Teatro
Teatri d’autunno, i “Ciarlatani” di Orlando e la “Taverna” di Banushi
BOLOGNA _ Prime della stagione d’autunno. Ad aprire quella del teatro “Fabbri” di Vignola il 26 novembre alle 20,30 e poi dal 28 novembre al 1 dicembre al teatro Arena del Sole di Bologna è “Ciarlatani” interpretato da un attore di grande popolarità e bravura come Silvio Orlando che torna a teatro dopo i suoi successi cinematografici. Orlando, assieme a Francesca Botti, Francesco Brandi e Blu Yoshmini, sarà stavolta diretto in scena dallo stesso autore del testo, il regista e drammaturgo spagnolo Pablo Remón, vincitore del Premio Nacional de Literatura Dramática (2021) autore del testo “Los Farsantes” tradotto in italiano da Davide Carnevali. Al centro dell’opera il mondo del cinema e teatro. Le ambizioni e le delusioni dei suoi protagonisti. Diego Fontana è un regista di film commerciali che sta per iniziare una grande produzione ma, a causa di un incidente, è costretto a ripensare alla propria vita e carriera. Anna Velasco invece è un attrice che non riesce ad andare avanti. Recita in piccole produzioni mentre per vivere insegna pilates agendo in opere teatrali per bambini, soap opera e serie tv alla ricerca continua del ruolo che la potrà rivelare come attrice di successo. Entrambi i personaggi sono legati alla figura del padre di Anna, il regista Eusebio Velasco regista di culto degli anni Ottanta scomparso dalle scene per andare a vivere isolato dal mondo.
“Queste storie – spiega il regista e autore Pablo Remón _ sono raccontate in parallelo, si alimentano a vicenda, sono specchi degli stessi temi. L’insieme è costruito con capitoli in parte indipendenti, che formano una struttura più vicina al romanzo che al teatro. L’intenzione è che “Ciarlatani” sia una narrazione eminentemente teatrale, ma con un’aspirazione romanzesca e cinematografica». Scene di Roberto Crea. Luci di Luigi Biondi. Costumi di Ornella e Marina Campanale. Una produzione Cardellino in coproduzione con Spoleto Festival dei Due Mondi-Teatro di Roma/Teatro Nazionale.
Teatro e letteratura. Focus sul Premio Nobel Grazia Deledda di cui il Teatro delle Bambole riprende “Cenere” con la regia di Andrea Cramarossa, il 6 dicembre alle 21 e in replica l’indomani 7 dicembre alle ore 20 al Piccolo Teatro “E. D’Attoma” di Bari.
La vicenda ha come figura centrale il giovane Anania. Abbandonato dalla madre perché figlio illegittimo, vive comunque una vita felice presso la matrigna che lo ha accolto benevolmente e gli si è affezionata. Anania però è sempre tormentato dal desiderio di ritrovare la madre biologica, anche se sa che il loro incontro potrebbe sconvolgergli la vita. Come infatti accadrà. “L’ostinazione di Anania che vuole sua madre non più come entità assente nella propria vita, condurrà il suo peregrinare fin sulla soglia del parossistico desiderio di morte che si rifletterà tutto sul corpo vecchissimo e sterile della madre. La cenere è ciò che rimane dopo che la vita ha bruciato sogni e desideri, sentimenti e passioni assolute”.
Al centro l’ostinazione di un figlio che non vuole più vivere per inerzia. La sua ricerca è un viaggio pericoloso ma, come scrive il regista Cramarossa “anche speranzoso e vibrante, ricco di scoperte e di travagli, come se avesse appena ascoltato una delle brillanti prediche di Zarathustra. Ed è nel solco di quelle parole profetiche riprese da Nietzsche che Anania scoprirà il valore della vita e il valore della morte”.
Lo spettacolo fa parte del progetto “Dalla Letteratura al Teatro-Tre spettacoli per Michele Lamberti”.
Dalla Letteratura al microteatro. Reduci da un importante successo di critica e pubblico al recente festival del Fringe Theatre di Edimburgo in Scozia, la compagnia Batisfera Teatro porta in scena, il 25 (alle 20) e il 26 (ore 21) al Teatro Massimo di Cagliari “La Grande Guerra degli Orsetti Gommosi”, tragedia epica da tavolo. Protagonisti assoluti saranno proprio duemila orsetti di zucchero, gommosi e colorati eroi di una “Iliade” dei nostri tempi. A dare sostanza e profondità agli insoliti personaggi saranno gli attori Valentina Fadda e Leonardo Tomasi con la regia di Angelo Trofa (voce fuori campo dell’attore Tino Petilli e la partecipazione della cantante Rossella Faa). Lo spettacolo, martedì celebrerà anche la sua centesima replica.
