Teatro
Le domande di A²U al Settore dello Spettacolo rimarranno senza risposte?
Pubblico qui le domande che AttriciAttoriUniti pone al Segretario Generale del MIBACT, alla Ministra del Lavoro, ai Presidenti di Regione e a tanti altri. Domande che attendono una risposta e che la meriterebbero, dopo cinque lunghi mesi vissuti fra lockdown e false ripartenze.
Le domande di A²U – AttriciAttoriUniti
al Settore dello Spettacolo
> Al Segretario Generale del MIBACT Salvatore Nastasi
Perché chi sta scrivendo i decreti attuativi della Legge 175 non si confronta e non interpella le lavoratrici e i lavoratori dello Spettacolo?
> Al Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo
Quando attuerà una reale riforma del Lavoro e della Previdenza, in modo da creare un sistema virtuoso di tutele per il nostro Settore?
> Ai Presidenti delle Regioni
In base a quali criteri soltanto alcune Regioni applicano la Legislazione Concorrente in tema di Previdenza Complementare, riconoscendo un’indennità extra-ordinaria per le lavoratrici e i lavoratori dello Spettacolo?
> Sulla questione Piccolo Teatro di Milano, ai membri del CdA
Mesi fa, ormai, grazie a una lettera di 140 lavoratori interni al Piccolo Teatro, è stato chiesto un rilancio con una Direzione d’eccellenza, di una o più figure di alto profilo culturale, artistico e intellettuale, all’altezza della storia internazionale della struttura.
Ritenete davvero corretto l’iter che state seguendo per scegliere la Direzione del Teatro più importante d’Italia, dando priorità alle nomine politiche e non a programmi artistici e gestionali doverosamente approfonditi?
> Sulla questione Teatro Eliseo di Roma, al Direttore Luca Barbareschi
Siamo a conoscenza della problematica del cluster non adeguato, legato all’elargizione del Fus, così come sappiamo i numerosi ritardi dei pagamenti subiti dai suoi dipendenti in questi anni, quindi ci chiediamo:
Come sono stati impiegati gli 8mln extra-Fus elargiti in due anni, in nome del “secondo” centenario del Teatro Eliseo? Essendo una cifra decisamente superiore a quelle utilizzate per gestire teatri simili, e che avrebbe dovuto compensare ampiamente il “disavanzo” rispetto ai finanziamenti non adeguati, come mai non è bastata e ora chiede un ulteriore (a nostro parere sproporzionato) aiuto?
> A FAS-Forum Arte Spettacolo
Abbassare il costo del lavoro è interesse di tutti, ma porlo in capo al solo lavoratore è fortemente dannoso.
Prendiamo in esame, ad esempio, questi due punti:
1. L’autoliquidazione dei contributi previdenziali non aumenterebbe a dismisura il lavoro nero? Eliminando l’obbligo di pagare il contributo da parte del committente e, viste le retribuzioni sempre più scarse, il lavoratore non preferirebbe un netto immediato più alto, a discapito della costruzione del castelletto pensionistico proprio e altrui?
2. Come lavoratrici e lavoratori dello Spettacolo, qual è il vantaggio di “versamenti volontari di contributi previdenziali per le prove”?
> A SIAE, al Presidente Giulio Rapetti
Chi possiede i requisiti per i rimborsi previsti dall’art.90 del DL Cura Italia, è ancora in attesa di informazioni sui ritardi dei pagamenti. Perché, nonostante i ripetuti solleciti di singoli autori iscritti, associazioni di categoria e collecting, continua ad esserci una totale assenza di risposte?
> Ai direttori dei Teatri
Perché non vi sentite parte di un comparto Cultura fatto di professionalità artistiche, tecniche e amministrative che stanno lottando anche per voi?
Perché, nonostante i vostri compensi non siano stati toccati durante il lockdown e le programmazioni siano limitate, producete prevalentemente vostri spettacoli invece di allargare questa possibilità ad altri soggetti che non ricoprono cariche come la vostra?
> Alla Critica teatrale italiana
Salvo pochi interventi, dove siete?
Mentre recensite gli spettacoli andati in scena dopo il 15 giugno – per la maggior parte reading, monologhi, mise en espace con pochi giorni di prove, riprese di vecchi lavori etc – , molti di voi hanno chiesto alle lavoratrici e lavoratori dello spettacolo di scendere in piazza e bloccare tutto; capite che nessuno ha interesse a bloccare un settore che sta franando, ma dobbiamo insieme riformarlo e rilanciarlo?
Abbiamo riscontrato che solo alcuni di voi sanno dei movimenti che sono nati in questo periodo, non credete che sia vostra responsabilità esserne a conoscenza e dar loro voce?
> Ai colleghi
Come si può non considerare la lettura di un comunicato sulle ripartenze falsate come un gesto solidaristico, equivocandolo come una dichiarazione svilente rispetto alla propria professionalità?
Abbiamo già dimenticato quello che è successo in materia d’interruzione dei contratti di lavoro e interpretazione dell’art.19 del CCNL tra 23 febbraio e 17 marzo 2020?
Siamo coscienti che combattere per un’idea (il Teatro) non significa necessariamente <<farne pagare le conseguenze agli artisti e ai pubblici>> (come espresso nei social da alcuni colleghi consapevoli della loro visibilità mediatica), ma tentare di migliorare le condizioni di lavoro, in termini di diritti e tutele, di chi coesiste con noi in questo settore?
Siamo coscienti che si sta consumando un pugno ristrettissimo di ripartenze falsate, quando ancora il Mibact e le regioni non riescono a risolvere il problema dell’indennità extra-ordinaria per il 70% delle lavoratrici e lavoratori di questo settore che non sono posti nelle condizioni di poter ricominciare?
Davvero, dopo 5 mesi, questo è il nostro livello di coscienza di categoria e mutuo soccorso reciproco?
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