s’intende “l’insieme dei valori, delle tradizioni, delle pratiche, degli spettacoli e delle opere che consentono a un individuo di dare significato alla propria esistenza”.

Un momento da “S’Illumina la notte” di Franco Scaldati, regia di Livia Gionfrida con forti riferimenti al teatro popolare in scena fino a questa domenica al teatro Metastasio di Prato

Questa situazione è una delle principali cause delle molteplici crisi multidimensionali in Africa, con i milioni di morti e sofferenze dal Congo ai paesi del Sahel. Il trauma è particolarmente amplificato tra i giovani, la cui impazienza di accedere a una vita migliore si spinge sempre più agli estremi. A questo punto “l’accesso organizzato e regolare alla cultura contemporanea può offrire un’alternativa a questa triste realtà e mitigarla notevolmente. Una tale politica può consentire non solo di offrire regolarmente un accesso “informato” e critico all’opera artistica nella sua capacità di commuovere e intrattenere, ma anche di aprire le menti all’innovazione, di comprendere i problemi del mondo di oggi e di installare nei cuori la accettazione della differenza degli altri”.

Nasce da queste premesse la volontà del Theatre de la Ville di Parigi e il Teatro la Pergola di Firenze di incontrarsi nell’ambito della Triennale che si tiene a Kigali dal 16 al 25 febbraio per “interrogarsi su queste questioni urgenti e proporre soluzioni concrete basate sulla loro attività e sulle prospettive di cooperazione internazionale”.Partecipano a questa conferenza oltre quaranta tra promotori e direttori di strutture culturali emergenti in Africa e luoghi artistici in Europa.

Un momento del Forum Europa-Africa in corso di svolgimento a Kigali, Ruanda, a cui prendono parte i teatri europei Theatre de La ville di Parigi e il Teatro La Pergola di Firenze

A Bologna sino al 25 febbraio nella sala Thierry Salmon va in scena in prima nazionale “Di Grazia” (la voix du patron) (martedì ore 19, mercoledì ore 21,30, giovedì e venerdì ore 19, sabato ore 21,30, domenica ore 18).

Dopo il successo della sua interpretazione in “Kassandra”, l’attrice e performer Roberta Lidia De Stefano (Menzione d’onore del Premio Duse 2022 e Premio Mariangela Melato 2023) presenta così un nuovo allestimento realizzato insieme al coreografo francese Alexandre Roccoli con cui condivide l’ideazione, la regia e la drammaturgia.

Lo spettacolo, che rientra nel Focus Lavoro di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale è una produzione ERT, A short term Effect / Espace des Arts, Scène Nationale.

In “Di Grazia” De Stefano e Roccoli costruiscono “un assolo evocativo, una sorta di “operetta rurale” a partire dal racconto di una donna della Ciociaria, una lavoratrice povera e senza scelta. Lo spettacolo nasce da un recupero etnomusicologico dei canti popolari del Sud Italia, legati ai movimenti e ai gesti di lavoro. I due artisti attingono dal loro comune immaginario, che li riporta ai rispettivi luoghi d’origine, immersi in grandi tradizioni e contraddizioni, governate da un Dio indubbiamente Maschio, Padre e Figlio”.

“Di Grazia (la vox du patron)” di Roberta Lidia De Stefano, autrice con Alexandre Roccoli in programma e performer fino a domenica all’arena del Sole di Bologna (foto Serena Serrani)

Ma lo spettacolo mette il dito su una piaga nascosta del Sud. Ilpatriarcato che giunge a lasciare le donne prive anche di uno straccio di eredità. Le donne sole e senza alcuna protezione sono così lasciate in balìa di caporali che nei campi abusano dei corpi di donne che rischiano di trovarsi senza un lavoro. “Qui la voce è uno strumento politico, così come il corpo è sia un “campo di lavoro” che un “campo di battaglia”, a sottolineare l’amara intersezionalità del dittico “lavoro-guerra”. Le parole e i silenzi si svuotano lasciando spazio ad una partitura che ricorda le crisi nervose delle “tarantolate”, sino a rendere la protagonista, quasi un “automa bressoniano”.

“Di Grazia” è come una “catartica epurazione di emozioni, una tragedia nel suo senso primario”. “Nell’opera – osservano De Stefano e Roccoli -tutto concorre a restituire dignità e quindi Voce, a un capro espiatorio, a una prigioniera della sua Persona (maschera). Il milieu di disgregazione socio-familiare sommato alla sua condizione, la vorrebbe “sgraziata” per sua colpa. Ma il fatto di essere una diversa, una révoltée, non è legato solo all’essere ultima tra gli ultimi, ma anche alla di(s)grazia di essere nata donna in un mondo ancora oggi, troppo a misura d’uomo».

