Teatro
Premi Ubu 2022, ecco tutti i vincitori: dai Sotterraneo a Tiago Rodrigues
E’ “L’angelo della Storia” dei Sotterraneo lo spettacolo teatrale dell’anno. A decretarlo è stata, a grande maggioranza, la giuria dell’Ubu, il prestigioso premio nazionale inventato nel 1978 dal compianto critico teatrale, operatore culturale ed editore Franco Quadri scomparso undici anni fa. A decidere i riconoscimenti su quelli che sono stati ribattezzati giustamente gli Oscar della scena, è una ampia platea formata da studiosi, critici e giornalisti. Un drappello di ottanta persone (ma stavolta hanno partecipato in settanta alla votazione _ che si è confrontata non solo sugli spettacoli, ma anche sulle regie, gli interpreti, i testi originali, come le musiche, le luci, le sceneggiature e le musiche. Insomma tutto il mondo del palcoscenico è stato passato ai raggi x dai giurati. Compreso anche un serrato dibattito interno su l giudizio finale riguardanti due premi particolarmente importanti come quello della carriera e la categoria dei premi speciali. Insomma, Oscar per il teatro alla fine si è rivelata alala lunga una definizione più che azzeccata per una manifestazione che ogni volta suscita un grande interesse non solo nel mondo del palcoscenico, ma in generale per la cultura. Sono ormai ben 43 le edizioni di questo Premio inventato da Quadri, la cui cerimonia di premiazione non è solo una occasione di mondanità ma di vera sfilata dell’orgoglio teatrale italiano che per una volta si ritrova assieme per una occasione unica. Questo anno, importante la scelta dell’Ert, l’Ente Teatrale Italiano/Teatro Nazionale di sostenere, assieme a Radio 3 _ che dal 2016 ha un rapporto di media partnership con la manifestazione _ la serata degli Ubu aprendo le porte di uno dei suoi luoghi più simbolici, il Teatro dell’Arena del Sole a Bologna.
Una serata, quella di lunedì 12 dicembre da ricordare per tutta la comunità artistica e gli spettatori presenti nello spazio bolognese e quelli che dalle 20,30, per due ore circa hanno seguito, passo passo la serata condotta dalla curatrice del “Teatro di Radio3”, Laura Palmieri (assieme ad Antonio Audino). Con lei anche Graziano Graziani conduttore di “Farenheit” e “Pantagruel”. Hanno dato un loro apporto creativo la partecipazione speciale, ad inizio di serata di Alessandro Bergonzoni. Per tutta la durata della cerimonia ad alleggerire i passaggi da una premiazione all’altra, gli interventi di Ivan Talarico e dell’attrice Matilde Vigna. Ma anche gli interventi di Simone Pacini di “Fatti di Teatro” che ha dato preziose quanto curiose info scovate negli archivi del Premio.
Ad aprire la galleria delle diciassette categorie, quello più atteso, naturalmente è quello del miglior spettacolo. Questa edizione è andata ai Sotterraneo che non sono certo nuovi alle premiazione degli Ubu. Per la compagnia compagnia residente dal 2013 a Pistoia è infatti il terzo conquistato, dopo quello Speciale del 2009 e l’altro del 2018 per “Overload” e si deve sommare a una bella lista di riconoscimenti andati a Sara Bonaventura, Claudio Cirri e Daniele Villa.
