Teatro

Teatro al tempo del Carnevale, “Giulio Cesare” e gli altri

1 Febbraio 2023

Il teatro al tempo del Carnevale. Nel mese dedicato al travestimento e alle maschere, ferve l’attività delle stagioni con tournée di spettacoli che hanno avuto un buon debutto e altri invece al via che aspettano frementi il giudizio del pubblico o l’hanno appena affrontato e si preparano a girare per i cartelloni regionali. E’ nel segno di William Shakespeare il debutto per eccellenza di febbraio. E’ il “Giulio Cesare” che andrà in scena il 3 e 4 all’interno della Casa Circondariale di Modena. Allestimento prodotto dal Teatro dei Venti in collaborazione don Emilia Romagna Teatro Fondazione Ert/Teatro Nazionale con il sostegno di Regione emiliana, Fondazione di Modena e Bper. Liberamente tratto dal testo del Bardo con gli attori del carcere di Modena e la partecipazione di Dario Garofalo, ha la drammaturgia curata da Massimo Don e Stefano Tè che è anche il responsabile della regia. Lo spettacolo si avvale delle musiche in presa diretta di Irida Gjergi, i costumi di Nuvia Valestri e Teatro dei Venti, luci e audio di Luigi Pascale. Assistenti di scena sono Elisa Di Cristofaro, Davide Filippi e Giulia Carlotti; alla regia invece sono assistenti Massimo Don e Francesco Cervellino. “Giulio Cesare” è il primo capitolo della trilogia shakespeariana che il Teatro dei Venti produrrà nel biennio 2022-2023 all’interno dei progetti teatrali nella Casa Circondariale di Modena e nella Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia in collaborazione con il Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna. Questo primo capitolo avvia una riflessione incentrata sull’Uomo e sulla natura umana, sul Tradimento, la ricerca di Potere, la Vendetta. La trasposizione scenica vede corpi, voci e suoni protagonisti di una ossatura drammatica essenziale, asciutta.

Lo spettacolo definitivo debutterà nel dicembre del 2023. La trilogia sarà completata dall’Amleto con gli attori del Carcere di Castelfranco Emilia e dal radiodramma sul Macbeth, registrato all’interno di entrambi gli Istituti. Il Teatro dei Venti ha vinto il bando di Creative Europe con il progetto “AHOS All Hands On Stage – Theatre as a tool for professionalisation of inmates”, che coinvolgerà per trenta mesi organizzazioni e Istituti Penitenziari di 5 Paesi, quattro dell’Unione Europea (Italia, Germania, Polonia e Romania) e uno dai Balcani occidentali (Serbia). Obiettivi del progetto sono quelli di sviluppare e sperimentare originali percorsi di forazione di detenuti in ambito teatrale (dalla recitazione alle professioni di scenografo, tecnico luci e audio). Sviluppare contemporaneamente unc orso di formazioni per operatori che vogliono lavorare nei carceri e sensibilizzare allo stesso tempo il pubblico teatrale sull’importanza di questi percorsi.

Una scena da “Giulio Cesare” di William Shakespeare a cura del Teatro dei Venti, regia di Stefano Tè al debutto questi giorni nel carcere di Modena (Fotografia di Chiara Ferrin)

