Teatro

I racconti teatrali di Napoli e l’arte senza confini di “Ipercorpo” a Forlì

23 Maggio 2022

Ripartire dal teatro. Riprendersi la vita in angoli di bellezza dove è terapeutico ritrovarsi dopo una pandemia che rischiava di inaridire i sentimenti. Possono essere giardini di antiche ville che si affacciano sul mare, musei o fastose abitazioni su panorami imprevedibili. Luoghi che poi diventano del cuore, spazi inediti per ciò che poi è l’intima essenza del teatro: raccontare. Come auspica sin dal titolo, “Racconti per Ricominciare”, il green festival diffuso che prende il via il 26 maggio a Napoli e dintorni e fino al 12 giugno propone eventi spettacolari, nello specifico, reading e allestimenti con il coinvolgimento di sessanta attori. La rassegna ideata da Vesuvio teatro con il coordinamento artistico del critico teatrale Giulio Baffi e il regista Claudio di Palma, nacque nel 2020 come reazione ai teatri chiusi. “Un’ angosciata invenzione del tempo cupo della pandemia” e una fatica premiata -ricorda Baffi– dal successo del pubblico. Con la seconda puntata arrivano le conferme. “Un’emozione ripetuta per spettatori venuti a scacciare le ombre e a godere l’intelligenza degli attori e la loro bravura” . E che ora è diventata coscienza di un format culturale da imitare anche in altre città: aiuta a sperimentare architetture di parole in quelle di siti da conoscere e frequentare. Inusitate forme di agorà, possibili e intelligenti, che alla scoperta del teatro unisce quella della storia e dell’arte. “Ricominciare è sempre rinascere _ dice Di Palma _ Noi vogliamo che le attrici e gli attori raccontino per farci rinascere, perché i corpi e le loro parole ripropongano rapidi, epifanie inattese. Brevi apparizioni del nuovo. Anche i luoghi seducenti, magnifici, ambigui, a volte nascosti, lontani, rinascono nell’ascolto delle nuove parole che li raccontano”.

L’invito dell’attrice Carla Ferraro è ad entrare in uno dei luoghi del festival “Racconti per ricominciare”: la villa Campolieto di Ercolano (foto di Anna Abet)

Sono ville e siti storici da Sorrento a Pozzuoli fino a Benevento. E’ l’Orto Botanico della reggia Portici, Villa delle Ginestre di Torre del Greco, il Rione Terra di Pozzuoli, il Museo della Ferrovia di Pietrarsa Napoli-Portici, il Palazzo Vespoli di Massa Lubrense, il Parco sul mare di Villa Favorita ad Ercolano, Villa Fiorentino di Sorrento, il Mulino Pacifico di Benevento, la Villa Bruno a San Giorgio a Cremano, Villa Fernandes a Portici, Villa Signorini a Ercolano, il Palazzo Reale di Quisisana a Castellamare di Stabia e Villa Campolieto di Ercolano. Saranno quindi tredici le location prescelte come palcoscenico per gli oltre cinquanta attori che si misureranno nella messa in scena di una trentina di testi in massima parte inediti. Un’ora di teatro al tramonto per ogni percorso composto da quattro racconti della durata di un quarto d’ora circa. Si andrà dalla riscoperta del grande scrittore di fantascienza Isaac Asimov, in un racconto ripreso da Pino Carbone in “L’ultima domanda” con Alfonso D’Auria, Manuel Di Martino, Riccardo Marotta e Simone Miglietta (dal 26 maggio al 5 giugno nel Museo Ferroviario di Pietrarsa) alla lettura di “Cechov ora” curata da Michelangelo Fetto in scena con Assunta Maria Berruti, Antonio Intorcia e Benedetta Russo (dal 27 al 29 maggio e dal 3 al 5 giugno al Mulino Pacifico di Benevento). C’è anche un classico per bambini, “La Bella e la Bestia”, regia di Claudio Di Palma con Renato De Simone, Irene Grasso, Gioia Miale e Fabio Rossi (dal 27 al 29 maggio e dal 3 al 5 giugno all’Orto botanico della Reggia a Portici). Una curiosa lettura sulle peripezie dei “Nostalgici Quattro”, figure di supereroi oramai in pensione.

