Teatro
Le danze di Napoli e Lugano, le prime teatrali di Bucci e Livermore
NAPOLI. E via alla “Dance Parade!”. Le piazze di Napoli nella Giornata internazionale della Danza, il 28 aprile diventano i palcoscenici per cinque estemporanee performance curate dal Centro di produzione Korper con la formazione di Scalzabanda, banda composta da giovani musicisti sotto i vent’anni.I l tutto avverrà in: Piazza del Gesù, piazza Municipio, Piazza del Plebiscito, via Partenope e Rotonda Diaz. La festa (che in realtà è il 29 aprile) vuole ricordare la nascita di Jean George Noverre, coreografo che rivoluzionò il balletto classico nell’Ottocento. Da qui la decisione di Korper di ricordarlo in uno “scambio tra storia e innovazione”. Protagonisti delle performance saranno i giovani danzatori (anche questi sottoi vent’anni come i musicisti) che hanno frequentato i corsi di perfezionamento del centro Korper. L’incontro dal vivo tra musica e danza, secondo gli organizzatori del Centro di danza darà vita a “una vera e propria festa che promuove la danza come forma d’arte libera e accessibile a tutti”. L’improvvisazione musicale e danzata darà il via alla performance: “i danzatori e le danzatrici si incontreranno gradualmente mentre il sound della banda diventerà sempre più incalzante e ritmato, fino a culminare in una coreografia strutturata dal sound travolgente”.
La prima esibizione della giornata avrà luogo in Piazza del Gesù alle 10:30; dopo le performance in Piazza Municipio (ore 11:30), Piazza del Plebiscito (ore 12:30) e Via Partenope (13:30), l’appuntamento si concluderà fra le 14:30 e le 15.00 quando il gruppo di giovani danzatori e musicisti si esibirà presso la Rotonda Diaz sul lungomare di Mergellina. Si prevede una durata complessiva di 10/15 minuti per ciascuna esibizione.
Sempre domenica 28 alle ore 18 il LAC, il Centro di Lugano Arte e cultura presenta “Assembly Hall” della compagnia canadese di teatro danza contemporanea Kidd Pivot nell’ambito della diciannovesima edizione di “Steps”, il festival della danza del Percento culturale Migros.
Lo spettacolo _coreografia di Crystal Pite e l’attore Jonathon Young _arriva a Lugano dopo aver debuttato a Vancouver e replicato nel londinese Sadler’s Wells, tempio della danza britannica. Dopo Lugano, “Assembly Hall “replicherà venerdì 3 maggio a Zurigo, sempre nell’ambito di Steps. Capaci di dar vita a uno stile unico e inconfondibile – i loro spettacoli entusiasmano da tempo le platee di tutto il mondo – Pite e Young, già autori di lavori di grande successo come “Betroffenheit” e “Revisor”, firmano insieme la creazione di “Assembly Hall”, in cui “i movimenti fluidi dei danzatori si incontrano alla perfezione con le parole pronunciate dagli attori”. In “Assembly Hall” nella sala del centro comunale si è riunita un’associazione medievale per la consueta assemblea annuale. Che stavolta ha il difficile compito di salvare la “Quest Fes”t, poiché il numero di soci è in calo, i debiti aumentano e il centro comunale è fatiscente. Se non si interviene al più presto, l’associazione rischia di chiudere. Nel corso dello svolgimento dell’assemblea, “il confine tra realtà e rievocazione si confonde, si risvegliano forze ancestrali e diventa ben presto evidente che in gioco c’è molto di più della rievocazione storica di un torneo medievale…”
In occasione dello spettacolo “Assembly Hall “domenica 28 aprile è prevista una navetta gratuita Milano-Lugano A/R, con partenza da Milano, Via Paleocapa 3 (angolo Piazza Cadorna) alle ore 16 luogo in cui si rientra al termine dello spettacolo. La prenotazione è obbligatoria e consentita unicamente se in possesso di un biglietto per lo spettacolo.
