Teatro

I Dispersi, nella babele dei commenti la verità scompare

4 Novembre 2017

Una donna entra nella redazione di una web tv, collocata ai piani alti di un grattacielo e chiede di denunciare una scomparsa, la propria scomparsa. La conduttrice di punta, Elda Moroni, impersonata da Donatella Bartoli, capisce di trovarsi di fronte al caso di cronaca del momento, quello di una donna che ha fatto perdere le proprie tracce, lasciandosi alle spalle i cadaveri del marito e dei vicini di casa. Fiutando un possibile scoop, Moroni cerca di intervistare la donna e chiama la collega Armida e il regista Marco. La donna, il cui personaggio è affidato all’interpretazione felicemente straniata di Margherita Remotti, però, elude le domande di Elda e racconta di scenari apocalittici e di un invasione in corso da parte di orde di stranieri non meglio precisati.

All’ironia e all’incredulità di Elda e dei suoi colleghi, risponde che loro, vivendo nel grattacielo, da cui non escono quasi mai, non sanno quello che succede fuori, nelle periferie, dove le persone, in balia di guerre, malattie e povertà, sono in rivolta. La donna dice che gli invasori stanno arrivando, che stanno ormai scalando i piani dei grattacieli autarchici, anche di quello dove si trova la web tv. Mentre Elda resta scettica, Armida comincia a dare credito alle parole della donna. Intanto, ad alimentare la confusione e il ribaltamento dei piani della realtà, in collegamento dalle periferie, sugli schermi della web tv compare il colonnello Dietrich von Bern, che sostiene di aver preso il potere e di aver avviato la costruzione di un muro per difendere la nazione.

I Dispersi, opera scritta da Fernando Coratelli e diretta da Margherita Remotti, e andata in scena al teatro Out Off di Milano tra il 17 e il 22 ottobre scorsi, potrebbe sembrare uno spettacolo, ambientato in un futuro distopico, sul fenomeno delle fake news, sulle notizie bufala da cui spesso siamo circondati, e quindi sul rischio di cortocircuito a cui i media, senza escludere i giornali più autorevoli, rischiano di andare incontro, in bilico come sono tra le esigenze dell’audience e la difficoltà frequente di avere un rapporto diretto con i fatti, e quindi di accertare la verità di tutte le comunicazioni da cui sono investiti ogni giorno. Il testo, però, va oltre questa riflessione e propone una domanda più ampia – molto attuale nel contesto mediatico in cui viviamo, ma, di per sè, riferibile a ogni epoca e a qualsiasi situazione – sulla nostra mappa del mondo.

Il messaggio più profondo de I Dispersi è un invito a chiederci se la nostra idea della verità si basi su un rapporto reale con le cose o su una percezione dei fatti, su voci, su serie innumerevoli di commenti di commenti. E, così, quando il commento, le voci, le idee sulla realtà diventano la realtà stessa con cui ci confrontiamo, a interrogarci sulla distanza che separa la guerra dalla pace, a riflettere sulla differenza che passa tra considerare una cosa normale o anormale, una persona amica o nemica, tra credere o non credere a qualcosa. Un esercizio intellettuale prezioso, anche fuori da una sala teatrale. In scena lo spettacolo, interpretato, insieme a Remotti e a Bartoli, da Marco S. Bellocchio, Alberto Barbi, Lisa Vampa e Ilaria Fioravanti, gravita attorno a un equilibrio difficile tra un tono drammatico e registri diversi, con aperture alla commedia e incursioni nel musical.

Foto di copertina: Marco S. Belloccchio, Ilaria Fioravanti, Lisa Vampa, Margherita Remotti e Donatella Bartoli sulla scena de I Dispersi.

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