Teatro
Ravenna Festival, il Teatro delle Albe e il suo “Don Chisciotte”
RAVENNA _ Capitolo secondo. Le Albe a Ravenna Festival aprono la seconda anta del progetto “Don Chisciotte ad ardere” esattamente da dove chiusero lo scorso anno la prima. Quella che è “l’opera in fieri 2024” e che si chiuderà il prossimo anno, parte del progetto ideato e allestito da Ermanna Montanari e Marco Martinelli, fondatori e direttori artistici del teatro delle Albe, che ha preso inizialmente forma all’interno del Palazzo Malagola, non troppo lontano dal Teatro Rasi sede storica delle Albe e sede del Centro di ricerca sonora e vocale diretto dalla Montanari stessa assieme ad Enrico Pitozzi. Qui tra le stanze di questa splendida antica dimora è partita quella che si è disegnata subito come una avventurosa e geniale ricognizione sul mondo letterario dell’inventore della figura straordinariamente affascinante del Cavaliere Don Chisciotte, Cavaliere fuori tempo in un mondo che ha scordato la poesia e che questo illuminato e folle poeta affronta con il suo ingegno e furore poetico, aiutato in questo, dal fedele scudiero Sancho Panza, l’uomo di tutti i giorni, dalla saggezza proverbiale appresa in una educazione campesina e che serve, lui malgrado, per imbonire, calmare e far desistere il suo Signore dal compiere azioni riprovevoli secondo il sentire dei suoi conterranei. Come quello ad esempio di dare l’assalto ai Mulini a vento… La seconda parte al via il prossimo 26 giugno fino al 30 giugno e poi dal 2 al 7 luglio (alle ore 20) questo anno toccherà il Palazzo di Teodorico e “proseguirà con la processione degli “erranti” che fuggono dal rogo dei libri, l’episodio con cui si è conclusa, lo scorso anno la prima anta”. Anche in questo caso “l’opera-mondo” di Cervantes “continua nel solco del Cantiere Malagola, che porta avanti l’eredità del Cantiere Dante che dal 2017 al 2022 ha coinvolto migliaia di cittadini nella messa in scena delle cantiche della “Divina Commedia” di Dante Alighieri”. Tre memorabili cantiche dove le Albe hanno ricostruito il mondo del celebre Vate con messe in scena visionarie e illuminanti.
Tornando all’anta di questo anno i due maghi, Hermanita e Marcus (cioè Ermanna Montanari e Marco Martinelli) arrivano “alle rovine di un “palazzo”: passano attraverso un corridoio di muri e accedono a un prato. Lì i due maghi e le maschere si ispirano alla “schiava di Algeri”, novella centrale nella polifonia del romanzo di Cervantes, che da Martinelli e Montanari viene riletta alla luce della più bruciante attualità. Anche in questa parte, si pone l’accento sulla relazione articolata e drammatica tra realtà e sogno”. A questo proposito così spiegano gli stessi Montanari e Martinelli: “Si tratta ogni volta di “mettere in vita” un classico e, al contempo, di “mettere in scena” Ravenna: negli anni Dante ha passato il testimone a Cervantes, la prima “Chiamata pubblica” è avvenuta nel 2016, ma l’entusiasmo delle cittadine e dei cittadini nella creazione corale è rimasto immutato, segno che il teatro mantiene la sua forza dirompente quando, alla verticalità solitaria dell’arte, sa intrecciare l’orizzonte plurale dei corpi”.
Franco Masotti, direttore artistico del Ravenna Festival ha detto che “Ogni anno con le Albe si rinnova un’avventura che coinvolge, grazie a una sapienza e a una capacità collaudata nel corso di tanti anni di lavoro, tutta la città: sia i suoi luoghi, anche i più segreti e appartati come quest’anno il Palazzo di Teodorico, sia i cittadini che rispondono, fedeli e sempre entusiasti, alla ‘Chiamata pubblica’. Arte e cittadinanza, un binomio che diventa ancora una volta protagonista trovando sempre nel Ravenna Festival il suo immancabile ‘compagno di strada’”.
Anche quest’anno il progetto vedrà “la partecipazione, insieme alle cittadine e ai cittadini di Ravenna, di “tribù” (gruppi composti da ragazzi e ragazze che hanno partecipato a laboratori di “non-scuola”) non solo da diverse parti d’Italia, da Torino a Matera a Lecce, ma anche dall’estero, ad esempio da Pristina e da Londra”.
Il percorso drammaturgico, vocale e sonoro vedrà coinvolti, oltre ai cittadini e alle cittadine della Chiamata Pubblica, gli attori delle Albe insieme a Martinelli e Montanari. In scena ci saranno: Alessandro Argnani, Luca Fagioli, Roberto Magnani, Laura Redaelli, Marco Saccomandi. Guide saranno Cinzia Baccinelli, Alice Billò, Vittoria Nicita, Marco Saccomandi, Marco Sciotto e Anna-Lou Toudjian.
Le musiche sono state composte e saranno eseguite dal gruppo Leda: Serena Abrami, voce/synth; Enrico Vitali, chitarre; Fabrizio Baioni, batteria/impulsi e segnali metallici; Giorgio Baioni, basso. Electronics e sound design Marco Olivieri, disegno dal vivo Stefano Ricci. Scenografia Ludovica Diomedi, Elisa Gelmi, Matilde Grossi; costumi Federica Famà, Flavia Ruggeri; disegno luci Luca Pagliano, Marcello Maggiori; direzione tecnica Luca Pagliano, Alessandro Pippo Bonoli e Luca Fagioli. Lo spettacolo è una coproduzione Albe/Ravenna Teatro, Ravenna Festival e Teatro Alighieri in collaborazione con i Musei nazionali di Ravenna e con Opera di Religione della Diocesi di Ravenna.
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