Teatro
Santarcangelo e i suoi fratelli, i festival da Kilowatt a Trasparenze
E Festival sia. Sacrificate dalle regole di distanziamento dopo la forzosa clausura anti Covid, le più importanti rassegne dedicate al teatro contemporaneo sollevano i sipari per ritrovare un po’ di normalità. Numerose le difficoltà nel mettere insieme i programmi senza tradire le aspettative degli spettatori più affezionati. Private da molte assenze straniere e penalizzate anche dall’oggettiva situazione di gruppi e compagnie costretti per mesi ad interrompere le prove degli allestimenti con i comprensibili limiti che questo comporta. C’è chi ha provato a sperimentare altre vie _ rinviando al prossimo anno edizioni più robuste _ concentrandosi su aspetti talvolta trascurati per operare in diversa modalità, è il caso di Trasparenze del Teatro dei Venti che si concentrerà tra Modena, ma in modo rilevante nel borgo di Gombola sull’Appennino (dal 31 luglio al 9 agosto) o chi invece non rinuncia a un cartellone robusto con una quarantina di appuntamenti, intendendo comunque offrire un cartellone nel segno della continuità come “Kilowatt”, dal 20 al 26 luglio nell’incantevole borgo di Sansepolcro, ai confini tra Toscana e Umbria.
I teatranti insomma sono per natura dei resistenti, pronti anche a cambiare radicalmente per dare vita a soluzioni inedite e in sintonia con i nostri tempi in continua mutazione. E’ il caso dei Motus, Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande, responsabili di uno degli appuntamenti più blasonati d’Italia e d’Europa, Santarcangelo dei teatri che, nell’anno del suo cinquantennale ha preso il via il 15 luglio. Per Nicolò e Casagrande che la tempra dei resistenti l’hanno davvero il loro è un Festival che “prova a guerreggiare contro la distanza. Non quella sociale o di sicurezza, ma quella che affonda direttamente nell’Io, nella solitudine affettiva che la bidimensionalità social ci ha instillato in questi mesi e ancora continua, goccia a goccia”. “Siamo sconvolti _ dicono i Motus _ da quanto il sistema tenda a non farci registrare i mutamenti, ad anestetizzare immediatamente le criticità…” . Nicolò e Casagrande fotografano così il presente in cui si è “spaccati fra il momento cristallizzato e l’illusione di un futuro che porta con sé i germi del presente e del nostro passato coloniale e di sfruttamento… adesso siamo un po’ nella merda inodore della fantascienza. Ci accontentiamo di romanzi di serie B senza pretendere il Fantastico assoluto”. Eppure, sostengono ancora i Motus “ forse un piccolo spiraglio non del tutto colonizzato, si è aperto, esiste, proprio in questo tempo post lockdown calmierato da norme schizofreniche e tanto caos comportamentale”. Ecco quindi la ragione, e il filo rosso di questo primo atto _ inaugurato nei giorni scorsi con “L’Abisso” di Davide Enia _, con con cui si intende celebrare i primi Cinquanta anni del festival (prevista la proiezione del video ad hoc di Michele Mellara e Alessandro Rossi) che indaga sulle relazioni tra corpi e immaginario. Lo è con “Black Dick” (17 e 18 in piazzetta Galassi) di e con Alessandro Berti che ripercorre la storia e l’uso strumentale del corpo degli afroamericani da parte della società bianca, dalle colonie ai trionfi sportivi. Sullo stesso tema tema del razzismo (17 e 18) i Fanny Alexander con tre repliche al giorno mettono in scena “I sommersi e i salvati” dal progetto “Se questo è Levi” con Andrea Argentieri.
A proposito di immaginario e corpo non è mancata nei primi giorni la potente lettura della coreografa e danzatrice Paola Bianchi nel suo originale “Energheia” con musiche dal vivo del virtuoso e creativo Fabrizio Modonese alla chitarra e ai sample. Movimenti e segni coreografici che danno vita a immagini simbolo fermatesi nelle retine, diventati simulacri di un’epoca storica. Un altro straordinario coreografo del nostro tempo, Virgilio Sieni, sino al 17 mostra il suo inedito progetto “Quattro lezioni sul corpo politico e la cura della distanza” dove lo stesso danzatore guida cittadini di ogni età alla consapevolezza sul corpo utilizzando altrettante opere pittoriche. Il 17 è la giornata in cui Claudia Castelluci di Societas mostra il suo “Il trattamento delle onde” basato su ascolto e lentezza come punti cardine del seminario per fanciulli dagli 8 ai 12 anni seguito da un “Ballo dato pubblicamente”. Sempre per il 17 i ZimmerFrei mostrano il loro “Family Affair”, progetto di teatro documentario e partecipativo sulla famiglia contemporanea. “Se respira en el jardin como un bosque” è l’azione proposta dagli spagnoli di El Conde de Torrefiel (fino al 19) dove ciascuno è protagonista e spettatore allo stesso tempo. Tra video e performance prima assoluta di “Anubi III” di Zapruder (il 18) fruibile in formato drive in con il pubblico a bordo di auto o moto. Cherish Menzo, performer olandese (17 e 18) in “Sorry, But I Feel Slightly Disidentified”, primo pezzo di una trilogia dedicata ai temi del corpo ideata e diretta da Benjamin Kahn ripercorre i concetti di esotismo ed erotismo e il superamento degli stereotipi.
