Teatro
Teatro, da “Altri libertini” di Tondelli alla danza di Lucinda Childs: da Napoli, a Bologna e Milano
BOLOGNA _ Per chi ha dimenticato, per chi non ha conosciuto e per chi l’ha sempre amato è un grande ritorno. Quello di Pier Vittorio Tondelli, cantore di una generazione uscita un po’ malconcia dagli anni Settanta e che guardava agli Ottanta con un misto di voglia di scoprire nuove storie ed avventure, ma anche con una forte consapevolezza dei tempi in veloce cambiamento e la sostanziale inadeguatezza di chi decideva di raccogliere la sfida dei diritti civili e della emancipazione. Arriva in scena “Gli altri libertini di Pier Vittorio Tondelli” curato da una teatrante coraggiosa e sempre attenta a cogliere i semi di cambiamento della società quale è Lucia Lanera, in programma nel teatro Ert dell’Arena del Sole di Bologna il 14 dicembre alle 19 e il 15 alle 16. Punto di partenza per questo allestimento è proprio il celebre libro “Altri Libertini” pubblicato da Feltrinelli nel 1980, un “dissacrante ritratto” di ungruppo di giovani “squinternati, incompresi e rifiutati dal loro contesto sociale e politico alla fine dei Settanta. Non passarono neanche tre settimane che quel libro, costituito da sei diversi aracconti, venne sequestarto per oscenità e lo scrittore processtao e poi assolto dal tribunale di Mondovì. Sei racconti perchè affermava Tondelli “pur costituendo una unità a sé, confluisca in un romanzo sostanzialmente unitario che è quello della mia terra e dei nostri miti generazionali”. Di questi racconti Lanera ne ha scelto tre: “Viaggio”, “Altri libertini” e “Autobahn” interpretatti oltre alla stessa regista da: Giandomenico Cupaiolo, Danilo Giuva e Roberto Magnani.
C’è un aspetto politico della decisione di puntare su questi. Dice Lucia Lanera: “due saggi di Paolo Morando “78-’79 Dancing days “e “80”, che raccontano gli avvenimenti degli anni titolati, insieme a una ricerca video (molto importante è stato il documentario di Comencini “L‘amore in Italia”) mi hanno messa in relazione con la parola “reflusso” (o riflusso a seconda delle fonti), cioè il momento esatto in cui è cominciato quel processo in cui la politica perde terreno, il capitalismo avanza e la cosa pubblica viene sostituita dal privato”.
E racconta come “Io e i miei compagni di viaggio ci siamo messi addosso l’etichetta di altri libertini, “vitelloni” nati nel secolo scorso, senza figli, animali notturni, poca grazia nel nostro stare al mondo, bestie solitarie terrorizzati dalla solitudine, incapaci di essere genitori, condannati a essere eternamente figli, figli dai capelli bianchi, figli coi drink in mano e la droga nel portafogli da usare rigorosamente in occasioni speciali”.
Dopo Bologna, “Altri Libertini”, sarà di scena al Teatro Rasi di Ravenna dal 9 all’11 gennaio 2025.
Stessa location, l’Arena del Sole, sala intitolata a Thierry Salmon: dal 13 al 15 dicembre va in scena “Frammenti di infinito” spettacolo di danza del coreografo e danzatore Aristide Rontini inserito nell’ambito del focus di drammaturgia fisica di “Carne” curato da Michela Lucenti.
“Frammenti di Infinito” collaborazione produttiva Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale – Focus CARNE, Oriente Occidente nel progetto Europe Beyond Access co-finanziato Creative Europe e Nexus Factory, si compone di tre atti: il primo “Lampyris Noctiluca”, coprodotto da ERT, è stato presentato in anteprima al Teatro delle Moline nel 2022 e vede in scena Rontini in un solo; il secondo “Back Eye Black” (ha debuttato a Crisalide Festival nel 2023) è una danza con tre performer; mentre nell’ultimo e nuovo “Corporale” sono nove persone appartenenti alla comunità di Bologna a essere protagoniste sul palcoscenico. In questo ultimo atto “ il centro pulsante è la comunità intesa come atto di resistenza: sul palcoscenico un gruppo di nove persone, uno spaccato di abitanti della città di Bologna, dagli adolescenti ai pensionati, partecipanti al laboratorio con Aristide Rontini, in cinque incontri nell’arco di due settimane”.
