Teatro

Roma, a Teatri di Vetro l’attimo fuggente della creazione artistica

9 Dicembre 2022

Il magic moment dell’intuizione, quella idea che dà la spinta a ciò che diventerà teatro. Questo è il campo di indagine privilegiato di uno dei rari luoghi in in cui in Italia si ragiona e si cerca di cogliere l’attimo fuggente della creazione artistica. Quella soprattutto che dovrà poi divenire oggetto di performance e rito condiviso con gli spettatori. E’ Teatri di Vetro, festival romano alla sua sedicesima edizione con un programma come sempre stimolante e degno di grande rispetto e considerazione. Il luogo dove questo accade è il Teatro dell’India, casa privilegiata dove dall’11 al 18 dicembre sarà attivo il programma al quale la vulcanica e appassionata direttrice, la regista e dramaturg Roberta Nicolai ha lavorato tutto l’anno. Un programma fatto di novità assolute, opere di artisti emergenti accompagnati alla creazione e di artisti affermati, già da tempo protagonisti del paesaggio di ricerca contemporaneo italiano come Paola Bianchi, Alessandra Cristiani e Teatro Akropolis.Ogni giorno una line up attentamente studiata nel suo alternarsi che promette interessanti proposte e novità da collaudare e conoscere come sempre in anteprima. Un tempo in avanti alla circuitazione per teatri e sale, altro punto di forza di questa preziosa rassegna che è anche un incubatore di esperimenti e spettacolarità, ma pure vetrina di talenti giovani e maturi. Risultato finale, quello presentato all’India, di una intensa attività sviluppatasi in altre fasi, proprio perchè Teatri di Vetro oltre all’opera, pone la sua attenzione alla processo creativo allo scopo di creare “le condizioni per nutrire la relazione con lo spettatore”. Questo avviene nelle tre sezioni in cui è strutturato il programma di lavoro. “Trasmissioni” che si tiene a Tuscania in provincia di Viterbo, “Composizioni” al teatro di Ostia Lido, e infine “Oscillazioni” e “Elettrosuoni” al Teatro India di Roma.

La danzatrice e coreografa Paola Bianchi è una delle protagoniste della sedicesima edizione del festival romano “Teatri di Vetro” in programma dall’11 al 18 dicembre (foto di Lorenzo Crovetto)

In questo modo il progetto di Teatri di Vetro “interroga la nozione di scena contemporanea e indaga e alimenta le relazioni tra osservatori – cittadini, spettatori, teorici, studenti, artisti – e oggetti artistici, tra fruitori e spazi, cercando una ridefinizione del confine tra palcoscenico e platea, tra pensiero e azione, tra individuo e comunità, ricollocando i processi creativi del performativo all’interno di un nuovo schema di relazioni”. In queste sezioni da settembre a dicembre, vengono attivate pratiche specifiche che implicano aspetti metodologici, artistici, tematici, relazionali che poi vengono messi in interconnessione tra loro. e interconnettendoli tra di loro. Meta finale è il momento delle “Oscillazioni” in cui viene rivelata la composizione, la costruzione e l’elaborazione dell’opera finale.

Così Roberta Nicolai, direttrice artistica del festival spiega che “Oscillazioni” si manifesta in una settimana di programmazione. Dietro alla settimana c’è un anno reso denso da dialoghi, sessioni di prove, confronti, elaborazioni di testi, scambi epistolari, visione di materiali audiovisivi, studi delle fonti. Un anno produttivo e improduttivo, di avanzamenti e ripensamenti, messe a fuoco e sfocature per andare a fondo nella radice comune della pratica della scena e del pensiero che la pensa e tenersi accanto i segmenti del corpo in costruzione dentro la zona molle e vulnerabile delle nostre vite”.

Ad “Oscillazioni” appartengono i progetti articolati in dispositivi scenici, performance, elaborati scenici, co-creazioni e studi. In questa ampia sezione sono annoverati i lavori di Biancofango, Alessandra Cristiani, Chiara Frigo, Dasding-Gianpino Guratti, Fanny & Alexander, Carlo Massari, Teatrino Giullare, Greta Francolini, Jacopo Ruben dell’Abate e Daria Greco, Paola Bianchi, Giuseppe Muscarello, Riccardo Guratti, Teatro Akropolis, Confraternita del Chianti.

