Teatro
Premi Ubu, Teatro in festa: vincono “Ferocia” e “Trilogia della città di K.”
BOLOGNA _ Teatro, piovono gli Ubu, i premi più prestigiosi per questa arte in Italia, una manifestazione attesissima inventata e curata amorevolmente sino alla sua prematura scomparsa dall’importante critico, studioso e intellettuale Franco Quadri. Stavolta è stato tagliato il traguardo della quarantaseiesima edizione del Premio, svoltasi lunedì sera-grazie all’ospitalità dell’Ert Teatro Nazionale Emilia Romagna– nel palcoscenico dell’Arena del Sole di Bologna davanti a un pubblico numeroso, in gran parte composto da teatranti, attori, compegnie, registe e teatri, provenienti da tutta Italia, trasmessa fino a tarda ora in diretta sulle onde di Rai Radio Tre. La serata, condotta in sala da Monica Demuru e Lorenzo Pavolini, è stata curata dal collettivo lacasadargilla –Premio Ubu 2023 come Miglior spettacolo di teatro e Migliore regia- con il paesaggio sonoro di Cristiano Calcagnile (che assieme a Demuru forma il duo Blastula). I Premi Ubu – unici riconoscimenti del teatro italiano che vengono attribuiti tramite referendum dei critici teatrali italiani- si è svolta come sempre in due fasi: l’invio delle preferenze da parte di ogni votante, cui è seguito il ballottaggio che ha decretato le vincitrici e i vincitori. I Premi Ubu si compongono di sedici categorie: migliore spettacolo di teatro e di danza, regia, attrice/attore o performer, con una categoria per gli under 35; premi per la scenografia, i costumi, il disegno luci, il progetto sonoro e le musiche originali. Un’attenzione particolare è rivolta alla scrittura drammaturgica, con due categorie dedicate rispettivamente ai nuovi testi italiani e stranieri (messi in scena da compagnie italiane), e un ulteriore sguardo al panorama internazionale con il premio al migliore spettacolo straniero presentato in Italia. Infine, i premi speciali e il riconoscimento alla carriera.
Il premio Ubu ha sempre fotografato lo stato dell’arte della scena in Italia, le sue evoluzioni come gli stati di crisi. Ha segnalato in anticipo i nuovi talenti, riconoscendo il valore dei maestri di un’arte che da sempre riflette la contemporaneità. E ora veniamo ai premi. Iniziando dal miglior spettacolo-pardòn- dai migliori spettacoli della stagione 2024, anche perchè questa edizione i critici si sono divisi esattamente a metà (21 a 21)per decretare il successo di due opere assai diverse come idea, drammaturgia e realizzazione. Premi ex aequo quindi per “La Ferocia”, ideazione VicoQuartoMazzini, regia di Michele Altamura e Gabriele Paolocà e “Trilogia della città di K.” progetto di Federica Fracassi e la compagnia ravennate Fanny & Alexander, regia dello spettacolo, luci e scenografia a cura di Luigi Noah De Angelis.
Stessa identica situazione del Premio al Migliore spettacolo Teatrale è accaduta in occasione della votazione per il Miglior spettacolo di danza. Anche in questa occasione la critica teatrale nazionale si è divisa perfettamente a metà attribuendo così il premio ex aequo allo spettacolo “redrum”, ideazione, regia e coreografie a cura di Marco Valerio Amico e Rhuena Bracci per la compagnia di danza Nanou (singolare coincidenza, pure in questo caso si tratta di un gruppo romagnolo e precisamente ravennate come per Fanny e Alexander) e l’allestimento di “Stuporosa” a cura del coreografo Francesco Marilungo.
E ora veniamo ai singoli riconoscimenti. Il Premio per la migliore regia va a Lugi Noah De Angelis per “Trilogia della città di K.”. Asso pigliatutto nella categoria degli attori è “La Ferocia” che si aggiudica la migliore attrice (Francesca Mazza) e il migliore attore (Leonardo Capuano). Nella categoria degli attori under 35 vince Sara Sguotti come migliore attrice e Valentino Mannias come migliore attore.
Per la scenografia il riconoscimento va ancora a Luigi Noah De Angelis per la “Trilogia della città di K.” mentre per i costumi migliori è Aurora Diamanti che se lo aggiudica per “Progetto Chechov”.
Per Miglior Disegno Luci è ancora un altro ex aequo quello che divide i due migliori spettacoli: a Luigi Noah De Angelis per “Trilogia della città di K.” e Giulia Pastore per “La Ferocia”.
Miglior Progetto sonoro va a Mirto Baliani ed Emanuele Witsch Barberio per le musiche di “Trilogia della città di K.” mentre quello per il Miglior nuovo testo italiano o scrittura drammaturgica va a “Bidibodiboo” di Francesco Alberici. Per quello straniero invece (messo in scena da compagnie o artisti italiani) il premio è stato aggiudicato a ”Come gli uccelli” di Wajdi Mouawad messo in scena dal Mulino di Amleto, regia di Marco Lorenzi.
Miglior spettacolo straniero rappresentato in Italia è “Rohtko” di Lukasz Twarkowski. Più che dovuto il premio alla carriera andato alla straordinaria attrice Carla Tatò, protagonista di una breve ma intensa performance sul palcoscenico dell’Arena del Sole all’atto del ritiro del riconoscimento.
