Teatro

Firenze, la Democrazia danzata: da Virgilio Sieni ad Alessandro Sciarroni

10 Febbraio 2023

“Pensiamo a un “corpo mondo”, un “teatro città” che ama dialogare, ospitare, perdersi, praticare, condividere. L’unica polis possibile dove la politica dell’ascolto e della conoscenza fluttua verso pensieri costruttivi, a volte sull’orlo dell’abisso, altre volte solidali e in fuga “beatamente terrestre”. Qui i piedi calpestano il suolo con la forza trasfigurante della danza, di tutti coloro che amano danzare anche se da fermi: è il corpo in sé che articolandosi si apre all’energia possibile dello spostamento e del cambiamento”. Ecco “La Democrazia del corpo” è ufficialmente al via. Con queste parole il suo direttore artistico, il coreografo Virgilio Sieni, lancia il suo “manifesto politico” a venti anni dall’apertura di “Cango, Cantieri Goldonetta” a Firenze tagliando il nastro della prima parte di una rassegna (la seconda parte si terrà in autunno) che da questi giorni e fino al 12 maggio accoglierà artisti tra i più interessanti e significativi della scena nazionale e internazionale. Sono artisti di primo piano che hanno sviluppato percorsi originali di ricerca che saranno presenti in questo ciclo di spettacoli con le loro ultime creazioni. Sono: mk/Michele Di Stefano/Lorenzo Bianchi Hoesch/Amir ElSaffar, Compagnia Virgilio Sieni, Nexcyia/Still & Jermay Michael Gabriel, Jurij Konjar, Compagnia Enzo Cosimi, Company Blu, Armando Punzo, Panzetti/Ticconi, Alessandro Sciarroni, Saburo Teshigawara/Rihoko Sato, Yasmine Hugonnet, ZOO/Thomas Hauert, Irene Russolillo, Tempo Reale, Daniele Ninarello. Tre mesi per sedici spettacoli (il doppio di repliche) che indagheranno sullo stato attuale della ricerca a partire dalla danza intrecciando diversi sentieri: dalla musica alla parola e le immagini, dai linguaggi del corpo alle arti performative.

Un momento di “Op 22 No 2”, coreografia di Alessandro Sciarroni tra gli ospiti della rassegna “La Democrazia del corpo” che si tiene a Firenze con la direzione artistica di Virgilio Sieni (foto Andrea Macchia)

Virgilio Sieni così mette a fuoco l’itinerario artistico e creativo del festival. “Intendiamo partire ancora da lì _ afferma l’artista fiorentino _ dalla domanda aperta sul come diventare di nuovo e su come partire dagli artisti, ovvero da coloro che ricercano e che costruiscono ponti con la storia: passaggi intesi come spazi di incontro sempre aperti e poeticamente in mutazione, dove il rifarsi alla figura, alla forma musicale, alla gravità, alla filosofia dello spazio, alla sua cura e al modo di ospitare l’altro, crea il gesto iniziatico di incontro e relazione secondo intuizioni e verifiche”.

In questo modo ha proseguito il coreografo “Attraverso la presentazione di performance e residenze di artisti nazionali e internazionali vogliamo indagare come proprio l’incunearsi nei meandri poetici del sentire, dell’emozionarsi, del ricercare, sia lo slancio per l’elaborazione di figure dinamiche che, incontrandosi con l’altro, annunciano il nuovo. Guardiamo a un corpo in ascolto, alla sua luce, alla sua pelle e alla sua capacità di connettersi alle cosmologie sonore e ai mondi che fanno apparire barlumi inediti, esplicitati oggi con la creazione di microcosmi fisici e sensibili. Gli artisti presenti aprono squarci sottili seguendo queste tracce fugaci del divenire e ci invitano a un atto conoscitivo e responsabile per costruire la libertà”. Accanto alla presentazione degli spettacoli, seguiranno gli incontri con gli artisti che, coordinati da critici e studiosi permetteranno agli spettatori di conoscere le linee di tendenza dell’arte performativa contemporanea. Il primo a mostrare il suo lavoro sarà la compagnia MK di Michele di Stefano (10 e 11 febbraio) che in “Maqam” assieme a Lorenzo Bianchi Hoesch (musica elettronicaI e i canti della tradizione araba di Amir ElSaffar, conoscitore del maqam iracheno ed esponente del jazz contemporaneo vedrà sul palco sette corpi di danzatori che dal vivo interagiranno con i suoni e i canti in un originale concerto-coreografia.

