Teatro

Le Meraviglie del Teatro, a Cagliari e Palermo

23 Ottobre 2022

Ecco Le Meraviglie del Possibile. Un festival che partito nei giorni scorsi a Cagliari (Spazio Domosc) per la sua nona edizione, fino al 2 dicembre, propone un itinerario tra macchine teatrali contemporanee, nuove tecnologie e arte visiva. Rassegna tra le pochissime in Italia a sondare i limiti e verificare lo stato dell’arte del teatro digitale, mostrare i progressi del dialogo tra performer e realtà virtuale, cyborg e teatranti. Organizzato da Kyberteatro (emanazione dell’Aquilone di Viviana) è diretto artisticamente dalla regista Ilaria Nina Zedda e Marco Quondamatteo è addirittura il primo in Italia, in ordine di tempo ad occuparsi con programmi sempre di livello dell’interazione tra teatro e tecnologia. Negli anni questa piattaforma è cresciuta diventando anche un punto di confronto e riferimento internazionale per artisti digitali (crescita che è valsa il riconoscimento nel 2021 da parte del Fus, il Fondo Unico per lo Spettacolo) mostrando il lavoro di realtà francesi, olandesi, libanesi e spagnole e formazioni giunte anche dalla Germania e dal Portogallo (che è valso il riconoscimento Effe Label, un marchio di qualità che viene attribuito alle rassegne europee che si contraddistinguono per il loro lavoro nel campo delle arti, per coinvolgimento realtà locali e apertura internazionale). Il tema prescelto in questa edizione è quello delle “Drammaturgie Ipermediali”.“In questa nona edizione – ha spiegato Nina Zedda – proporremo un focus sull’uso della drammaturgia multimediale nel teatro, attraverso la presentazione di spettacoli e performance basati su differenti approcci e combinazioni: narrazioni non lineari che mescolano elementi dell’immaginario, del reale e del virtuale. Il cartellone di Le Meraviglie del Possibile 2022 prevede, appunto, spettacoli di teatro e performance che esplorano innovative drammaturgie multimediali, realizzati da compagnie nazionali ed europee di rilievo e da artisti emergenti selezionati attraverso la nostra Open Call Internazionale”.

Una scena da “Fiori per” tratto dal romanzo di Daniel Keyes “Fiori per Algernon”. La regia è di Nina Ilaria Zedda per Kyberteatro questi giorni al festival di Cagliari su teatro e nuove tecnologie

Il via nei giorni scorsi, per tre sere, con lo spettacolo dei padroni di casa, Kyberteatro,”Fiori per” ispirato dal libro “Fiori per Algernon” dello scrittore americano Daniel Keyes. Lo spettacolo che ha debuttato lo scorso anno vede in scena un solo attore, Riccardo Lai, eccellente prova nel ruolo di Carlo Gordo, un giovane disabile selezionato per un esperimento scientifico che solleverà potentemente il suo Quoziente di Intelligenza. Il suo destino si intreccerà “con quello di Algernon, un topolino bianco da laboratorio che ha subito la stessa operazione e che gareggia con lui all’interno di un labirinto. La complessità delle sue vicissitudini, prima e dopo l’operazione, restituisce allo spettatore un’immagine universale: l’essere umano è intrappolato in un labirinto esistenziale nel quale si muove a tentoni come “un nato cieco a cui è stata data la possibilità di vedere la luce”. Appuntamento successivo sabato 29 con “Meta-Versi” performance di Kyberteatro, regia di Nina Zedda e luci e videomapping di Marco Quondamatteo, visual artist: Simone Murtas. Si tratta di una esperienza creativa condotta nei mesi scorsi dalla compagnia con allievi attori e immigrati under 21. Lo spettacolo vuole “abbattere i pregiudizi sulla Generazione Z e riflette l’energia creativa, la capacità di ascolto e dialogo, le ambizioni e le insicurezze di questi giovani che negli ultimi due anni hanno vissuto sulla loro pelle traumi e disagi causati dalla solitudine e dall’isolamento”.

