Teatro

La Notte di Shakespeare, quasi un musical a Firenze

16 Ottobre 2022

Quasi un musical. Sorprende piacevolmente l’originale e divertente allestimento de “La Dodicesima notte” di William Shakespeare, questi giorni in prima nazionale al teatro della Pergola di Firenze nel Saloncino intitolato a Paolo Poli. Nella sala grande sono in corso dei lavori che dovrebbero concludersi probabilmente nel giro di un mese e mezzo, due. Lo spettacolo ha  la regia spumeggiante e scarmigliata di Pier Paolo Pacini con un cast giovane e abbastanza affiatato in una efficace riduzione che _ oltre al testo tradotto a suo tempo da Orazio Costa _ punta le carte sul teatro d’attore, come è giusto che sia, utilizzando al massimo e con intelligenza lo scarso spazio disponibile, scenografia minimale fatta di totem a specchio semoventi (ideate da Fran Bonadilla), entrate e uscite di attori a ritmo sostenuto, i costumi, semplici nelle linee ma abbastanza “contemporanei”, di Elena Bianchini. E la “contemporaneità” sembra pure la chiave di lettura prescelta che determina anche l’ottima risposta di un nutrito gruppo di giovani in età liceale presenti la sera della visione, che ha tributato lunghi e ripetuti applausi alla compagnia. Difficile che proprio quei giovani non abbiano colto nei turbamenti e nelle passioni dei personaggi, le stesse appartenenti a una generazione in crescita e già avvezza ai capovolgimenti e ai fortunali della vita.

Il Conte Orsino (Federico Serafini) con Cesario ( Federica Lea Cavallaro) al Teatro della Pergola  (Foto Filippo Manzini)

Commedia degli inganni e dei doppi sensi, dei mascheramenti e delle truffe, ma anche degli amori e delle delusioni, questa “La Dodicesima notte” avanza con passo leggero raccontando l’essenzialità di una storia di intrecci, nel volgere di un’ora e trenta circa, percorsa a ritmo sostenuto da questo corpo di interpreti che ce la mette tutta, e con grande impegno, a tenere il filo di una trama di rapporti ingarbugliati. Una ragazza, Viola (Federica Lea Cavallaro), diventa un uomo indossando gli abiti del fratello, Sebastiano (Davide Arena), creduto disperso in un naufragio. Travestita così da paggio Viola prenderà servizio presso il Conte Orsino di cui si invaghirà. Il Conte Orsino (Federico Serafini) a sua volta utilizzerà il paggio, ribattezzato con il nome di Cesario, come messagero d’amore per la vedova Oliva (Maddalena Amorini), la quale a sua volta però si innamorerà di Cesario. Cioè di Viola. Altra passione accennata con discrezione è quella di Antonio, capitano nemico di Orsino (interpretato da Marco Santi) per il fratello di Viola (Sebastiano) che ha recuperato e curato dopo il naufragio.

Un momento de “La Dodicesima notte” con la regia di Pier Paolo Pacini al teatro della Pergola di Firenze (foto Filippo Manzini)

Altri personaggi, e non certo secondari: Maria (Greta Bandinelli), accorta orditrice di trame; Ser Tobia dei Rutti, perfido e ingannatore, (un buon Luca Pedron); Ser Andrea Gotafloscia un po’ dandy, un po’ ribaldo e vigliacchetto; Feste, servitore (Manuel D’Amario) e Malvolio maggiordomo di Olivia. Quest’ultimo interpretato in modo impeccabile da Giulia Weber, vittima di uno scherzo organizzato ai suoi danni da Ser Tobia e Maria con una lettera falsa di Olivia, un foglio dove la nobildonna dichiara il suo amore per lui: anche qui un bel rovesciamento con una donna che prende il ruolo di un maschio esattamente come è accaduto nel caso di Viola. La commedia avanza tra colpi a sorpresa, cambi di genere e improvvise esplosioni di ballo _ a sottolineare il clima festoso _ con citazioni musicali contemporanee: da “Let’s Get it on” classicone soul di Marvin Gaye alla malinconica “Feuilles mortes” di Yves Montand fino a “Ballroom Blitz” dei Sweet al ritmo della quale gli attori si lanciano in una danza scatenata.

“La Dodicesima notte” con la regia di Pier Paolo Pacini si avvale di un cast giovane e affiatato (foto di Filippo Manzini)

Il maschile è femminile. E il femminile può essere maschile. E viceversa. Forse. Gli incroci e gli agguati si susseguono, tra sospiri e colossali raggiri da farsa (un esilarante Feste veste i panni di un prete per condanna il malcapitato Malvolio a ravvedersi). Insomma quanto di più bizzarro e normale può succedere: e “La Dodicesima notte” , d’altra parte non ha forse il sottotitolo di “quel che volete”? E così, anche nella composizione finale delle coppie Sebastiano-Olivia, Conte Orsino-Viola, tutto è rimmesso al posto giusto con una bella e salutare festa di libertà. Dimostrando per l’ennesima volta quanto sia incredibile che i testi shakespiriani, anche quelli messi a dura prova in allestimenti poco probabili, mantengano sempre, a distanza di centinaia di anni, un’aura di rispetto. A prescindere da chi li metterà in scena mantengono una luce propria. Così anche un testo festoso e divertente come “La Dodicesima notte” è destinato a brillare ancora nel futuro e svelarci i segreti più incredibili  della vita.

Il raggiro al maggiordomo Malvolio (interpretato da Giulia Weber) in “La Dodicesima notte” a Firenze (Foto Filippo Manzini)
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