Domenica 25 febbraio al termine dello  spettacolo “Donne-Lavoro-potere-violenza. Un appuntament tra teatro, musica e letteratura” con la giornalista e fotografa Stefania Prandi in dialogo con Roberta Lidia De Stefano.

Un’altra scena da “Di Grazia” di e con Roberta Lidia De Stefano in collaborazione con il coreografo francese Alexandre Roccoli in scena a Bologna (Foto Serena Serrani)

A Collegno in provincia di Torino, per l’appuntamento di “Dark Matters”, il festival d’inverno della Lavanderia a Vapore in collaborazione con il Black History Month Torino a cura dell’associazione Donne Africa Subsahariana e II Generazione, dal 22 al 25 febbraio si tengono spettacoli, laboratori e momenti di incontro.

Giovedì 22 alle 20,30 si apre con lo spettacolo “TRESPASS-Tales of the Unexpected “di Marta Olivieri. La performance crea un racconto che è al contempo accessibile a un pubblico non vedente, ipovedente e vedente. Sovverte i piani di realtà, fantasia, potere e accesso. Da un punto di vista tecnico, amplifica le sensorialità percettive grazie a una spazializzazione sonora che restituisce un ambiente amniotico in cui voci, rumori, gestualità e musiche si fondono.

Il 23 febbraio alle ore 11 inizia il workshop “Dando forma all’acqua” con le artiste inglesi Alexandrina Hemsley e Nancy May Roberts, per esplorare le connessioni tra le metafore dell’acqua e l’accessibilità, vissuta attraverso il lavoro con partiture di movimento basate su immagini, compiti di scrittura creativa (anche il 24 febbraio, orario 11 – 16, gratuito, prenotazione obbligatoria fino a esaurimento dei posti disponibili).

“Trespass-Taled of the Unexpected”, performance di Marta Olivieri in programma nel festival d’inverno della Lavanderia a Vapore di Collegno (Foto di Giuseppe Follacchio)

La sera di venerdì 23 si apre alle ore 18 con “Talk body to me”, l’apertura, in forma di conversazione, della ricerca di Giorgia Ohanesian Nardin su “Pleasure Body”, spazio di indagine teorica/percettiva/somatica sul piacere che l’artista facilita da sette anni e che sarà ospitato dalla Lavanderia a Vapore dal 26 al 28 aprile. Alle ore 19 performance di Fabritia d’Intino e Federico Scettri, “Medusa – Ricerca per una danza invisibile:”. A seguire alle ore 21, “Curva Cieca” di Muna Mussie: fulcro della performance è la scoperta della lingua materna di Mussie (nata in Eritrea, venuta in Italia ancora bambina), nella forma di un dialogo con Filmon Yemane, ragazzo eritreo, non vedente dall’età di dodici anni.

Sabato 24 febbraio, attività per le famiglie con il workshop di danza africana condotto da Cyrille Oulane nell’ambito di Tanz Tanz alle ore 16 e alle ore 21 sul palco della Lavanderia a Vapore concerto promosso dal Black History Month Torino con Mariaa Siga, artista senegalese.

Domenica 25 febbraio, giornata conclusiva: al mattino alle ore 11 workshop “Mind-Wanderers” / pratiche di evasione collettiva/ LAB.001 focus sul Deep Listening con Diana Lola Posani, appuntamento a cura di B. Bordoni (partecipazione gratuita, iscrizioni via form sul sito); dal pomeriggio diversi appuntamenti: alle ore 16 la lecture- performance di Valerie Tameu, tratta dal lavoro “Dove hanno tremato le placche”, cui segue un incontro sul tema “Storie senza archivi” con l’artista Ian Chambers, antropologo e sociologo – Università degli Studi L’ Orientale di Napoli, Benoit Challand, professore associato di Sociologia presso la New School for Social Research e la moderazione di Liliana Ellena, storica e femminista. Alle ore 18 sarà possibile partecipare all’installazione performativa “Black Holes” di Alexandrine Hemsley quale momento conclusivo del progetto laboratoriale e alle ore 19.15 concerto Love Songs in the Dark con Luigi Mariani (pianoforte) e Lorenzo Montanaro (violoncello), musicisti con disabilità visiva che conducono il pubblico in un viaggio musicale “nel e attraverso” il buio.

“Black Holes” installazione performativa di Alexandrine Hemsley al “Dark Matters” la rassegna d’inverno della Lavanderia a Vapore di Collegno (Foto di Katarzyna Perlack)

 

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