Teatro
Pigneto Teatro Festival, un esperimento ben riuscito: intervista a Gina Merulla
Da quanto tempo dirigi il Teatro Hamlet e cosa contraddistingue la tua direzione artistica?
Dirigo il Teatro Hamlet dal 2014, anno di fondazione, e dal 2016 anche il Centro di Ricerca e Innovazione Teatrale che vi ha sede stabile. La mia direzione artistica si contraddistingue nella particolare attenzione rivolta ai linguaggi innovativi, ai nuovi codici espressivi e alle nuove modalità di messa in scena. Percepisco il teatro come un organismo vivente in perpetua mutazione e sono proprio quelle trasformazioni che suscitano il mio interesse.
Qual è il contesto territoriale in cui si inserisce il Pigneto Teatro festival?
Devo ammettere che io amo il Pigneto perché è un quartiere di Roma molto particolare che coniuga una tradizione popolare radicata con una dimensione interculturale piuttosto variegata; è un quartiere dalle mille forme dove si incontrano abitanti storici, stranieri provenienti da tutte le parti del mondo, artisti e intellettuali, amanti della movida, studenti etc.
Quale obiettivo ti eri posta per la prima edizione del festival? Lo hai raggiunto?
Il Festival nasce in risposta ad un bando del Comune di Roma che incentiva lo spettacolo in particolari aree della Capitale e per noi era fondamentale valorizzare il nostro territorio con proposte di grande impatto artistico e culturale. L’idea era quella di portare nel nostro quartiere grandi artisti di fama nazionale e internazionale nonché artisti del territorio di grande professionalità che dessero vita ad una manifestazione nuova, variegata, originale che coinvolgesse tutta la popolazione in una sorta di evento di condivisione artistica. E’ stato un esperimento riuscito!
Qual è stato il filo conduttore di tutti gli spettacoli?
L’idea alla base del Pigneto Teatro Festival era un’esplorazione dell’arte teatrale in tutti i suoi aspetti: grandi classici e nuova drammaturgia, spettacoli drammatici e commedie brillanti, artisti affermati e giovani compagnie. Il tutto arricchito dalla presenza della Danza contemporanea e dalla Musica con il meraviglioso Gospel.
All’interno del festival è andato in scena anche “Il Quarto vuoto” con il maestro Mamadou Dioume, un esempio di teatro sperimentale: come è stato accolto dal pubblico?
Noi ricordiamo che Teatro Hamlet a Roma è un Centro di Ricerca e Innovazione Teatrale stabile ed è quindi una realtà consolidata che ha un suo pubblico di cultori e aficionados preparato e interessato rispetto a forme di ricerca teatrale più innovative; devo ammettere comunque che anche il pubblico di quartiere ha risposto in maniera positiva e si è lasciato coinvolgere in questa esperienza con entusiasmo e incoscienza.
Cosa comporta a livello organizzativo un festival di questa portata?
Tanto tanto tanto lavoro! Mi ritengo fortunata ad averlo diviso con la mia squadra di lavoro che ormai all’Hamlet negli anni è diventata una piccola famiglia. Grazie al lavoro instancabile dei miei collaboratori e alla loro grande passione per quello che facciamo è possibile realizzare grandi progetti.
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