“Fallen Angels” è invece una coreografia di Michael Incarbone di scena al Teatro la Biblioteca Quarticciolo di Roma alle ore 17 del 5 maggio nell’ambito della stagione di danza “Vertigine” del centro di produzione danza Orbita Spellbound. Lo spettacolo prodotto da Pindoc “ è una sinfonia sui corpi che cadono nel presente, immortalati in una sospensione ipercinetica, tra alto e basso, ascesa e rovina.L ’immagine della caduta degli angeli ribelli viene spostata e ricontestualizzata ad un’osservazione su recenti fenomeni musicali (trap e derive: protagonisti, narrazioni, auto-rappresentazioni, estetiche)”. Performance e collaborazione alla coreografia di Enrica Bravini, musiche originali di Edoardo Maria Bellucci e live set di Gabriele Corti.
Dalla danza al teatro. “Il viaggio di Victor” è il nuovo spettacolo firmato alla regia da David Livermore che dirige in questa occasione Linda Gennari e Antonio Zavaterri nell’allestimento tratto dal testo di Nicolas Bedos dal 3 al 19 maggio al teatro “Gustavo Modena” di Genova. Titolo assolutamente inedito per l’Italia intende anche evidenziare l’impegno del Teatro Nazionale di Genova, diretto appunto da Livermore, a produrre e diffondere nuovi testi drammaturgici contemporanei.
Attore, regista, drammaturgo, Nicolas Bedos, classe 1979, ha attratto l’attenzione di pubblico e critica in Francia e in Europa con le proprie opere teatrali e cinematografiche, vincendo diversi premi, tra cui un César per il film “La belle époque “(2019), interpretato da Fanny Ardant e Daniel Auteil. Con la sua scrittura “solo apparentemente semplice, accostando passato incombente e presente sfuggevole, Bedos racconta senza timidezze ma con grande empatia i risvolti del sentimento e le contraddizioni dell’animo umano”. “Il viaggio di Victor” è la storia di un uomo che ha perso la memoria dopo un incidente d’auto e di una donna che lo assiste. Lui non sa più se gli piace il tè o il caffè, non riconosce la sua casa e tantomeno le persone che lo salutano per strada. Lei, lo incoraggia a riavvolgere il nastro, a cercare i ricordi, lo richiama alla sua responsabilità: sembra conoscerlo molto meglio di quanto lui non voglia ammettere. “Parole confuse, a volte appassionate, a volte cattive, quelle di lui. Parole chiare, pazienti, a tratti disperate, quelle di lei. Passo dopo passo, segreti e ricordi si ricomporranno come un puzzle, svelando l’indicibile mistero che aleggia tra loro”.
«Cercare la verità della nostra storia è il lavoro che la vita richiede a ognuno di noi» riflette così Davide Livermore. «Victor e Marion hanno bisogno di fare emergere e accettare una verità dolorosissima. Ma questo spettacolo ci insegna che solo attraverso il coraggio di creare, nel proprio cuore e nella propria vita, uno spazio in cui accogliere le anime che non ci sono più possiamo offrire loro la possibilità di andare verso la luce e sciogliere i nodi dolorosi del cammino terrestre».
Nuovo e impegnato progetto della brava attrice e teatrante Elena Bucci, di scena dal 3 al 5 maggio al Teatro Basilica di Roma (3 e 4 alle 21 e 5 alle 16,30) con “Canto alle vite infinite”, progetto Terra mater matrigna. Musiche originali al pianoforte di Christian Ravaglioli. Produzione Le Belle bandiere. Nello spettacolo racconta l’attrice “Rivivo attraverso spettacoli diversi alcuni dei miei temi più cari: l’arte del teatro come strumento per comprendere e amare il mondo intorno a me, il desiderio di dare voce a chi non ne ha, lo sgomento per il conflitto feroce tra culture e religioni, il rispetto per la cultura e la memoria, l’amore per la multiforme bellezza del pianeta minata da un’economia e da una politica avide fino alla distruzione”.