Lo spettacolo sarà presentato anche a Castelfranco Emilia, al Teatro Dadà, sempre dopo un periodo di laboratorio al quale prenderanno parte persone della comunità cittadina, per dare vita insieme al coreografo a una nuova e unica versione di “Corporale”, in scena anche in questa occasione assieme ai primi due atti, il 28 marzo 2025, sempre nell’ambito di “Carne”. Oltre al coreografo Rontini danzano: Silvia Brazzale, Cristian Cucco, Orlando Izzo con la partecipazione di Kamila Burban, Valentina Cavagnis, Marieva Vivarelli, Annalisa Frascari, Roberto Penzo, Delia Adele Salsi, Sonia Salsi, Christopher Serebour, Julian Soardi. Musiche di Vittorio Gianpietro. Prossime date: il 28 marzo al Teatro Dadà di Castelfranco Emilia e dal 24 al 25 aprile a Gorizia e Nova Gorica.
Sempre a Bologna è in corso “I Fiori blu Festival” curato da Gruppo Elettrogeno rivolto a persone che eseguono o hanno concluso da tempo una misura alternativa alla detenzione o alla pena, a operatori dell’ambito socio-educativo, loro familiari e amici, a performer anche con disabilità, studenti, musicisti. Il 15 dicembre alle 20 al Tpo di via Casarini presenta “Creatura-terzo studio” con la regia di Martina Palmieri. Lo spettacolo conclude la trilogia ispirata a “Le Metamorfosi di Ovidio”.
A Napoli, “Second Hand”, la rassegna di danza contemporanea più longeva d’Italia, ideata e diretta da Gisella Stazio ha richiamato in questa edizione, nella Sala Assoli, numerosi coreografi e danzatori italiani: Antonello Apicella (Associazione Campania Danza), Irma Cardano (Arb Dance Company – Associazione Arabesque), Claudio Prati e Ariella Vidach, Sara Lupoli (Movimento Danza), Patrizia Cavola – Ivan Truol (Compagnia Atacama) Claudio Malangone (Borderlinedanza 2016) Simona Bertozzi, Gabriella Stazio (Movimento Danza). Il 13 dicembre (ore 20,30) Claudio Prati e Ariella Vidach porteranno in scena “Hope”, una riflessione sulla materialità del corpo in relazione alla rilevanza dei social network e della realtà virtuale.
Sul palcoscenico della Sala Assoli anche “I knew those people” di Sara Lupoli (prodotto da Movimento Danza) che si interroga sulla natura dei rapporti umani, ispirandosi al triangolo drammatico di Stephen Karpman. La rassegna prosegue sabato 14 dicembre (ore 20:30) con “Lost Solos” di Patrizia Cavola e Ivan Truol (Compagnia Atacama), un insieme di assoli ispirati agli uccelli solitari raccontati nel libro “Soli e Perduti” di Eshkol Nevo. Il mito di Orfeo ed Euridice viene raccontato nel lavoro di Claudio Malangone (una produzione Borderlinedanza 2016): la performance “Pari intervallo” nasce come sequel de Il Canto di Orfeo, nella visione letteraria di Cesare Pavese (“L’inconsolabile” dai “Dialoghi con Leucò”– 1947) per esprimere il dramma di Orfeo che ha ben compreso come la morte di Euridice rappresenti il definitivo concludersi di un’epoca.
Domenica 15 dicembre (ore 18) previsti gli ultimi appuntamenti della programmazione con “Sista”di Simona Bertozzi, (Balletto Teatro di Torino) un lavoro sul movimento e la complicità delle due danzatrici Marta Ciappina e Viola Scaglione e ”Keywords n.5” di Gabriella Stazio (Movimento Danza), una struttura coreografica che si basa su “parole chiave” che rimandano a emozioni, sentimenti o movimenti, sempre diversi a ogni messa in scena.
Roma. Domenica 15 e martedì 17 dicembre (ore 21) presso l’Officina Pasolini va in scena “La prima indagine di Montalbano” di Andrea Camilleri realizzato in collaborazione con Officina Teatrale, reading dell’attore Massimo Venturiello. L’idea di portare per la prima volta in teatro il commissario più famoso della narrativa contemporanea italiana è nata “in seguito allo straordinario successo che hanno ottenuto gli audiolibri (recentemente pubblicati in Rete dalla Storytel) interpretati proprio da Massimo Venturiello che fu scelto proprio dallo scrittore siciliano per leggere “La rete di protezione” e quell’interpretazione è diventata un audiolibro, accompagnata da altri sette titoli”. Sul palco, con Massimo Venturiello, ci saranno il 15 Emanuele Buzi (mandolino e chitarra) e Valdimiro Buzi (mandolino, mandola e chitarra) e il 17 dicembre Valerio Mileto (mandolino e chitarra) e Valdimiro Buzi (mandolino, mandola e chitarra).
