Teatro

La provincia italiana raccontata a teatro

2 Dicembre 2016

L’Italia, si sa, è una nazione piena di provincia, piena cioè di una miriade di paesi grandi e piccoli che formano una specie di “ossatura” sulla quale poggia l’altra Italia, quella delle metropoli, delle città. E la provincia italiana, si sa, ha i suoi lati positivi e i suoi lati negativi: ti fa innamorare con le sue bellezze, ti incuriosisce con i suoi personaggi e le sue storie di paese, e ti fa arrabbiare e disperare con i suoi provincialismi.

Nella vasta provincia italiana c’è anche Todi (in Umbria), poco meno di diciassettemila abitanti, che diede i natali a un papa dell’Alto Medio Evo (Martino I) e a un grande poeta del Basso Medio Evo (Jacopone da Todi), e che nel 1991 l’urbanista americano Richard Levine definì «la città più vivibile del mondo». Negli anni Ottanta del secolo scorso Todi ha dato i natali pure a Livia Ferracchiati, brava drammaturga e regista teatrale che collabora con il Teatro Stabile dell’Umbria e ha una sua compagnia, fondata con altri giovani artisti teatrali, che si chiama The Baby Walk.

Qualche tempo fa alla Ferracchiati venne l’idea di fare uno spettacolo incentrato proprio sul tema della provincia a partire da Todi e dalla sua realtà, e ora quest’idea ha preso forma in Todi is a small town in the center of Italy, che ha debuttato nello scorso mese di settembre al Terni Festival e che sta girando in alcuni teatri umbri. Todi is a small town in the center of Italy – prodotto da Stabile dell’Umbria e Terni Festival con il sostegno di Indisciplinarte e Associazione Demetra e in collaborazione con la compagnia The Baby Walk, e diretto dalla Ferracchiati che lo ha scritto con la collaborazione della dramaturg Greta Cappelletti – ha preso il via da una vera e propria inchiesta sul campo, durante la quale più di centodieci abitanti di Todi hanno accettato di farsi intervistare di fronte a una telecamera, rispondendo a domande come «Cos’è che a Todi è “meglio non fare”?» e «Come si vive in un piccolo centro in cui tutti conoscono tutti?»: i video di alcune delle risposte date dagli intervistati sono stati poi montati insieme in una serie di clip, che vengono proiettate durante lo spettacolo per sottolineare e sostenere la storia dei protagonisti, quattro trentenni di Todi (interpretati da Caroline Baglioni, Michele Balducci, Elisa Gabrielli e Stella Piccioni) che si conoscono e si frequentano fin da bambini e che trascorrono le loro giornate nel tipico tran tran della vita di provincia. Un quinto attore, Ludovico Röhl, interpreta l’intervistatore, che fa da voce narrante e interagisce con gli altri personaggi.

I dialoghi dei quattro giovani todini (o tuderti) e le loro chiacchierate con l’intervistatore dipingono un ritratto della vita di paese che lascia l’amaro in bocca: se è vero che Todi è bella per i suoi monumenti, la sua piazza principale, la sua gelateria e i suoi paesaggi, è altresì vero che vivere in una realtà così piccola, nella quale tutti conoscono tutti, non è necessariamente un letto di rose per tutti (scusate la ripetizione) quelli che ci abitano. Dalle battute dei personaggi e da alcune delle interviste emerge quanto a volte può essere complicato, difficile e anche frustrante trascorrere la propria vita in una realtà nella quale si fa presto a giudicare, a farsi i fatti degli altri e a sparlare dietro le spalle (il personaggio di Michele Balducci è omosessuale e vorrebbe andare a vivere con il suo compagno nel centro storico di Todi, ma le amiche cercano di dissuaderlo per proteggerlo dalle maldicenze dei compaesani), e lo spettacolo mostra come in un contesto socioculturale del genere le persone più sensibili e fragili possano soffrirne fino ad ammalarsi di nervi (è ciò che accade al personaggio di Elisa Gabrielli, l’unico che alla fine trova la forza, almeno a parole, di andarsene da Todi), e come una piazza bella e famosa nel mondo possa diventare, agli occhi di chi la bazzica tutti i giorni, una gabbia soffocante. Ma questo spettacolo non vuole assolutamente essere un atto d’accusa nei confronti della cittadina umbra, vuole anzi raccontare la provincia in senso più ampio, perché, come ha dichiarato la Ferracchiati, «Le realtà provinciali italiane, infatti, tendono ad assomigliarsi tutte perché l’identità culturale del nostro paese rimane invariata in ogni regione».

Todi is a small town in the center of ItalyTodi is a small town in the center of Italy è uno spettacolo che merita di essere visto sia per la bravura della regista/drammaturga, degli attori e di tutte le altre persone coinvolte nel progetto (aiuto regia, movimenti scenici e costumi Laura Dondi, scene e Lucia Menegazzo, ideazione luci Emiliano Austeri, consulenza illuminotecnica Giacomo Marettelli Priorelli, riprese e montaggio video Brando Currarini e Ilaria Lazzaroni, oltre alla già citata Greta Cappelletti), sia perché offre un punto di vista non banale e scevro di luoghi comuni su quell’universo fatto di monadi più o meno piccole, più o meno belle e più o meno vivibili chiamato Provincia Italiana.

(NOTA BENE: Le foto di scena contenute nell’articolo sono di Lucia Menegazzo)

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