Beni comuni
Il pipistrello ha chiuso teatri e cinema
Da un certo punto di vista gridare tanto per le misure restrittive che in tempo di pandemia hanno chiuso cinema e teatri, in quanto sarebbero indispensabili come le farmacie, mi sembra troppo. Al cinema sono anni che non va nessuno, ovvero 90 milioni di biglietti venduti all’anno vuol dire che gli italiani di media anche senza covid vanno al cinema una volta e mezza all’anno… In teatro la situazione è molto peggiore: 14 milioni di biglietti venduti all’anno significa che ogni italiano va a teatro di media una volta ogni quattro anni. In realtà le cose stanno diversamente, ovvero il 97% degli italiani non va né al cinema né a teatro e, la maggioranza di questi, si nutre di televisione e soprattutto viaggia in internet godendosi youporn, calcio, Facebook, Instagram, mentre solo il 3% va al cinema e a teatro più volte all’anno in modo assiduo come negli anni ’50 e ‘60.
Si tratta di una minoranza per lo più molto raffinata culturalmente, spesso impegnata socialmente e politicamente, che non sopporta il divano e alcune trasmissioni trash che fanno grandi ascolti. Quindi attualmente con la chiusura di teatri e cinema entra in sofferenza il 3% degli italiani per qualche mese e questo per la verità penso sia un danno tollerabile in una condizione di emergenza. Però gravissimo è il disagio per gli artisti e i lavoratori dello spettacolo già precari in tempi normali. E per quanto riguarda quel 3% di pubblico che per un po’ non potrà andare al cinema e teatro, bisogna dire ai nostri maggiorenti politici che, se fosse scientificamente provato che non si siano osservati contagi in teatro e al cinema, in quanto luoghi sicuri, la qualità di una democrazia si misura anche dal rispetto e dalla tutela delle minoranze. In ogni caso credo sia fondamentale che i lavoratori dello spettacolo approfittino della chiusura per elaborare nuove strategie volte a riconsiderare in modo innovativo tutto il comparto dal punto tecnologico, sindacale e in generale di politica culturale per la ripartenza post covid, così da rilanciare tutto il settore, ormai da troppo tempo anemico, dello spettacolo dal vivo sempre più istituzionalizzato e accentrato in poche mani e in modo da rivitalizzare il rito della sala cinematografica.
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