Teatro
Miracoli Metropolitani in un mare di acque nere
Fino a Capodanno (compreso!) al teatro Elfo Puccini a Milano è in scena Miracoli Metropolitani, uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo che ha debuttato nel luglio 2020 al Napoli Teatro Festival. Scritto da Gabriele Di Luca e diretto anche da Alessandro Tedeschi e Massimiliano Setti, in scena ci sono Elsa Bossi, Ambra Chiarello, Federico Gatti, Aleph Viola, Beatrice Schiros, Massimiliano Setti, Federico Vanni.
Siamo in un futuro distopico molto vicino o in un mondo parallelo molto simile al nostro, o di cui noi siamo il germe. In una carrozzeria riadattata a cucina un ex chef stellato di nome Plinio cucina pessimo cibo da asporto ed è suo malgrado specializzato in pasti deglutinati per celiaci. Attorno a lui sua moglie, elegante “whannabe” affetta da grave bovarismo; il figliastro che dedica tutto il suo tempo a un videogioco inquietantemente razzista; un simpatico carcerato che svolge lavori socialmente utili facendo consegne ma intanto spera di diventare attore; una nonna ex sessantottina che pensa solo alla rivoluzione ed è stata una pessima madre; una lavapiatti etiope incinta che riesce sempre a rimettere tutti al proprio posto. Infine Cesare, l’aspirante suicida, che entra nelle loro vite all’improvviso e a tratti scalfisce queste solitudini senza ritorno che si avvicendano nella cucina.
Fuori di lì, i notiziari raccontano lotte senza quartiere, raid continui contro gli immigrati, odio, arresti e violenza e le fogne della città che, pervase di rifiuti tossici e inquinamento, stanno esplodendo e allagano di “merda” strade e abitazioni: presto arriverà anche qui.
Non c’è metafora, è troppo vicino alla realtà questo mondo che ci viene raccontato con l’ironia che distingue Carrozzeria Orfeo. L’incuria ambientale portata avanti fino all’ultimo pur di non vedere niente di umano dell’umano, nascondendo sotto terra tutto ciò che non vogliamo vedere, i marciapiedi ripuliti delle coperte dei barboni e le luci e i riscaldamenti che fanno brillare di tepore la città sembrano il preludio perfetto a un rivoltarsi della terra che ci affoga nel nostro stesso schifo.
E le umanità schiacciate, dall’inconsapevolezza dell’ignorantissimo ragazzino dedito solo ai videogiochi, alla ben maggior consapevolezza dello chef costretto a venire incontro a richieste svilenti ma che cerca di far assaggiare almeno in casa i suoi tagliolini al ragù di coniglio – queste umanità – sono terribilmente vicine e il loro svilimento, portato allo scoperto, “in scena”, ci appartiene come le acque nere che scorrono, per ora, nelle fogne della nostra città.
Eppure nel sottosuolo di quella squallida cucina, fra quelle squallide vite qualche barlume di potentissima umanità si vede, senza per questo dare la sensazione di voler essere pacificante: è comunque la merda a vincere, coperta solo da una breve risata inconsulta.
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