La compagnia Das Ding presentano a “Teatri di Vetro” la loro ultima creazione “The Red Thing” (Fotografia di Margherita Masè)

Il settore di “Composizioni” comprende quei progetti artistici in cui c’è un coinvolgimento diretto degli spettatori con sperimentazione che si rivolgono a bambini, ragazzi, anziani. Sono questo anno “Game Over” di Biancofango , installazione performativa che “smargina lo spazio del teatro rendendolo lo spazio di vita, una piazza nel centro o nella periferia di una città qualunque, la piazza virtuale di internet, la chat sul telefonino, i muretti o giardinetti in cui i ragazzi siedono tutti i pomeriggi”. “Diario elementare” è invece il progetto di Opera Bianco che “ricompone all’interno dello spazio teatrale un’esplorazione dell’esperienza e un nuovo rilancio, entrando nel profondo del singolo gesto relazionale tra i corpi dei performer, i corpi dei bambini e degli anziani che compongono la comunità danzante che il progetto crea e mette in azione”. “Passo uno” infine è “il primo gesto di una giovane compagnia di danza che genera, da due identità artistiche distinte – Michael Incarbone e Erica Bravini – un piano di azione comune attivando una composizione orizzontale, uno scambio di pratiche e di immaginari che costruiscono i primi elementi di un linguaggio coreografico autoriale”. La sezione “Elettrosuoni” si occupa invece della produzione di suoni elettronici o elettroacustici all’interno di una drammaturgia visuale e verbale. Ribattezzato Elettr@ lo spazio è aperto a giovani musiciste e opere nate dalla sensibilità femminile.

Il collettivo informale per la scena denominato Ada presenta a questo proposito “Forse una città/ Mirage Be” con Anna Basti, Chiara Caimmi, Mariella Celia, Pasquale Passaretti. Eduardo Ricciardelli. Elisabetta Ventura, Loredana Antonelli, Music Lady Maru. E “Forse una città/Mirage RM” sonorità elettroniche e tap dance e live visual per raccontare una passeggiata notturna tra le strade di una metropoli e “Forse una Città/Mirage Tk”, la metropoli dei mostri e dei supereroi. Novi Sad + Riochi Kurosawa in “Sirens/Rome”, cinque audiovisivi che esplorano il mondo dei dati. Progetto speciale è quello di Simona Lobefaro e Lorenzo Giansante, “Boomerang/Traiettorie” che si interroga su corporeità e spazialità.

Un momento da “Levitano” allestimento scenico di Carmenitalia e Confraternita del Chianti, radicato nell’epoca del decennio musicale del  grunge e del neo-punk

E veniamo al programma in dettaglio.

Il via domenica 11 alle 17 al teatro del Lido di Ostia con Biancofango che con “Never Young-Game Over” affronta la seconda parte di di un dittico dedicato al tema di “Lolita” e cioè la preadolescenza. Segue una installazione performativa costruita con la partecipazione di ragazzi. Tutto il progetto è curato da Francesca Macrì e Andrea Trapani. Un’ora dopo è la volta di Michael Incarbone con “Passo uno”. Chiude alle 19 Biancofango con “Diario Elementare”.

Il 12 dicembre ci si sposta al Teatro India di Roma per seguire alle 17 un incontro con Samantha Marenzi in “Scrivere il corpo, dire la danza”. Alle 18, 19 e 20 sono le repliche “Miss Lala al Circo Ferdinando /In a Room” di Chiara Frigo con protagonista Marigia Maggipinto storica interprete della compagnia Tanztheater di Wuppertal di cui racconta alcuni momenti di vita teatrale. Un racconto in tempo reale in cui a tratti emerge la sua danza.Alle 21 Biancofango ripropone il suo “Never Young.Appunti”. Alle 22 è la volta della coreografa e danzatrice Alessandra Cristiani in “Matrice-Da Ana Mendieta”, suoni di Ivan Macera e video di Alberto Canu è la prima delle due performance proposta a “Teatri di Vetro”. L’artista stesso così definisce questo lavoro: “Matrice, ossia alla foce di se stessi. Il corpo come “Mater”, condizione generativa e trasformativa. Luogo attraversato e attraversabile, infinite le sue nature, indecifrabili i suoi sigilli. Con pudore cerco la via per retrocedere alla sorgente, nella visione di un corpo originario e salvifico, colmo e cavo, nell’utopia di una terra lentissima e propizia”. Alessandra Cristiani, straordinaria performer e danzatrice sarà di scena anche l’indomani (alle ore 21)con “Diario Performativo” in cui per l’artista affiancata da Alberto Canu, Samantha Marenzi, Ivan Macera, Maddalena Gana, “diviene l’occasione di ritornare sui materiali indagati, sui propri passi e su quelli condivisi, sul senso personale dell’agire e sulla natura essenziale dei principi, di quelle stelle comete che guidano con insistenza e tenacia il cammino individuale”. Ma ad aprire la serata del 13 sarà l’incontro alle 17 con Chiara Legani, Mara Cerri, Nadia Terranova e Giovanni Ferrara (“Nel labirinto delle traduzioni”).