Dal 3 novembre in poi tre giorni in compagnia dell’artista multimediale olandese Bethany Crawford con la performance multimediale interattiva “The Evolutionary Concrescence of Bethany Crawford”. Lo spettacolo è una sorta di dialogo tra l’artista stessa e il supo avatar in 3d creato con la piattaforma digitale chabot AI. La Bethany reale e quella virtuale “interagiscono in un’appassionante e curiosa conversazione che, nel tempo della performance, traccia l’evoluzione dell’intelligenza artificiale, i suoi sentimenti e gli stati emotivi. È una conversazione esistenziale tra due diverse entità che coesistono nel tempo ma in spazi diversi, una in quello reale e l’altra in quello virtuale, e che insieme discutono di libri, citazioni, digitalizzazione, teologia, evoluzione, sull’esistenza, la coscienza, la morte, l’aldilà, l’anima, il dolore, il lutto, la vita dopo la morte. La Bethany Intelligenza Artificiale impara dalla sua controparte umana divenendo nel tempo sempre più simile a lei fino a confondersi e fondersi l’una nell’altra”.

Un momento di “The Walk” della compagnia Cuocolo-Bosetti in programma al festival “Le meraviglie del possibile” di Cagliari (foto di Ilaria Costanzo)

L’artista e autrice olandese lavora nell’ambito del performing media, esplorando la visual art in relazione alla memoria e analizzando come questo rapporto si traduca nel tempo, nello spazio e nelle nuove tecnologie. Bethany Crawford si è laureata al Dutch Art Institute di Arnhem con un master in Pratiche Artistiche ed è ricercatrice al Dipartimento di studi sui Media dell’Università di Amsterdam. Sabato 5 al termine dello spettacolo Crawford è protagonista di un talk pilotato da Carlo Infante, changemaker ed esperto di Performing media, fondatore di Urban experience di Roma.

Il 12 novembre (in replica anche il giorno dopo) è di scena la compagnia Cuocolo/Bosetti con “The Walk”, performance multimediale itinerante nella città di Cagliari con la regia di Renato Cuocolo e Roberta Bosetti . L’evento, in collaborazione tra Kyberteatro e Imago Mundi è previsto per un massimo di 28 spettatori a replica. “The Walk” è un lavoro originale in cui “in cui vita e teatro si sovrappongono in uno spazio interattivo e intermedio tra due mondi: la voce nelle cuffie garantisce al pubblico partecipante un passaggio sicuro attraverso questo stato di vulnerabilità. La storia di The Walk raddoppia, rinforza, espande l’esperienza del camminare insieme. Invita gli spettatori e le spettatrici a ricreare un itinerario in cui la relazione tra frase, immagine e città genera un nuovo significato. Le sue biforcazioni e metamorfosi, come quelle del percorso, producono un inusuale senso di spaesamento”.

Il 18 e 19 novembre alle 21 è di scena la compagnia romana Ada Collettivo Informale per la scena, vincitrice dell’Open Call Internazionale del festival, che presenterà “Twittering Machine”. Di e con Loredana Antonelli, Lady Maru e Pasquale Passaretti, tutti e tre eclettici performer. Quattro uccelli costretti a cinguettare dal movimento di una manovella dipinti nel quadro “Die Zwitscher Machine” di Paul Klee (1922) forniscono il materiale di ispirazione per “Twittering Machine” una live performance multimediale che “replica l’assurdità della società contemporanea inscenando una giornata tipo di un dipendente tipo, laddove il tempo è uno spietato ingranaggio di una macchina inutile. Una performance sull’alienazione del lavoro, l’aberrazione etica e la svalutazione della vita umana, plasmata attraverso un paesaggio astratto che altro non è che la sfera emotiva di tutti noi”.