Un altro testo shakespiriano, l’”Otello” diretto e interpretato da Jurij Ferrini, ha esordito due settimane fa al Teatro Gobetti di Torino dove continua le repliche sino al prossimo 5 febbraio, Riflette a proposito di questa tragedia, Jurij Ferrini stesso autore della regia, nonché protagonista principale sulla scena stessa: “Il dramma privato della gelosia diventa… – in una visione più collettiva – la tragedia della violenza umana che ha sempre avuto, purtroppo, ottimi motivi per essere scelta; almeno rispetto alla via molto più complessa e articolata del dialogo, dell’approfondimento e della reciproca comprensione. Un dialogo necessario – spiega Ferrini-per quella rivoluzione umana che non possiamo smettere mai di cercare; a partire proprio dal rivoluzionare noi stessi; riconoscendoci sempre nell’avversario e inchinandoci alla sua umanità, che rispecchia esattamente la nostra». Con Jurij Ferrini nei panni di Otello recitano anche Agnese Mercati in quelli della bella  Desdemona e poi Rebecca Rossetti (Jago), Sonia Guarino (Bianca), Stefano Paradisi (Roderigo), Federico Palumeri (Cassio), Maria Rita Lo Destro (Emilia), Michele Puleio (Graziano) e Paolo Arlenghi (Montano). Scene di Jacopo Valsania , costumi d Agostino Porchietto e luci di Jacopo Valsania e Gian Andra Francescutti. “Otello”, prodotto da URT e Teatro Stabile di Torino. Teatro Nazionale , sarà al Teatro Oratorio di Storo (Trento) il 10 febbraio, All’Auditorium Comunale di San Vito al Tagliamento il 12 febbraio, Al Teatro Civico di Vercelli il 23 febbraio, al teatro La Fabbrica di Villadossola il 24 e al teatro Tirinnanzi di Legnano il 25 febbraio.

Un momento di “Tutto Brucia” dramma ispirato dalle “Troiane” di Euripide a cura dei Motus. Regia di Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande (Fotografia di Claudia Borgia)

Tre spettacoli imperdibili in tournèe. Il primo è “Tutto Brucia” dei Motus, originale riscrittura delle “Troiane” di Euripide, ideazione e regia di Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande con Silvia Calderoni, Stefania Tansini e le musiche originali dal vivo di RYF alias Francesca Morello, produzione dei Motus edel Teatro di Toma, TeatroNazionale con Kunstercentrum che, dopo la coinvolgente versione site specific tenuta questa estate ad agosto, davanti al nuraghe di Orroli, nel centro della Sardegna per ArcheoFestival è tenuta alla versione teatrale e sarà di scena il 3 e 4 nella sala De Berardinis all’Arena del Sole di Bologna per il cartellone dell‘Ert, Emilia Romagna Teatro Nazionale. “Tutto brucia” è uno spettacolo di grande forza teatrale che riscrive la tragedia greca attraverso le voci della filosofia contemporanea, da Jean Paul Sartre a Judith Butler, da Ernesto de Martino a Donna Haraway. “Tutto brucia” sarà di scena anche ai Cantieri Koreja di Lecce il 12, a Viernulvier il 16, al teatro Kismet di Bari il 18 e 19 marzo.

La lotta tra due regine è al centro della eccentrica edizione di “Maria Stuarda” con l’originale regia di Davide Livermore e l’interpretazione di due grandi attrici come Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi che alternativamente interpretano i ruoli di Maria Stuarda e di Elisabetta regina d’Inghilterra. Prodotto dal Teatro nazionale di Genova assieme al Teatro Stabile di Torino e il CTB, Centro Teatrale Bresciano sarà di scena tutti i giorni fino al 5 febbraio al Teatro Carignano di Torino. Repliche dall’8 al 12 febbraio al Teatro Verdi di Padova, il 14 e 15 nella Sala Teatro Lac di Lugano il 14 e 15 febbraio, al Teatro Fraschini di Pavia dal 17 al 19 febbraio e dal 21 al 26 febbraio al Teatro Donizetti di Bergamo. «Schiller è magistrale nel far entrare all’interno del racconto una profonda indagine sull’animo umano. E nel caso di Maria Stuarda sul ruolo della donna e del rapporto tra femminilità e potere» afferma il regista Davide Livermore. «Elisabetta è costretta a mascolinizzarsi per governare e per non perdere la sfida con la sua rivale, che invece fa una scelta opposta. Davanti a queste due gigantesche figure non possiamo non chiederci come la donna abbia dovuto interiorizzare certi meccanismi maschili nella gestione del potere e quanto questo succeda anche ai giorni nostri».

Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi insieme nella avvincente messa in scena di “Maria Stuarda”, regia di Davide Livermore (foto di Alberto Terrile)

E’ fresco di debutto invece “Aspettando Godot” di Samuel Beckett nella magistrale regia curata dal maestro Theodoros Terzopoulos e prodotto da Emilia Romagna Teatro Ert/Teatro Nazionale, Fondazione di Napoli-Teatro Bellini, in collaborazione con Attis Theatre Company. Sul palcoscenico: Enzo Vetrano, Stefano Randisi, Paolo Musio, Giulio Germano Cervi e Rocco Angarola.

