Teatro

Teatro, “Atlantis” di Punzo a Volterra, Fossick a Matera e Serra fa l’Atelier

25 Luglio 2024

VOLTERRA _ “Atlantis” capitolo secondo. Armando Punzo regista della Compagnia della Fortezza, Leone d’oro alla Carriera per la Biennale Teatro 2023, svela il nuovo passo creativo realizzato con i suoi attori carcerati e lo mette in scena il 27 luglio in prima nazionale (alle 16,30) con il filo legato alla prima parte di un percorso iniziato nel 2023 nel capitolo titolato “La permanenza”. Un ulteriore step di ricerca partito tempo fa dalle fonti tragiche del teatro occidentale iniziando da Shakespeare suo sommo rappresentante. Fu prima “Dopo la Tempesta” (2015-2016) e poi l’approdo a Borges in “Beatitudo” del 2017-2018, vero trampolino di lancio per immergersi nel successivo, magico e affascinante “Naturae”, senza autori precisi di riferimento in cui “la drammaturgia prende forma dall’idea che si può non essere soli in questo mondo, che il sapere e la conoscenza s’incarnano in una costellazione di uomini e donne che ci traghettano verso domande non usuali”.

Lo spettacolo è la gemma che incastona il progetto della Compagnia della Fortezza per i mesi di luglio e agosto (dal 27 al 3 agosto) con la direzione artistica di Armando Punzo e la direzione organizzativa e cura dei progetti di Cinzia de Felice.

Per questo motivo il focus progettuale dichiarato (oltre la presentazione dello spettacolo) è il proposito di “esplorare nuove frontiere artistiche e di approfondire la poetica e la pratica che hanno reso unica e straordinaria questa compagnia teatrale, proponendo una serie di importanti attività, incontri, masterclass, mostre e approfondimenti su quanto la poetica e la pratica della Compagnia della Fortezza sono riuscite a generare in oltre trentacinque anni di attività nel carcere di Volterra”.

La Compagnia della Fortezza di Volterra diretta da Armando Punzo alla Biennale Teatro di Venezia (fotografia di Stefano Vaja)

Una serie di mostre fotografiche daranno la possibilità di soffermarsi e cogliere particolari e momenti di insieme di diversi spettacoli della Compagnia della Fortezza tenuti in luoghi differenti. Sono quelle di Stefano Vaja realizzate durante le esibizioni della Compagnia a Castel Sant’Angelo di Roma. Questa si aggiunge a quella de “Il Sale di Volterra” e “La Compagnia della Fortezza alla Biennale di Venezia”. Accanto a queste visioni ci saranno le masterclass e gli incontri dove parteciperanno studiosi ed esperti del settore e che offriranno una occasione unica di confronto e approfondimento su temi legati all’arte e la cultura permettendo in questo modo di conoscere meglio la filosofia di lavoro che da tanti anni guida questa importante e unica compagnia, punto di riferimento nazionale e internazionale al tempo stesso. Le masterclass in particolare permetterà ai partecipanti di condividere la metodologia di lavoro messa a punto in 35 anni dentro la Fortezza interagendo così con tutti i settori e le maestranze coinvolte: dalla recitazione alla scenografia, dai costumi alla sartoria, dalle luci alla fonica e in sound engineering. Assieme ad Armando Punzo fondatore della compagnia della fortezza altri registi e operatori di molte realtà partner del progetto: da Genova a Trento, da Milano a Teramo, da Perugia a Cagliari, da Bari a Vigevano. Il progetto , “Per Aspera ad Astra”, ottava edizione” verrà presentato in un incontro pubblico il prossimo 29 luglio alle 18 in Fortezza. Sostenuto da Acri e da dodici fondazioni bancarie è cresciuto fino a creare una rete nazionale in sedici carceri italiani. L’iniziativa punta ad offrire ai detenuti la possibilità di mostrare la loro creatività e sviluppare anche delle competenze in ambito artistico e spettacolare, un “modello innovativo di rete culturale si pone come un esempio di buone pratiche e di sinergie positive tra il mondo artistico, il mondo delle fondazioni bancarie, degli Enti Pubblici e il sistema penitenziario, dimostrando come l’arte può essere un potente strumento di trasformazione e di cambiamento sociale”.

Tornando ad “Atlantis 2” , il nuovo lavoro con la regia di Armando Punzo, questo andrebbe visto come fosse possibile dare vita ad un altro mondo e a un altro uomo. Gli strumenti – dice- “sono quelli dello sguardo infante e gli uomini straordinari che questo sguardo hanno saputo mantenere”. Una ricerca utopica alla maniera di Ernst Bloch : “la riscoperta della forza rivoluzionaria dell’utopia concreta al tempo del pensiero distopico”.

