Teatro

Teatro, a Castrovillari sta sbocciando la “Primavera”

25 Maggio 2024

CASTROVILLARI _ Il festival teatrale dove tutto ha sempre un nuovo inizio è già partito ed è destinato già a cambiare strategie di visione, ampliare il suo pubblico di addetti ai lavori, promoter, critici e cittadini. Naturalmente. Anche perché qui, ai piedi del meraviglioso polmone verde del Parco del Pollino, nell’intrigante città di Castrovillari che ha mantenuto una incredibile e conturbante immagine ottocentesca, c’è una gloriosa tradizione civica fatta di importanti e gloriose memorie garibaldine che ne fanno un posto speciale. Come furono le vicende incredibili, rocambolesche e avventurose dei Pace, famiglia che partecipò attivamente alla ribellione anti borbonica. Un reggimento con il loro nome si distinse nelle battaglia del Volturno e Capua. E Giuseppe il loro condottiero fu anche il primo deputato nel 1861 del Parlamento Italiano, allora in quel di Firenze. C’è quindi voglia di andare oltre, di non dormire sugli allori in quel prezioso contenitore di eventi della “Primavera dei Teatri” diretto con passione dal trio composto da Saverio La Ruina, Dario De Luca e Settimio Pisano che stavolta ha allestito ben 55 eventi spettacolari varando “Prima”, piattaforma internazionale dedicata alla danza con l’obiettivo “di contribuire al percorso creativo di giovani artisti”. Ed ecco così rigorosamente, com’è tradizione di questa rassegna giunta alla sua ventiquattresima edizione, che dal 23 fino al 27 maggio si stanno visionando alcune creazioni ancora in progress ed altre già definite. “Prima” nelle intenzioni dei curatori è quello di spostare l’attenzione sul campo della performing arts approfondendo il confronto con artisti, produttori e curatori sulle pratiche di curatela. Il progetto “vuole dare un senso e una profondità diversa all’identità multidisciplinare del festival e, d’altra parte, intende sviluppare un’azione sistematica econtinuativa per promuovere a livello internazionale il patrimonio creativo dei giovani artisti”. Ecco così che nei cinque giorni si potranno vedere, per la prima volta quei lavori frutto di residenza artistica inseriti in una apposita sezione “Open Studios”. In questa sezione sono protagonisti: Annamaria Ajmone con “I pianti e i lamenti dei pesci fossili”, Giovanfrancesco Giannini (“Vanitas”), Danila Gambettola (“Cu*Mmia*1”), Maria Luigia Gioffrè (“After Party”), Leonardo Schifino ( “Until our words coincides again: never “),, Mauro Lamanna / (“7 o 77”) e Dario Rea – Maher Msaddek  (“Nascondino”).

La danzatrice e coreografa Roberta Racis in “Atto bianco”, coreografia presentata a “Prima” il nuovo contenitore dedicato alla danza a Castrovillari

I lavori ultimati di artisti nazionali e internazionali sono quelli della francese Dalila Belaza (“Figures”), Maria Hassabi (“On stage”), la greca Chara Kotsali (“To be possessed”) Roberta Racis (“Atto bianco”). Il portoghese Marco da Silva Ferreira (“Fantasie Minor”), la cipriota Elena Antoniu (“Landscape”), dall’Israele arriva Arkadi Zaides (“Necropolis”), Panzetti Ticconi (“Cry Violet”), Chiara Bersani (“Sottobosco”), l’italiano Mauro Lamanna e il cileno Aguilera Giustiniano (“Real Heroes”).

Dal 28 maggio al 2 giugno spazio al teatro con un considerevole numero di prime assolute come è tradizione della “Primavera dei teatri”. Ad aprire un esordiente ma con un curriculum di importanti esperienze; il lucano Dino Lopardo che in “Affogo” (suo il testo e la regia) analizza le condotte aggressive intese come”un tentativo di affermazione della propria identità, per acquisire un ruolo e lenire le insicurezze personali”. Il protagonista è “costretto a fare i conti con la propria natura, dopo aver commesso un danno irreparabile, la sua intera esistenza verrà sconvolta”. In scena Mario Russo e Alfonso Tortorelli.