E così racconta “Ero immersa in questa ricerca quando è arrivata l’alluvione del maggio 2023. Parole, immagini, notizie, emozioni, sono entrate nella mia favola che pareva creata per accoglierle. Sembro sola, ma sono circondata da una miriade di fantasmi che chiedono di essere raccontati. Se non lo faccio io chi mai lo farà? Siamo in un palazzo abbandonato, in una vecchia casa di campagna, in una palude di Romagna tra acqua e cielo, in una grande città, dentro un sogno o un’anima, sopra un albero incantato o nel giardino dei poeti. Possiamo incontrare una novantenne dall’anima di bambina, un cineamatore a cui sfugge la realtà, una formidabile donna cantastorie, un contadino che non vuole abbandonare la sua casa anche quando il fiume inonda la campagna riprendendo il corso originario. Tramandata di voce in voce una ninna nanna scongiura guerre e avidità contro le quali lotto aprendo le braccia per raccontare tutte le storie di tutti e non perderne le memorie. È un’impossibile impresa, un fallimento dichiarato che mette allegria. Non c’è nulla da perdere e una marea di cose da imparare.
Di tanti luoghi e tante persone che non dimentico voglio fantasticare in questo lavoro in parte dedicato ad Ivano Marescotti, amico e grande artista che di questa terra, di questa lingua e della sua poesia, è stato un meraviglioso cantore, migliorando con il passare del tempo come fa il vino buono”.
Ancora nella Capitale: dal 3 al 5 maggio al teatro Belli va in scena “Una domanda di matrimonio” di Anton Cechov, adattamento e regia di Magda Mercatali con il Laboratorio Multietnico della Casa dei Diritti Sociali. In scena: Adama, Alina, Hilaria Jesus, Issuf, Koumare, Maguette, Mohammed, Olivier, Tetiana. Magda Mercatali, da volontaria insegnante d’italiano dall’associazione, ha voluto mettere al servizio dei suoi studenti la sua professionalità ed esperienza di attrice, favorendo oltre all’apprendimento della lingua, la loro integrazione e socializzazione. Quest’anno ci troviamo in un salotto di una casa di campagna in Russia alla fine dell’800. Anton Cechov ha scritto il suo “scherzo in un atto” per fare una “Domanda di matrimonio” che “costringe i nove studenti attori migranti ad entrare ed uscire continuamente dai loro personaggi in un gioco del ” teatro” tra finzione e realtà degli stessi, come quando ad esempio raccontano le usanze ed i riti dei loro Paesi d’origine”.
A Milano, a partire dal 9 maggio e fino al 12 al Teatro della Contraddizione va in scena “Cianciana” di e con Angelo Abela, Rita Abela, Eugenio Vaccaro. Drammaturgia di Milena Viscardi.
Icdun Teatro si presenta in veste rinnovata con quella che è la sua opera d’esordio, ora storico spettacolo della compagnia. Opera di teatro civile, dal ritmo incalzante e coinvolgente, “Cianciana” racconta in chiave tragicomica l’evoluzione (o involuzione?) dell’emigrazione dalla Sicilia al Nord d’Italia, dagli anni Quaranta ai giorni nostri, partendo da Cianciana, piccolo paese nell’agrigentino”.
Attori e regista di Icdun Teatro più precisamente dicono: “Raccontiamo di povertà, di arretratezza, di mafia, di emigrazione, di esilio, ma questa volta lo facciamo partendo da noi, dalle cose più piccole e sperdute tra le pietre dell’entroterra. Lo facciamo raccontando di un paese, “Cianciana”, mai raggiunto dalle lotte contadine, dai forti sconvolgimenti del progresso, dalle logiche di potere della criminalità organizzata. “Cianciana” è lo scoprire che, dopo più di mezzo secolo, il nostro partire, lasciare la casa per abbracciare il moderno, ha le stesse rotte e lo stesso pericolo che avevano per i nostri nonni”. “Cianciana” si replica fino al 12 maggio.
Devi fare login per commentare
Accedi