L’identità e il genere sono state al centro de “La Mappa del cuore di Lea Melandri” di Ateliersi e Giorgina Pi, progetto Bluemotion (17 e18) racconta un corpo in trasformazione in “Tiresias”. Roberto Scappin e Paola Vannoni (dal 17 al 19) in “Tabù” affrontano i divieti difficili da demolire. I Motus, per la prima volta all’aperto (il 19) presentano il loro bellissimo “MDLSX” creato con Silvia Calderoni , “un inno lisergico e solitario alla libertà di divenire”.
In “ControNatura” Giacomo Cossio ha creato una folla vegetale pietrificata e monocroma con una speciale pittura ad acqua. “Fake Uniforms” di Sara Leghissa/Strasse (18) esplora “alcune pratiche illegali che consentono di aggirare la legge senza trasgredirla per agire nello spazio pubblico con forme di complicità e resistenza”. Santarcangelo offre inoltre ogni giorno incontri e musica indie dal vivo: il 17 Sunday Morning e Solaris, il 18 So Beats e Moder, il 19 la cantante Angela Baraldi, Giorgio Canali e Steve Dal Col reinterpretano i Joy Division.
Parafrasando il titolo del libro di Louis Ferdinand Cèline, sarà un “Viaggio al termine della notte” la diciottesima edizione di “Kilowatt”, il festival diretto da Lucia Franchi e Luca Ricci di CapoTrave/Kilowatt che si tiene a Sansepolcro dal 20 al 26 luglio. Secondo lo scrittore francese dicono infatti Franchi e Ricci “le abitudini si contraggono in fretta più del coraggio. E non vi è dubbio che dopo questi mesi complicati sarebbe stato più tranquillo attendere per capire meglio per non trovarsi in mezzo a regole e cavilli complessi, a responsabilità inedite e sempre maggiori”. Perciò “Chi come noi _ affermano ancora _ si occupa di innovazione ha anche il dovere di fare strada, non solo per ciò che attiene ai linguaggi, ma anche per le pratiche messe in campo. Per questo ci è sembrato giusto non lasciare nulla di intentato, per esserci, con un festival che faccia brillare alta la propria luce nel fondo della notte che stiamo attraversando” . A tenere a battesimo di questa edizione è stato chiamato l’attore e autore Roberto Latini che proporrà dal vivo il 22 “Amleto + Die Fortinbrasmaschine”. All’opera di Latini viene dedicato, il 21 e il 22 l’incontro pubblico “La tradizione dell’innovazione”a cui partecipano critici, studiosi, artisti. Completano l’omaggio al padrino del festival le letture sceniche, “Nnord_Paralipomena e parerga”, che caratterizzano le giornate del 20, 21 e 22 luglio, e “Carta carbone”, mostra sonora a doppio percorso drammaturgico costruita dalla compagnia Fortebraccio Teatro con la cura di Roberto Latini, Gianluca Misiti e Max Mugnai.