Un momento dello spettacolo del coreografo Enzo Cosimi “Le lacrime dell’eroe” ospite nella rassegna fiorentina (foto di Gino Rosa)

Il 13,14 e 15 febbraio spazio al padrone di casa, Virgilio Sieni che con la sua compagnia presenta “Le tue Labbra/Sul Cantico” . Due giorni dopo la stessa formazione si produrrà anche il 18 e il 19 febbraio con “Ode Barbara/Sul Cantico”.

Nella prima coreografia in “un clima di notturno interrotto, i gesti provengono dalle zone abissali del buio. Intorno ai corpi regna il vuoto e solo le misure della luce riflessa tracciano una mappa sensibile di avvicinamenti e adiacenze. L’infinito che si raggruma nello spazio minimo dei due corpi appare inesauribile». Nel secondo “Siamo nel canto, il canto inaspettato dove il movimento crolla faccia a faccia nello spazio vacuo di una stanza trasparente. Un luogo attraversato e nomade accoglie una danza fatta di gesti incrinati, difonici, rivolti a uno spazio tattile imminente e allo stesso tempo ombroso che si forma dal vento minimo delle cose. Ne emerge una danza cantata che dialoga chimicamente con le molecole dell’aria e del corpo fino alla sparizione».

Il 25 febbraio Nexcya e Still (Simone Trabucchi) & Jermay Michael Gabriel danno vita a improvvisazioni sonore originali. Jurij Konjar il 4 e 5 marzo presenta le sue improvvisazioni a partire da quelle su“Goldberg Variations di J.S. Bach” di Steve Paxton. 11 e 12 marzo alle 16 la compagnia di Enzo Cosimi propone “Le lacrime dell’Eroe” installazione coreografica sulle Eumenidi. Una riflessione sul ruolo oggi della democrazia.

Il 18 e 19 marzo Company blu in “Materia Generativa” affermano di reinventarsi costantemente assieme al mondo che li circonda. “La struttura _ dicono _ elabora riprese multiple e immagini digitali, unisce danza, musica, video arte in una cornice estemporanea generativa di percezioni. Forme di una nuova materia che vuole rimanere intima si aggiungono in un qui e ora irreale ma sensibile, un ambiente indefinibile oltre il contatto umano della presenza”.

Un’azione dallo spettacolo della compagnia Mk di Michele Di Stefano “Maqam” (foto di Andrea Macchia)

Armando Punzo il 25 e 26 marzo mostrerà “ Il figlio della Fortezza”, Un progetto musicale-performativo che “rielabora l’universo iconografico, sonoro ed emozionale della Compagnia della Fortezza ripercorrendone la storia in occasione dei trent’anni di attività nel carcere di Volterra. Un allestimento speciale pensato come un viaggio affascinante tra le orme tracciate dalle ultime produzioni. Un concerto-spettacolo in un susseguirsi incalzante di musiche, parole, immagini: le note riempiono lo spazio, entrano nelle vene e nel cuore e riverberano con le voci e le visioni”.