Intelligenza artificiale e teatro. Nella foto la performer olandese Bethany Crawford nel corso della performance “The Evolutionary Concrescence of Bethany Crawford”

Il 26 Novembre si tiene il workshop di nuove tecnologie “Meta-Teatro per Metaverso” a cura di Marco Quondamatteo e Simone Murtas. Il festival si chiuderà il 2 dicembre con il talk spettacolo “Pixel and performing arts” con Kyberteatro e la compagnia danese Limfjordsteatret, progetto vincitore del bando europeo Erasmus plus-Small Scale in cui le due compagnie lavorano insieme.

Dalla Sardegna alla Sicilia, due regioni spesso tagliate fuori dalla distribuzione di eventi teatrali contemporanei e dove, invece esiste curiosità e attesa, con iniziative di valore come festival e rassegne. Ecco a Palermo la terza edizione di un festival in continua crescita come Prima Onda. Ideato da Genìa, il collettivo multidisciplinare di realtà produttive nel campo del teatro, della danza e della musica, Prima Onda 2022 presenta una miscela originale tra le diverse generazioni di artisti, scelti da una triplice direzione artistica. Giovanna Velardi, direttrice artistica della Compagnia Giovanna Velardi e dell’associazione PinDoc (sostenuta dal MIC), coreografa siciliana tra le più note anche a livello internazionale, curatrice della sezione danza del festival; Manuela Lo Sicco, attrice, regista, coreografa, Premio Ubu 2021 come miglior attrice, per la sezione teatro; e Valeria Fazzi, da anni nell’organizzazione scientifica della storica associazione musicale Curva Minore, per la sezione musica. Collabora con la direzione artistica un comitato scientifico costituito da studiosi ed artisti di livello internazionale. Nutrito il carnet degli appuntamenti che promettono più di 30 spettacoli, incontri e conferenze nell’arco di dodici giorni. Tra i nomi di compagnie in programma quelli di Babilonia Teatri, Fanny & Alexander, dalla Francia Marie Lelardoux, per la danza Claudia Castellucci e Roberto Zappalà.Mettere il corpo dove questo è stato sottratto. Questo è il tema dell’edizione. Tornare ai luoghi, “tessere relazioni tra persone, prendersi cura dell’ecosistema, conoscere realtà e persone che in quei luoghi resistono e insistono ogni giorno”. Il festival vuole spostare l’attenzione dal centro alla periferia, sulla Costa Sud di Palermo, dove dal 26 ottobre al 6 novembre una fittissima trama di attività culturali sarà intessuta tra i luoghi delle associazioni presenti, dei presidi culturali e sociali, dentro le sedi istituzionali, tra le realtà imprenditoriali vive e propositive, ma anche dentro l’acqua di quel mare negato di Palermo; tra l’Ecomuseo del Mare, la Fondazione “Casa Lavoro e Preghiera” di Padre Messina, il Cubo di Sant’Erasmo, lo Stand Florio, il Centro Padre Nostro di Don Pino Puglisi, Palazzo Mirto, la foce del fiume Oreto e sul lungomare di Romagnolo.

Un’immagine da “L’amica geniale a fumetti” della compagnia Fanny &Alexander di scena al festival “Prima Onda di Palermo

A dare il via a “Prima onda” alla Cavallerizza di Palazzo Mirto dalle 18.30 alle 20.00 sarà la compagnia Frazioni Residue con l’installazione Le “Frequenze della Memoria”, (in replica anche il 27 alla stessa ora) esito di una residenza artistica presso il Centro Padre Nostro, che ha dato vita a un lavoro composito sul valore della memoria della città; per dar voce e farla vivere con testimonianze, ricordi e parole delle persone che in quei luoghi hanno vissuto.

