Teatro
“Shoes on” intelligenza e rarefazione della danza
Noto. Raccontiamo di “Shoes on”, lo spettacolo di danza del 2022 concepito e realizzato dalla coreografa napoletana Luna Cenere e vista a Noto il 21 dicembre 2023 (stagione del Teatro “Tina Di Lorenzo”, rassegna “Esplora”). In scena, a interpretare con rigore e concentrazione la partitura emotiva e a danzare insieme, ci sono Michele Scappa e Davide Tagliavini. Si tratta di una perfomance che presenta un interessante livello di profondità di pensiero e che, soltanto in un secondo momento, sembra accogliere la danza quasi come un necessario sviluppo di quel che è stato prima. Sembra che tutto accada in pochissimi istanti. Prima ci sono due corpi nudi nello spazio, corpi/natura nello spazio, corpi colti nel mistero della loro astrazione e della loro relazione. Un’immagine aurorale, ancestrale, straniata nella sua fisicità, dotata della potenza della scoperta di quella sorprendente alterità che è al mondo, che noi abitiamo nel corpo e che ci abita con il corpo. Un attimo solo ed ecco che c’è uno sguardo esterno a focalizzare e processare quell’immagine. E c’è, si percepisce, lo stupore di quello sguardo, in quello sguardo. Un altro attimo ed è la cultura a leggere quell’immagine e quella nudità, ad associarla ad altre immagini già dotate di senso culturale e già presenti in noi – consapevolmente o inconsapevolmente – come pensiero: immagini della realtà, immagini veicolate dalla comunicazione, dalle arti figurative, immagini del cinema, della fotografia e della danza, immagini del teatro e di mille e mille visioni e/o esperienze che incontriamo e ci attraversano. Un repertorio di immagini/parole che Giorgio Agamben definirebbe “indimenticabili”, perché presenti e operative in noi, ma non consapevolmente registrate dalla memoria. Ne è distrutta l’immagine ancestrale del corpo/natura. È distrutta per sempre l’ingenuità di quello sguardo che può vedere, solo per un attimo fuggente, la potenza significante dell’altro che ci abita. E dunque, se non c’è piena ingenuità di sguardo, è gioco forza che ci siano mimesi, ironia, intelligenza, complicità tra i danzatori e con il pubblico, comicità e linguaggio (un linguaggio) codificato artisticamente. In questo caso è il linguaggio della danza e della costruzione coreografica che da qui esplode e si dipana in un’ assoluta, stringente e straordinaria rarefazione rappresentata, obliquamente e ironicamente, dal legame (velatamente affettivo) tra i due personaggi in scena e dalle (sole) scarpe sportive che indossano.
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