Teatro

La tragica evidenza del sacrificio di Ifigenia

13 Dicembre 2024

Genova. Ci sono sostanzialmente due atteggiamenti che si possono assumere nell’accogliere e maneggiare un mito: subirlo o provocarlo, ascoltare in silenzio il suo racconto e accettarlo passivamente oppure, dopo averlo studiato nei suoi percorsi, nelle sue traiettorie di senso, nelle diverse articolazioni storiche, formali e ideologiche, sfidarlo, evitare l’incantesimo, provare a scoprire il suo gioco, svelarne la dinamica affabulatoria, ipnotica, auto-evidente, autoritaria. Senza soffermarci sul contesto teorico di questa affermazione (col rischio di cadere facilmente nello stucchevole) si può ben dire però che metafora perfetta di questa dinamica potrebbe essere la Gorgone che Perseo, per non farsi impietrire (appunto), inganna e decapita guardandola obliquamente attraverso lo specchio dello scudo. Parliamo in questo caso del mito classico che continua il suo percorso di senso nella cultura moderna e contemporanea e parliamo anche, in generale, delle dinamiche culturali mitopoietiche che continuano ad essere presenti e vitali nelle società umane. È nella seconda tipologia di atteggiamento culturale che sembra collocarsi felicemente l’ensemble, interamente femminile, che ha costruito il bellissimo e interessante spettacolo/coreografia Ifigeneia che si è visto a Genova il 29 novembre scorso, sulla scena del Teatro Gustavo Modena, nel contesto della XX edizione del Festival delle eccellenze al femminile”, animato e diretto con infaticabile energia da Consuelo Barilari. Lo spettacolo, realizzato da KVS, il Teatro Fiammingo di Bruxelles (e oggi prodotto dal Teatro nazionale genovese), è diretto da Maaike Neuville su un lavoro drammaturgico di Louise Van Den Eede e sul disegno coreografico di Tessa Hall. In scena a danzare e recitare c’è Adanna Unigwe, una giovane, magnifica performer che riesce ad associare una sapiente solidità della presenza scenica, del gesto e del movimento a una energia irresistibile, fresca e quasi adolescenziale, nella recitazione: l’effetto è straniante e sfida il pubblico sollecitandone intelligenza ed emozioni. Che cosa sarebbe successo – ci si chiede – se Ifigenia, una volta svelato il terribile inganno di Agamennone, si fosse ribellata e avesse detto no? Che cosa sarebbe successo se proprio nel momento estremo, nel momento sacrificale del rito, quella ragazza avesse detto no alla seduzione/costrizione maschile seppure proveniente dal padre Agamennone? Che cosa sarebbe successo se si fosse ribellata alla sua riduzione a cosa (per quanto “preziosa”) da donare/sacrificare a una dea (Artemide) appartenente per altro  a un Olimpo concettualmente maschile? Che cosa sarebbe successo se Ifigenia avesse saputo o potuto non sottostare (ribellarsi, scappare, aggredire l’aggressore) alla logica maschile che urgeva ostile su di lei, sul suo corpo, sulla sua intelligenza, per poi rivolgersi immediatamente allo scontro bellico. Non c’è chi non capisca che, guardato da questa prospettiva, il mito del sacrificio di Ifigenia per consentire ai greci la partenza da Aulide alla volta di Troia, sembra cogliere con impressionante lucidità e fotografare il momento ancestrale in cui il genere femminile, con gesto violento, è stato sottoposto al pieno controllo del genere maschile. Un controllo, che oggi si sta finalmente sgretolando, a cui si sta definitivamente assegnando il nome chiarificatore di patriarcato e che ha causato il silenzio, millenario e pressoché totale, delle donne nonché la perdita per l’umanità delle enormi ricchezze intellettuali e morali di cui la metà femminile sarebbe stata sicura portatrice. Ecco la rivoluzionaria sfida al mito, ecco la ribellione drammaturgica (è veramente bellissimo e tagliente il testo della Van Den Eede) che ribalta la pretesa di verità del mito ed ecco perché la performer, nel corso dell’intero spettacolo, danza e lotta, recita e lotta, gioisce e lotta e si spezza, infine, di stanchezza e dolore ma continua a lottare. Non altrettanto convincenti appaiono, nell’economia complessiva dello spettacolo, gli inserti video (specialmente nella parte finale) che non sembrano aggiungere nulla di veramente necessario.

 

Ifigenia

Genova Teatro Gustavo Modena 29 novembre 2024, nel contesto del Festival dell’Eccellenza al Femminile XX edizione. Drammaturgia di Louise Van Den Eede. Regia di Maaike Neuville. Coreografia di Tessa Hall. Interprete Adanna Unigwe. Scenografia di Špela Tušar. Costumi di Lila John. Disegno luci di Bas Devos. Produzione: Teatro Nazionale di Genova, KVS Teatro Fiammingo di Bruxelles. Crediti fotografici: Danny Willems.

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