Panzetti e Ticconi il 30 e 31 marzo in “Harleking” evocano “un’antica decorazione muraria in cui figure mostruose emergono tra eleganti volute. Figure grottesche, capaci di muovere il riso pur senza rallegrare”. Il 5 e 6 aprile spazio ad Alessandro Sciarroni , uno dei migliori coreografi italiani presenta “Op 22 No. 2”. Il 12 e 13 aprile “gli adagi di Mahler, Beethoven, Bach, Mozart, Rachmaninov, Ravel, Bruckner accompagnano il nuovo lavoro di Saburo Teshigawara. I gesti del grande artista giapponese si uniscono, come in un rituale, a quelli della sua storica collaboratrice Rihoko Sato. I due danzatori appaiono sospesi in un tempo irreale, alla ricerca di un’essenza che si manifesta nell’incontro tra musica e danza”. La svizzera Yasmine Hugonnet il 15 e 16 aprile presenta “Le Récital des Postures”. Zoo e Thomas Hauert in prima nazionale con “Efeu” il 20 e 21 aprile. “Dov’è più profondo” è il titolo della performance di Irene Russolillo” in scena il 28 aprile. Tempo Reale il 4 e 5 maggio mostra il suo “Xenakis/ La Kégende d’Eer” pe altoparlanti e dispositivi luminosi. Cioè: “Un’opera audiovisiva performativa e installativa che reinterpreta la storica composizione del 1977 del celebre compositore greco Iannis Xenakis. L’organismo site specific immaginato da Tempo Reale – cento dispositivi luminosi autocostruiti tratti dalla quotidianità, mille metri di cavi e nove altoparlanti – vive, abita, invade lo spazio esperito liberamente dai fruitori, immersi in una nuova e spettacolare dimensione acustica e visiva.

“Adagio” è il nuovo lavoro del coreografo e danzatore giapponese Saburo Teshigawara presente nella rassegna di Virgilio Sieni (foto di Lorenza Daverio)

A chiudere sarà infine Daniele Ninnarello con “Nobody, Nobody, Nobody It’s Ok Not to be ok” e cioè: appunti, celebrazioni e proteste di un corpo vulnerabile). La performance si presenta come “processo totalmente aperto, un discorso danzato che indaga le memorie e le tracce lasciate sul corpo dalla cultura del controllo, della violenza e dell’offesa. Una serie di “proteste” che nascono da pratiche solitarie e meditative per offrire la propria vulnerabilità come condizione attraverso cui lasciare operare la propria rivoluzione”.(info e prenotazioni allo 0552280525).

Luogo consacrato alla danza, la Lavanderia a Vapore di Collegno, vicino Torino, ospita dal 10 fino al 12 febbraio “onLIVE Campus” tre giorni di spettacoli, performance, incontri e dibattiti dedicati alle arti performative che incontrano le nuove tecnologie. Il festival ideato dalla Fondazione Piemonte dal vivo, con la direzione di Simone Arcagni si autodefinisce come “il primo format in Italia che mette insieme comparto artistico, istituzioni, policy maker, aziende e mondo accademico. Ad inaugurare il tutto la compagnia Arriella Vidach con “Dance The Distance” performance di danza virtuale seguita da “Cosmogony”della compagnia di Gilles Jobim di Ginevra. Ariella Vidach ancora protagonista l’11 assieme ad altri artisti (Kamilia Kard, El Raheb, Nico Angiuli) di laboratori per sperimentare le esperienze immersive. Per tutta la giornata è aperta una Virtual Reality Room dove immergersi con appositi visori per seguire “Microdanze” di Aterballetto, “Segnale d’allarme” con Elio Germano, “Hydrocosmos” di Milad Tangshir” Previsti anche lo spettacolo di Kamilia Kard in “Dance dance dance”.

“Dance The Distance” è lo spettacolo di Ariella Vidach che ha inaugurato la rassegna dedicata alle tecnologie alla Lavanderia a Vapore di Collegno (foto di F.Amato)

A proposito dell’iniziativa in sé il direttore Matteo Magrin ha ricordato come “Sul rapporto tra arti performative e nuove tecnologie, la Fondazione Piemonte dal Vivo già nel 2020 aveva ideato onLive, una sfida digitale per provare ad abbattere il confine fra on-site e online. A valle di quella esperienza nata in un periodo emergenziale, la Fondazione ha deciso di rilanciare il progetto e farne una traiettoria stabile da affiancare alla programmazione tradizionalmente intesa. Nel 2022 onLive è stato un mese di sperimentazione, con spettacoli in contesti teatrali e soprattutto extra teatrali in tutta la regione; nel 2023 con onLive Campus l’ambizione è organizzare una sorta di Stati Generali sul tema, insieme ai più importanti players del panorama nazionale”.  Per dovere di cronaca andrebbe segnalato il fatto che una volta tanto ad essere da tempo battitore libero sul campo della scena digitale e del confronto tra arti performative e tecnologie non è una realtà del ricco e sviluppato Nord d’Italia bensì proveniente addirittura da un’isola al centro del Mediterraneo, la Sardegna, dove da nove anni, a Cagliari, si tiene un’apprezzata iniziativa. E’ un festival, si intitola “Le meraviglie del possibile” ed è allestito dalla compagnia Kyberteatro. A ogni suo appuntamento presenta performance di qualità e ospita players e studiosi in campo internazionale, per monitorare e conoscere lo stato dell’arte della tecnologia applicata alla spettacolarità e alla ricerca teatrale. Proprio un pugno di settimane fa si è chiusa l’ennesima edizione con un focus molto stimolante sull’Intelligenza artificiale e i suoi possibili utilizzi in campo artistico.

