Teatro
Stagioni Teatrali 2, olandesi a Prato e francesi a Firenze
PRATO _ Il Metastasio di Prato, diretto da Masssimiliano Civica alza il sipario sulle produzioni teatrali che aprono la stagione di prosa del teatro Toscano. Sono “Strangely Familiar”, “Beautiful Creatures” e il “Risveglio.” che saranno presentate tra il Fabbricone e il Metastasio. Da giovedì 17 ottobre in prima nazionale “Strangely Familiar” (sottotitolo: “Di un uomo che incontra sé stesso.”) sino a domenica 20 ottobre al Teatro Metastasio (feriali alle ore 20,45, sabato alle 19,30 e domenica alle 16,30). Lo spettacolo coprodotto dal teatro toscano e la compagnia olandese di Jacop Ahlbom che cura la regia, mentre la drammaturgia è di Judith Wendel. “Strangely Familiar” si ispira alla realtà distopica di “Severance” di Ben Stiller, ma anche ai film di Roy Anderson e “Il doppio” di Dostoevskji.
La compagnia dei Paesi Bassi è celebre per portare in scena universi sorprendenti, ardite scenografie ed effetti speciali. Sul palcoscenico gli spettatori troveranno “un’ingegnosa costruzione di corridoi e stanze interconnesse che ruotano e si trrasformano in ufficio, camera da letto, giardino ed ascensore, è la scena mobile in cui muove un impiegato, la cui vita è stravolta quando sul posto di lavoro si presenta un nuovo indipendente che si rivela essere la sua copia perfetta”… In scena Erwin Boschmans, Yanninck Grweldinger, Silke Hundertmark, Inez Almeida, Fabio Maniglio, Luca Maniglio e Daphne Masè.
Cinque giorni dopo, dal 22 al 27 ottobre al Fabbricone è il turno della Casadargilla in un’opera ispirata a Giuliano Scabia; “Beautiful Creatures” terre di “lupi, di lantanidi e ginestre”, coprodotto con il Metastasio. Gli spettatori sono invitati a “un viaggio notturno attraverso un teatro-foresta popolato di fantasticherie, desideri e paure”. E cioè “un congegno visivo e sonoro da Machina Barocca del XXI secolo che dilata e fa esplodere il tempo e i suoi luoghi più segreti”. La regia è di Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni. La drammaturgia è di Roberto Scarpetti. Drammaturgia del movimento Marta Ciappina. In scena: Giacono Albites Coen, Lorenzo Frediani, Tania Garribba, Anna Mallamacci, Emiliano Masala, Alice Palazzi, Francesco Villano.
La terza opera in programma dal 31 ottobre al 3 novembre al Metastasio è l’ultima fatica di Pippo Delbono. Prodotta da ERT/Emilia Romagna Teatro nazionale e coprodotta da diversi soggetti tra cui anche il Metastasio. “Risveglio” seguito ideale di “Amore” parte “da una esperienza personale per rovesciarsi in un sentimento di perdita che riguarda tanti, è un gesto di solitaria ribellione per cercare di rinascere, un racconto salvifico delle proprie debolezze, paure, speranze, è la volontà dic ontinuare a vivere e di allargare lo sguardo a ciò che ci circonda”.
Appunto un “Risveglio” che è “individuale e collettivo”. Con Pippo Delbono, sul palcoscenico la compagnia formata da: Dolly Alberti, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Ilaria Distante, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella. Gli attori, “in uno spazio nudo che potrebbe ricordare un deserto, si muovono e danzano evocando un rito sacro sulle note del virtuoso violoncellista Giovanni Ricciardi e su brani musicali degli anni Settanta”.