Una riunione del progetto “Per Aspera ad Astra”, un modello di rete culturale che si rinnova nel carcere di Volterra,

La scommessa come sempre nel caso delle visioni di Punzo è affascinante. Quella di dare un’altra possibilità alla vita. Bisogna crederci e in quel caso tutto ciò potrebbe essere o diventare reale. “Cos’è che ci guida? Chiede Armando Punzo. “ La paura che si genera da questa ferita, di cui pure siamo consapevoli, o il bisogno di non arrenderci ad essa, di non arrenderci a noi stessi compromessi da questo sguardo che annichilisce ogni altra strada? È ancora possibile concederci il coraggio di superare questo sentimento di stasi e guardare verso i segni, le forme, la concretezza di una luce non buia?”

Quasi esattamente nelle stesse date un altro regista, Alessandro Serra, nell’ambito di “Trevinano Ri-Wind” tiene il primo dio tre atelier residenziali nel triennio 2024-2026, “Sulla Maestria”, curato dalla compagnia Teatropersona, patrocinato dall’Università “La Sapienza” di Roma, referente organizzativa Noemi Massari. Oltre allo stesso Serra (la sua opera più famosa, “Macbettu” ha raggiunto l’invidiabile cifra record di quattrocento repliche in tutto il mondo) anche Vladimir Olshansky, Bruno Leone, Guido Di Palma e Alessandro Toppi. Questa prima edizione si tiene dal 26 al 2 agosto presso la sala polivalente di Trevinano piccolo borgo del comune di Acquapendente in provincia di Viterbo. Questi gli intenti. “Sulla Maestria” nasce – così é spiegato in una nota – “dall’esigenza di rivendicare l’importanza della pedagogia teatrale e dello studio inteso come confronto di pratiche, punti di vista e messa in discussione degli stessi, ma anche dall’osservazione che terminati gli anni deputati alla formazione attoriale, le necessità produttive finiscono col limitare fortemente il tempo da dedicare alla ricerca e allo studio. Si smette cioè di mettere in discussione il proprio bagaglio tecnico o peggio, si finisce col credere che sia sufficiente ad affrontare la creazione di opere di arte teatrale evitando il confronto con altri approcci e linguaggi creativi, con il risultato di confinare la propria pratica scenica al mestiere”. L’idea sarebbe quella di un atelier “una bottega artigiana fortemente ancorata alla creazione teatrale in cui si fa ricerca nel tentativo di insegnare a sé stessi qualcosa che non si conosce ancora, per “precisare l’atto creativo e migliorare il linguaggio nel solco dell’insegnamento di Grotowski per cui non si deve cercare qualcosa di nuovo ma qualcosa di dimenticato”.

Una scena tratta dallo spettacolo “Macbettu” adattamento dalla tragedia “Macbeth” di Shakespeare, regia di Alessandro Serra (Foto di Alessandro Serra)

Nello specifico il critico teatrale Alessandro Toppi “accompagnerà il percorso fornendo spunti e ispirazioni per approcciarsi in modo più consapevole all’arte scenica. Insieme all’analisi dei testi da un punto di vista teatrale, il giornalista e critico avrà la possibilità di delineare i contesti culturali in cui si colloca il lavoro di Alessandro Serra e degli altri insegnanti, evidenziando il ruolo dell’attore creativo”.

Per lo studioso e docente universitario di storia del teatro presso la “Sapienza” di Roma, Guido Di Palma quello che interessa all’equipe di ricerca universitaria di Roma è “ il tentativo di questo Atelier di ritrovare la via di una pedagogia creativa capace di coniugare tradizione e bisogni artigianali degli attori che vi partecipano. In teatro sapere è fare ed è attraverso il fare che si può recuperare una dimensione esperienziale della didattica, libera da formule aprioristiche per ritrovare una dimensione creativa dell’insegnamento in cui i maestri apprendano dagli allievi cosa è necessario per fare oggi un teatro vivente”. Bruno Leone, burattinaio, è uno degli ultimi interpreti dei classici canovacci di Pulcinella. Leone ha appreso l’arte delle guaratelle direttamente da Nunzio Zampella, maestro guaratellaro napoletano. Vladimir Olshansky, clown laureato alla Scuola Nazionale del Circo di Mosca, negli anni Ottanta è a New York dove entra a far parte della Clown Care Unit del Big Apple Circus. E’ stato ospite in “Alegria” del Cirque du Soleil in Australia e Canada . Ha fondato la compagnia Arte de la Joe a Parigi. Tiene masterclass di clownerie e seminari presso istituzioni come l’Accademia Silvio d’Amico e compagnie teatrali.