A seguire, a compagnia Fanny & Alexander (Ecomuseo MMV, ore 20.15) presenta il suo progetto “L’amica geniale a fumetti” tratto dalla graphic novel di Mara Cerri e Chiara Lagani sul celebre romanzo omonimo. In scena Chiara Lagani recita i testi di Elena Ferrante nella riduzione che ne ha fatto per il fumetto composto assieme a Mara Cerri.  Alle sue spalle corrono i disegni animati tratti dal libro, per dar corpo e volto ai momenti evocati dalle parole del racconto. Spazio, giovedì 27 a “Le esercitazioni ritmiche di Palermo. Il trattamento delle onde” di Claudia Castellucci: una danza aperta al pubblico fondata sul suono delle campane (i ‘trattamenti’, cui il titolo della danza fa riferimento, sono i colpi, i movimenti e le sospensioni che si effettuano con un bastoncello di nocciolo), alla foce del fiume Oreto (adiacente all’Ecomuseo MMV, alle 17.00).I suoni prolungati delle campane si disporranno in una serie di rintocchi che si rifrangeranno ed espanderanno con le correnti, stringendo insieme la presenza e la memoria (una presenza che non passa).

Alle 18.30 ancora una replica di “Le Frequenze della Memoria” alla Cavallerizza di Palazzo Mirto. Chiude la giornata un ritorno a Prima Onda Fest, quello di Marie Lelardoux, fondatrice della marsigliese Compagnia Emile Saar, per la seconda volta al festival con  uno dei suoi lavori più apprezzati: “Intérieur table (Sur le jour fugace)” (ore 21.00 Ecomuseo MMV) pièce ispirata a scene di cinema con cui la regista francese indaga sulla tavola dei pasti in famiglia, tra pranzi sociali, pranzi nuziali e funebri.

Una scena tratta da “Interieur table” della compagnia francese Emil Saar, regia di Marie Lelardoux (fotografia di D. Nadeau) a “Prima Inda”

Prima Onda presenta Opera Bianco, un progetto di ricerca artistica di Vincenzo Schino, regista e artista visivo e Marta Bichisao, danzatrice e coreografa che lavora tra le arti visive e la danza. Con “JUMP!”(Ecomuseo MMV, ore 21,00) Opera Bianco affronta il problema del ritmo dell’uomo in dialogo con il ritmo del mondo, dove il clown è la metafora della condizione umana. “La danza è la risposta a una domanda implicita nell’ambiente che ci circonda: come continuare a camminare mentre tutto sta crollando?” (28 ottobre). Il Teatro dei Venti di Stefano Tè, arriva al festival con “La Misura Umana”, studio per una produzione futura di teatro per gli spazi urbani (sabato 29, Ecomuseo MMV, ore 12,00) laboratorio-spettacolo che sintetizza in un’unica pièce tutte le caratteristiche del lavoro della compagnia, Premio Ubu 2019. La serata è tutta dedicata alla danza: a cominciare dalla danzatrice e coreografa Sofia Nappi, con “Wabi-Sabi”, (Ecomuseo MMV ore 19.30), per chiudere con la giovane Compagnia Zappalà Danza, con “Light touch” (ore 20.00), spettacolo portato in scena dal pluripremiato danzatore siciliano Alessio Di Stefano. La musica irrompe nel festival ,domenica 30, con la polifonia della SIO – Sicilian Improvisers Orchestra, (Fondazione “Casa Lavoro e Preghiera” di Padre Messina, ore 12,00) l’ensemble siciliano composto da musicisti provenienti da diversi ambiti per interpretare le musiche del nostro tempo, senza distinzioni tra generi, stili e nazioni. Nella prima domenica di programmazione Prima Onda inaugura uno dei suoi luoghi più simbolici, il Cubo di Sant’Erasmo con “NIK lecture demonstration” su Alwin Nikolais (ore 18.00) progetto di Simona Bucci tra danza, parole e proiezioni di video inediti che seguono la metodologia del grande maestro della danza del ‘900 Alwin Nikolais. Ci si sposta all’Ecomuseo Mare Memoria Viva per “Life”(ore 21.00) dell’attore e regista Emiliano Brioschi che mette in scena due episodi che hanno segnato tragicamente le cronache di quarant’anni fa: il rapimento e l’omicidio di Roberto Peci il 3 agosto 1981 e la prigionia e la morte della terrorista Ulrike Meinhof, trovata impiccata, nel carcere tedesco dov’era richiusa, il 9 maggio 1976. Simona Nappi, Simona Bucci, Filippo Domini, Alessio Distefano e Opera Bianco sono anche i protagonisti dell’incontro curato da Giovanna Velardi alle ore 19,00 allo Stabilimento Balneare.