Marigia Maggipinto, storica interprete del Tanztheater di Wuppertal diretto da Pina Bausch è la protagonista di “Miss Lala al Circo Fernando-In a room” di Chiara Frigo

Alle 20 l’appuntamento con Fanny &Alexander che mettono in scena il fumetto di Cerri e Lagani sull’”Amica geniale”. La storia è quella dell’amicizia tra due donne: la loro crescita, il modo di influenzarsi, i sentimenti, le condizioni di distanza e prossimità che nutrono nei decenni il loro rapporto, “sullo sfondo di una città/mondo dilaniata dalle contraddizioni”. In chiusura, alle 22 Giampino Guratti/DasDing in “The Red Thing”, creazione in cui la danza diviene un pastiche di tempi e spazi che i due corpi “divorano e assemblano”.

Giornata ricca quella del 14. Si apre alle alle 18 con “Parentesi” di e con Jacopo Ruben Dell’Abate e Daria Greco “ un progetto che si serve della fotografia e della performance per raccontare un processo mettendo in relazione le condizioni di sfrenatezza e riposo. Tra toni lattescenti e forme mozzate, l’azione performativa si presenta al pubblico in site specific, dichiarando la sua anima corruttibile, in cui la natura del segno non è esattamente attribuibile né solo al gesto della danzatrice, né solo allo sguardo del fotografo”. Alle 19 Giuseppe Vincent e Greta Francolini presentano “Vacantes”, un lavoro coreografico aperto “in cui il piano performativo dei corpi si concretizza senza tendere ad una rappresentazione del corpo-nell’atto-di-mostrarsi e quindi tacitamente compiacente a sostenere un’illusione romantica della presenza”. A seguire (ore 20 Biancofango mostra “Never Young-Game Over”.

Nella foto la performer Greta Francolini che a “Teatro di vetro” proporrà la ultima performance “And Then There Were None” e “Vacantes” creata con Giuseppe Vincent Giampino

Alle 21,30 primo appuntamento con Carlo Massari in “Metamorphoses- Larva” a cui seguiranno poi il 15 “Blatta” e il 16 “Sapiens”. Il primo nasce in una situazione pubblica in un contesto da evento politico. “Blatta” invece dalla necessità di mettere alla prova la tenuta del corpo, “la sua capacità di reggere l’impatto”. “Sapiens” invece è “l’autocombustione che disfa la figura, la scontorna. Come ribaltamento dell’uomo Vitruviano, “Sapiens” vive la sua condizione post edenica. Cerca dio, tenta di capire se è vero che è fatto a sua immagine e somiglianza”. La giornata del 15 si apre con l’incontro (ore 14) su “Relazioni tra pratiche teatrali e processi di sviluppo di un individuo” a cura di Francesca Macrì, Laura Novelli, Carlo Lei e Roberta Nicolai. Alle 17, 18 e 19 il Teatrino del Giullare propone le repliche del suo “Diario dei Giorni Felici”, un lavoro concepito durante l’epidemia del Covid 19 “prima parziale apparizione in forma di cortometraggi in stop motion, ciascuno legato ad una citazione dal celebre testo di Samuel Beckett, fulminanti evocazioni dello stato di isolamento e stasi. Un omaggio al tempo, alla quarantena, alle sue sofferenze, alle sue riflessioni, all’ironia della sorte, alla scrittura di Beckett e alla capacità del teatro di leggere il proprio tempo”. L’indomani alle 16 presenteranno invece “Incontrando Giorni Felici”, una riflessione sulla felicità, la parola di Beckett e le questioni sceniche riguardanti la preparazione del loro spettacolo. Alle ore 21 (dopo Massari in “Blatta”) Carmentalia/La Confraternita del Chianti presentano lo spettacolo rock “Leviatano”. Da vedere, ascoltare e ballare. Chiude Greta Francolini (ore 22,30) con “And then there were none”, una “danza crepuscolare che non riesce mai a trovare la consolazione di una fine. Musica elettronica, video e una camminata in loop su una guida rossa.

