Teatro
Festival, la “Prima Onda” di Palermo e la danza sensibile di Firenze
Come può crescere e produrre il teatro in questo Paese, se la formazione è pressochè inesistente? Non sono i teatri, se non in qualche caso sporadico a farsene carico e, teoricamente, meno ancora i festival, anche se, proprio questi potrebbero giocare un ruolo importante, perché meno condizionati da burocrazia. E, in alcuni casi già avviene quasi in silenzio in alcune realtà, perchè spesso si lega una formazione a una residenza o alle collaborazioni tra gruppi che immediatamente possono anche verificare i risultati. Certo occorrerebbe che tutto fosse meno lasciato caso e alla bontà degli organizzatori e potesse contare su organizzazione stabile luoghi certi e risorse sicure. Ma “a carico di chi deve essere la formazione?” si chiede infatti Manuela Sicco, attrice di rango siciliana e direttrice artistica, per la parte teatrale, della rassegna “Prima Onda” che dal 25 al 6 novembre propone a Palermo-Costa Sud, un nutrito programma di iniziative e spettacoli. Che ricorda, assieme anche all’attore e regista palermitano Sabino Civilleri , quanto il loro festival, pur giovanissimo (questa è la quinta edizione), sia legato proprio alla formazione. Qualcosa che è inciso proprio nelle loro esigenze di teatranti e programmatori. “Non a caso la nostra associazione si chiama Genìa -dicono – che sta a significare come “Prima Onda” debba essere anche un luogo di condivisione di saperi che dedica un proprio tempo alla diffusione della conoscenza, non solo strettamente teatrale”.
Diffusione di conoscenza, scambio e costruzione di allestimenti e /o eventi. Questa edizione punta il faro sulla diversità con un articolato programma nella periferia meridionale della metropoli palermitana negli spazi dell’Ecomuseo, l’ex Lavatoio comunale, oggi Casa della Cooperazione, la Casa “Padre Messina”, il Piccolo Teatro Patafisico, Noz (Nuove Officina Zisa) e La Sala Perriera. Lo scopo dichiarato è quello di inondare la periferia urbana con le arte performative, sperimentando “nuove interazioni con il pubblico e con gli artisti”. Tre direttori artistici sovrintendono i diversi settori. Oltre a Sicco per il teatro, la coreografa Giovanna Velardi cura la danza e Valeria Cuffaro la musica. A Cristina Alga, presidente dell’Ecomuseo è stato invece affidato il compito di “espandere la progettualità di Genìa in risonanza con le associazioni e i presidi culturali del territorio delle periferie della Città Metropolitana di Palermo”. Per quanto riguarda il tema affrontato questo anno, quello della diversità, che va inteso in termini non solo artistici ma anche culturali e umani, territoriali e linguistici. Va da sé che inevitabilmente si metterà l’accento su concetti come quelli di accoglienza e accessibilità.
Dopo un’anteprima il 20 ottobre con lo spettacolo “Musa” di Serena Ganci e Ugo Giacomazzi Il festival si apre ufficialmente il 25 alle 20 all’Ecomuseo con Panzetti Ticconi, duo fondato nel 2008 che si muove tra danza, performance e arti visive. In collaborazione con Teatro Bastardo fest, presenteranno “AereA” – che gli è valso il Premio Danza&Danza come coreografi emergenti e la nomina di “Talento dell’anno” dalla rivista tedesca Tanz – spettacolo che vuole raccontare “le cieche dinamiche del potere, la vanagloria delle guerre, il rigore degli schieramenti militari, evocando una stretta quanto antica fratellanza tra due oggetti tessili, bandiera e sudario: l’una segna il confine tra il “noi” e il “loro”; l’altro tra il mondo dei vivi e quello dei morti”.
Ospite successivo Armando Punzo, regista drammaturgo e attore – Leone d’Oro alla Carriera, Biennale di Venezia 2023 – che 35 anni fa ha fondato una compagnia unica nel suo genere che ha rivoluzionato di fatto il mondo della cultura e del teatro: la Compagnia della Fortezza di Volterra. Punzo presenta “Il figlio della tempesta“. Musiche, parole e immagini dalla fortezza, concerto spettacolo – Premio Ubu 2018 miglior progetto sonoro e musiche originali – nato nel 2018 per il trentennale della compagnia, e riallestito con una nuova messinscena che vede dividersi il palcoscenico Punzo e il musicista Andrea Salvadori, da anni compositore per gli spettacoli della Fortezza, per condurre il pubblico in un viaggio nella storia della compagnia.