Mario Russo e Alfonso Tortorelli sono gli interpreti dell’atto unico “Affogo” di Dino Lopardo che apre la “Primavera dei teatri” di Castrovillari (foto di Simone Galli)

Una formazione storica della ricerca quale è il Teatro Studio Krypton, fondato e diretto da Giancarlo Cauteruccio, nella stessa serata propone “Ismene” tratto dal libro “Quarta dimensione” di Ghiannis Ritsos, “Un’opera che parte dal mito greco e arriva alle viscere della contemporaneità. “Una contemporaneità dove la paura è padrona delle anime, la guerra divora le vite, la civiltà decade, l’Occidente implode su sé stesso e l’individuo, su cui sembra incombere un ineluttabile destino, resta silente, privato lentamente della sua libertà, della sua volontà”. In scena Flavia Pezzo e Massimo Bevilacqua.

Il 29 si apre con “Vorrei una voce”. Scritto e interpretato da Tindaro Granata, è un monologo che, attraverso le canzoni più popolari di Mina, cantate in playback, “si ispira alle storie delle donne conosciute da Tindaro durante il percorso teatrale che l’autore e attore siciliano ha realizzato al Teatro Piccolo Shakespeare all’interno della Casa Circondariale di Messina, con le detenute di alta sicurezza, nell’ambito del progetto “Il Teatro per Sognare”. “Vorrei una voce” di Tindaro Granata è dedicato “a chi ha perso la capacità di farlo, a chi ha desiderio di ricominciare a sognare”.

Nella stessa giornata altre due prime assolute il 29. con Antimo Casertano in “Mare di ruggine (la favola dell’Ilva”) ed Elvira Scorza con “Tutta colpa di Ugo”. Il primo, un progetto di Teatro Insania, è “un racconto familiare lungo cinque generazioni, che viaggia in parallelo con le vicende dello stabilimento “Ex Ilva”, poi “Italsider”di Bagnoli. Ma è anche il racconto collettivo di tante famiglie, per le quali la fabbrica ha rappresentato l’unica alternativa, a Napoli come a Taranto, a Genova come a Piombino”. Con Daniela Ioia, Ciro Esposito, Francesca De Nicolais, Luigi Credendino, Gianluca Vesce, Lucienne Perreca e Antimo Casertano anche autore del testo e regista.

Flavia Pezzo del Teatro Studio Krypton con Massimo Bevilacqua isono i protagonisti di “Ismene” da un testo di Gianni Ritsos, regia di Giancarlo Cauteruccio (foto di Ridolfi)

E’ invece prodotto da Dracma, drammaturgia e regia di Elvira Scorza “Tutta colpa di Ugo” che “racconta una storia tragica corrotta dall’umorismo che caratterizza la vita abitata dal disagio: una black comedy che riflette su quanto sia difficile, e forse giustamente impossibile, essere giusti in un mondo sbagliato”. Con Giuseppe Brunetti, Loris De Luna e Mariasilvia Greco.

Il 30 maggio Accademia Perduta presenta “Gramsci Gay” interpretato da Mauro Lamantia, regia di Matteo Gatta. Lo spettacolo nasce dal graffito di un anonimo che ha scritto “gay” sulla fronte del grande rivoluzionario sardo su di un murale dipinto sul muro del carcere di Turi dove Gramsci rimase chiuso da Mussolini in prigionia per cinque anni. “Lo spettacolo riflette sul rapporto fra politica e indifferenza, impegno e disillusione, fuoco e cenere. L’ideazione artistica nasce dall’incontro con la cronaca del suddetto atto vandalico”.

