Teatro
Se il corpo insegna
Catania. Ci sono due elementi di reale interesse che caratterizzano la coreografia Body Teaches di Roberto Zappalà: la continua riflessione del coreografo catanese sul senso politico del suo lavoro e della sua semplice, ma stabile, presenza come artista in un territorio dato; il riuso, continuo e creativo, di materiali formali che vengono sottoposti al vaglio di nuovi corpi e di nuove relazioni con la realtà contemporanea. Due aspetti che possono considerarsi separati solo in teoria ma che, nella pratica, si nutrono reciprocamente e si dispiegano intrecciandosi l’uno con l’altro. Lo spettacolo si è visto giovedì 19 dicembre 2024 a Catania a Scenario Pubblico, il teatro residenza della compagnia “Zappalà Danza”, in una serata di beneficenza a favore di Emergency. In questo caso si tratta della seconda compagnia composta da otto giovani danzatori e danzatrici in formazione: Benedetta Agostinis, Faile Sol Bakker, Ismaele Buonavenga, Melania Caggegi, Claudia Chiti, Marco Di Dato, Vanessa Lisi, William Mazzei. Del primo elemento, di natura politica, economica e sociologica, non occorre parlare nel contesto di una recensione, basti soltanto ricordare che, dopo ventidue anni dalla sua fondazione, Scenario Pubblico conta un pubblico stabile e numeroso che gli permette una solidità d’impresa culturale, se non proprio impensabile, molto rara In Sicilia e nell’intero Sud Italia. E si tratta di un pubblico che è molto cresciuto in gusto e competenza specifica: un pubblico/comunità che può nutrirsi a Catania degli stessi spettacoli di danza che, in contesti affini, si potrebbero vedere ad Amsterdam come a Berlino, a New York come a Shangai. Chi conosce la realtà della cultura siciliana di questi tempi capisce bene che stiamo già parlando di un mezzo miracolo. Però non è cresciuto e non si è modificato, ovviamente, solo il gusto del pubblico, è cresciuta e si è modificata anche la capacità di questo coreografo di utilizzare il suo linguaggio per confrontarsi creativamente con artisti di valore, con temi filosofici e spirituali di grande profondità, con altre opere d’arte di ogni genere (dalla scultura al cinema, dalla musica classica all’arte visiva contemporanea) e di notorietà universale. In questo contesto il suo linguaggio coreografico, senza smarrire fisionomia e riconoscibilità, si è come estenuato e, nei casi migliori, rarefatto lasciando forse a sé stesso e ai suoi danzatori maggior spazio per l’interpretazione, l’intelligenza, l’intensità del gesto. Ecco che si spiega la tendenza, molto presente negli ultimi spettacoli, non solo di ripercorrere alcune sue intere coreografie, nel contesto di un repertorio vasto e vitale, ma di riattraversare e ripensare singoli gesti, cellule di movimento, più vaste strutture di danza: ripercorrere, osservare con occhi nuovi, ripensare, esplorare in profondità questi elementi formali nei corpi di nuovi danzatori e in contesti relazionali o politico-culturali diversi. Non sfugge certo che il rischio di tali operazioni possa essere, o talvolta già sia, una forma di auto-citazionismo abbastanza afono e non sempre ricco di vibrazioni, ma è un rischio che probabilmente il coreografo catanese sente la necessità di correre a questo punto della sua importante carriera: per riappropriarsi del suo stesso linguaggio, per ri-conoscerlo, rinnovarlo radicalmente, renderlo ancora capace di esprimere il mondo e, in modo autentico, condividerlo.
Body teaches 2.0
Compagnia Zappalà Danza 2. Ideazione, regia e coreografia: Roberto Zappalà. Music di Samuel Barber, tappeto sonoro di Salvo Noto. Con: Benedetta Agostinis, Faile Sol Bakker, Ismaele Buonavenga, Melania Caggegi, Claudia Chiti, Marco Di Dato, Vanessa Lisi, William Mazzei. Produzione: Scenario Pubblico, / CZD centro di rilevante interesse nazionale per la dnza; in collaborazione con: Teatro Massimo Bellini di Catania; con il sostegno del Ministero della cultura e della Regione Siciliana – Assessorato del turismo e dello spettacolo. Crediti fotografici di Serena Nicoletti.
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