Teatro

PIACERE, PUGLIA OFF: quando il Teatro collabora con l’Università

2 Novembre 2015

Cominciamo la settimana presentandovi una Compagnia iscritta a Puglia Off, la Compagnia Stabile del T di Bari. Due gli spettacoli, iscritti a Puglia Off, prodotti dall’Associazione Culturale “La Bautta” in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”: “Piccoli crimini coniugali” e “Le Fuggitive”.

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A partire dal 2009 l’Associazione culturale La Bautta ha stipulato e rinnovato una convenzione con l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, dipartimento LELIA, realizzando il progetto “WELCOME: benvenuti nel mondo del lavoro”, uno stage rivolto a laureandi in Lettere, Culture Teatrali e Scienze dello Spettacolo e della Produzione Multimediale. Responsabile del progetto l’attrice Mariapia Autorino.

Lo Stage ha seguito in questi anni l’ottica della Produzione, organizzazione e distribuzione di uno spettacolo teatrale che nasceva all’interno dell’Università e che accostava gli studenti a dei professionisti del settore teatrale. Obiettivo del progetto era di avvicinare giovani generazioni al Teatro sia come spettatori che come attori in prima linea di un processo produttivo.

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Uno degli spettacoli nato grazie a questo stage è  PICCOLI CRIMINI CONIUGALI:

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Piccoli Crimini Coniugali di Eric-Emmanuel Schmitt è un testo denso di colpi di scena che attraverso un insieme di alterne vicende cerca di coinvolgere e far rispecchiare ogni coppia, qualunque sia la sua età, nell’assurda realtà in cui ogni coniuge vive all’interno dei labirinti della mente. Un inganno diventa il pretesto per i due coniugi per riscoprirsi in un ambiente surreale, circondati da una società in cui i ritmi sono sempre più frenetici e i rapporti interpersonali sono quanto mai minati.

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Vi sono delle situazioni relazionali che affondano le loro radici nella più totale irrealtà. L‘irrealtà diventa il luogo dove la realtà della coppia trova il giusto spazio e il giusto tempo.
Il tempo è immobile e la capacità dei personaggi di renderlo ancora più immobile ci rimanda alla quotidianità della coppia di ogni tempo. Eric-Emmanuel Schmitt rende così naturale e “ovvio” lo scontro tra i due protagonisti da far diventare la dimensione teatrale più densamente fitta di appariscenze che nell’essenzialità della scena trovano la loro forza. Il gioco della memoria, intentato da uno dei protagonisti, è uno dei tanti stratagemmi che arricchiscono, oggi, e forse hanno sempre arricchito, la vita di coppia. La speranzosa fedeltà della protagonista crea il motore che vale al protagonista maschile la possibilità di arricchire e architettare in ogni minimo dettaglio il gioco delle incomprensioni.

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Lui, scrittore, sembra scrivere la vicenda psicologica a cui lo spettatore assiste creando e inventando, in ogni minimo dettaglio una molla di vicissitudini che scatenano, nei momenti di disattenzione, dei malintesi (anche questi veri o presunti) che rimescolano e danno adito a un nuovo capitolo di questi surreali piccoli crimini coniugali. E’ l’assurdità dei pensieri, dei castighi, degli atti mancati, delle rivelazioni a portare questo mondo coniugale in una dimensione sterile e staccata dalla realtà che è ben più complessa. In realtà si realizza un pretesto che serve ai protagonisti ad arginarsi dalla “realtà” per rinchiudersi in un “non luogo” che è la propria casa per scatenare la propria psiche in una miriade di creazioni paradossali.

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            Anche ne LE FUGGITIVE si parla di crisi esistenziali, due donne rincorrono la vita da cui… scappano:

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Uno spettacolo sulle donne che troppo amano, che troppo spesso si sentono in colpa. Una cinquantenne in piena crisi d’identità e una vecchietta rinchiusa in una casa di riposo scelgono la stessa notte per fuggire. Si ritrovano sul ciglio di una strada a fare l’autostop. Scopriranno di non essere poi così diverse. Un viaggio che permetterà alle due donne di raccontarsi come mai avevano fatto prima per colpa di mariti indaffarati, figlie capricciose e parenti fin troppo lontani.

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Un viaggio di due donne o una semplice divagazione mentale?
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Dalle difficoltà che incontra la donna nella quotidianità alla crisi della propria identità in un mondo in cui la maggior parte degli uomini sa solo restare attaccata alle sottane delle mamme.

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Le fuggitive” è un divertente e straordinario testo di due autori contemporanei francesi, Pierre Palmade e Christophe Duthuron. Narra la storia di due donne che vivono una fuga reale o immaginaria il cui viaggio si intende come una divagazione mentale. Entrambe le protagoniste, chiuse e soffocate nel loro mondo, immaginano di viaggiare lontano da tutto e da tutti. Margot, durante la festa dei 18 anni di sua figlia, potrebbe essersi isolata un attimo, aver chiuso una attimo gli occhi e immaginato il suo paesaggio, il suo viaggio alla scoperta di sé con la madre che non ha mai avuto. Claude, chiusa nel suo ospizio, potrebbe aver fatto la stessa cosa, chiuso gli occhi e immaginato un viaggio con un’amica e una figlia che non ha mai avuto…

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