L’attore Sergio del Prete in una passata edizione del festival “Racconti per ricominciare” presso il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa di Napoli (foto Anna Abet)

Testo di Luigi Leone con Massimo De Matteo e Peppe Miale curatori dell’allestimento con Sergio di Paola, Rebecca Furfaro e Serena Pisa (Villa Fernandes di Portici dal 29 maggio al 5 giugno). Da “Tre sentieri per il lago” di Ingeborg Bachmann Luciano Melchionna ha tratto “Donne” con Chiara Baffi, Federica Carruba Toscano, Carla Ferraro e Adele Vitale (dal 26 maggio al 5 giugno presso la Villa Bruno di San Giorgio a Cremano). Il Parco di Villa Favorita di Ercolano è invece il palcoscenico prescelto per “Un fantastico viaggio Fantastico” a cura di Nadia Baldi da scritti di Francesca Morgante e Davide Paciolla sulle tracce del principe Raimondo de Sangro in scena con Franca Abategiovanni e Antonella Ippolito (dal 26 maggio al 5 giugno). Sono “Innocenti confessioni e pandemiche visioni” scritte da Antimo Casertano e Fabio Pisano quelle raccontate da Giovanni Allocca, Francesca Fedeli e Daniela Ioia e lo stesso Casertano nella profumata Villa Signorini di Ercolano (dal 26 maggio al 5 giugno). A Torre del Greco nella Villa delle Ginestre dalla vista mozzafiato e carica di memorie, Giuseppe Miale di Mauro guiderà i suoi attori tra le pagine di “Dieci” di Andrej Longo in “Quattro di dieci” con: Chiara Di Gerolamo, Giuseppe Gaudino, Gennaro Luci, Antonella Morea e Andrea Vellotti (dal 26 maggio al 5 giugno). Ettore Nigro in “Da vicino nessuno è normale” proporrà i “Tredici canti” di Anna Marchitelli a Castellammare di Stabia tra le antiche memorie del Palazzo Reale di Quisisana, sede anche del Museo archeologico Libero D’Orsi.

I Racconti teatrali nel Parco sul mare nella Villa Favorita di Ercolano in una immagine di una scorsa edizione del festival teatrale  (foto di Anna Abet)

Con Anna Bocchino, Viola Forestiero e Gabriele Saurio (dal 27 al 29 maggio e dal 3 al 5 giugno). Pako Loffredo lancia il suo “Terramò” al Rione Terra di Pozzuoli assieme a Demi Licata, Giorgio Pinto, Giuseppe Ruffo e Ingrid Sansone (dal 26 maggio al 5 giugno). NellaVilla Campolieto di Ercolano, va in scena “Presenze” racconti scelti da opere di Sabine Heymann, di Thomas Köck, Laura Naumann, Theresia Walser e Robert Woelfl, per un percorso alla ricerca di nuove proposte di teatro europeo realizzato in collaborazione con il Goethe-Institut di Napoli e il Forum Austriaco di Cultura di Roma. In scena con Raffaele Ausiello, Francesca Borriero, Paolo Cresta e Carlo di Maro. A Palazzo Vespoli di Massa Lubrense in “Credenze” un insieme di testi di Massimo Andrei, Benedetta Palmieri, Sara Sole Notarbartolo con lo stesso Andrei, Chiara Baffi, Marco Palmieri e Ingrid Sansone (dal 9 al 12 giugno). Massimo Andrei propone un divertimento gastronomico in “1700-2000. Il piatto è servito” con Carlo Caracciolo, Marco Palmieri, Fernando Pinto e Gennaro Silvestro nella Villa Fiorentino di Sorrento (dal 26 al 29 maggio e dal 2 al 5 giugno).

