Teatro
Odin Teatret senza casa, addio al Nordisk Teater di Holstebro
Odin Teatret, la divisione e l’addio alla storica residenza di Holstebro. Il luogo, celebre tra i teatranti di tutto il mondo dove a centinaia, attori o registi si sono formati seguendo le lezioni del maestro pugliese, casa del teatro per eccellenza, non sarà più la sede del gruppo che ha dato vita negli anni settanta al movimento del Terzo Teatro. La compagnia diretta da Eugenio Barba si divide e una parte, quella guidata dal carismatico maestro abbandona il Nordisk Teater Laboratorium e il luogo mitico dove tutto è cominciato. Separazione dolorosa, di forte valore simbolico soprattutto. Ma Eugenio Barba e i suoi attori più fedeli hanno già metabolizzato e guardano con senso di sfida il futuro. E’ dell’altra sera una nota ufficiale della compagnia dal titolo esplicativo : “La vecchiaia errante dell’Odin Teatret” a segnalare proprio la natura nomade di questa straordinaria compagnia che ha viaggiato e rappresentato i suoi spettacoli in tutto il mondo, incidendo, in alcuni casi profondamente, nella cultura teatrale di molti dei luoghi visitati: vedi il caso di alcuni Paesi dell’America Latina dove l’Odin è stato nei fatti mallevadore di compagnie e teatri a cui sono poi rimasti legati. Ed ecco il racconto dell’epilogo di una lunga Odissea e l’inizio di una nuova come Barba stesso ha indicato dopo aver premesso di aver preso la decisione alla fine del mese di novembre di questo anno di lasciare il Nordisk Teater laboratorium-Odin Teatret, “l’istituzione che dal 1966 io e i miei attori _ dice Barba _ abbiamo fondato e sviluppato a Holstebro e di cui sono stato responsabile fino al dicembre 2020”.
Ed ecco il racconto delle cause che hanno spinto a questa sofferta e storica decisione.
“Questa separazione è dovuta alle scelte artistiche e alle trasformazioni organizzative del nuovo direttore e del consiglio di amministrazione. Il loro modo di pensare e realizzare il teatro diverge fondamentalmente dagli ideali e dalla cultura del lavoro che hanno caratterizzato l’identità dell’Odin Teatret come gruppo teatrale”. Sono sicuramente differenze importanti, tali da diventare ostacolo insormontabile al prosieguo di una collaborazione in quello che sono ormai due distinte realtà, e tali da spingere alla separazione. Si lascia la residenza ma non Holstebro, dove tutto è cominciato più di cinquanta anni fa. Barba afferma infatti che “Io e l’Odin teatret continueremo le nostre attività a Holstebro e all’estero”. Da qui anche l’invito a restare informati sulle attività della compagnia sintonizzandosi sul nuovo sito (https: //odinteatret.org ) e sui social che portano il nome dell’Odin. Ed ecco la parte affettiva e “politica” del messaggio rivolto dal grande regista al cosiddetto “popolo segreto” dell’Odin, dove tra le righe si intuisce un aspro conflitto generazionale.
“Io, regista ottantaseienne, i miei attori con più di settanta primavere, ci rallegriamo alla prospettiva di continuare a incontrare i cittadini di Holstebro e il “popolo segreto” dell’Odin che ci hanno seguito per più di mezzo secolo. Contiamo di trascorrere attivamente la nostra vecchiaia con spettacoli e progetti al ritmo della nostra età. Non avverrà, però, nella fattoria che avevamo trasformato in “teatro laboratorio”, la casa che ha accolto tanti di voi. Ma noi tutti sappiamo che il teatro non è un edificio ma gli uomini e le donne che lo fanno”. La chiusa è un messaggio pieno di amore e fiducia verso chi ha sempre amato la compagnia; traccia le linee del futuro e lancia un messaggio finale alla cittadinanza e agli amministratori del comune danese ricordando un sodalizio iniziato tantissimi anni fa e che ha dato vicendevolmente, fama, successo e rispetto in tutto il mondo. “L’Odin Teatret continuerà a danzare con inossidabile fiducia nei valori che lo hanno ispirato e con immutata gratitudine verso i cittadini e i politici di Holstebro che ci accolsero quando eravamo degli anonimi stranieri”… Il messaggio lanciato in più lingue segna quindi le nuove rotte del drappello teatrale annunciando le prossime tappe e impegni della compagnia. Come sempre ricca di appuntamenti l’agenda di seminari e laboratori grande parte rintracciabili anche sul sito web che ha molte parti ancora in costruzione.
