Teatro

Il Miles tutto al femminile di Leo Muscato

23 Giugno 2024

Siracusa. Leo Muscato definisce la guerra che fa da sfondo al Miles Gloriosus di Plauto «un gioco insensato a somma zero». È una definizione bella, affascinante e il regista la pianta legittimamente al cuore del suo spettacolo, ma probabilmente a Plauto non sarebbe mai venuta in mente, perché la critica alla guerra, alla follia della guerra, non era presente nella Roma del III e del II secolo a.C. e poi perché, nella sua sostanza culturale più profonda, Plauto sotto ogni aspetto non è un drammaturgo ribelle e men che meno è un eversore della morale pubblica. Ovviamente nemmeno di quella guerriera e militare. Vero che la beffa che anima questa commedia è ordita dal servo Palestrione ai danni di quel soldato prepotente e fanfarone di Pirgopolinice, ma è anche vero che, alla fine, gli schiavi restano schiavi (per quanto astuti e d’intelligenza nettamente superiore) e i padroni (soldatacci trucidi, gabbati e puniti, o padroncini giovani e babbei) restano – anche solo potenzialmente – patres, padroni della loro vita, padroni della vita della vita di tutti i loro sottoposti, padroni della vita della Res publica. Così andava il mondo ai tempi di Plauto e, forse, dovremmo chiederci se ancora oggi il mondo va così e se questo ci va bene o no. Ai Romani andava bene. Questa considerazione e le domande che ne scaturiscono sono importanti per tentare di capire il senso dell’operazione che ha realizzato Muscato, disegnando e dirigendo per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico il suo Miles Gloriosus (servendosi della traduzione del testo plautino di Caterina Mordeglia e del lavoro di dramaturg di Francesco Morosi). Si tratta di uno spettacolo colorato (la scena, disegnata da Federica Parolini appresenta un attendamento militare e coloniale, che sembra via via trasformarsi buffamente in una specie di improbabile campo scout), ben allestito, gradevole, divertente come è giusto che sia uno spettacolo plautino e dai tempi comici briosi e ben calibrati. Interessanti appaiono anche gli intermezzi corali e musicali (realizzati e curati da Ernani Maletta, Francesca Della Monica ed Elena Polic Greco) Merito certo della regia ma anche della bella energia e della capacità interpretativa delle protagoniste: Paola Minaccioni sicuramente, che interpreta il Miles, Giulia Fiume nel ruolo del servo astuto Palestrione e poi un po’ di tutte le altre attrici in scena: Artotrogo Alice Spisa, Periplectomeno Pilar Perez Aspa, Sceledro Francesca Mària, Filocomasio Gloria Carovana, Pleusicle Arianna Primavera, Lurcione Ilaria Ballantini, Acroteleuzio Deniz Ozdogan, Milfidippa Anna Charlotte Barbera, Scimmia Valentina Spaletta Tavella. Ma ecco il nodo centrale di questo allestimento che occorre provare a capire. Questo spettacolo presenta un cast interamente femminile: non è importante sapere i motivi pratici che hanno o meno potuto sostanziare una scelta così ingombrante, il regista però la spiega dicendo che ancora oggi «sussiste nella percezione comune una sostanziale incompatibilità tra guerra e femminilità». Va bene, prendiamo atto. In altre parole, l’operazione che si è (o meglio si sarebbe) voluta realizzare è quella di ribaltare l’azione comica immaginata da Plauto in una situazione di totale straniamento brechtiano affidando ogni nota di misoginia, di greve e compiaciuto maschilismo, di rozzo militarismo a un ensemble totalmente femminile che di tutto ciò, potendone strutturalmente restare a debita distanza, può sorridere, ridere e di conseguenza trascinare il pubblico in quella atmosfera di ilare comicità di cui Plauto è un campione assoluto. È riuscita questa operazione? No, non del tutto, perché quella di Plauto è una comicità brillante ma feroce e ideologicamente conservatrice, quella che ha realizzato Muscato è una commedia che probabilmente sarebbe voluta essere brechtiana e di comicità graffiante ed eversiva, ma è riuscita leggera e divertente, gradevole certo, ma senza la necessaria cattiveria: né quella di Plauto, né quella di Brecht.

 

Miles Gloriosus

Siracusa, Teatro greco dal 13 al 29 giugno a date alternate. Cinquantanovesima edizione delle Rappresentazioni Classiche dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico. Regia di Leo Muscato. Traduzione di Caterina Mordeglia. Scene di Federica Parolini. Costumi di Silvia Aymonino. Direzione del coro di Francesca Della Monica. Musiche Ernani Maletta. Drammaturgo Francesco Morosi. Coreografie di Nicole Kehrberger. Disegnatore luci Alessandro Verazzi. Responsabile del coro Elena Polic Greco. Direttore di scena Giuseppe Coniglio. Assistente alla direzione di scena Giuseppe Orto. Crediti fotografici: Michele Pantano. Interpreti: Pirgopolinice Paola Minaccioni, Artotrogo Alice Spisa, Palestrione Giulia Fiume, Periplectomeno Pilar Perez Aspa, Sceledro Francesca Mària, Filocomasio Gloria Carovana, Pleusicle Arianna Primavera, Lurcione Ilaria Ballantini, Acroteleuzio Deniz Ozdogan, Milfidippa Anna Charlotte Barbera, Scimmia Valentina Spaletta Tavella. Coro Ginevra Di Marco, Sara Dho, Alessandra Fazzino, Valentina Ferrante, Diamara Ferrero, Valeria Girelli, Margherita Mannino, Stella Piccioni, Elena Polic Greco, Giulia Rupi, Rebecca Sisti, Silvia Valenti, Irene Villa, Sara Zoia. Con la partecipazione degli allievi dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico, sezione Giusto Monaco. Coro: Sara De Lauretis, Elisa Zucchetti, Caterina Alinari, Clara Borghesi, Carlotta Ceci, Alessandra Cosentino, Ludovica Garofani, Zoe Laudani, Siria Sandre Veronese, Enrica Graziano, Alice Pennino, Federica Clementi, Gemma Lapi, Arianna Martinelli, Beatrice Ronga, Francesca Sparacino, Angelica Beccari, Gaia Lerda, Giulia Maroni, Linda Morando, Erika Roccaforte, Francesca Totti.

 

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