Un’altra intrigante immagine scattata nella cornice della Villa Campolieto di Ercolano, uno dei luoghi del festival teatrale napoletano (Foto Anna Abet)

E l’urgenza e la necessità di sperimentare nuovi spazi, magari riprendendoli alla città e restituendoli al pubblico come originale esperienza di visione e arte è uno dei tratti in comune con la rassegna napoletana da parte di “Ipercorpo”, edizione diciottesima del festival internazionale delle Arti dal Vivo , curato da Claudio Angelini, Mara Serina e Valentina Bravetti che si volge a Forlì dal 26 al 29 maggio e dal 2 al 5 giugno e utilizzerà come palcoscenici il deposito Exatr, l’Arena Forlivese, il Foro Boario, l’area dei “Portici” e la piazzetta delle Operaie. A questi si aggiunge il Teatro Félix Guattari. Decidere di portare delle azioni sceniche in città non è uno “stratagemma per imbattersi in un nuovo (e inconsapevole) pubblico, ma significa mettere sui luoghi un diverso accento, inedite visioni e possibilità percettive che continuino a farci sentire cittadini e non solo consumatori” sentenzia Claudio Angelini. Questo tipo di scelta naturalmente sollecita quesiti e riflessioni. Esistono ancora spazi in cui si possa esercitare una palestra di cittadinanza attiva? Come sono fatti? Come possono essere guardati ed esperiti? Così si chiedono ad “Ipercorpo”– E ancora: “Esiste un compito per l’arte in generale e per quella scenica in particolare? Evitiamo motivazioni catartiche, di insegnamento, o addirittura di supremazia degli artisti nel leggere l’esistente. Proviamo semplicemente (?) ad usarla per sentire intimamente la condizione dell’umano, con i suoi dubbi, i suoi misteri e la sua carnalità, i suoi slanci. L’arte ci qualifica come specie. Non è un elemento di supremazia, è un fatto. Certamente, viste le azioni che purtroppo l’ umanità è in grado di compiere, dovremmo nutrirci di arte e viverla il più intensamente possibile. Se non altro si produrrebbe un reiterato gesto pacifico e privo di confini”.

Un momento della coreografia “Aerea” della coppia Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi ospiti di “Intercorpo (Foto Gianluca Di Ioia)

Privo di confini come l’aria, altro focus della rassegna forlivese che proporrà un articolato programma di danza, teatro,musica e arte.

“L’aria come bene necessario, come antenna che registra i cambiamenti, come nutrimento dei pensieri” dicono Angelini, Serina e Bravetti che spiegano come “Siamo partiti da qui per costruire un percorso che intreccia artisti capaci di dare un peso specifico all’aria e raccontare l’oggi attraverso il respiro del loro lavoro. L’incontro con gli spettatori accade in situazioni e luoghi differenti, che si espandono come l’aria nei polmoni della città”. Ad inaugurare il programma, dal 26 al 28 maggio sarà “RE-FLOW” della danzatrice, coreografa e videoartist greca Cxhrysanthi Badeka,  un progetto internazionale sostenuto dalla Comunità Europea. Una coreografia virtuale per un dispositivo “Oculus Ouest 2” prodotto da Facebook. Il progetto di realtà virtuale “mette in campo una fotografia sui non-luoghi e sui fenomeni migratori che caratterizzano il tempo presente”. In questo evento lo spettatore indossando il visore entra in una dimensione spazio temporale inedita, attraversa paesaggi di ghiaccio, universi da esplorare… Segue “Body Clip” dedicato alla danza in video (il racconto del corpo visto dall’occhio di una camera video). Il 27 è la volta della prima visione di “ἀνδρεία”, nuovo lavoro della coreografa Paola Bianchi in collaborazione con Valentina Bravetti, e “La danza in un minuto” contest di danza promosso da Coorpi.