Lo scorso 4 ottobre sarebbe dovuto essere il giorno nel quale Glauco Mauri, scomparso pochi giorni prima, il 28 settembre all’età di 94 anni, avrebbe dato il via alle anticipazioni che precedono il via alla Stagione di prosa del Teatro della Pergola di Firenze. Il grande uomo di teatro avrebbe dovuto inaugurare il ciclo di spettacoli con il “De Profundis” di Oscar Wilde, autobiografia che lo scrittore inglese aveva trasformato “in una parabola universale della sofferenza, del valore dell’arete e dell’amore”. Qualche mese prima, nello stesso teatro fiorentino, l’11 marzo, Glauco Mauri aveva presentato il suo libro “Le lacrime della Duse. Ritratto di un artista da vecchio” (Edizioni Falsopiano) che racconta proprio la sua vita. Pagine ricche di anedotti e ricordi e dedicato al compagno di lavoro di una vita – oltre quaranta anni – Roberto Sturno, scomparso di recente.
“A quindici anni – ricordò Mauri in quella occasione- sono salito, per la prima volta, sopra un palcoscenico, poi per settantadue ho dedicato la mia vita al teatro. Luci e ombre, successi e fallimenti, e devo confessare che i secondi mi sono stati più utili».
Le anticipazioni di Stagione sono state rinviate così al racconto degli “Inimitabili”: cioè Mazzini, d’Annunzio e Marinetti ricordati in tre capitoli nello spettacolo di Paolo Sylos Labini con la drammaturgia di Angelo Crespi: “Mazzini”, “Gabriele D’Annunzio” e “Filippo Tommaso Marinetti” (dal 10 al 13 ottobre). Dal 15 al 20 ottobre via ad “Amori rubati”, drammaturgia di Dacia Maraini e progetto di Federica Di Martino, spettacolo composito e modulabile. I monologhi sono tutti tratti da “L’amore rubato” della Maraini e dalla stessa autrice adattati per la scena. Questa la scansione: “Anna” dal racconto “Anna e il Moro”diretto e interpretato da Viola Graziosi; “Marina” da “Marina è caduta per le scale”, interprete Lorenza Sortino. “Angela” da “La notte e della gelosia” interpretato da Viola Graziosi e in replica ancora “Anna” (dal 19 al 20 ottobre). “Ditegli sempre sì” di Eduardo De Filippo, regia di Domenico Pinelli, vede in scena: Gianluca Cangiano, Mario Cangiano, Luigi Leone, Antonio Mirabella, Laura Pagliara, Vittorio Passaro, Lucienne Perreca, Silvia Salvadori, Elena Starace. Nel quarantennale della scomparsa del grande teatrante partenopeo Pinelli dirige e interpreta con Mario Autore e Anna Ferraioli un classico del repertorio eduardiano (Dal 31 ottobre al 3 novembre).Altro classico, “La Locandiera” di Carlo Goldoni interpretato da una signora della scena come Sonia Bergamasco e diretta da Antonio Latella. Produzione dello Stabile dell’Umbria. Con la Bergamasco che Latella trasforma in una eroina che “sconfigge l’universo maschile” : Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Annibale Pavone, Gabriele Pestilli, Marta Pizzigallo (dal 5 al 10 novembre).
Stefano Massini rilegge il celebre “Mein Kampf” di Adolf Hitler proponendolo “senza filtri, conlo stile enfatico e barocco dell’originale con “la consapevolezza di questo meccanismo è l’unico antidoto al suo nefasto replicarsi” (dal 12 al 17 novembre).
Tratto liberamente da “Le Allegre comari di Windsor” Ugo Chiti ha riscritto per Alessandro Benvenuti uno dei celebri personaggi del mondo shakespiriano: Sir John Falstaff. “Falstaff a Windsor” – così l’ha intitolato – resuscita un arrogante aristocratico “con un sangue plebeo, popolaresco che muta dalla rabbia al sarcasmo, ma rimane disarmante, quasi patetico, perchè non conosce, o non sa, darsi le regole e la consapevolezza dell’età che indossa” (dal 26 novembre al 1 dicembre). In scena anche: Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Paolo Cioni, Paolo Ciotti, Elisa Proietti.
Shakespiriano anche l’appuntamento successivo che vede assieme Alessandro Preziosi e Nando Paone in “Aspettando Re Lear” di Tommaso Mattei. In scena anche Arianna Primavera, Roberto Manzi e Valerio Ameli. Regia dello stesso Alessandro Preziosi. Lo spettacolo è un adattamento da Shakespeare con echi di “Aspettando Godot” di Beckett ed è “uno spettacolo sul difficile rapporto tra padri e figli, tra l’Uomo e la Natura, sulla perdita e il ritrovamento dei valori” (dal 3 all’8 dicembre).