Dal 26 al 28, grande spazio alla danza. Si comincia con la potente coreografa Paola Bianchi, la cui visione della danza è stata anche raccontata nel film “Paola Bianchi”, (Ecomuseo, ore 19.30) tratto dalla serie “La parte maledetta: Viaggio ai confini del teatro” un progetto cinematografico/documentaristico di Teatro Akropolis – diretto da Clemente Tafuri e David Beronio – dedicato ai protagonisti dell’arte e della cultura.
Al filmato seguirà “Brave” ultimo lavoro della coreografa con Valentina Bravetti, sul tema della “compresenza di due corpi diversi per abilità e percezione, in un’indagine approfondita sulla relazione, sul supporto vicendevole, sull’accettazione di limiti invalicabili pur tendendo al loro superamento. Sul palcoscenico i due corpi si incontrano: un corpo che torna in scena dopo otto anni di assenza e un corpo che cerca una nuova modalità di presenza nella scena”.
Un grande della danza contemporanea francese, Olivier Dubois, coreografo e danzatore sarà in scena il 27 all’Ecomuseo con la coreografia “My body of coming forth by day“. Ispirato dal Libro dei Morti dell’antico Egitto, l’artista è circondato dagli spettatori, senza trucco e senza inganno, al centro di un’arena dove è sottoposto a un processo aleatorio condotto dal pubblico. Un viaggio di frammenti di danza per cercare nel corpo dell’interprete ciò che crea il capolavoro. Il coreografo curerà anche una masterclass al Piccolo Teatro Patafisico. Ancora danza l’indomani, 28 ottobre, con Ambra Senatore in “Col Suo Tempo”. La coreografa s’interroga sul senso di esistenza e sulla felicità e su quali desideri condividere assieme e come realizzarli. In scena è con un quartetto di danzatori. Domenica 29 a Casa Messina torna il progetto “La Misura Umana – Give Me your hand“, reading con i partecipanti al laboratorio di scrittura collettiva a cura del Teatro dei Venti di Stefano Tè, e della poetessa e drammaturga Azzurra D’Agostino. Il progetto è parte di una serie di cantieri creativi, che comprendono seminari con artisti e comunità differenti, attraverso i quali la compagnia Premio Ubu 2019, intende promuovere residenze, scambio e confronto tra organizzazioni partecipanti e pubblico come sintesi delle esperienze. Nella stessa giornata alle 21.15 all’Ecomuseo, Fabio Ciccalè, danzatore, coreografo e performer presenta “Volevo essere gli dei“: una sorta di surreale rito in cui l’autore e interprete “cerca di impossessarsi dei poteri delle dodici divinità olimpiche e di godere come loro della vita eterna. Un sogno ad occhi aperti che fa i conti con la realtà dell’essere mortale”.
Lunedì 30 spazio a due monologhi (entrambi all’Ecomuseo). Il primo è di Bernardo Casertano: “Dino”, liberamente tratto da “Il Re del Plagio”di Jan Fabre e primo tassello della trilogia sul tema della “condizione umana” che prosegue il giorno dopo con Charta, ispirato ad “affabulazione” di Pasolini e “Pinocchio” nella versione di Carmelo Bene.
A seguire “E Appena Prima”. Note a margine della memoria di Valentina Minzoni monologo delicato e coinvolgente ispirato dal ritrovamento e dalla ricostruzione delle vecchie agende di Tina, la nonna dell’autrice; il racconto di una donna che sistema una piccola vita mettendo in fila i grandi eventi e il quotidiano, ma anche una riflessione sulla perdita e sul lutto che si rende visibile attraverso il dispositivo linguistico di cancellazione dell’alzheimer, ma che è parte del vissuto di ciascuno.
Spazio all’infanzia il 31 ottobre con Gisella Vitrano e Stefania Ventura di Quintoequilibrio,protagoniste di “(Una)Regina”, spettacolo per bambine e bambini dai 6 anni (ore 17,30).