A seguire due altre prime assolute: Caroline Baglioni con “Play” e Davide Iodice con“Pinocchio / Che cos’è una persona”. Di questo lavoro così scrive l’autore, ideatore e regista: “Il lavoro di ridefinizione delle identità attraverso lo strumento dell’Arte, la centralità della persona e delle sue fragilità – dice Iodice – sono i principi alla base della pedagogia della Scuola Elementare del Teatro, conservatorio popolare per le arti della scena. Più volte in questi anni la figura del burattino Pinocchio ci è stato di ispirazione. Da sempre ci siamo rivolti a lui come a un fratello simbolico dei ragazzi con sindrome di Down o di autismo, o Williams, o Asperger che compongono l’articolato gruppo di lavoro. Pinocchio e l’intera compagine simbolica della favola sembrano incarnare tutte le caratteristiche di un’adolescenza incomprensibile e incompresa, nel cui tormento si specchia una società di adulti in rovina. Pinocchio è il diverso, è tutti i diversi, con la loro carica anarchica e dirompente.” In scena la Compagnia della Scuola elementare del teatro/Conservatorio popolare per le arti della scena (produzione Interno 5 e Teatro di Napoli).

Il grillo parlante e la fatina turchina nel “Pinocchio/Che cos’è una persona” nell’originale allestimento del regista napoletano Davide Iodice per la Compagnia della Scuola elementare del teatro

“Play” di Caroline Baglioni in scena con Annibale Pavone (la regia è di Michelangelo Bellani) è invece “la storia di una violenza psicologica verso una giovane ragazza sul luogo di lavoro e trae ispirazione dagli scandali dei provini a scopo sessuale che hanno fatto nascere il movimento del #metoo”.

La “Primavera dei teatri” continua il 31 maggio con Fabio Pisano che presenterà lo spettacolo “Spezzata. Rapsodia (Per Intercessione del Silenzio)”. Nella stessa giornata anche Giulia Scotti che, in anteprima nazionale, proporrà “Quello che non c’è” (progetto di spettacolo vincitore del Premio Tuttoteatro.com Dante Cappelletti 2023), mentre “I quattro desideri di Santu Martinu” è la prova teatrale di Dario De Luca.

Fabio Pisano è l’autore di “Spezzata rapsodia” interpretato da Mariangela Granelli e la regia di Livia Gionfrida. Racconta di Lisa Montgomery, condannata a morte in Usa “una pazza assassina ma prima di tutto una bambina martoriata da una madre e un patrigno che hanno mutato la sua luce, forse insegnandole che nella vita esiste solo il male”. Il pool di psicologi che si è occupato del caso, ha “invocato a più riprese la grazia per una donna definita come “la più spezzata del mondo”, ma l’allora presidente Donald Trump non ha accolto l’istanza”.

I “Quattro desideri di Santu Martinu”di Dario De Luca è una riscrittura, in dialetto calabrese, liberamente tratta da alcuni “fabliaux” anonimi medievali, e parte da uno spunto – quello dei desideri concessi per volontà soprannaturale e sprecati per stupidità o cattiveria – presente in tutte le letterature”. In scena oltre a Di Luca anche Gianfranco De Franco autore delle musiche originali. La produzione è di Scena Verticale. Testo e regia di “Quello che non c’è” sono di Giulia Scotti solitaria in scena. Così presenta il suo stesso lavoro: ““Ci sono storie famigliari che non vengono raccontate nella convinzione che quello che non si dice non si saprà mai: quella di Daniela è una di queste. In gran parte è una storia vera, ma non lo è più, a ben vedere, dal momento in cui a scriverla sono io, che in quegli anni non ero altro che una bambina e che pertanto, per quanto mi sia sforzata di riportare i fatti con una certa fedeltà, non ho mai assistito, ne preso parte alle scene in questione”.

Dario De Luca presenta a Castrovillari “I Quattro desideri di Santu Martinu” riscrittura in calabrese di alcuni anonimi “fabliaux”. Lo accompagna il musicista Gianfranco De Franco

Tre prime assolute per il 1 giugno. La Compagnia Dammacco/Balivo presenterà “La morte ovvero il pranzo della domenica”, Pier Lorenzo Pisano “Totale”, mentre “Zitto Peter!” è la sitcom di Bruttipensieri. Tre le proposte in programma per l’ultima giornata del festival –domenica 2 giugno: Kepler 452, “Album”, Marco Sgrosso “A colpi d’ascia”, Tommaso Urselli / Alberto Oliva / Claudio Facchinelli in “Il rivoluzionario errante”.