“La Grande Guerra degli Orsetti Gommosi” è la storia degli Orsetti di zucchero la cui nazione si risveglia dal suo pacifico torpore per intraprendere una guerra senza speranza contro la confinante nazione dei Dinosauri. Uno scontro esagerato e ovviamente dispari tra piccoli orsetti di zucchero ed enormi animali preistorici. Ciò nonostante alla guerra si andrà e tutta la nazione si prepara…
A “Torinodanza Extra” presso le Fonderie Limone di Moncalieri, il via a quattro appuntamenti dedicati alla danza e al teatro che nell’arco della Stagione 24/25 dello Stabile di Torino dovrebbero definire il carattere multidisciplinare e contemporaneo della programmazione. Il primo evento per il 28 novembre alle 20,45 è lo spettacolo “Taverna Miresia-Mario, Bella, Anastasia” ideato e diretto dal giovane artista greco di origine albanese Mario Banushi, talento riconosciuto del teatro contemporaneo europeo che in questa occasione utilizza i suoi ricordi personali “come espediente drammaturgico e li trasforma in rituale di purificazione”. In scena assieme allo stesso regista saranno Savina Yannatou, Chryssi Vidalaki, Katerina Kristo, Eftychia Stefanou. Il disegno luci è di Eliza Alexandropoulou, la musica originale di Jeph Vanger, l’improvvisazione vocale di Savina Yannatou, la collaborazione alla drammaturgia di Aspasia-Maria Alexiou. Lo spettacolo prodotto da TooFar East in collaborazione con Theatro sti Sala reseterà in scena alle Fonderie Limone fino al 1 dicembre.
Al centro dello spettacolo l’insegna al neon di un ristorante in un sobborgo di Tirana, proprietà della famiglia del regista. Ormai adulto, Mario Banushi, che ha viaggiato per anni dalla Grecia all’Albania per incontrare i suoi familiari, ritornando nella taverna di famiglia, “porta quella stessa insegna da Tirana ad Atene, ponendola al centro del mondo che ricrea in scena”. Nel suo spettacolo Banushi riprende i suoi ricordi e la nostalgia del padre recentemente scomparso “il proprietario e cuoco della taverna (“miresia” in albanese significa gentilezza) che dava il benvenuto ai clienti ogni sera”.
Al Teatro India di Roma è atteso dal 26 novembre al 1 dicembre “Meno di due” della compagnia Teatrodilina, scritto e diretto da Francesco Lagi, con Anna Belato, Francesco Colella, Leonardo Maddalena. In questo spettacolo Lagi costruisce “un racconto intimo, ironico, fatto di piccoli gesti e parole quotidiane. Interpreti un gruppo di attori che si muove all’unisono nelle pieghe del testo così da costruire drammaturgie di personaggi umanissimi, che non hanno paura di svelarsi teneri e divertenti nella loro insicurezza”.
Al centro della storia due persone con diverse storie nel loro passato, ferite e delusioni ma pronte a iniziare una relazione sentimentale. Ma, proprio nell’attimo in cui stanno per conoscersi meglio compare il terzo incomodo. Un arrivo inatteso che potrebbe sparigliare il tutto o chiudere il cerchio. Lo spettacolo è prodotto dalla Compagnia Lombardi-Tiezzi.
Finestra sulla danza per la stagione del Nuovo Teatro Ateneo, lo spazio teatrale di Sapienza Università di Roma. Il 26 e 27 novembre alle ore 21 andrà in scena “Première” con i danzatori del Balletto di Roma, coreografia di Andrea Costanzo Martini.
Lo spettacolo nasce dall’incontro tra il coreografo e i danzatori del Balletto di Roma. “Première” intende celebrare l’umanità, indagando le biografie, le “storie uniche e irripetibili di ognuno, dal più delicato al più selvaggio e feroce”. Lo spettacolo ha visto la sperimentazione di un’inedita modalità di “creazione a distanza” (CAD) tra autore e interpreti: da Tel Aviv, dove risiede, il coreografo Andrea Costanzo Martini ha infatti guidato i danzatori della compagnia “in remoto”; una “vera e propria sfida creativa, dettata dalle necessità del nostro presente, che ha dato vita a nuovi principi di ideazione e realizzazione della danza e che finalmente oggi trova il suo naturale epilogo in presenza”.
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