Lifestyle
Il silenzio dell’intimità e l’essere con l’altro
“Smoke rolls and scarvs in the grove
The mind of the hoves thinks this is the end of everything
Here they come, of the outsiders, on their hysterical elastics”
Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?
Interesse è una parola che nel mio lessico quotidiano non ha nulla a che fare con il tornaconto personale. Quando entrate nella vita di qualcuno, senza mai entrarci veramente perché il vostro mondo è tarato sull’interesse, vi preoccupate di giudicarvi invece che giudicare voi stessi guardando la vita degli altri?
Ricordo “Eyes wide shut” per i lunghi silenzi in cui a parlare erano soprattutto gli sguardi, notevole è la scena in cui Tom Cruise e Nicole Kidman partecipano alla festa mascherati. Mi piacciono gli uomini bambini, quelli che sanno conservare dentro di sé il candore e la meraviglia che non hanno corrotto col diventare adulti, non gradisco, invece, chi è rimasto bambino cioè incapace di rivolgersi alle persone parlando francamente, senza peli sulla lingua.
Mi piace analizzare e comparare testi, ricordo che in classe ho portato in classe una canzone di Zaz “Je veux”, facemmo lezioni su questo testo e ci soffermammo su questo stralcio:
“je Veux d’l’amour, d’la joie, de la bonne humeur, ce n’est pas votre argent qui f’ra mon bonheur, moi j’veux crever la main sur le coeur”.
Lo confrenterei con quest’altro testo dei Kinks:
“I wanna lot out of life, but I know my limitations
Guess I want a lot of things and got my inclinations…….
I’ve learned a lot out of life, watchin’ other folks mistakes
Funny things that they can get for finding out too late”
Quali sono i valori che guidano la vostra vita? Quel molto che si vuole, attiene a doti che sono morali o quelle che riempiono i portafogli? Se si è davvero consapevoli delle proprie inclinazioni, si fissa la residenza in cui si è decisi di abitare. Si impara vivendo a spese degli altri, osservando gli errori altrui, sbeffeggiando il mondo? Quando si arriva ad una reale consapevolezza di sé?
Quand’ è che la scoperta è tardiva?
Ai miei amici sono solita telefonare, messaggiare. Nessuno di loro, a cui si è attribuito un ruolo poco edificante nella psichedelia dei deliri, viene dipinto sulle mie bacheche. Ciascuno è faro luminoso nella mia vita, e per vita intendo quella reale. Le assenze pesano, pesa ancor di più essere marchiati col fuoco come si faceva con le streghe mandandole al rogo. Quelle che possedevano il terzo seno.
Più che i bugiardini dei farmaci, mi piace leggere chi per me costituisce un modello di vita, l’operaio che usa mani e competenza linguistica per aiutare sfollati, senza tetto, rifugiati, chi fa della legge lo strumento essenziale, non corredo accessorio, per dirimere questioni. Chi usa una competenza che si riverbera nell’umano, nella capacità di agire con scrupolosità, meticolosità, capacità di immedesimazione.
L’intimo non riguarda solo la biancheria, c’è chi sceglie di portare sotto il vestito niente. Come recitava un vecchio film.
In foto: Marcello Dudovich
Superol
Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso
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