Teatro
In memoria dell’ultimo maestro, Luigi Dall’Aglio
Mi ricorderò sempre. E niente potrà vincere la mia memoria. Il teatro dimentica tutto. Soprattutto in questi nuovi anni, frettolosi e conformisti. Quello che sta lontano dalla ribalta viene presto ingoiato dall’oblio. Ma la tua figura morbida, sorridente rimarrà l’orizzonte esemplare a cui torneranno e torneranno le storie di Parma, Udine, Venezia e di tante altre scene italiane ed europee.
Ho avuto la fortuna di conoscerti come pedagogo, come regista, poi come mentore. Amavi i ragazzi, il loro entusiasmo, le loro pazze speranze. Amavi condividere e incoraggiare. L’estate in cui ti ho incontrato restavi a casa mia la notte fino alle 5.00 a parlare di teatro. Portavi i video dei tuoi spettacoli, mi indicavi le possibilità e mi spiegavi le tue scelte. E la mattina, ancora… A colazione, parole e parole sull’attore, la sua formazione, le sue tecniche… Pochi, come te, hanno padroneggiato l’arte del racconto. La tua estetica limpida, minimalista, concreta sapeva tornare con un rapido volo alle origini del teatro. La tua ironia ti rendeva invincibile, in sala prove. Una volta, a Roma, davi le spalle alla scena. Io, invece, l’avevo di fronte a me. Improvvisamente un attore è inciampato ed è crollato a terra, urlando. Io mi sono preoccupato, allarmato. Ma subito ho incontrato il tuo sguardo sornione: “Non ti muovere, non dire una parola! Vuole la mia attenzione. Soprattutto, vuole ricattarmi! Non si è fatto niente.” E avevi ragione… Mi hai insegnato il teatro come stile di vita, come modo di essere: una lista di convenzioni da osservare religiosamente. Col passare degli anni sei diventato un mio riferimento necessario: ti chiamavo mentre provavo per chiederti consigli. Una volta hai commentato così una mia preoccupazione: “I registi si dividono in due categorie o usano il martello o offrono il caffè. Tu sai già a quale appartieni.” E subito sei riuscito a trasformare quei giorni paludosi in un leggero venticello.
Maestro simpatico, dolce, saggio, a te, per sempre, la mia gratitudine.
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