Tre giorni dopo Toni Servillo in “Tre modi per non morire” propone un viaggio teatrale in “tre momenti in cui alcuni poeti hanno messo in pratica l’arte di non morire e ci hanno insegnato a cercare la vita”. Da Baudelaire a Dante fino ad arrivare ai classici greci. (dall’11 al 15 dicembre).
llusione e realtà, sogno e verità, amore e cinismo, cinema, teatro e incanto. Ferzan Ozpetek torna alla Pergola con l’adattamento di “Magnifica presenza”, uno dei suoi successi cinematografici. Lo spettacolo vede protagonisti Serra Yilmaz, Tosca D’Aquino, Erik Tonelli, insieme a un talentuoso cast di attori nei ruoli di personaggi che oscillano tra il reale e l’onirico: Toni Fornari, Luciano Scarpa, Tina Agrippino, Sara Bosi, Fabio Zarrella (dal 27 dicembre al 3 gennaio).
Una commedia degli equivoci, che si prende gioco delle piccolezze morali di chi detiene il potere e si ritiene intoccabile. Rocco Papaleo è il protagonista di uno dei più grandi capolavori di Nikolaj Gogol, “L’ispettore generale”, adattato e diretto da Leo Muscato. In scena anche Elena Aimone, Giulio Baraldi, Letizia Bravi, Marco Brinzi, Michele Cipriani, Salvatore Cutrì, Marta Dalla Via, Marco Gobetti, Daniele Marmi, Michele Schiano Di Cola, Marco Vergani. Regia di Leo Muscato, musiche originali di Andrea Chenna (dal 14 al 19 gennaio).
L’ultimo film di Ingmar Bergman a teatro con l’interpretazione di Renato Carpentieri, Alvia Reale, Elia Schilton, Caterina Tieghi diretti da Roberto Andò. “Sarabanda” è una sorta di “testamento artistico in cui il maestro svedese torna a “Scene da un matrimonio” con i protagonisti diventati, trent’anni dopo, più maturi, ma anche più spietati” (dal 21 al 26 gennaio).
Una commedia psicologica, un’indagine sulla psiche e sull’anima che vede in scena Andrea Pannofino con Emanuela Rossi, ed Eleonora Ivone diretti da Angelo Longoni in “Chi io?”. Scene di Gianluca Amodio (dal 28 gennaio al 2 febbraio).
Ancora Shakespeare. E’ una nuova edizione dello storico “Amleto” di Filippo Timi in cui “prende il testo originale lo stravolge, rovescia passioni e personaggi nella stessa gabbia da circo all’interno della quale si svolge questo elogio della follia”. In scena con Timi: Elena Lietti, Lucia Mascino, Marina Rocco e Gabriele Brunelli (dal 4 al 9 febbraio). Mariangela d’Abbraccio è diretta da Pierluigi Pizzi nel capolavoro di Tenessee Williams: “Lo zoo di vetro”. Si tratta di un testo che “tocca l’anima e ci ricorda cosa significa inseguire la propria vocazione”. In scena anche: Gabriele Anagni, Elisabetta Mirra, Pavel Zelinskly (dall’11 al 16 febbraio).
E’ “Lapis Lazuli” del greco Euripides Laskaridis lo spettacolo che mette insieme la danza, la performance e le arti visive. In questo lavoro il regista continua “la sua esplorazione sui temi della trasformazione e del ridicolo, fondendo insieme gli elementi del grottesco, della commedia e dell’orribile. In scena: Angelos Alafogiannis, Maria Bregianni/Eftychia Stefanou, Euripides Laskaridis, Dimitris Matsoukas, Spyros Ntogas. (dal 20 al 22 febbraio).
Un classico pirandelliano “Il Fu Mattia Pascal”, una “farsa trascendentale” retta sull’assurdo è interpretata da Geppy Glejieses diretto da Marco Tullio Giordana. In scena anche: Nicola Di Pinto, Roberta Lucca, Giada Lorusso, Totò Onnis, Ciro Capano, Francesco Cordella, Teo Guarini, Davide Montalbano Francesca Iasi. Partecipazione di Marilù Prati (dal 25 febbraio al 2 marzo).