Ancora nella Capitale due appuntamenti al Teatro Biblioteca Quarticciolo per la rassegna “Condivisa”. Il 14 dicembre alle 21 Leonardo Bianchi e Gian Maria Labanchi di Elliot Teatro si interrogano sull’identità di genere in “La sirenetta o l’abissale solitudine di un’anima androgina”, mentre il 15 dicembre alle 17 Riccardo Rampazzo di Lidi Precari porta in scena “C19H28O2”, formula molecolare del testosterone. “La Sirenetta” si interroga “sull’identità di genere attraverso uno spettacolo che intreccia abilmente parola e musica, un live set ambientato tra il fondo di un mare artificiale e laterraferma, in cui il protagonista si confronta con il pubblico, indagandosi”.
“C19H28O2” racconta invece “una rappresentanza maschile sicuramente esecrabile e tendenzialmente oscura, da cui far intravedere, tuttavia, uno spiraglio di luce, sottolineando che il modo in cui la cultura capitalista considera la mascolinità e il lavoro non è niente più che una finzione, solo un’altra storia che raccontiamo a noi stessi”.
Milano. Nello Spazio Fattoria (Fabbrica del Vapore), venerdì 13 e sabato 14 dicembre alle ore 21 la compagnia Fattoria Vittadini presenta in prima nazionale il suo nuovo spettacolo “Come non luogo non sono male” – creazione collettiva di e con Mattia Agatiello, Chiara Ameglio, Noemi Bresciani, Maura Di Vietri, Francesca Penzo – e festeggia i suoi quindici anni di attività che l’hanno vista trasformarsi da giovane collettivo a realtà di riferimento per la danza contemporanea in Italia. Nata nel 2009, la compagnia Fattoria Vittadini è un “collettivo fluido, fondato sulla collaborazione e sull’ibridazione dei linguaggi con l’obbiettivo di promuovere la danza contemporanea come linguaggio vivo e potente, capace di esplorare tematiche attuali, raccontare la diversità e instaurare un dialogo profondo con il pubblico”.
“Come non luogo non sono male” esplora “il senso di appartenenza e la tensione tra collettività e individualità, in un “non luogo” post-apocalittico e onirico dove il gruppo si costruisce e decostruisce e dove ogni fallimento di coesione genera nuove possibilità di interazione che si espandono in frammenti di coreografie, soli e duetti. Il risultato è una collettività fluida e cangiante che si muove senza mai restare uguale a sé stessa, incarnando una possibile comunità contemporanea capace di accogliere la diversità come forza e non come limite”. L’opera vede in scena i danzatori e le danzatrici Mattia Agatiello, Chiara Ameglio, Noemi Bresciani, Maura Di Vietri e Francesca Penzo.
Sabato 14 dicembre dalle 15,30 alle 17 si potrà assistere negli stessi spazi dello Spazio Fattoria a “Flux Full Experience” di e con Maura Di Vietri un’installazione performativa per 8 spettatori alla volta che offre un’esperienza immersiva a 360° tra danza live e nuove tecnologie digitali attraverso l’uso del visore VR. “Flux” è uno spettacolo immersivo in cui virtuale e performance live collaborano alla creazione di un immaginario condiviso: “un sogno lucido, un viaggio nel mondo sotterraneo popolato da animali guida.
Si ispira infatti al viaggio sciamanico e alla ricerca del proprio spirito guida: una creatura specifica per ognuno di noi in grado di connettersi con la parte più profonda della nostra anima e con cui avvertiamo un legame a livello spirituale”.
Alle ore 18,30 va in scena uno degli ultimi spettacoli prodotti da Fattoria Vittadini: “Caligula’s Party” di e con Chiara Ameglio, terzo spettacolo spettacolo del progetto coreografico “Indagini sulla mostruosità” che, dal 2018, Chiara Ameglio sviluppa intorno alla figura del mostro per interrogare i concetti di nemico, antieroe e paura, il valore negato all’inammissibile. Partendo dall’opera di Albert Camus, lo spettacolo “rielabora una propria scrittura scenica intorno al personaggio di Caligola, in un componimento tra danza e drammaturgia, corpo e parola. Chiuso nelle sue stanze C. è un imperatore in lutto per aver perso il senso della vita, in guerra con le logiche della società e del potere che egli stesso rappresenta, ossessionato dall’impossibile, in una dialettica interiore che lo frattura”. A Milano evento da non perdere è quello con Lucinda Childs, la coreografa americana geniale protagonista della postmodern dance che per iniziativa di DanceHaus più, Fondazione Milano- Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi. Il 14 alle 20,30 e alle 15,30 del 15 dicembre debutta alla Civica “Glass with Silence”. Il programma si apre con “Katema“, una video/installazione che rivisita il video originale del 1978. La serata prevede due nuove coreografie di Lucida Childs, ispirate alle celebri “Études” di Philip Glass. Si chiude con il video di “Calico Mingling”coreografia iconica di Childs.
Allo Spazio Fattoria di Milano da seguire questi giorni “Flux Full Experience” esperienza immersiva di danza da seguire live e con il visore VR (Fotografia di Nicola Cordi)
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