Chiamati sul palco per ricevere il loro Premio, alla richiesta di scegliere una parola per il futuro del teatro da Palmieri e Graziani, Bonaventura, Cirri e Villa hanno scelto “riprogrammazione” . Per i tre teatranti questa parola significa “cambiare un programma perché produca risultati diversi dal solito. Come diciamo nel nostro spettacolo, noi Sapiens siamo continuamente programmati dalle narrazioni che ci attraversano, prima su tutte quella di un sistema economico fondato sulla crescita infinita su un pianeta finito. Ecco, noi Sotterraneo pensiamo che il teatro oggi possa proporsi come palestra di (auto)riprogrammazione, in quanto esperienza estetica dal vivo di intelligenza collettiva e cittadinanza. Ovviamente perché tutto ciò funzioni dobbiamo riprogrammarci continuamente anche noi teatranti. Perciò buon lavoro di quotidiana riprogrammazione a tuttə noi!” Ma di cosa parla l’opera vincitrice? “L’Angelo della Storia” parte dall’ultimo lavoro del filosofo Walter Benjamin, in cui descrive un angelo che vola con lo sguardo rivolto al passato, dando le spalle al futuro: le macerie di edifici e ideologie si accumulano davanti ai suoi occhi-strumenti musicali in fondo all’oceano, radar malfunzionanti, balene spiaggiate – e l’angelo vorrebbe fermarsi a ricomporre i detriti ma una tempesta gonfia le sue ali e lo trascina inesorabilmente in avanti fatta di ideali danze isteriche di massa, paracaduti inceppati, gatti milionari: questa tempesta è ciò che chiamiamo progresso. Per quanto l’angelo osservi il susseguirsi degli eventi e cerchi di resistere alla tempesta, non può fermarsi e intervenire, non può rincollare i pezzi e rifondare una realtà condivisa, non può fare assolutamente nulla per aiutarci – se non altro perché gli angeli non esistono. Quale altro essere senziente potrebbe provare a ricomporre l’infranto, smontare le narrazioni e – volando o meno – finalmente girarsi per proiettare lo sguardo in avanti? “ Così si interrogano i Sotterraneo che proprio questo fine settimana, dal 15 al 17, approdano al teatro Mauro Bolognini di Pistoia con il loro lavoro che sarà poi il 14 gennaio a Lecce, Casalecchio di Reno il 27 aprile, Ancona il 29 aprile, Pesaro l’11 maggio e sicuramente altre nei prossimi giorni si aggiungeranno.
Altro Ubu in Toscana per il miglior spettacolo di danza. Il premio va a “Inferno” coreografia, regia e responsabile anche del progetto video, Roberto Castello in collaborazione con Alessandra Moretti per la compagnia Aldes. Per Castello l’’Inferno nella cultura occidentale è “il luogo dell’immaginario che più di ogni altro ha offerto spunti a predicatori, illustratori, pittori, scultori, narratori, registi, musicisti. È il luogo dell’espiazione delle colpe morali e materiali in cui i malvagi vengono puniti e il bene trionfa sul male. È il luogo del sovvertimento e del caos nella cui rappresentazione tutto può coesistere. Ma sarebbe poco credibile oggi una rappresentazione del male come regno di un diavolo sulfureo munito di coda, corna e forcone. L’Inferno è qui, e assomiglia molto al Paradiso. È ciò che spinge a fare ogni sforzo per apparire ogni momento più bravi, più giusti, più belli, più forti, più attraenti, più responsabili, più umili, più intelligenti, che spinge a competere per ottenere gratificazioni morali, sociali, economiche, affettive”.
Spazio alla terna di chi lavora dietro le quinte di uno spettacolo per assicurarne la riuscita: scenografia, costumi, disegno luci. Per questa ultima sezione si aggiudica il premio Nicolas Bovey per “La signorina Giulia” e “I due gemelli veneziani”. Per i costumi vince Gianluca Sbicca per “M. Il figlio del secolo”. Infine al primo posto per la sceneggiatura Paola Villani (“Carne blu”). In questo ambito da segnalare il premio per il miglior progetto sonoro e musiche originali a Muta Imago per “Ashes”, mentre per la curatela e l’organizzazione arrivano primi Maurizio Sguotti e Kronoteatro di “Terreni Creativi Festival”.
Ed ecco la gara tra attori /performer. Nella sezione dedicata agli under 35 donne vince la brava Stefania Tansini, danzatrice e attrice protagonista con Silvia Calderoni dell’ultima fatica dei Motus, “Tutto Brucia”, rivisitazione delle “Troiane” di Euripide che questa estate ha avuto una parentesi straordinaria nell’edizione site specific nel centro della Sardegna ad Orroli, davanti al nuraghe Arrubiu. Per gli uomini ex aequo per Alessandro Bay Rossi e Ludovico Fededegni. Per la categoria delle star, vincono Marco Cavalcoli (“Ashes” e “Ottantanove”) e la bravissima Sonia Bergamasco (“Chi ha paura di Virginia Wolf”) che questo anno è stata insignita del premio Histryo/Anct, l’associazione nazionale dei critici teatrali.
Nuovo testo italiano/scrittura drammaturgica: un bel ex aequo vede sul podio Mario Perrotta per l’ultima parte della trilogia dedicata alla famiglia: “Dei Figli” e la formidabile coppia formata da Elvira Frosini e Daniele Timpano per “Ottantanove”.
Per il nuovo testo straniero, vincitore unico “Con la carabina” di Pauline Peyrade. Ed è ancora questo testo che ritroviamo nel premio alla migliore regia che questa edizione va a Licia Lanera per il suo “Con la carabina”.