Ad intrattenere ancora i bambini (Ecomuseo, 17,30) ci sarà Emma Dante con “Il Canto della Sirena” .
Al termine Domenico Ciaramitaro, (Ecomuseo ore 19.30) attore per il cinema e la tv proveniente dalla fucina di talenti della scuola di Emma Dante, presenta “Saro”, dove racconta la storia di un bambino, oggi uomo, che attraverso i sogni ha trovato il modo di resistere a un mondo che lo rifiutava. Lo spettacolo sarà reso accessibile ai non vedenti grazie a un progetto dell’Associazione Uniamoci Onlus.
Via alla musica con la rassegna curata da Curva Minore. Alle 22 all’Ecomuseo è di scena il Naäm Quintet, progetto tra musica balcanica e latina nato nell’ambito del Conservatorio di Musica “Alessandro Scarlatti” di Palermo e formato da Elisa Zimbardo (chitarra), Letizia Guastella (sassofono), Saro Castiglia (basso) Federico Mordino (percussioni) e Manfredi Crocivera (batteria). Il vasto repertorio del gruppo comprende musiche di compositori come John Zorn, Goran Bregović, Herbie Hancock, The Meters e molti altri.
Giuseppe Muscarello apre la giornata del 2 apre con “Se come il viso si mostrasse il core” (Ecomuseo, ore 21.15), prosecuzione dell’ultima creazione “I Pupi – Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori…”, tappa fondamentale del processo di creazione che ha accompagnato gli ultimi anni della ricerca e trasmissione del gesto del coreografo, che qui e”splora il carattere, la gestualità, i campi di gioco di nuovi personaggi, con la ricchezza/retaggio del bagaglio che ha portato alla creazione di una tecnica – non precostruita – di disantropomorfizzazione del corpo e di una sua pupo-morfizzazione”.
Per la musica è di scena la violinista e compositrice tedesca Gunda Gottschalk (Ecomuseo, ore 22) musicista dalla grande versatilità artistica che le ha permesso, di sviluppare collaborazioni con straordinari musicisti della sua generazione come Sebastian Gramss e Carl-Ludwig Hübsch, Gottschalk è nota anche per le sue collaborazioni con m la cantante siberiana Sainkho Namtchylak e la suonatrice di guzheng cinese Xu Fengxia.
Giornata tutta musicale quella del 3 novembre. Si comincia alle 20.30 all’Ecomuseo con Amadou nella pancia della balena di Yousif Latif Jaralla, cantastorie e autore di teatro e di video iracheno, da 40 anni a Palermo ove si è imposto sia per i propri spettacoli sui temi della guerra, dell’Iraq e sulle condizioni del Sud del mondo, che per le tematiche legate alla spiritualità mediorientale.
Si cambia alle 22 con uno degli ospiti musicali più attesi del festival: il cantante-chitarrista inglese Mike Cooper, una “leggenda” della musica d’avanguardia, sperimentatore raffinato, che ha firmato dischi fondamentali per il movimento “avant blues” internazionale.
È la straordinaria compagnia del Teatro la Ribalta fondata nel 2012 a Bolzano ad aprire la giornata del 5 novembre .Sul palcoscenico dell’Ecomuseo (ore 19,15) porterà “Ali”, il racconto di un incontro tra un giovane uomo qualunque, un po’ disilluso e pessimista, e un individuo “con due ferite rosse sulle spalle, un angelo caduto che ha voglia di soffrire e di amare come fanno tutti gli esseri umani. Tra i due si stabilisce una rete di interrogativi reciproci, di curiosità, di conflitti…”
A seguire (ore 21.15) c’è la Pura bossa nova del poliedrico chitarrista Alessandro Panicola, da anni impegnato in un’attenta ricerca sulla musica brasiliana d’autore e sulle sue forme espressive più genuine e autentiche. Ogni suo concerto è un viaggio che ripercorre, attraverso un ricchissimo repertorio, i grandi classici della canzone brasiliana d’autore da Dorival Caymmi a Caetano Veloso passando per Antonio Carlos Jobim e gli altri storici compositori del Samba-Canção.