Una scena da “Jump” degli Opera Bianco, progetto artistico di Vincenzo Schino e Marta Bichisao danzatrice e coreografa (Fotografia di Marco Boschetti)

TeatrInGestAzione, compagnia di ricerca-azione teatrale, attiva dal 2006 di base a Napoli, che si occupa di produzione, educazione, progettazione e curatela in ambito artistico con una particolare attenzione ai processi condivisi aprono il 31 ottobre il loro laboratorio “Not Found” (ore 17, anche nei giorni 01, 02, 03, 04 novembre) al lavatoio del Centro Padre Nostro. Gli spettacoli all’Ecomuseo MMV proseguono con “Still Alive” (ore 21.00), primo progetto interamente scritto, diretto e interpretato dall’autrice e attrice romana Caterina Marino. Ad accompagnarla sulla scena ci sono i video di Lorenzo Bruno e la regia di Marco Fasciana. Chiude la serata la performance sonora “Boxe, Studio n.1” (ore 22.00 Ecomuseo MMV) di Federico Pipia,musicista e sound designer che mescola generi e strumenti diversi per sviluppare un discorso musicale mutevole. Dedicato ai più piccoli. Il 1 novembre (replica anche il 2) va in scena “Le avventure di Pinocchio” (in replica anche il 02 novembre ore 17.30 all’Ecomuseo MMV), cavallo di battaglia della compagnia Teatro D’Aosta nato da La Filastrocca di Pinocchio di Gianni Rodari, con la regia di Livio Viano e l’attrice Stefania Ventura. Spettacolo teatrale per attrice e marionetta che in oltre 15 anni è stato rappresentato più di 700 volte in Italia e all’estero, trovando sempre nuovi adattamenti. Tra le compagnie più attese al festival c’è sicuramente Babilonia Teatri, fondata nel 2005 da Valeria Raimondi e Enrico Castellani, già Premio Ubu nel 2009 e 2011 e Leone d’argento alla Biennale di Venezia 2016, che approda sul palcoscenico dell’Ecomuseo MMV alle 21 con “Pietre Nere”, spettacolo teatrale risultato dell’indagine condotta sul territorio di Asti all’interno di Casa Mondo, progetto vincitore del Bando Art Waves di Compagnia San Paolo. Dopo TeatrInGestAzione e Teatro D’Aosta, Prima Onda presenta “Una Fuga in Egitto. Rotta virtuale per l’esilio”, (Casa, Lavoro e Preghiera di Padre Messina, 2 novembre, ore 19.30; anche il 03, stesso orario) progetto drammaturgico, montaggio e regia di Turi Zinna. Tre lavoratori della parola, Lina Prosa, Tino Caspanello e Turi Zinna invadono il campo della realtà virtuale per congegnare un’esperienza immersiva multidimensionale che sfuma i confini tra l’intimo e il politico, tra il simulato e il concreto, tra il qui e il lì, tra l’ora e l’allora.