Trentanove gli spettacoli previsti (anche qui come in tutti i festival sono previsti il distanziamento e l’osservanza delle regole sui luoghi di pubblico spettacolo. Inevitabilmente gli spazi si sono ridotti e l’accesso è contingentato) molti dei quali sono in prima. Tra questi anche gli otto selezionati dai Visionari, gli spettatori che partecipano alle scelte artistiche della rassegna. A questo proposito da segnalare per il 23 luglio la presentazione del libro “Lo Spettatore è un Visionario”di Lucia Franchi e Luca Ricci che raccontano la loro esperienza di sviluppo delle pratiche di audience development e audience engagement. Sabato 25 luglio l’appuntamento è invece con “Visionari d’Italia, unitevi!”, incontro pubblico con alcuni degli oltre 400 visionari che partecipano alle attività di co-programmazione artistica negli 11 gruppi creati all’interno del network L’Italia dei Visionari. Si parte con la Franctis dance company che presenta “Last space” coreografia vincitrice di “Danza Urbana Xl”. Anche qui ritroviamo “Tabù” di Scappin e Vannoni, programmato anche a Santarcangelo. Ancora danza con “Manbuhsa” del coreografo Pablo Girolami. Si chiude al Chiostro di San Francesco con l’anteprima di “Baccanti” de Leviedelfool, in scena l’ispirato Simone Perinelli autore anche del testo e della regia. Dopofestival, a cura di Mea Revolutio[nae]con lo spettacolo circense della compagnia Contraerea:“Petit bal”, un tuffo in una sala da ballo degli anni ’40 che ospita i delusi e gli esclusi della società. Martedì 21 all’Auditorium Santa Chiara è l’incontro “La tradizione dell’innovazione” (continua anche l’indomani mattina) dedicato all’opera di Latini che coinvolge teatranti e critici: Paolo Aniello, Antonio Audino, Elena Bucci, Elena Di Gioia, Roberto Latini, Claudio Longhi, Massimo Marino, Flavia Mastrella, Andrea Porcheddu, Antonio Rezza, Clarissa Veronico. Paolo Mazzarelli con Soffiavento presenta “Una navigazione solitaria con rotta su Macbeth”, spettacolo su potere, ambizione, vanità, nella versione solo voce e musica.
Il teatro dei Borgia mostra il suo “Eracle, l’invisibile”, performance ispirata al mito greco. Alle 21 va in scena la danza di Lucrezia C. Gabrielli in “Stretching one’s arms again”(anteprima), coreografia ispirata dall’opera di Mark Rothko, “Untitled (Blue, Yellow, Green on Red”).In finale di serata il Teatro Rebis presenta in anteprima“Un chant d’amour – Come mettere in scena l’odio?”, spettacolo in cui le vicende di Macerata del 2018 – l’omicidio di Pamela Mastropietro per mano di Innocent Oshegale e l’attentato di matrice razzista di Luca Traini – incontrano “I Negri” di Jean Genet. Per il dopofestival, Flame Paradein concerto. Tra gli appuntamenti di mercoledì da seguire Andrea Cosentino, premio Ubu 2018, e Fabrizio De Rossi Re nel primo studio di “Rimbambimenti – dalla fisica quantistica al morbo di Alzheimer”, performance musicale sui paradossi della fisica post-einsteiniana. Carnet fitto per la sera: si va da Stefania Tansini in “Punti di ristoro”, Giselda Ranieri con “T.I.N.A. (There is no alternative”, performance sulla sindrome da iper-connessione” e la compagnia Collectif Zirlibdi cui fa parte il drammaturgo e regista franco-marocchino Mohamed El Khatib con “C’est la vie”in prima nazionale. Si chiude con i Sinedadesin concerto. L’indomani, giovedì in “Ionica” Alessandro Sesti presenta la storia di Andrea Dominijanni, primo testimone di giustizia contro la ‘ndragheta. Via alla selezione dei Visionari. Si parte con “Piume” di Elena Burani, seguito da “Oriri” di Bambula project. “Padre d’amore padre di fango” è il titolo dello spettacolo della compagnia Pietribiasi Tedeschi.
L’indomani, venerdì, la selezione dei Visionari prosegue con la compagnia Condorelli-Tringali e il loro “Alla furca” ispirato da “Il Pataffio” di Luigi Malerba. Spazio al Teatro delle Ariette in “Trenta anni di grano-Autobiografia di un campo”. Trenta spettatori seduti attorno a un grande tavolo: si preparano le tigelle e si mangiano insieme. Ancora due spettacoli scelti dai Visionari: si tratta di “Un onesto e parziale discorso sopra i massimi sistemi” di e con Pietro Angelini, seguito dal Collettivo Superstite in “Polvere”. Si chiude con Filippo Michelangelo Ceredi in “Eve #2”. Sabato ancora altri spettacoli selezionati dai Visionari. Si inizia con “Troia City, La verità sul caso Alèxandros” del Teatro in Fabula. La coppia Bernabeu-Covello mostra “Un po’ di più” vincitore dei premi Speciale Off, della Critica e Spirito Fringe al Roma Fringe Festival 2019 e infine i Menoventi con lo spettacolo “L’incidente è chiuso”tratto da “Il defunto odiava i pettegolezzi” di Serena Vitale, un giallo sul misterioso suicidio del poeta Majakovskij. Domenica all’insegna della danza, dalle 10,30 alle 17 all’auditorium Santa Chiara con l’incontro organizzato con Anghiari Dance Hub “Micro e macro drammaturgie della danza”. Interventi di Fabio Acca, Gaia Clotilde Chernetich, Salvo Lombardo, Roberta Nicolai, Alessandro Pontremoli, Cristina Kristal Rizzo, Stefano Tomassini, Gerarda Ventura. Ultimo appuntamento con il “Feedback Visionari”: di scena il coreografo Benjamin Kahne la danzatrice olandese Cherish Menzo,vincitrice del Fringe Award 2019 in “Sorry, But I Feel Slightly Disidentified”.
