Teatro
Il male oscuro sulla scena
Palermo. Se un uomo decide di ri-attraversare e raccontare la sua vita per quanto possa, voglia, desideri essere sincero, per quanto abbia il bisogno fisico e interiore d’essere sincero, non racconta la sua vita, ma un’immaginazione della sua vita, una selezione degli eventi della sua vita, una ricostruzione del continuum temporale della sua vicenda biografica in cui solo alcune situazioni, emozioni, azioni, sono riportate alla luce del ricordo, della conoscenza, della consapevolezza, della saggezza. Raccontare la propria biografia significa, insomma, intraprendere un vero e proprio combattimento interiore di autenticità e salute che non sempre va a buon fine e anzi è spesso foriero di angoscia e sconfitta.
Ed è forse in questo combattimento interiore, in questa ricerca di autenticità da collocare in una dimensione di maturità risolta e non di vecchiaia sconfitta e priva di sapienza, il senso profondo de “Il male oscuro” lo spettacolo che il regista Giuseppe Dipasquale ha creato e diretto, traendone e adattandone teatralmente il testo dal romanzo omonimo di Giuseppe Berto del 1964. Val la pena di ricordare che si tratta di un’opera letteraria di grande valore, ben ancorata al migliore novecento della letteratura italiana e di fulminante successo, tale che in qualche settimana, appena dopo la sua uscita, risultò vincitrice dei premi Viareggio e Campiello. In scena ci sono Alessio Vassallo, Ninni Bruschetta, Cesare Biondolillo, Lucia Fossi, Luca Iacono, Viviana Lombardo, Consuelo Lupo, Ginevra Pisani, che sostengono coralmente e con solido mestiere lo spettacolo, laddove scene, costumi, musiche e coreografie sono rispettivamente di Antonio Fiorentino, Dora Argento, Germano Mazzocchetti, Rebecca Murgi. Vassallo incarna con attenzione, sensibilità e bella energia il ruolo (e la fatica interiore ed esteriore) del protagonista che si confronta, senza sconti, con la sua vita: la attraversa, la ricostruisce, la racconta misurandosi col veleno di quel principio di autorità (il super io, freudiano) prima incarnato dal padre carabiniere e, nel presente della vicenda, dallo psicanalista (un Bruschetta convincente anche se, oggettivamente, la sua assidua presenza in teatro, al cinema e in televisione lo rende sempre più Bruschetta e sempre meno i personaggi che va interpretando). Ecco, in questo rapporto si concentra sostanzialmente tutto il dramma del protagonista teso a non farsi schiacciare e a non trasformare il suo dolore, la sua oscura (modernissima) nevrosi, in una insopprimibile e insormontabile angoscia. Da questo nodo si dispiegano poi, senza risolversi mai del tutto, in un tempo che è al contempo soggettivo e tragicamente oggettivo, tutte le altre relazioni della sua vita: madri, mogli, amanti, medici, figlie. Ci si dice la verità per stare bene? A quale profondità si senso si può e si deve arrivare per attingerla? O forse è meglio continuare a galleggiare in una ri-costruzione della nostra vita prudente e solo parziale, tale tuttavia da consentirci di sfiorare il dolore e sopportarlo, senza farcene schiacciare e così sopravvivere e andare avanti? Complessivamente uno spettacolo che appare meditato anche se un po’ (auto)consolatorio, intelligente, semplice nel disegno e, soprattutto nella risoluzione formale, completamente interna al linguaggio teatrale di questo regista così come, piaccia o meno, è andato codificandosi negli anni. Visto a Palermo, in prima nazionale, l’8 febbraio 2025, nella Sala Grande del Teatro Biondo.
Il male oscuro.
Palermo, Teatro Biondo, Sala Grande dal 31\ gennaio al 9 febbraio 2025. Prima Nazionale. Di Giuseppe Berto, riduzione per il teatro e regia Giuseppe Dipasquale. Scene di Antonio Fiorentino, costumi di Dora Argento, musiche di Germano Mazzocchetti, movimenti coreografici di Rebecca Murgi. Con Alessio Vassallo, Ninni Bruschetta, Cesare Biondolillo, Lucia Fossi, Luca Iacono, Viviana Lombardo, Consuelo Lupo, Ginevra Pisani. Direttrice di scena Francesca Longoni. Coordinatore dei servizi tecnici Giuseppe Baiamonte. Fonico Mauro Fontana, primo macchinista Mario Ignoffo, macchinista Giuseppe Macaluso, elettricista Marco Santoro, sarta Adriana Cottone. Scene e attrezzeria realizzati con la collaborazione delle allieve dell’Accademia di Belle Arti di Palermo: Sofia Fragiglio, Marzia Francolino, Maria Gaziano. Amministratore di compagnia Andrea Sofia Produzione di: Teatro Biondo Palermo, Marche Teatro, Teatro Stabile di Catania. Crediti fotografici di Rosellina Garbo
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