Teatro
Rendiamo omaggio a Gigi Dall’Aglio
Se ne è andato. Portandosi via il suo sorriso sornione, la sua cultura, la sua arte. Il suo straordinario artigianato teatrale.
Gigi Dall’Aglio, tra i Fondatori della storica Compagnia del Collettivo di Parma, diventata poi Teatro Due. Una vita, la sua, trascorsa in teatro, sempre con un amore intelligente, avveduto, etico. Regista, attore, pedagogo, instancabile e appassionato, Gigi Dall’Aglio ha firmato innumerevoli regie, ha interpretato tanti spettacoli.
Non sto qui, adesso, a ricordarne i meriti, le invenzioni, gli allestimenti. Non sto a ricordare gli aneddoti, il vino, le chiacchierate, i viaggi, il suo costante impegno politico – la sua recente passione per l’Africa lo aveva portato spesso a confrontarsi con altre culture. La memoria del teatro passa ineluttabilmente nella finitezza delle persone.
Però una cosa vorrei. Vorrei davvero che la Rai (la pubblica Rai non il “netflix della cultura”) rendesse subito omaggio a questo maestro burbero e benefico, a questo genio modesto e umile, a questo straordinario camminatore del tempo e dello spazio.
Ebbene, un omaggio semplice e struggente: trasmettere quella Istruttoria, lo spettacolo basato sul testo scritto da Peter Weiss dopo il celebre processo di Francoforte, che il Teatro Due coraggiosamente allestisce dal 1984. Uno spettacolo bellissimo, doloroso, necessario. Gigi Dall’Aglio ne era regista e interprete assieme a tutto il gruppo.
Magari l’hanno già deciso, tutto è già programmato. Ma se così non fosse, vorrei tanto che, chi ha voce in capitolo, si facesse sentire con i vertici Rai. Se dovesse servire, potremmo anche, tutti, firmare un appello.
Ecco, sarebbe un bel modo per dire grazie a Gigi, per salutarlo, per stare, ancora un po’ con lui, nel suo teatro.
(nella foto di copertina: una scena de L’Istruttoria, di Peter Weiss, regia di Gigi Dall’Aglio)
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