Queste le tournée previste per l’anno prossimo. L’Odin sarà a gennaio in Messico; il mese di febbraio (5-14) al festival di Kerala in India; a marzo workshop di Julia Varley a Bergamo (22 febbraio 4 marzo); a maggio via alle sessioni dell’Ista a Budapest, Amsterdam e Ghent in Olanda, (“Flying Carpet”) e Holstebro. Eugenio Barba e Julia Varley saranno dall’11 al 15 dicembre di questo anno a Brasilia per “Arte Secreta do Ator”, un master per un gruppo ristretto di attori e osservatori. A Budapest invece dal 7 al 21 maggio in collaborazione con Sinum Theatre Laboratory. Maestri di diverse tradizioni di teatro e danza, in collaborazione con Eugenio Barba, introdurranno i partecipanti ai principi pre-espressivi che guidano la creatività delle loro forme sceniche. Durante la 17a sessione dell’ISTA/NG, i maestri di teatro e danza esemplificheranno con lavoro pratico le loro specifiche tecniche di composizione e montaggio. I partecipanti avranno l’opportunità di vivere sul loro corpo il saper fare fisico e mentale di attori/danzatori di diverse tradizioni. Questo processo, insieme alle dimostrazioni e i racconti biografici dei maestri, permetterà di esperire e paragonare principi e strategie che contribuiscono al montaggio finale di uno spettacolo. Centrale per i partecipanti sarà l’applicazione di questi principi nel montaggio di Eugenio Barba per “Anastasis/Resurrezione” spettacolo programmato il 20 maggio al Teatro Nazionale di Budapest nel quadro delle Olimpiadi del Teatro. La 17a sessione dell’ISTA/NG continua un’attività sviluppata dall’Odin Teatret in cui creazione artistica e pratica pedagogica si fondono alla ricerca. Questa zona fertile e intermedia corrisponde a quello che in scienze naturali si chiama ricerca applicata.
Nelle arti, e in particolare nel teatro, la ricerca pura corrisponde alla ricerca di principi di base. Il metodo consiste nell’aprire un cammino verso le origini della propria identità professionale, nel porre domande apparentemente ovvie o ingenue e, ancora una volta, nel partire dal primo giorno per analizzare nuovamente l’esperienza acquisita. Con Eugenio Barba anche: Keiin Yoshimura e So Sugiura (Giappone), Parvathy Baul (India), I Wayan Bawa (Bali), Yalan Lin (Taiwan), Alício Amaral, Juliana Pardo (Cia. Mundu Rodá, Brasile), Alessandro Rigoletti, Caterina Scotti (Teatro tascabile di Bergamo, Italia), Julia Varley (Odin Teatret, Danimarca) e Ana Woolf (Argentina).Quasi a stretto giro di posta, il giorno dopo è arrivata la nota ufficiale del Nordiske Teater Laboratorium che ringrazia e saluta Eugenio Barba e l’Odin annunciando il programma di attività del mese di dicembre.
“Come annunciato in precedenza, Eugenio Barba lascerà il Nordisk Teaterlaboratorium il 1° dicembre 2022 e il ricambio generazionale, in atto da anni, sarà completato”. Così esordisce la nota che così prosegue: “È un anniversario di tipo malinconico e doloroso”, ha affermato il direttore del consiglio di amministrazione Louise Ejgod Hansen, “perché è un’epoca che si chiude, e a nome del teatro e di Holstebro vorremmo ringraziare Eugenio Barba e l’ensemble dell’Odin Teatret per le impressioni e le impronte che hanno lasciato in tante persone nel corso degli anni”. Nell’augurare a “Eugenio Barba i migliori auguri per le nuove attività e i progetti per i prossimi anni” la nota aggiunge una informazione finale che pare una stilettata.
“Molti degli attori dell’Odin Teatret rimarranno al Nordisk Teaterlaboratorium”. E non sono nomi di poco conto a cominciare da Iben Nagel Rasmussen, Roberta Carreri, Kai Bredholt, Donald Kitt, Luis Alonso e Carolina Pizzaro” che prosegue il comunicato “continueranno il loro lavoro artistico al Nordisk Teaterlaboratorium”. Giusto per la cronaca l’attività del Laboratorium continua come regolarmente e annuncia oltre all’attività di Inuna Radio: dal 5 al 20 un workshop guidato dall’italiana Roberta Carreri incentrato sul training e il risveglio dell’attore per quanto riguarda la prima parte, sull’uso della voce nella seconda. Dopo una ospitalità del Grusimhetens Teater con “The Raven” adattamento teatrale dal poema di Edgar Allan Poe, l’attività formativa prosegue con un seminario (il 7) di artisti sudcoreani, lo spettacolo “The Deaf Man’s House” con Else Marie Lakvik, Rina e Ulrich Skeel, dedicato a Francisco Goya, regia di Eugenio Barba (il 7). Il giorno dopo di scena Roberta Carreri in “Flowers for Torgeir” e “Danish Songs and Flamenco” con Kai Bredholt ed Erika Sanchez. Dal 7 al 19, infine si terrà “Path of Actions” un workshop a cura di Valerio Peroni e Alice Occhiali del Váli Theatre Lab.
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