Lo spettacolo scritto e diretto da Mariano Damacco è interpretato da Serena Balivo. “La morte ovvero il pranzo della domenica” appare come un invito a “partecipare a un congedo appassionato e divertito che prova a restituirci la bellezza della vita stessa all’interno dell’esperienza dell’ultima separazione dalle persone amate, e all’interno della potenza nascosta e piena di pudori dell’amore in famiglia, l’amore tra vecchi sposi, l’amore tra genitori e figli”.

Andrea Cosentino e Gioia Salvatori interpretano “Totale”, ideazione e regia di Pier Lorenzo Pisano, storia di un amore finito. “Una coppia ridiscute tutto quello che è stato, nella loro storia, nelle loro identità e nel mondo intorno, passando per il mesozoico, per i primi denti da latte, fino al momento della rottura. Due voci ironiche e malinconiche decostruiscono le loro vite e la loro relazione attraverso le cianfrusaglie che le hanno circondate, nel tentativo impossibile di scomporre e dare un valore ad ogni momento insieme, e dare un senso alla fine”.

E’ una sitcom sulla “nausea di nascere” “Zitto Peter!!” della compagnia dei Bruttipensieri in scena con Maria Anolfo e Lorenzo Guerrieri. Il focus è su di un figlio che è “schiacciato sotto l’artiglio oppressivo e paranoico del sistema-famiglia. Perché non tornare a crescere nella giungla? Una sitcom psichedelica sulla necessità di abolire la genitorialità. Una dichiarazione di guerra alla famiglia italiana”.

“Il rivoluzionario errante” con Mario Sala e Angelo Tronca. Il testo è ispirato da “Lumpatius Vagabundus.Sulle tracce di Nikolaj Sudzilovskij medico e rivoluzionario” di Claudio Facchinelli

Il 2 giugno da non perdere “Album”, un collaudato e intelligente spettacolo a cura di Nicola Borghesi ed Enrico Baraldi. In scena nelle vesti di conduttore e story teller Nicola Borghesi che racconta come funziona la memoria tra scatoloni, vecchie radio, giradischi e tante cartoline.

“A colpi d’ascia. Un’irritazione” di Thomas Bernhard vede nei panni di only one man show Marco Sgrosso autore della riduzione, la regia e l’interpretazione dello spettacolo prodotto da Le belle bandiere. Il testo di Bernhard con la sua spietata ironia “scandaglia perfidie e ipocrisie dell’ambiente artistico della sua amata/odiata Vienna”.

E’ liberamente ispirato da “Lumpatius Vagabundus. Sulle tracce di Nikolaj Sudzilovskij medico e rivoluzionario” di Claudio Facchinelli, “Il rivoluzionario errante” a cura di Tommaso Urselli, regia di Albero Oliva con Mario Sala e Angelo Tronca. Sulla scena il racconto delle diverse vite, utopie e fallimenti di Nikolaj Sudzilovskij, medico e rivoluzionario, protagonista di molte battaglie, spesso donchisciottesche, intraprese in quattro continenti. Ma “Primavera dei teatri” non è solo spettacolo. Sono anche esposizioni, dibattiti, incontri, dj set e live musicali. Ecco l’elenco degli incontri: “Gradienti di liveness. Performance e comunicazione dal vivo nei contesti mediatizzati”con Laura Gemini (27 maggio), “Cronicario” con Dario Tomasello (28 maggio) , “La distribuzione degli spettacoli dal vivo, un percorso di curatela” con Elena Lamberti (30 maggio), “Cinema e Teatro: Trasformando il paesaggio culturale regionale” a cura della Fondazione Calabria Film Commission (31 maggio). “Tommaso Le Pera: la memoria visiva del teatro” con Romolo Perrotta (1 giugno). Da visitare le mostre: “Lo sguardo di Tommaso Le Pera sul teatro di Saverio La Ruina” (dal 28 maggio al 2 giugno) al Protoconvento. Nelle stesse date al Castello Aragonese l’esposizione “Le stanze segrete: illustrazioni di Massimiliano De Luca”.

Una scena dal coinvolgente “Album”, un racconto sulla memoria in presa diretta di Nicola Borghesi. Il testo è curato da Borghesi stesso insieme ad Enrico Baraldi (Foto di Elisa Vettori)

 

 

 

 

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