«In “Aspettando Godot” – ha commentato Theodoros Terzopoulos– vengono date due risposte possibili, e da qui vogliamo far partire il nostro lavoro. La prima è il tentativo di comunicare e coesistere con l’Altro, colui che ci è prossimo, nonostante gli ostacoli, anche quando questi sembrano insuperabili. La seconda è il tentativo di mettersi in comunicazione con l’Altro dentro di noi, quest’area buia e imperscrutabile densa di desideri repressi e paure, istinti dimenticati, regione dell’animalesco e del divino, in cui dimorano la pazzia e il sogno, il delirio e l’incubo. Questo è il viaggio che cercheremo di fare: verso l’Altro dentro di noi e verso l’Altro al di fuori di noi, all’opposto, lontano da noi.”

“Aspettando Godot” è in scena a Roma al teatro Vascello fino al 5 febbraio. L’8 febbraio sarà al Teatro Comunale Marini di Narni, dal 14 al 16 febbraio al Teatro Comunale Chiabrera di Narni, il 18 febbraio al Teatro Comunale di Belluno e dal 24 febbraio al 5 marzo al Teatro Bellini di Napoli.

“Aspettando Godot” di Samuel Beckett nella straordinaria lettura alla regia curata dal Maestro greco Theodoros Terzopoulos (foto di Johanna Weber)

E’ una ripresa il “Barbablù” di Costanza Di Quattro con Mario Incudine cheprodotto da Asc e Teatro della città torna in scena dopo la scorsa stagione dal 7 al 12 febbraio al Teatro Vittoria di Roma. In scena l’antica favola è diventata un monologo che racconta i sette amori e le sette vite di donne distrutte. Barbablù si rivela “nella sua essenza di uomo, di bambino ferito, di amante frustrato, di figlio non amato. Lui, uomo del suo tempo per ogni tempo. Eterno insoddisfatto, cruento assassino, instancabile amante”. Sul palco con Incudine il polistrumentista Antonio Vasta, le scene sono di Elisa Savi“Barbablù” sarà di scena anche alla Sala Bartoli del Teatro Rossetti di Trieste il 14 e 15 febbraio; il 24 al Teatro Comunale di Atri e il 25 e 26 al Teatro Sannazzaro di Napoli.

Due esordi da segnalare. Il primo è al Teatro Storchi di Modena dove dal 2 al 5 febbraio si rappresenta “Gilgamesh_ L’epopea di colui che tutto vide” raccontata da Luigi Lo Cascio, Vincenzo Pirrotta e Giovanni Calcagno. Testo e regia di Giovanni Calcagno. Lo spettacolo prodotto da Emilia Romagna Teatro Ert/Teatro Nazionae si avvale anche delle musiche originali di Andrea Rocca e composizioni video di Alessandra Pescetta. “Gilgamesh” è la storia di un giovane re che, dopo aver “sperimentato il dolore per la morte del migliore amico Enkidu, lascia il trono e gli agi di corte per andare alla ricerca del segreto della vita eterna e della verità sulla caducità dell’esistenza. Alla fine del suo peregrinare, dopo aver interrogato l’unico uomo sopravvissuto al Diluvio con cui si apre il testo, torna in patria con la certezza che il destino dell’uomo è di essere mortale. II viaggio di Gilgamesh ai confini del mondo, da un punto di vista eroico, è un completo fallimento, ma la sua sconfitta diventa un nuovo punto di comprensione delle cose della vita”.

Il cast di “Gilgamesh- L’epopea di colui che tutto vide”: Vincenzo Pirrotta, Luigi Lo Cascio e Giovanni Calcagno autore della regia in scena al Teatro Storchi di Modena (Foto di Luca Del Pia)

“Gilgamesh” sarà l’8 febbraio al Teatro Apollo di Lecce; il 9 febbraio al Teatro Comunale di Putignano; dal 10 al 12 ai Teatri Curci di Barletta; il 14 al Teatro Gioco Vita di Piacenza; il 15 al Teatro Asioli di Correggio; il 16 al Teatro Mac Mazzieri di Pavullo; il 17 al Teatro Comunale di Casalmaggiore; il 18 e il 19 al Teatro Comunale di Vicenza; il 21 febbraio al Teatro Faraggiana di Novara; dal 22 al 26 febbraio al Teatro Sociale di Brescia e dal 28 febbraio al 5 marzo al Teatro Carcano di Milano.

