Teatro
in danza la magia del Fauno
CATANIA. Nel corso degli ultimi anni della sua attività creativa, il coreografo catanese Roberto Zappalà, è diventato una delle voci più autorevoli della danza contemporanea italiana e nel suo lavoro creativo è andato consolidando alcune linee di elaborazione concettuale e critica che sono sempre più evidente nei suoi lavori. Proviamo a sintetizzarle: l’arte come confronto adulto con la realtà; l’orizzonte sapienziale del lavoro di ricerca artistica (in questo caso coreografica), ovvero la consapevolezza di confrontarsi con temi centrali quali la morte, l’alterità inattingibile e la libertà incoercibile degli altri che ci vivono accanto; la capacità comunicativa dei linguaggi (e quindi, ovviamente, anche di quello della danza), quasi autonoma rispetto al significato delle singole parole/segni.
È dunque evidente che questo così ampio orizzonte di senso non trova compimento nel singolo disegno coreografico, non può più trovarlo, ma tende a dispiegarsi più congruamente nella forma di un progetto che prevede singoli step di avvicinamento aperto e critico alla formalizzazione definitiva e diversi episodi che compongono un quadro complesso. Tutti aspetti che si trovano facilmente in “Studio sul fauno” il raffinatissimo studio che si è visto a Catania, sabato 15 ottobre, come lavoro di apertura della stagione 22/23 di Scenario Pubblico. On stage c’è la presenza sempre più assertiva e autorevole di Flippo Domini che sa dialogare con il concept di Zappalà, le musiche sono il Prélude à l’Après-midi d’un faune’ (per piano solo) di Debussy, e poi brani di Giuni Russo/Franco Battiato, dei Beatles e di Miklós Rózsa. Dopo questo episodio, costruito a partire dalla poesia di Mallarmè e dalla musica di Debussy, il progetto di ricerca coreografica toccherà il Bolero di Ravel e la Sacre du printemps di Stravinskij.
In questo contesto creativo, lo Studio che s’è visto a Scenario ha dispiegato la fantasticheria del fauno di Mallarmé nello spazio assai contenuto, eppure potenzialmente infinito, di un tappeto orientale. E, in questa crasi di opposte dimensioni, la coreografia interpretata da Filippo Domini questo ha fatto: ha saputo comunicare la potente tensione all’infinito che può svilupparsi in un contesto materialmente contenuto e sensorialmente rarefatto ma di profondissima concettualizzazione. Una magia che si è verificata pure a fronte del fatto che, nel suo speech preventivo, il coreografo aveva preannunciato e chiarito estesamente il senso di ciò che sarebbe accaduto su quel tappeto. Potenza della danza.
STUDIO SUL FAUNO
Un’idea di: Roberto Zappalà e Nello Calabrò | coreografia: Roberto Zappalà | musiche: Claude Debussy – ‘Prélude à l’Après-midi d’un faune’ (per piano solo) -, Giuni Russo/Franco Battiato, The Beatles, Miklós Rózsa | interprete: Filippo Domini | una produzione: Scenario Pubblico /Compagnia Zappalà Danza Centro Nazionale di Produzione della Danza | in coproduzione con: Milanoltre Festival | con il sostegno di: MIC Ministero della Cultura e Regione Sicilia Ass.to del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo.
Crediti fotografici di Pietro Bondi
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