Giustizia
Non esiste la libertà. La lezione di Cosimo Rega
«La vita è tante piccole vite tutte insieme» (Cristina Comencini)
E’ morto il 30 agosto Cosimo Rega. Aveva appena 69 anni e tante cose ancora da insegnare.
Attore di teatro e di cinema, artista. Arrivato al teatro da detenuto, condannato all’ergastolo. Aveva terminato da pochi mesi di scontare la sua pena e aveva trascorso più anni della sua vita in carcere che da persona libera.
Così si raccontava: «Ho studiato, ho scritto, ho tradotto in napoletano Shakespeare e recitato. Ho portato sulle tavole del palcoscenico Eduardo De Filippo, Dante e tanti altri ancora. Ho avuto la fortuna e l’onore di far parte del cast di Cesare deve morire dei fratelli Taviani. Ero Cassio. L’arte la cultura l’amore dei miei, il dialogo con le Istituzioni, hanno completamente cambiato e schiarito i miei orizzonti. Ho la consapevolezza di cosa è il male, e di quello che ho inflitto».
Raffaele Bruno, parlamentare che si è battuto per una legge “un teatro in ogni carcere” che lo ha conosciuto molto bene, così lo ha raccontato: «Apprendo con profondo dolore la notizia della scomparsa di un uomo che è stato capace di cambiare sé stesso utilizzando lo strumento dell’arte, un esempio di redenzione umana e sociale, una persona che avrebbe avuto ancora molto da raccontare, insegnare, dimostrare. Cosimo era ergastolano ma anche attore e poeta. Abbiamo avuto, con il mio collettivo Gli Ultimi Saranno, il piacere di conoscerlo e di collaborare con lui, i suoi racconti sul potere del teatro tra i detenuti ci hanno incantato e motivato, ci ripeteva che, presentandolo al nostro pubblico, avremmo sempre dovuto ricordare il suo oscuro passato prima dell’incontro con l’arte: sapeva bene che il messaggio fondamentale era che chiunque può trasformarsi, se decide di farlo».
In una bellissima intervista in cui racconta tutta la sua vita, reperibile sul canale YouTube del collettivo Gli ultimi saranno, Cosimo così condensa il senso profondo di quanto è andato rappresentando sul palco, davanti ad una telecamera, raccontando la sua vita nelle scuole: «Ho capito che non esiste la libertà. Esiste la ricerca della libertà. Questa ricerca ci rende liberi».
Il collettivo Gli ultimi saranno ha girato in questi anni molte carceri italiane, portando l’improvvisazione teatrale là dove nessuno potrebbe pensare serva a qualcosa.
Ha cercato con passione e creatività di offrire un’opportunità di cambiamento per i detenuti attori e di mutamento delle modalità relazionali di chi vive l’esperienza del carcere.
E’ stato protagonista di un evento eccezionale: un seminario di presentazione delle sue attività con protagonisti, per la prima volta nella sua storia, alcuni detenuti nel palazzo cuore delle nostre istituzioni, il Parlamento.
Così il collettivo ha salutato Cosimo: «Cosimo Rega è stato un boss, poi un ergastolano, poi un attore e un poeta. È riuscito a cambiare, senza mai tentare di oscurare la condanna del proprio passato: “sono un ex camorrista, ma non potrò mai dire di essere un ex assassino”, ripeteva, con voce ferma, definitiva. Ci ha affiancato nel nostro percorso per l’arte e per gli ultimi, ci ha messo a disposizione la sua esperienza e il suo esempio di radicale trasformazione. La notizia della sua morte ci ha lasciati tristi, perché se ne è andato un compagno di viaggio, ma ricordiamo il suo urlo, con lo sguardo dritto in camera. Ciao Cosimo».
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