Teatro

Sasha Waltz apre il Romaeuropa Festival 2017

18 Settembre 2017

Ogni anno ci brillano gli occhi!

Come i bimbi davanti a una pasticceria, scorriamo le pagine del catalogo del Romaeuropa Festival e ci commuoviamo. Il Ref è come il Natale, pieno di doni per noi spettatori.

Abbiamo l’impressione di stare in Europa, abbiamo la sensazione di poterci confrontare con tutta la grande creatività internazionale, avvertiamo fieri il privilegio di esserci occupati di teatro per tutto questo tempo. Perché il Romaeuropa Festival, giunto alla sua trentaduesima edizione, ogni edizione porta nella capitale quanto di meglio accade altrove. Ovviamente tutto ciò è frutto di serio e pluriennale lavoro di uno staff agguerrito, però noi siamo contenti come alle giostre.

È una vetrina, certo, e scintillante. Ma non solo: è fucina di produzioni e coproduzioni (anche dando manforte a giovani compagnie della città), ma soprattutto è un respiro diverso, ampio, arioso per la città, frutto di una idea di scena assai vitale.

Presentato da Monique Veaute e da Fabrizio Grifasi, il Ref2017 allinea sessanta appuntamenti in quasi due mesi in 24 luoghi diversi della città. Come ha detto Grifasi alla conferenza stampa, illustrando l’immagine di questa edizione e un video promozionale prodotto dalla Rai: «costruiamo un castello di carte, giochiamo, con delicatezza e leggerezza, che sono due parole significative per questi tempi difficili. Vogliamo fare cose assieme, abbiamo numerose collaborazioni con tante realtà diverse, creiamo una piattaforma comune importante per questa città».

A far da slogan al Ref17 c’è una domanda: “where are we now?”. Dove siamo oggi? Ovviamente, sottolinea Grifasi, le risposte saranno tante e diverse, da ciascun artista arriverà una visione, una possibilità o altre domande utili a capire, a orientarsi.

Dando un’occhiata al fitto cartellone di questa edizione c’è dunque da esser soddisfatti. Ci sono i maestri conclamati come Jan Fabre (con il nuovo lavoro di Fabre, Belgian Rules) e le nuove scoperte; c’è tanta danza e musica, ci sono spettacoli per ragazzi e azioni di coinvolgimento del pubblico.

L’inaugurazione è affidata a una star del calibro di Sasha Waltz che dal 20 al 23 settembre propone sul palcoscenico del Teatro Argentina la sua ultima coreografia: Kreatur, in prima nazionale. Dopo aver debuttato a Berlino lo scorso giugno, la regista e coreografa – tra le più acclamate al mondo – presenta a Roma un lavoro frutto di un lungo percorso di ricerca. «Ho lavorato sulle ansie inconsce – spiega Waltz – confrontandomi continuamente con i 14 danzatori che sono in scena e con il Soundwalk Collective che ha creato le musiche. Sono creature fragili: negli abiti di Iris Van Herper e nel gioco di luci e ombre di Urs Schönebaum che rendono quegli essere quasi sculture senza mai perdere carnalità e umanità».

Se c’è molta attesa per Kreatur di Waltz, altrettanto appetibili si preannunciano Fractus  V di Sidi Larbi Cherkaoui con Eastman; la proposta di Agrupació Señor Serrano, già Leone d’argento alla Biennale teatro, con Birdie; e ancora Dada Masilio, Rimini Protokoll (già a Roma per Short Theatre con Nachless), Aurelien Bory e molti altri. Per il “padiglione Italia” aspettiamo il debutto di Pueblo, nuovo lavoro di Ascanio Celestini, e poi Muta Imago, Industria Indipendente, Azzurra De Gregorio, Collettivo Schlab, Giuliano Scarpinato, Collettivo Cinetico, Daniele Ninnarello, Francesca Foscarini, Lisa Ferlazzo Natoli e ancora e ancora…

Ce la faremo a vedere tutto?

Intanto, date un’occhiata al sito: www.romaeuropa.net

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