La Piccola Compagnia Damacco omostra l’anteprima di “Spezzato è il cuore della bellezza”,con il Premio Ubu 2019 Serena Balivo. Ancora danza con il coreografo francese Jérôme Belche presenta “Isadora Duncan”. Il ritratto della grande danzatrice statunitense, basato sul lavoro autobiografico “La mia vita”. La compagnia Daf capitanata da Angelo Campolo, premio Ubu 2016, presenta “Stay Hungry – Indagine di un affamato”, vincitore del premio In-Box 2020. Partendo dai laboratori teatrali tenuti in riva allo Stretto di Messina, l’incontro con un gruppo di giovani migranti segna per l’autore l’inizio di un’avventura speciale, dove il gioco scenico si trasforma in uno strumento per leggere i temi dell’integrazione. Gran chiusura con la compagnia Chiasma e Salvo Lombardo in “Outdoor Dance Floor”, in collaborazione con Anghiari Dance Hub.
Pochi giorni dopo, dal 31 luglio al 9 agosto si torna in Emilia Romagna tra Gombola e Modena per seguire una edizione molto particolare di “Trasparenze”, uno dei festival più interessanti d’Italia, messo a punto dal Teatro dei Venti. Un programma tra città e Appennino quello pensato dagli organizzatori, per riscoprire un borgo di spiccata personalità come è quello di Gombola e con spettacoli, concerti e performance di danza. Come sempre di livello l’elenco degli ospiti chiamati dal direttore artistico Stefano Tè che ha coinvolto figure di primo piano sia teatrale che musicale. Queste le date: A Gombola nei fine settimana dal 31 luglio al 2 agosto e dal 7 al 9 agosto. A Modena dal 3 al 6 agosto. Novità di quest’anno è l’incontro con Festival Mundus di Ater che porta a Gombola quattro appuntamenti del suo programma, con Ginevra Di Marco, l’orchestra La Toscanini Next, Peppe Servillo e Natalio Mangalavite, Iaia Forte e Javier Girotto. Il Festival inaugura il progetto di residenza artistica avviato dal Teatro dei Venti presso la Podesteria di Gombola con performance ideate per il borgo, nuove relazioni artistiche, prime assolute e anteprime e si apre proprio nel borgo venerdì 31 lugliocon la proiezione del film di Raffaele Manco che racconta la nascita dello spettacolo “Moby Dick” del Teatro dei Venti, Premio Ubu 2019 per l’allestimento scenico. A seguire “A chi viene da terra, a chi viene dal mare”, lettura scenica in forma di concerto tratta da “Le città invisibili” di Italo Calvino, di Massimo Don con Claudio Cadei (latva e violino) e Pippi Dimonte (contrabbasso). Chiusura con il concerto di Ginevra De Marco e Francesco Magnelli dedicato alla loro carriera dai Cccp, ai Csi, fino alle esperienze soliste e alle collaborazioni più recenti.
Sempre nell’ambito degli eventi di Mundus il 1 agosto l’orchestra La Toscanini Next presenta il suo “Omaggio a Fellini” con le musiche di Nino Rota; il 7 agosto Peppe Servillo, accompagnato al piano da Natalio Mangalavite, interpreta brani tratti dal romanzo “Il resto della settimana” di Maurizio De Giovanni, mentre l’8 agosto in anteprima assoluta Iaia Forte e Javier Girotto presentano il loro “Interno familiare”, racconto tratto dalla raccolta “Il mare non bagna Napoli” di Anna Maria Ortese. Anche la danza sarà presente a Gombola con due appuntamenti nel primo fine settimana. Sabato 1 agosto CollettivO CineticO presenta “O+< Scritture viziose sull’inarrestabilità del tempo”, concept e danza Francesca Pennini, grafica live Andrea Amaducci, dj Live Angelo Pedroni (2 repliche).