Teatro per i più piccoli con “Le avventure di Pinocchio” da Rodari a cura della compagnia Teatro d’Aosta, regia di Livio Viano con l’attrice Stefania Ventura

E’ la città capoluogo siciliana al centro di Palermo Aumentata (Ecomuseo MMV, il 3 novembre ore 21) performance sperimentale che porta in scena la vocazione corale del libro “Palermo Biografia Progettuale di una Città Aumentata”, curato da Maurizio Carta e dall’Augmented City Lab, tradotto in una pluralità di voci, suoni e movimenti dalla performer, cantante, attrice, architetto, ricercatrice, illustratrice e scenografa palermitana Marina Mazzamuto e dal musicista Alberto Santamaria. Alle 22 ritorna la grande musica allo Stand Florio Contemporary Hub, con l’ensemble Grand8. Ancora musica, il 4 novembre all’Ecomuseo Mare Memoria Viva alle 21 con le “Inondazioni sonore” di Grand8 che per l’occasione incontra la SIO Sicilian Improvisers Orchestra. Protagonisti della sperimentazione democratica senza leader e reduci dal festival Grand Vertige a Marsiglia, dove i due ensemble si sono incontrati per la prima volta, Grand8 e SIO continuano a Palermo lo scambio di esplorazioni e sperimentazioni sonore seguendo il sentiero dei suoni, della creatività, dell’invenzione, dell’immaginazione, della condivisione, della poesia, del sogno.

La giornata del 5 novembre comincia alle 19.00 dal Centro Padre Nostro, all’ex Mulino del Sale con “Chiudi gli occhi” di Giuseppe Massa e la sua compagnia Sutta Scupa. Sempre al Centro Padre Nostro, al Lavatoio, alle 20 con TeatrIngestAzione andrà in scena “Monàs. La sostanza reale delle cose”. Un progetto scenico in fase embrionale, un ibrido tra installazione partecipata, composizione coreografica e live cinema che ci interroga sullo scarto tra realtà e post verità, e come in questa frattura si subisca o si pratichi un esercizio di potere. La performance si avvale del dispositivo spaziale e interattivo “Not Found”, nato da un’indagine su La Società dello Spettacolo (Debord, 1967). Uno spazio di azione, osservazione e contemplazione, che accoglie contemporaneamente i performer e i visitatori, dove il corpo scrive e si inscrive tra la folla, dando vita ad una “micro società provvisoria” (Debord 1959).

L’ensemble Grand8, uno dei protagonisti musicali del festival teatrale “Prima Onda” di Palermo mentre eseguono dal vivo la loro produzione  “Inondazioni sonore”

Nello stesso giorno arriva al festival la compagnia Bartolini/Baroni all’Ecomuseo MMV alle 21.30 Bartoli/Baronio presenta “Josefine”, rilettura del racconto di Franz Kafka “Josefine, la cantante o il popolo dei topi” in cui lo scrittore evoca un tempo di estasi e grazia, nel quale il popolo dimentica sé stesso e si raccoglie attorno all’artista, alla gioia infantile del gioco.

L’ultima giornata di programmazione di Prima Onda il 6 novembre si apre con “Fuga Urbana #Palermo”,l’esplorazione urbana dentro la città a cura di Valerio Sirna del Collettivo DOM, con partenza dall’Ecomuseo Mare Memoria Viva alle ore 11.00 e picnic al termine della passeggiata.

La chiusura del Festival è affidata a Joele Anastasi, Enrico Sortino e Federica Carrubba Toscano, fondatori di Vucciria Teatro, formazione artistica dal 2018 prodotta dalla Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, in scena alle 19 sempre all’Ecomuseo MMV con “We are not Penelope”. La domanda dal quale nasce il progetto è: che cosa è la fedeltà? Per provare a rispondere i tre artisti hanno scelto il mito di Penelope, moglie di Ulisse che passa vent’anni a scontare sulla sua pelle il prezzo della fedeltà a tal punto da restare incastrata dentro il suo stesso sacrificio. Definita solo da questo, Penelope cessa di essere donna e madre in virtù della presenza ingombrante di un uomo assente.

La compagnia Bartlini/Baronio presenta al festival di Palermo”Josephine” rilettura di un racconto di Franz Kafka
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