La partecipazione è gratuita (il progetto è finanziato per 20 milioni di euro dal PNRR-M1C3, Investimento 2.1 “Attratività dei borghi”). E a tutti i partecipanti verranno offerti vitto e alloggio. Il 2 agosto al termine del percorso è prevista una apertura del lavoro alla comunità.

Il regista Alessandro Serra dirige in questi giorni a Trevinano, borgo di Acquapendente in provincia di Viterbo l’atelier di formazione teatrale “Sulla maestria”

Spettacoli e incontri giù nel Sud, in Calabria. A Melissa dal 25 sino al 28 luglio si tiene il festival “Rame 2024. Le radici del Mediterraneo” organizzato dalla compagnia Teatro Ebasko. Il via col Teatro della Libellula che ha presentato uno spettacolo ispirato dalla tradizione calabrese delle marionette. “Fuga da Mozart” è stata una narrazione poetica d sul celebre compositore austriaco reso da Teatro a Canone. Il 26 Mara Labriola e Giorgio Zobel danno vita a uno spettacolo di danza teatro, “Lo Straniero” ispirato al romanzo di Albert Camus. Street performance di La Désarmante, “Mut”. Si chiude con “Il Cantico dei Cantici” del Teatro dell’Albero, viaggio tra parole e musica. Il 27 dal pomeriggio studiosi e critici a convegno su “Purezza Meticcia o il Paradosso del Teatro”, tavola rotonda sull’eredità del Terzo Teatro in rapporto ai gruppi indipendenti contemporanei. L’evento allestito dal Teatro Ebasko in collaborazione con Theatron.2 ha il patrocinio della Fondazione Barba Varley nell’ambito delle celebrazioni dei 60 anni dell‘Odin Teatret. L’appuntamento moderato dal critico teatrale Michele Pascarella vedrà la partecipazione di Emanuela Bauco (Liminateatri), Chiara Crupi de “La Sapienza” di Roma, Francesca D’Ippolito (Cresco), Carlo Fanelli (Dams Cosenza), Simona Scattina (Università di Catania), Caterina Trifirò (Dams Messina) . Si alterneranno delle dimostrazioni del Teatro Proskenion, Teatro dell’Albero, Teatro a Canone, Teatro Ebasko e La Désarmante.

Il teatro Ebasko presenta poi “Circe” spettacolo con trampoli e scenografie digitali. Ultimo giorno si proietta il film “La vita Cronica” di Chiara Crupi e Odin Teatret adattamento filmico dell’opera di Eugenio Barba ambientato nel 2031 in una Europa post guerra civile. Piccoli Idilli presenta invece “Kanu” tratto da un racconto africano. Ultimo appuntamento spettacolo itinerante di Teatro Ebasko e Teatro dell’Albero con videomapping del duo Lar.

Un momento dello spettacolo “Ode al Progresso” dell’Odin Teatret presentato qualche anno fa in Sardegna nel comune di San Sperate (Fotografia Woopi)

Ed ora pronti a lasciarsi conquistare dal sogno, dalle immagini e dai suoni e le voci di Fossick Project, al secolo Cecilia Valagussa e Marta Grandi, la prima dedita alle animazioni analogiche, la seconda cantante e sperimentatrice sonora con il loro avvolgente “Underneath” ospite all’Open Sound Festival di Matera il 1 di agosto e il 6 al Lucania Film Festival di Pisticci, Lo spettacolo, realizzato con il sostegno del Centro Arti Integrate nell’ambito del progetto di residenze “Humus-Artisti nei Territori” a partire da una ricerca nata in collaborazione con la Fao (Food and Agriculture delle Nazioni Unite), mette insieme teatro delle ombre e sperimentazione vocale e musicale raccontando per immagini dipinte a mano sui nastri di celluloide. Non solo pellicola ma anche materiali come la sabbia, l’acqua e altri oggetti assieme a microfoni, sintetizzatori, chitarre etc… un omaggio al mondo del Parco della Murgia Materana la storia di una bambina che viaggia nel mondo sotto terra per trovare una soluzione al problema della siccità che ha colpito il nostro pianeta.

Il duo nato in Belgio nel 2016 si è già esibito in diverse parti del mondo. Il loro filo rosso narrativo, anche degli spettacoli precedenti è la natura e l’ambiente, ma anche e soprattuto il mondo animale con particolare attenzione a quelli in pericolo di estinzione. Tra le loro opere “Wild car” cortometraggio sul tema del traffico faunistico e della pandemia in collaborazione con noto produttore musicale Howie B.

Un momento dello spettacolo “Underneath” messo in scena dal duo Fossick Project, il 1 agosto di scena all’Open Sound Festival di Matera
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