“Freud e il caso di Dora”, testo, spazio scenico, film, luci e regia di Luigi Gozzi, rimesso in scena dal 4 al 12 febbraio al Teatro delle Moline di Bologna da Marinella Manicardi con la collaborazione di Davide Amadei. In scena la stessa Manicardi con Stefano Morelli e Alma Poli, musiche di Gabriele Partisani, produzione Emilia Romagna Teatro ERT/Teatro Nazionale in collaborazione con DamsLab, Biblioteca delle Arti, Università di Bologna, Archivio Teatro Nuova Edizione Teatro delle Moline e Home movies. Lo spettacolo, scelto per celebrare i 50 anni del Teatro delle Moline di Bologna, è lo storico spettacolo del fondatore dello spazio di via delle Moline nel cuore della zona universitaria di Bologna. Così scrive Marinella Manicardi: “«A chiamarlo teatro ci voleva tutta l’utopia e la determinazione di Luigi Gozzi che l’ha diretto fino al 2006: cinquanta sedie, allora, pochi fari, allora, ma l’orgoglio di uno spazio di pensiero e di lavoro aperto al teatro più innovativo, alla musica, al cinema, agli scrittori e ai tanti laboratori per il pubblico. Attorno a Gozzi si formò la compagnia Teatro Nuova Edizione, c’ero anch’io e solo adesso a cinquant’anni dall’inaugurazione mi accorgo di quanti spettacoli, visioni, quanti chiodi, quanti incontri sono stati assorbiti dai muri delle Moline».

Marinella Manicardi al teatro delle Moline di Bologna per i 50 anni del teatro rimette in scena “Freud e il caso di Dora” di Luigi Gozzi (foto di Giuseppe Rado)

I pirati sono al centro dello spettacolo “Sulla rotta dell’Isola del tesoro” il 3 in scena al Minimal Teatro di Empoli (ore 21). Lo spettacolo è una produzione Kanterstrasse teatro e Giallo Mare Minimal Teatro. Scritta da Simone Martini e diretta dallo stesso Martini insieme a Renzo Boldrini, con Daniele Bonaiuti, Simone Martini, Alessio Martinoli e Tazio Torrini. Gli autori si chiedono: “chi erano veramente Long John Silver e Billy Bones? Lo spettacolo inserito all’interno della rassegna per famiglie “Teatri di confine” prova proprio a rispondere a questa domanda, perché ai tempi di Stevenson, i pirati erano un ricordo recente e le loro storie sulla bocca di tutti mentre adesso ci appaiono come una romantica eco del passato”. La rassegna “Teatri di Confine” prosegue il 24 febbraio con “Nonnetti” a cura di Coltelleria Einstein e 3 marzo con “Esercizi di fantastica”, da un’idea di Giorgio Rossi, produzione Sosta Palmizi.

Per la programmazione di Sardegna Teatro alla ex Manifattura di Cagliari dall’11 al 15 febbraio va in scena “In fedeltà”, ideazione e regia di Roberto Rustioni. L’evento spettacolare è “un esperimento scenico giocoso in cui un performer/presentatore invita due persone single del pubblico – che non si conoscono tra loro – a costruire sul palco un primo appuntamento: un meccanismo che richiede la partecipazione e l’aiuto di tutti gli spettatori”.