Bel colpo anche a chi ospita la manifestazione, cioè l’Ert che ha ricevuto due riconoscimenti. Quello del disegno luci a Nicolas Bovey per “La signorina Giulia” con la regia di Leonardo Lidi, produzione dello Stabile dell’Umbria) e “I due gemelli veneziani” , regia di Valter Malosti coprodotto da Ert che ha appena chiuso la sua torunèe. Altro premio prestigioso è andato per la sezione del miglior spettacolo straniero presentato in Italia: a “Catarina e a beleza de matar fascistas” di Tiago Rodrigues, produzione di Emilia Romagna Teatro/ErtTeatro nazionale in sinergia con diverse realtà internazionali: da Wiener Festwochen a ThéâtredelaCité – CDN Toulouse Occitanie & Théâtre Garonne Scène européenne Toulouse, Festival d’Automne à Paris & Théâtre des Bouffes du Nord. Dal Teatro di Roma-Teatro Nazionale a Centro Cultural Vila Flor, O Espaço do Tempo. Il regista portoghese Tiago Rodrigues nominato direttore del Festival di Avignone, è intervenuto con un video di saluto in cui ha dichiarato: «Felice di un premio così prestigioso, intitolato a Franco Quadri che non ho avuto la fortuna di conoscere ma, per la cui figura nutro una grande ammirazione e di cui ho potuto apprezzare l’eredità avendo diretto l’Écoles des Maîtres nel 2018. Questo premio mi onora profondamente per il coraggio e la scelta fatta in Italia, soprattutto in questo preciso momento storico e politico». Lo spettacolo è andato in scena il 28 e 29 aprile 2022 al Teatro Storchi di Modena. E infine gli ultimi due premi: carriera e premi speciali.
Quello alla carriera è andato a un veterano come Umberto Orsini. Per i premi speciali ecco la terna: Fabrizio Arcuri, Malagola (Ermanna Montanari) e Massimo Marino. Al primo il premio è andato per “per il ruolo seminale di una progettualità artistica e organizzativa che nel corso di trent’anni ha saputo creare percorsi collettivi e di incontro tra gli artisti della scena contemporanea, tra festival, rassegne, spettacoli e oggetti fuori formato. Dalla nascita di Area06 e Short Theatre a Roma, passando per Prospettiva a Torino, il Teatro della Tosse a Genova e la più recente esperienza al CSS di Udine, Arcuri ha plasmato luoghi di aggregazione ispirati a una visione plurale. Parallelamente, la compagnia degli Artefatti è stata a sua volta luogo di incontri artistici fecondi che hanno poi saputo diramarsi anche al di fuori di essa”.A Malagola, diretta e fondata da Ermanna Montanari del Teatro delle Albe ed Enrico Pitozzi perchè è “una scuola di vocalità dall’anima artistica e scientifica. Nata da poco più di un anno, a Ravenna, è una bottega d’arte riconosciuta come corso di alta formazione, aperta alla cittadinanza in diverse articolazioni pubbliche. Molteplici esperienze artistiche sono confluite così in luogo fisico, un palazzo storico di pregio, restituito alla città in sinergia con le istituzioni locali: il manifestarsi “politico” del procedere congiunto di trasmissione e ricerca”.
Infine il riconoscimento al critico teatrale Massimo Marino che da “allievo ha fatto parte del Teatro Vagante di Giuliano Scabia, partecipando al “Gorilla Quadrumàno”. Da insegnante e critico ha continuato a divulgarne azioni e peregrinazioni. Dopo la recente scomparsa del maestro, Marino si è dedicato a conservarne la memoria, organizzando diverse mostre e dando alle stampe una fondamentale monografia, “Il poeta d’oro. Il gran teatro immaginario di Giuliano Scabia “(La Casa Usher 2022), scritta con il puntiglio analitico degli scienziati e percorsa dalla passione “baùca” degli innamorati.
Il Comitato Scientifico dei Premi Ubu 2022 è composto da Lorenzo Donati, Roberta Ferraresi, Laura Gemini, Maddalena Giovannelli, Graziano Graziani, Leonardo Mello, Rossella Menna. Il Comitato è stato nominato dal direttivo dell’Associazione Ubu per Franco Quadri, composto da Jacopo Quadri (presidente) con Cheti Corsini e Cristina Ventrucci. I Premi Ubu 2022 sono realizzati dall’Associazione Ubu per Franco Quadri con il coordinamento di Jacopo Quadri, Cheti Corsini, Graziano Graziani, Leonardo Mello e Rosalba Ruggeri e il sostegno del Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna e la collaborazione di: Ubulibri, Cronopios Eventi, Altre Velocità e Patto per la Lettura/Bologna.
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