E veniamo infine ai Premi Speciali. Il primo va a Gianluca Guidorri ed Enrica Sangiovanni e alla compagnia archiviozeta. Questa la motivazione. “Quello della compagnia archiviozeta è un fulgido percorso in grado di dilatare “il teatro che abbiamo in mente”. Il loro teatro compare infatti fra ex-tiri a segno, negli ex-mercati, dentro gli archivi di stato, nelle biblioteche e negli istituti medici, fra le aule magne, nei padiglioni oncologici e in cammino dentro e attorno a monumenti di guerra, come il Cimitero militare germanico al Passo della Futa, forse il loro luogo della memoria prediletto, generatore di una scena che scava nei classici e interroga la recitazione, raccontato di recente nel volume “Teatro di marte”. Un teatro dunque pienamente politico perché sollecita e rigenera il vivere insieme grazie alla partecipazione artistica, senza mai rinunciare ai misteri e alle ineffabili vertigini della poesia”.
Altro premio è stato assegnato a BAT- Bottega Amletica Testoriana. Esercizi per gli attori// Esercizi con il pubblico a cura di Antonio Latella (con Amat per Pesaro 2024 Capitale italiana della Cultura). Premio assegnato per la sua qualità progettuale, la cura riservata alle e ai giovani performer insieme alla comunità spettatoriale. In particolare per essersi caratterizzato come “un progetto di formazione retribuito rivolto a giovani attori e attrici per la valorizzazione di un caposaldo della drammaturgia d’autore italiana come Giovanni Testori. Ispirata dalla forma della “bottega” artigiana del passato, BAT mette a punto un formato di ricerca e lavoro che sfida l’iperproduttività culturale del presente rinunciando alla presentazione di uno spettacolo finale. Privilegiando la condivisione del suo farsi, BAT ha inoltre messo a punto un processo di coinvolgimento intensivo di un gruppo di spettatrici e spettatori per creare una comunità teatrale possibile oltre la temporaneità”.
Terzo premio speciale a Lenz Fondazione, per il suo intero percorso artistico e di lavoro sul territorio. In particolare “per la pluridecennale avventura nei dispositivi scenici in cui l’“imagoturgia” di Francesco Pititto e la “drammaturgia della materia” di Maria Federica Maestri si fondono con il lavoro sui testi classici, sulla rivitalizzazione degli spazi e sulla densità del lavoro performativo con i loro “attori sensibili”. Alla produzione artistica si integrano la cura del festival Natura Dèi Teatri dedicato alle nuove ricerche artistiche, i progetti Pratiche di Teatro e Pratiche di Teatro Sociale e le attività laboratoriali che, attraverso il rapporto con il Comune e l’Università di Parma, tutte pratiche che fanno di Lenz una realtà artistica dalla riconosciuta funzione pubblica e inclusiva”.
E ora due premi a dei singoli teatranti. Uno va all’autore e regista napoletano Davide Iodice che ha saputo costruire nel tempo “con mirabile perseveranza, un linguaggio artistico peculiare in cui sensibilità sociale e qualità estetica trovano un equilibrio perfetto, dimostrando che cura e creazione convivono solo a patto che si nutrano continuamente a vicenda, sfidando i reciproci recinti d’azione. Muovendosi tra didattica e creazione, nel 2013 l’artista ha realizzato a Napoli uno dei più innovativi progetti italiani, la Scuola Elementare del Teatro, un “conservatorio popolare” per le arti della scena, un progetto di arte e inclusione sociale a partecipazione gratuita, un’opportunità di ricerca e formazione permanente che ha la sua sede nei luoghi dell’Ex Asilo Filangieri riabitati dalla comunità di lavoratori e lavoratrici dell’arte, della cultura e dello spettacolo. Da quell’esperienza è nato “Pinocchio. Cos’è una persona?” uno spettacolo di rara poesia”. Per questa creazione e per il suo intero percorso con la Scuola Elementare, Iodice ha così ricevuto il Premio Speciale Ubu 2024.
Infine per la sua ricerca poetica, “in grado di interrogare la natura e l’umano senza orpelli retorici, frutto di un lavoro minuzioso praticato nella scrittura come nella scena” ha ricevuto il Premio Ubu Speciale 2024 Marcello Sambati. Questo teatrante in quasi cinquanta anni di lavoro “ha dato vita a un percorso artistico peculiare e riconoscibile, che ha attraversato diversi mondi espressivi come il teatro di ricerca degli anni Settanta, la poesia, la danza, affinando una calligrafia teatrale essenziale e rigorosa. Artista caparbiamente ai margini come scelta poetica, è stato però in grado di creare preziose occasioni di incontro tra artisti, a partire dalla fondazione del Teatro Furio Camillo di Roma con la compagnia Dark Camera. Nel tempo ha saputo incarnare l’emblema dell’attore-poeta, traghettando questa idea di teatro dagli anni delle avanguardie teatrali alla contemporaneità, e riuscendo a plasmare una figura scarna ed essenziale che misura gesto e parola come elementi di una medesima grammatica”.
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