Al debutto a Empoli a nuova produzione di Kanterstrasse teatro e Giallo Mare Minimal Teatro: “La rotta del tesoro”, regia di Simone Martini e Renzo Boldrini

Apocalisse Tascabile” del giovane Niccolò Fettarappa Sandri autore anche della regia e sul palcoscenico in tandem con Lorenzo Guerrieri, vincitore di Inbox 21 e prodotto da Sardegna Teatro va in scena invece, sempre alla ex Manifattura di Cagliari dal 23 al 26 febbraio. “Lo spettacolo tratta della fine del mondo vista da svariate prospettive, tra le quali preponderante è quella di due giovani “scartati”, liquidati e messi all’angolo perché inutili. La fine del mondo è allora per loro quasi un’occasione di vendetta, una rivincita presa sull’indifferenza subita, il cambiamento è incarnato dall’annuncio profetico di questi due smaliziati apostoli under 30 che portano sulla scena con autoironia la rabbia di una generazione esclusa, così giovane e già così defunta”.

“W am I “ è una performance, un oggetto, uno spazio sicuro, un corpo, un’anima, un essere umano, un’esperienza ibrida e inclusiva per affermare un’identità non stereotipata., messa in scena dall’autrice stessa Nunzia Picciallo va in scena il 3 e 4 febbraio a Roma nello Spazio Recherche per la rassegna di teatro, performativo e digitale. Le 5 W (Chi, Cosa, Dove, Quando, Perché) sono le domande che fanno da ancora al processo creativo a cui il performer risponderà con delle pratiche interdisciplinari collegate all’utilizzo del corpo.

“Apocalisse Tascabile” di Niccolò Fettarappa Sandri in scena nei prossimi giorni con Lorenzo Guerrieri sono ospiti di Sardegna Teatro alla ex Manifattura di Cagliari

Per la danza, stasera ultima replica al Teatro Sociale di Brescia di “Don Juan” del coreografo Johan Inger, produzione di Aterballetto e CTB, Centro Teatrale Bresciano. In uno spazio labirintico sedici danzatori danno vita a una rilettura psicoanalitica del mito del grande seduttore. Paradigma antico e contemporaneo, il Don Giovanni continua a ispirare la riflessione e la ricerca, con la sua capacità di offrire sfumature e interpretazioni sempre nuove. In questo lavoro già insignito del Premio Danza&Danza 2020 la coreografia di Johan Inger si avvale della musica originale di Marc Álvarez orchestrata con la direzione di Manuel Busto  dell’Orquesta de Extremadura, il dramaturg è Gregor Acuña-Pohl; le scene sono di Curt Allen Wilmer (Asociación de Artistas Plásticos Escénicos de España) con Estudiodedos, i costumi di Bregje Van Balen, le luci di Fabiana Piccioli, il direttore dell’allestimento è Carlo Cerri, l’assistente alla coreografia è Yvan Dubreuil.

Al Teatro Florida di Firenze, sabato 4 febbraio va in scena la nuova produzione di Versiliandanza e COB Compagnia Opus Ballet, “Coding Dance”. “Individuare il momento perfetto in cui codice numerico e linguaggio artistico divengono tutt’uno. Da questa ricerca nasce “Coding Dance”, allestimento ideato da Leonardo Diana, che ne firma anche le coreografie. Il lavoro è incentrato sulla relazione tra danza e matematica dove “linguaggi come il coding a blocchi e il machine learning vengono applicati alla scrittura coreografica per sviluppare nuovi sistemi di movimento”. Come sosteneva Galileo, afferma l’autore “il libro della natura è scritto in caratteri matematici: basti pensare alla serie di Fibonacci che ricorre nel numero di petali dei fiori, o ai frattali che spontaneamente si presentano nella flora. Eppure ogni stringa numerica, ogni regola geometrica, si cela dietro a un’armonia apparentemente casuale. In questa stessa maniera otto danzatori sul palco si muovono secondo sequenze numeriche, funzioni matematiche, simmetrie, elementi geometrici, creando interazioni solo in apparenza caotiche che finalmente convergono in un perfetto andare all’unisono, in una costante ricerca dell’imitazione della natura”. In scena Giuliana Bonaffini, Ginevra Gioli, Gaia Mondini, Matheus Alves de Oliveira, Federic Zoungla, Valentina Sechi, Isabella Giustina, Luca Tomao.

Una scena da “Coding Dance” , allestimento e coreografie a cura di Leonardo Diana in scena questi giorni al Teatro Florida di Firenze. La produzione è di Versiliadanza e COB
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