“Cosmogony” performance di tre danzatori della compagnia Gilles Jobim in “motion capture”  ripresi in tempo reale a Ginevra

”Che cosa ci sta succedendo?” è il titolo di una due giorni, domenica 12 e 26 febbraio al Circolo Ariette, presso il Castello di Serravalle a Valsamoggia, Bologna. Si tratta di una serie di incontri _curati dal Teatro delle Ariette _ di riflessione, confronto, elaborazione di idee sulle nostre vite nel tempo presente. Paola Berselli e Stefano Pasquini dicono a questo proposito che: “Capita di avere la sensazione che qualcosa manchi anche in questo mondo dove tutto è a portata di mano. Qualcosa di importante, che abbiamo dimenticato, che un giorno abbiamo smesso di fare perché ci sembrava di non averne più bisogno. Qualcosa che non facciamo più da tanto tempo, ma di cui conserviamo un ricordo sfuocato. Cos’era quella cosa? Perché abbiamo smesso di farla? Cos’era successo? E cosa ci sta succedendo adesso che qualcosa riaffiora? Parlare con gli altri, incontrarli, discutere faccia a faccia, ascoltarsi, io e te, senza televisori, computer e smartphone di mezzo, questo ci manca, di questo sentiamo di avere bisogno”.

La prima domenica alle ore 15.30 sarà ospite Alessandro Tolomelli, docente di pedagogia generale, sociale e della devianza presso l’Università di Bologna, esperto di pedagogia della marginalità e del contrasto alle discriminazioni, di pedagogia e teatro dell’oppresso, di pedagogia delle comunità. Domenica 26 febbraio invece, sempre alle ore 15.30 sarà ospite Giancarlo Sissa, poeta nato a Mantova e residente a Bologna.

Spettacoli da seguire. A Modena, al Teatro Storchi, per la stagione curata da Ert fino a domenica va in scena “Peng” scritta da Marius Von Mayenburg dopo l’elezione di Trump negli Stati Uniti., regia di Giacomo Bisordi già assistente di Milo Rau, Peter Stein, Thomas Ostermeier e Gabriele Lavia.

Un momento dello spettacolo “Peng” in scena al Teatro Storchi di Modena (foto di Manuela Giusto)

Pensato come un adattamento alla realtà italiana grazie alla traduzione di Clelia Notarbartolo, l’allestimento è costruito come un documentario teatrale: un cinico giornalista/regista ci conduce in una sorta di reality surreale per seguire la vita di Ralf Peng. Figlio di una famiglia borghese benestante, è “un bambino speciale, unico per intelligenza e determinazione: assistiamo a tutta la sua vita, dallo strangolamento della sorella gemella già nell’utero materno per dimostrare fin da subito la sua unicità, al primo vagito, per arrivare all’appassionatissima campagna elettorale”.

Oltre alla partecipazione in video di Manuela Kustermann, in scena una compagnia di sei interpreti formata da Fausto Cabra nel ruolo di Peng, Gianluigi Fogacci e Sara Borsarelli in quello dei genitori, Giuseppe Sartori è un reporter d’assalto e infine Anna Chiara Colombo e Francesco Giordano nei panni di dieci figure differenti, da una dottoressa fedele a Ippocrate a un’ostetrica narcisista, da un venditore d’armi sfuggito agli anni ‘80 a una vittima ripetuta di violenza domestica.

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