“Un turbine di malintesi, ilarità e malinconie”. Così Flavio Insinna e Giulia Fiume interpretano un testo tra i più eclatanti sulle scene teatrali italiane:“Gente di facili costumi “ di Nino Marino e Nino Manfredi, diretto da Luca Manfredi. (dal 4 al 9 marzo).
“Lungo viaggio verso la notte” è il capolavoro dell’americano Eugene O’Neil che affrontano insieme Gabriele Lavia, autore anche della regia e Federica Di Martino (dall’11 al 16 marzo). Dal 18 al 23 marzo Michele Placido e Valentina Bartolo in “Pirandello. Trilogia di un Visionario” vengono abbracciate tre opere: “Lettere a Marta”; L’uomo dal fiore in bocca” e “La carriola”. Regia di Michele Placido.
Franco Branciaroli è “Sior Todero Brontolon” di Carlo Goldoni, drammaturgia di Piermario Vescovo e la presenza di una decina d’attori. La produzione è del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. La regia è di Paolo Valerio (dal 25 al 30 marzo). “November” di David Mamet è “una macchina comica perfetta con continui cambi di ritmi e ripartenze spiazzanti”. Lo interpretano Luca Barbareschi e Chiara Noschese (dal 1 al 6 aprile). Un affresco della Sicilia borghese ottocentesca, tra scrittura introspettiva, critica sociale e partecipazione per il destino dei più deboli. “Storia di una capinera”, il celebre romanzo epistolare di Giovanni Verga, arriva a teatro con Enrico Guarneri e Nadia De Luca, diretti da Guglielmo Ferro e Rosario Marco Amato, Verdiana Barbagallo, Federica Breci, Alessandra Falci, Elisa Franco, Loredana Marino, Liborio Natali (dall’8 al 10 aprile).
Massimo Dapporto e Fabio Troiano insieme in “Pirandello pulp” di Edoardo Erba, regia di Joele Dix prodotto dal teatro Franco Parenti. Lo spettacolo “sembra un semplice gioco di ribaltamento dei ruoli, ma la scoperta di inquietanti verità scuoterà i precari equilibri trovati dai personaggi e farà precipitare la commedia verso un finale inaspettato” (dall’11 al 13 aprile).
Neri Marcorè omaggia il cantautore genovese Fabrizio De Andrè in “La Buona Novella” con Rossana Naddeo. Voce e chitarra Giua (dal 15 al 17 aprile). Dal 24 al 27 aprile Manuel Agnelli in “Lazarus”di David Bowie e Enda Walsh, l”opera rock che secondo “The Indipendent” è “il regalo d’addio di David Bowie al mondo” messo in scena da Valter Malosti. Protagonista in teatro il cantautore e storico frontman degli Afterhours, Manuel Agnelli. Al suo fianco, la cantautrice e polistrumentista vincitrice della XIV edizione di “X-Factor Italia”. Completano l’importante cast 11 performer e 7 musicisti(dal 24 al 27 aprile).
Il calendario del Teatro della Pergola di Firenze chiude con “La Grande magia” di Eduardo De Filippo. “Una commedia umana dove il mistero è metafora del mondo”. Emmanuel Demarcy-Mota dirige la Compagnia del Théâtre de la Ville di Parigi.Il tema della verità e della menzogna si trasforma in quello dell’illusione come disperato rifugio, tra umorismo e trasgressione.
Tra gli ospiti dell’albergo Metropole c’è Calogero Di Spelta, deriso per la gelosia nei confronti della bella moglie Marta. L’illusionista Otto Marvuglia, durante il suo spettacolo, finge di farla sparire, in modo da consentirle di incontrarsi con l’amante…” In scena: Serge Maggiani, Valérie Dashwood, Marie-France Alvarez, Céline Carrère, Jauris Casanova, Sandra Faure, Stéphane Krähenbühl, Gérald Maillet, Isis Ravel, Pascal Vuillemot (dal 15 al 18 maggio).
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