Teatro
Invito a colazione con delitto
Atteso ritorno al Teatro Franco Parenti dei coniugi Lisma con Bad and breakfast – non è un refuso, è proprio bad – che dopo i continui sold out di Peperoni difficili riprendono il loro reportage in commedia della vita da trentenni, composta perlopiù di difficoltà, ombre e nebbia ma che si presta bene, suo malgrado, alla parodia. Con un linguaggio dinamico e quasi televisivo, il testo di Rosario Lisma sviluppa un nuovo paradosso etico, come già faceva il lavoro precedente, stavolta sui sensi di colpa fra generazioni in stile noir.
Così mentre in Peperoni difficili si dava più attenzione ai rapporti, con le conseguenti coreografie di verità e menzogne, in Bad and breakfast il gioco si fa duro e si parla di delitti: programmati o evitati, precorsi o fraintesi, e che in ogni caso si ritorcono contro. L’ispirazione di Lisma viene da un fatto di cronaca del civilissimo Nord Europa: il dolce suicidio di due anziani genitori che si tolgono di mezzo concedendo al figlio la sospirata autonomia economica. Invece i due sposini in scena sono addirittura coinquilini dei suoceri, fatto che porterebbe chiunque a un tentato omicidio per avvelenamento, a meno che il terrorismo internazionale non arrivi prima, in un albergo di Sharm El Sheikh dove i due anziani trascorrono le vacanze, aprendo così al tema della responsabilità dei due giovani, mandanti morali dei terroristi.
Il testo mantiene il tono fresco di Peperoni difficili, ma con un’inattesa punta di surreale. Inoltre rispetto all’inscalfibile realismo dello spettacolo precedente, la regia di Lisma ha qui un interessante sviluppo metateatrale, con carrelli e cambi scena a vista, oltre a una recitazione poco naturalistica, che a volte ammicca al pubblico. Ed è grazie a questa riflessione del teatro su se stesso che la seconda parte dello spettacolo affina un avvio troppo preoccupato di far ridere – mentre più avanti si ride spontaneamente.
Bravi e affiatati come sempre i coniugi Lisma. Anna della Rosa è in scena con un inedito biondo corto sixties alla Janet Leigh. Impressionante il suo abbassamento di timbro tra prima e seconda parte, da soprano quasi leggero a contralto. Un po’ forzato l’amore arcobaleno tra Marco Balbi e Andrea Narsi, soprattutto nel cha cha cha finale di capodanno, più da cruising che da balera. Giusto il lavoro di regia su veri e propri tagli cinematografici da palcoscenico, ma in questo bed and breakfast alla Psyco manca quella commozione che aveva reso Peperoni difficili una coda di commedia all’italiana.
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