Un momento da “Beast without Beauty” di Carlo Massari e la C&C company (foto di Giulia Marangoni)

Giacomo Calli e Lucrezia Gabrielli presentano “#sunflowerexperience”, un progetto performativo che si muoverà in diversi luoghi. I partecipanti seguiranno i performer e con l’uso di cuffie bluetooth potranno ascoltare una voce guida, oppure della musica. Carlo Massari e la C&C company nello spettacolo di danza “Beast without Beauty” offrono un cinico e “irriverente studio sugli archetipi della miseria umana, sull’inespressività e sulla crudeltà nelle relazioni interpersonali. Segue la performance di Masque teatro “KIVA” che propone “un’indagine sul movimento in cui ogni azione viene scomposta all’interno della medesima sequenza ritmica reiterata al fine di generare un potenziamento in termini di energia, volontà, presa di coscienza”. Il 28 maggio al pomeriggio si può visitare l’installazione e mostra interattiva “Il Magazzino degli Scarti” di Simonetta Favari. La danza ritorna il 2 giugno con i danzatori Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi in “Aerea”, prima parte di un “dittico che si articola attorno ad un oggetto sin dal principio impiegato per manifestare appartenenza e separazione: la bandiera”. Lo spettacolo è in collaborazione con Crisalide Festival. Il 4 e 5 giugno spazio alla compagnia Muta Imago che mostrano il loro “Sonora desert” cucito su musiche di Alvin Curran. Il lavoro si presenta come un format originale tra installazione ed esperienza sensoriale.

Il collettivo internazionale Reckless Sleepers nella coreografia di Leen Dewilde “A String Section” (Foto di Maja Nadal Eriksen)

Ancora danza con i Reckless Sleepers, collettivo internazionale tra danza, teatro e arti visive che il 4 giugno presenta “A String Section” della coreografa Leen Dewilde: “cinque donne eleganti, vestite di nero e simili a delle musiciste pronte all’esecuzione di un concerto d’archi, si armeranno di seghe a mano mettendo in scena un’azione sorprendente, in bilico tra circo e danza”. A seguire un altro collettivo di danza e performing art Deriva Traversa presentano “Dewey Dell” un’opera sulla solitudine del pastore. Il 5 giugno spazio a due giovani coreografi provenienti dalla Scuola Grassi di Milano. Filippo Bonacchi presenta “Carne” sull’ideaa di censura e di illecito e Rossella Del Vecchio in “Soul Space”. La drammaturgia dei due lavori è di Giorgia Colantuomo e fa parte del progetto “En Avant! Sguardi sulla giovane coreografia”. Le domeniche pomeriggio di “Ipercorpo” sono dedicate alle famiglie con due spettacoli di circo. Il 29 maggio è di scena “Deux Secondes!”, saggio di mimo e giocoleria del clown Ivan Chary della Compagnie du Petit Monsieur diretto da Amandine Barillon. Il 5 giugno spazio a “Circo a puà” della giocoliera Francesca Mari.

Cemento Atlantico, alias il Producer Alessandro Toffolo Muzik Zoffoli ospite musicale di “Ipercorpo”

Bella ricca anche la sezione della musica con un programma curato da Davide Fabbri ed Elisa Gandini. Il 28 maggio di scena i chitarristi e compositori Stefano Pilia (ex Massimo Volume) e Paolo Spaccamonti che presenteranno una originale sonorizzazione del documentario di Dziga Vertov “L’uomo con la macchina da presa”. Nella stessa serata Cemento Atlantico del producer e dj Alessandro ToffoloMuzik Zoffoli da cui è nato l’album “Rotte interrotte”. Il 3 giugno due colonne sonore in diretta: “Se ci fosse la Luce sarebbe bellissimo” di Black Expaanded (Samuele Gottardello con Alessandra Lazzarini e Laura Campana e “Il Tempio cegli Uomini Granchio” di Mondoriviera, primo progetto discografico di Lorenzo Camera. Di rilievo anche la sezione dell’arte visiva curata da Davide Ferri in collaborazione con Miral Rivalta che ospita il lavoro di sei artisti in dialettica con il tema di questo anno, “Trattare l’aria”. Sono: Gregorio Botta, Beatrice Meoni, Margherita Morgantin, Nicola Samori, Filippo Tappi e Michele Tocca.

Mimo e giocoleria al festival di Forlì “Ipercorpo” con il clown Ivan Chary de la Compagnie du Petit Monsieur in “Deux Secondes!” (Foto Vincent Van Hecke)
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