Sarà uno spettacolo molto simbolico come “(In)visibile” a chiudere alle 18 all’Ecomuseo il festival “Prima Onda” . “Lo spettacolo infatti sintetizza i temi messi in campo in questa edizione e che saranno sviluppati anche delle prossime stagioni. (In)visibile, lavoro di Giulia Messina con l’associazione Uniamoci APS, attiva sin dal 2008 nel quartiere di Brancaccio di Palermo, dove svolge azioni di promozione sociale rivolte all’inclusione sociale di soggetti giovani/adulti con disabilità.
“Invisibile “ è “il dolore, il ritiro sociale, l’asimmetria, la rassegnazione. Visibili sono invece le storie di vita quotidiana messe in scena, fatte di discriminazione, luoghi comuni e incomprensione. Persone comuni che insieme condividono ironicamente le gioie e i dolori del loro essere nel mondo”.
Al Teatro Florida di Firenze, curate da Versiliadanza tre giornate (sabato 20, domenica 22 e martedì 24 ottobre) di spettacoli, proiezioni e incontri con gli autori per ripercorrere l’ideazione, la lavorazione e la messa inscena di due opere pensate anche per il pubblico con disabilità: “Lampyris Noctiluca”, di Aristide Rontini sull’eredità di Pier Paolo Pasolini, e “Pornodrama 2 – Concerto per corpi in ascolto”, firmata da Camilla Guarino e Giuseppe Comuniello. Si parte nel weekend, sabato 21 ottobre alle 20.30, con la proiezione gratuita di “Pornodrama2_concerto per corpi in ascolto”, il documentario di Creatini e Malvaldi che racconta l’esperienza di Camilla Guarino e Giuseppe Comuniello, danzatori e coreografi associati a Versiliadanza e impegnati dal 2018 in una ricerca mirata a rendere la danza fruibile anche al pubblico cieco o ipovedente grazie ad “audiodescrizioni poetiche”, creazioni artistiche parallele allo spettacolo in scena, udibili in cuffia, che riescano, oltre a trasmettere l’azione, anche e soprattutto a coglierne la poetica, suggerendo immaginari, visioni, intuizioni. Domenica 22, alle 20.30, si potrà seguire “Pornodrama2 -concerto per corpi in ascolto”, co-produzione di Fuori Equilibrio e Versiliadanza che immerge gli spettatori nella dimensione privata del rapporto a due. Otto performer – Riccardo Campani, Sabina Cesaroni, Brian Preciado, Tamara Rinaldi, Veronica Rivolta, Sara Sicuro, Angela Torriani Evangelisti, Irene Ulivi – quattro coppie.
Seguirà un intervento del performer e coreografo Aristide Rontini in dialogo con Valentino Ligorio, direttore artistico del Teatro Menzati/ TEX Teatro Ex Fadda a San Vito dei Normanni. Infine la proiezione di un video-reportage realizzato da Giulio De Leo che segue i giorni di residenza artistica condotti in Armenia presso il National Centre for Aesthetics diretto da Vahan Badalyan e Highfest partner del progetto insieme a Cie Jukebox, da Camilla Guarino, Giuseppe Comuniello, Aristide Rontini e Angela Torriani Evangelisti, direttrice di Versiliadanza e De Leo. Si chiude martedì 24 ottobre alle 21.00 con “Lampyris Noctiluca”, co-produzione ERT / Associazione Culturale Nexus in cui Aristide Rontini dialoga con l’eredità di Pier Paolo Pasolini. La prospettiva di questo solo fa luce sul corpo come luogo di trasformazione e visioni immaginifiche. La sparizione delle lucciole, evocata da Pasolini in un articolo del 1975, è un’immagine che sostiene il processo creativo “da dentro”. Senza apparire metaforicamente nel corpo che si pone all’attenzione degli spettatori, “la lucciola pasoliniana rappresenta innanzitutto una postura poetica. Illuminato da una luce che rinfrange tutte le forme di presenza che il corpo di Aristide Rontini è in grado di incarnare, non si pone limite allo sguardo di chi osserva. La danza è portatrice di una diversità che non è più solo auspicata, promossa, celebrata e descritta, ma pienamente vissuta”.
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