Teatro

Teatri, tagli e budget

11 Maggio 2016

Nel mio articolo sul Calderon, parlando del Teatro Nazionale della Toscana ho dato spazio ad alcune “voci” che girano in merito allo stato di salute economico del teatro fiorentino. Di fatto, dopo la sorprendente cancellazione dello Zio Vanja con la regia dello sloveno Tomi Janezic, spettacolo molto atteso vista l’alta qualità del regista, a poche settimane dal debutto previsto nel festival Fabbrica Europa, attualmente in corso, tali rumors hanno iniziato a circolare insistentemente. Va detto che anche dalla struttura del Nazionale venivano commenti contrastanti: qui, ad esempio, Roberto Bacci parla chiaro. Però ieri mi ha chiamato il direttore del Nazionale, Marco Giorgetti, che ha ribadito la secca smentita di tali voci: il teatro non ha problemi di bilancio. Ne prendo atto e riporto di seguito il comunicato relativo.

Intanto Giorgetti mi ha detto che il CdA del teatro, come da sue prerogative ha deciso di far “slittare” il Vanja “nel corso del 2017”. Quando, dove e come ancora non si sa: il 2017 è lungo, e questi annunci, in teatro, di solito equivalgono a una cancellazione di fatto. Siamo certi non sarà questa l’occasione: Janezic è un maestro conosciuto e stimato in tutta Europa, e sarebbe complicato spiegare alla critica internazionale perché il suo lavoro salta mentre altri (che so, con tutto il rispetto, Favino o Lavia o altri) continuano. Giorgetti fuga ogni dubbio, e volentieri rilancio il suo commento: lo spettacolo si farà e il teatro sta in ottima salute, con cinque anni di bilanci chiusi in attivo (cosa del resto facilmente verificabile, vista la trasparenza della gestione).

Restano però le perplessità, e qualche dubbio. Certo l’azione del CdA toscano è legittima: ma è anche opportuna? Bastano poche righe di comunicato a bloccare un lavoro dopo mesi di prove? Ma questo vuol dire mettere in grave difficoltà quanti, artisti e tecnici, vi hanno preso parte. Cominciando proprio dal regista, abituato a lavorare in tutta Europa: temo non si sia mai trovato in una situazione simile. A parziale “rammendo”, al festival Fabbrica Europa andrà in scena il Lear, diretto dallo stesso Bacci, che peraltro coinvolge molti degli attori del Vanja.

Ma che segnale è?

In questi ultimi giorni, il teatro italiano sembra proprio arrivato al capolinea. Collassato confusamente. Catania bloccata, nonostante il finanziamento come Tric, per i debiti cumulati. Inda di Siracusa commissariata. Teatro Stabile di Napoli con i dipendenti in fibrillazione. Altri teatri – non pochi – che non pagano gli artisti. E poi ricorsi al ministero contro la riforma in atto.

Insomma, il nuovo direttore generale, Ninni Cutaia, ne deve affrontare non poche (senza dimenticare il commissariamento dell’Arena di Verona: mi diceva un amico, “è come se fallisse l’Oktober Fest”). Cutaia è uomo saggio e di esperienza, e sta procedendo bene a risanare queste gravi situazioni.

Certo però che, nell’aria, vi è un clima di disperata rassegnazione, di sconforto diffuso, di amarezza crescente. Anche perché a pagare il dazio di malegestioni, di ingerenze e scontri politici, di leggerezze e interessi privati sono sempre gli attori e le attrici, quelli che – in definitiva – il teatro lo fanno vivere.

Ecco, dunque, il comunicato del Teatro Nazionale della Toscana:

 

Firenze, 10/05/2016

Nell’ultimo periodo sono state diffuse voci in merito a una presunta crisi economica del Teatro della Toscana, il quale, sempre secondo le stesse voci, denuncerebbe “gravi problemi di bilancio”.

Evidentemente si tratta di voci messe in giro ad arte ad opera di quei “sistemi consolidati di rendita” che si mettono in moto quando si agisce per cercare di cambiare effettivamente lo stato delle cose.

È doveroso precisare che tali voci sono completamente infondate come facilmente verificabile dalla documentazione pubblicata sul sito Internet della Fondazione e dal fatto incontrovertibile che il Teatro della Toscana, dopo aver chiuso il quinto bilancio consecutivo in utile, affronta con la stessa prospettiva quello dell’anno in corso, mantenendo il corretto e tempestivo pagamento delle compagnie, delle maestranze e del personale assunto, garantendo per il 2016 e il 2017 la correttezza gestionale delle risorse pubbliche e private e il rispetto dell’equilibrio di bilancio, con un impegno gestionale esteso ormai su cinque strutture (Teatro della Pergola, Teatro Niccolini di Firenze, Scuola di alta formazione del mestiere dell’attore “L’Oltrarno”, Teatro Studio “Mila Pieralli” di Scandicci, Teatro Era di Pontedera).

Con riferimento in particolare alla realizzazione dello spettacolo “Zio Vanja” per la regia di Tomi Janezič, in merito alla quale si registra il maggior numero di richieste di informazione e di affermazioni infondate, si precisa che il Consiglio di Amministrazione, nel quadro della rimodulazione delle attività a tutela della economicità generale e nel rispetto dei principi di corretta gestione delle risorse pubbliche, ha recentemente deliberato di prevederne la realizzazione nel corso del 2017.

Possiamo dunque assicurare che non vi sono motivi di preoccupazione né per i bilanci del Teatro della Toscana né per il mantenimento della qualità e quantità delle attività di cui agli obblighi ministeriali e ai relativi programmi.

Marco Giorgetti, direttore generale Fondazione Teatro della Toscana

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