Sempre sabato 1 agosto Aterballetto presenta “The Other Side” proiezione di videodanza e incontro con gli artisti. Insieme alla proiezione, l’evento è occasione per un incontro con il coreografo Saul Daniele Ardillo e le improvvisazioni di quattro danzatori della compagnia Aterballetto. Domenica 2 agosto la compagnia Sanpapié attraversa il borgo con “A[1]BIT”, regia e coreografia Lara Guidetti, testi Marcello Gori, interpreti Fabrizio Calanna, Sofia Casprini, Giuseppe Morello, Matteo Sacco e Lara Viscuso. Per la musica popolare domenica 2 agosto di scena Flexus con un concerto dedicato a De André. Venerdì 7 agosto O Thiasos TeatroNaturapresenta “Canti del Vivo. Serenate, lamenti e altri canti dell’anima”, concerto canoro polifonico e strumentale, di e con Camilla Dell’Agnola e Valentina Turrini. Sabato 8 agosto spazio al cantautore Cranchi con il suo repertorio di canzoni d’autore che sanno di pianura e di fiume, di “gente che vede le montagne ma non le ha mai scalate, che sente il profumo del mare ma non lo ha mai navigato”. Domenica 9 agosto concerto di chiusura con gli Zambra Mora, con la loro ricerca nelle musiche balcaniche e del Mediterraneo. Viaggi musicali con dj Schenna sabato 1 agosto e dj Defe sabato 8 agosto. Il racconto del paese natale nella campagna ravennate, l’infanzia e la prima giovinezza è al centro del libro “Miniature Campianesi” (Oblomov edizioni) dell’attrice del teatro delle Albe Ermanna Montanari che presenta la sua fatica letteraria il 1 agosto.
Sempre a Gombola nei due fine settimane Vittorio Continelli e Teatro dei Venti ci portano nel bosco con due studi sul Mito dal titolo “Uomini e dèi”, performance per 20 spettatori, sabato 1 e domenica 2 agostocon “Uomini e dèi – primo studio: Artemide e Atteone” (2 repliche al giorno);venerdì 7 e domenica 9 agostocon “Uomini e dèi – secondo studio: Erigone e Dioniso” (2 repliche al giorno). Sabato 8 agosto il Teatro dei Venti va in scena con il suo “Pentesilea”, con Francesca Figini, Antonio Santangelo e le musiche dal vivo di Igino L. Caselgrandi; regia di Stefano Tè. Nella stessa giornata Vittorio Continelli nel borgo presenta il suo “discorso sul Mito”, passioni, sentimenti, avventure, disavventure, amori e metamorfosi di dèi e uomini, il racconto dell’umanità attraverso il filtro di storie antichissime. Andrea Cosentino, domenica 9 agosto porta in scena il suo “Kotekino Riff”, esercizi di rianimazione reloaded, in questa data con il batterista Igino L. Caselgrandi. Una clownerie gioiosa e nichilista che crea aspettative e le nega, fino a mettere in crisi il ruolo di attore e spettatore, senza altro senso che lo stare al giocoDal 3 al 6 agosto a Modena sono operativi i Cantieri che realizzano azioni urbane nella città. Non è “il ritorno alla bulimia degli eventi e alla fruizione passiva, ma _ affermano quelli del Teatro dei Venti _ la creazione di uno spazio nel quale le azioni performative possano essere strumenti di incontro. In questa fase così delicata di ritorno agli spettacoli dal vivo si continua ad indagare la relazione con la comunità, utilizzare il teatro come pretesto per l’ascolto e l’interazione, per l’inclusione e la partecipazione”. Ancora a Modena, il 6 agosto al Super Cinema Estivo è prevista la proiezione del film “Odissea Web”, progetto video realizzato nel corso delle prove da remoto con gli attori del Carcere di Modena e del Carcere di Castelfranco Emilia. È il modo che il Teatro dei Venti ha trovato per trasformare un limite – la sospensione delle prove in presenza – in una opportunità e per proseguire il lavoro sul prossimo spettacolo, che debutterà nel 2021. Nell’ambito del progetto europeo Freeway, ideato dal Teatro dei Venti, che ne è capofila, insieme a tre partner, AufBruch KunstGefangnis Stadt(Germania), Fundacja Jubilo (Polonia) e Upsda (Bulgaria), finalizzato alla creazione artistica, alla formazione e allo scambio di buone pratiche di Teatro in Carcere a livello europeo.
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