“I Pupi, le Donne I Cavalier l’Arme gli amori” del danzatore  e coreografo Giuseppe Muscarello è una originale lettura della tradizionale arte dei pupazzi siciliani

Il 16 è finalmente la giornata di Paola Bianchi, una delle figure più interessanti della ricerca coreografica, danzatrice straordinaria avvezza a utilizzare lo spazio scenico in modo originale. Alle 17 è previsto un incontro con l’artista dal titolo “Dispositivo Fabbrica”. Alle 21 presenterà “Fabrica 36100” e l’indomani (alle 19,30) “Fabrica 57770”. Quest’ultima è la prima tappa di un “ lungo viaggio tra i luoghi e i corpi del lavoro,è uno scavo negli archivi storici della fabbrica di scarpe “Bata” e negli archivi mnemonico-corporei di ex lavoratori e lavoratrici incontrati durante una residenza alla FAA di Bataville-Moussey. Lo spettacolo è un’indagine che abbraccia la storia, che interroga lo spazio, spazio che determina i corpi che lo abitano, spazio che ha determinato il disegno coreografico. Si avvicina ai corpi che hanno vissuto, subìto quello spazio, corpi che portano in sé archivi di movimenti obbligati, una partitura di gesti dettata dal lavoro”. In “Fabrica 36100” “ i gesti reiterati per anni si insinuano tra le pieghe dei muscoli, dei tendini, delle ossa, il lavoro marchia anima e corpo di un’intera vita. Il capitale modifica il corpo con il lavoro, lo educa, lo disciplina secondo una logica di asservimento al capitale stesso”. Nella stessa giornata anche “Umlaut-Au manége” di Giuseppe Vincent Giampino che “esplora le possibilità di un corpo che non resiste”. Segue il Teatrino Giullare (ore 20) e Carlo Massari in “Sapiens” (ore 22).

Il 17 , dopo “Fabrica 57770” di Paola Bianchi è il turno del danzatore Giuseppe Muscarello con il suo interessante lavoro coreografico “Pupi, le donne I cavalieri l’arme gli amori” (ore 20,30) una straordinaria messa in scena della storia dell‘Orlando Furioso, cavallo di battaglia dei pupari siciliani, raccontato in modo estremamente originale. L’indomani alle 18 in “Viaggio in una tradizione” Muscarello dialogherà con Michele Pecorino alle ore 17. Si chiude alle 21,30 con Novi Sad e Ryochi Kurosawa in “Sirens Rome”.

Una scena da “Diario dei Giorni Felici” del Teatrino Giullare, spettacolo concepito durante il lockdown e ispirato alla visione di Samuel Beckett

Il 18 dicembre ultima sera del festival “Teatri di Vetro” con tre appuntamenti di Ada Collettivo informale per la scena in “Forse una città” (alle 18, 19,30 e 21). Alle 18,30 Riccardo Guratti presenta lo spettacolo di danza “The Castle before it desappear” .

Alle ore 20 il Teatro Akropolis presenterà infine la sua ultima creazione “Apocatastasi”, regia di Clemente Tafuri e David Beronio , in scena Giulia Franzone e Roberta Campi, che “mostra con il linguaggio del mito, e negando il principio di identità, l’immagine della nascita e della rinascita, la natura oscura di un processo di trasformazione continuamente in atto. Due figure abitano uno spazio sospeso, il tempo che attraversano si dilegua e diventa possibile per loro essere al contempo madri e figlie, amanti ed estranee, origine e fine dello stesso luogo in cui si incontrano. Una danza dell’Ade che è espressione di un’azione impossibile, che può accadere solo laddove ciò che resta del tempo impedisce a ogni gesto di trovare un suo senso e una sua fine. Un’azione che si intreccia con il piano sonoro della musica di Pietro Borgonovo”. Alle 21,30 per la “Parte maledetta: Viaggio ai confini del teatro” Il Teatro Akropolis presenterà il film “Gianni Staropoli” dedicato a uno dei più ricercati e innovativi light designer del teatro italiano, due volte Premio Ubu, collaboratore di importanti registi e performer della scena nazionale e internazionale.

Un momento di “Apocatastasi” il nuovo spettacolo del Teatro Akropolis con Giulia Franzone e Roberta Campi, regia di Clemente Tafuri e David Beronio (foto di Clemente Tafuri)
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