Teatro
Salpa Un’Odissea in Valsamoggia
Ulisse ritorna o forse riparte. La sua Odissea questa volta ha origine non dalla fine di un conflitto, ma da un desiderio di comunità, di vicinanza. Un’Odissea emiliana, della Valsamoggia ad essere precisi, realizzata da attori e cittadini, da chi in quel territorio è nato, da chi ci vive arrivando da lontano. Cinque puntate, come le cinque piazze che ospiteranno questo grande spettacolo itinerante realizzato dal Teatro delle Ariette all’interno del percorso “Territori da cucire” giunto alla sua quarta edizione. Un progetto ambizioso che ha coinvolto il Comune di Valsamoggia, la Regione Emilia-Romagna, la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, ASC InSieme – Commissione Mosaico, Fondazione Rocca dei Bentivoglio, CartaBianca Libreria Indipendente e che parte da un presupposto: fare teatro è una necessità sociale, soprattutto quando si pratica attraverso percorsi di teatro di comunità.
Cucire un territorio infatti non è semplice oggi: tante le difficoltà date da diffidenze, solitudini, diversità che vengono lette non tanto come un valore o un potenziale arricchimento, ma come un pericolo.
Non la pensava così Odisseo che, stanco dell’insensatezza di una guerra voluta da pochi e sofferta da molti, ha attraversato – nel suo viaggio di ritorno a casa – terre lontane, popoli diversi, incontrando grandi ostacoli certo, ma anche accoglienza, vicinanza, umanità. Proprio questo racconto archetipico è stato scelto per questa edizione per dare voce a un viaggio contemporaneo, non solo attraverso gli spazi “praticabili” di un Appennino ricco di tradizioni troppo spesso dimenticate o trascurate, ma anche fra diverse identità e provenienze culturali.
Protagonisti sono infatti 40 cittadini di diverse età, provenienze, generi che, guidati dalle Ariette, hanno seguito tutto il percorso d’ideazione, allestimento, realizzazione delle scene e dei costumi dello spettecolo in una costante contaminazione fra cultura classica e popolare, teatro dei professionisti e dei dilettanti. La messa in scena di questo adattamento dal testo classico, nella traduzione di Emilio Villa, non sarebbe stato tuttavia possibile senza la collaborazione di diverse associazioni di volontariato presenti nei territori coinvolti (Cooperativa Sociale Arca di Noè, Open Group Cooperativa Sociale, Donne Multietniche Valsamoggia, Nema Problema Onlus, Associazione Culturale Islamica Valsamoggia, Comunità Bahá’í), con un’attenzione particolare alla partecipazione dei nuovi cittadini, quelli provenienti da culture e tradizioni lontane che oggi stanno collaborando al mantenimento di una socialità e di una cultura viva e attiva in Appennino.
I territori infatti sono al centro dell’intero percorso quadriennale: spazi che spesso hanno subito periodi di abbandono, che portano i segni – in maniera più forte rispetto ad altre aree – dei cambiamenti di rotta (geografica e antropica) della contemporaneità. Così come Odisseo quindi il teatro viaggia toccando, secondo questo calendario, i paesi coinvolti:
La zattera di Odisseo a Monteveglio (4 luglio), Odisseo-Nessuno a Savigno (11 luglio), Scilla, Cariddi, le Sirene. Il ritorno aCastelletto (18 luglio), La gara dell’arco a Crespellano (25 luglio), Lunga notte d’amore a Bazzano (1 agosto).
La barca di legno di Ulisse, trasportata su una due cavalli, farà il suo ingresso nelle piazze il giorno prima per promuovere l’evento, evocando un’altra immagine della nostra tradizione del teatro popolare (dal circo, al teatro dell’arte): quella della carovana che anima, in una sorta di pre evento, il paese. Tutti potranno essere coinvolti e tutti potranno porsi importanti domande su come vada costruendosi la nostra identità oggi, su quale sia la direzione del viaggio che quotidianamente affrontiamo – come singoli e come comunità – sul senso dei legami, delle partenze, dei ritorni. Su cosa significhi, insomma, esplorare, vivere, scoprire e scoprirsi, conoscere andando al di là dei ristretti confini del nostro pensiero. Alla fine di ogni spettacolo poi verranno condivisi con il pubblico focaccia, frutta, verdure, per un momento di convivialità che possa creare un ulteriore ponte: dopo quello fra attori e dilettanti/cittadini, quello fra la scena e lo spettatore, fra teatro e vita. Non a caso teatro e condivisione dei pasti rappresentano due rituali tanto antichi quanto evocativi: nutrire l’anima e il corpo insieme crea legami duraturi, costruisce un’identità comune. Anche chi non potrà essere presente di persona potrà seguire il viaggio di Odisseo grazie al blog Verso Itaca. Nessuno, insomma, sarà escluso. La nave salpa domani, 4 luglio, e non resta davvero che augurarle buon vento.
Tutti gli spettacoli sono a ingresso gratuito
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