Teatro
Festival, Firenze al top con Fabbrica Europa, a Reggio Calabria c’è “Epic”
FIRENZE _ Mediterraneo come Terra di mezzo. L’edizione numero trentuno di Fabbrica Europa sceglie stavolta di focalizzare la sua attenzione sul luogo che è stata la culla di una cultura ricca di tradizioni, costumi, lingue, “una terra di mezzo” che “unisce il sopra e il sotto, il reale e l’immaginario, il maschile e il femminile, anche dove questo significa individuare traiettorie alternative al consueto, nella infinita ricerca dello scambio creativo e del sacro”. Come è consuetudine si tratta di un festival che con forte impianto multidisciplinare e che idealmente possono far ipotizzare condivisione di arti e saperi in grado di far intrecciare forme e significati differenti accendendo “traiettore del pensare e dell’immaginare che percorrono Italia, Francia, Portogallo, Spagna, Medio Oriente ìfino a giungere all’Asia”. E dall’altra partre volare verso le Americhe fino alla “presa di coscienza della black culture”.
Ecco quindi spettacoli, concerti, sazioni site specific, laboratori e incontri negli spazi del Parc, Performing Art Research Centre, Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Teatro Goldoni, Teatro Puccini, Auditorium Zubin Metha, Teatro Cantiere Florida, Chiostro degli Angeli. E ancora Istituto Francese, Frittelli Arte Contemporanea, Murate At District. Per un totale di 68 appuntamenti, 150 artisti di 15 Paesi.
Si parte il 13 e 14 settembre al Teatro Goldoni, ore 21 con “Invisibili” di Aurèlien Bory (con la Compagnie111) che si è ispirato all’opera “Trionfo della Morte” conservata a Palazzo Abatellis di Palermo in cui è rappresntato il mondo. Omaggiando la città siciliana, sulla scia della grane Bausch, il regista francese “ unisce teatro, danza e arte visiva di fronte a un affresco del XV secolo, di sorprendente modernità, diventato un simbolo della città e del potere salvifico dell’arte”. Sul palco, quattro danzatrici, un cantante, un musicista, tutti palermitani, sfidano le figure dipinte riprodotte su un fondale che si fa palpitante. Spiega Bory: “Ho immaginato un fondale che riproduce il “Trionfo della morte” nelle sue dimensioni reali, sei metri per sei, le dimensioni di un teatro. L’affresco rappresenta, sullo sfondo, la peste bubbonica, flagello della storia che ha duramente colpito la città di Palermo. Ma naturalmente ho posto l’affresco nel contesto attuale, che esprime i flagelli della nostra epoca: le morti dei migranti, le guerre, le catastrofi naturali… “.
Il 15 settembre Damiano Ottavio Bigi e Alessandra Paoletti presentano la loro nuova creazione “That’s All Folks!” coprodotta da Fabbrica Europa. Sulla scena un quartetto di interpreti: Ching-Ying Chien, Issue Park, Faith Prendergast e lo stesso Bigi. Sono “quattro personaggi sospesi in uno spazio indefinito, in un luogo effimero; una sorta di zona grigia che è il punto di non ritorno di un viaggio verso un non-luogo e un non-tempo, dove sono stati chiamati a sperimentare una dimensione liminale e a entrare in contatto con la propria memoria inconscia”. Lo spettacolo intende raccontare il senso di vertigine verso l’ignoto l’essere “ improvvisamente trascinati in un tempo e in un luogo dove non esiste più un asse o una prospettiva centrale, ma dove tutto cambia a seconda di dove guardiamo” (Auditorium Zubin Metha, 15 settembre, alle ore 19).
Harald Beharie -sabato 14 alle 19 e domenica 15 alle 20 – nel retroplaco dello stesso teatro del Maggio Musicale Fiorentino porta in scena “Batty Bwoy” espressione dispregiativa giamaicana per una persona queer. Il lavoro trae ispirazione dai peggiori stereotipi, da preconcetti e fantasie legate ai corpi e alle identità queer, “dai testi omofobi di alcune canzoni dance, dai film gialli italiani anni ’70, ma anche dalla resilienza delle comunità queer giamaicane e norvegesi che hanno preso parte al processo di creazione”.
La coreografa Cristina Kristal Rizzo mostrerà il suo “Monumentu the second sleep/ prima parte il solo” interpretato dalla giapponese Megumi Eda, storica danzatrice di Karole Armitage. “Monumentum” è memoria, un qualcosa che arriva dal passato. “Qualcosa che si sofferma e che fermando la progressione continua del flusso produttivo, si sposta nella profondità della memoria, in una sorta di anacronismo temporale”. (14 e 15 settembre nella Chiostrina del Teatro del Maggio alle ore 18).
Danza Italiana. Roberta Racis in “Atto Bianco” predispone un omaggio al materno e uno studio sull’atto bianco del balletto romantico (è generalmente il secondo atto il cui libretto narra vicende a cavallo tra il mondo dei vivi e una dimensione ultrtaterrena. “Precursore di un’oggettivazione dei corpi, l’atto bianco si predispone, oggi, a un’indagine che riflette sul femminile facendo deflagrare l’approfondimento personale sulla fragilità e sul lutto in una serie più ampia di possibilità. (Il 18 settembre al Teatro Florida alle ore 21).
Cristina Rizzo torna in scena con Giulia Cannas in “Erwartung” che riflette sulla malinconia che in passato veniva associata alle donne come “un peccato di debolezza”. La coreografia si innesta nello scorrere del tempo sulla figura di un doppio al femminile, evolvendosi ai confini di astrazione e figurazione, di reale e immaginario, di ciò che appare e ciò che è nascosto, manifestazione di una complessità interiore a doppia immagine e di un languore corporeo dove tutto sfuma (4 ottobre al Parc alle ore 21).
“Oltreconfine” della Compagnia Xe di Julie Ann Anzilotti è dedicato al tema del viaggio. “Valigie luminose seguono gli spostamenti in una scena astratta che accompagna gli interpreti nella dimensione del viaggio: l’ignoto, la sorpresa, la quiete, il mistero”. Il progetto “Personae”, nel cui ambito lo spettacolo si inserisce, nasce nel 2000 ed è dedicato a giovani e adulti diversamente abili, con la finalità di creare momenti di condivisione e partecipazione alla vita sociale attraverso la danza e il teatro di movimento (Il 5 ottobre alle ore 21 al Teatro Florida).
La Musica internazionale.
“Fabbrica Europa offre una serie di stimolanti appuntamenti. Al teatro Puccini è programmato il solo del polistrumentista brasiliano Rodrigo Amarante. Inserito da “Rolling Stone” tra i 100 musicist migliori del Brasile ha collaborato con Gilberto Gil e Marisa Monte.
I Fanny e Alexander sempre al Teatro Puccini, due giorni dopo, In “Nina” rendono omaggio a Eunice Kathleen Waymon, cantante, pianista e attivista per i diritti civili conoisciuta soprattutto con il noime di Nina Simone. Sul palco la pluripremiata soprano americana Claron McFadden compone un ritratto della grande cantante. In virtù dell’eterodirezione “elemento chiave della poetica di Fanny & Alexander, Claron McFadden ne abita la voce, testimoniando le svariate manifestazioni della forza del suo carattere e spirito creativo,attraversando i momenti più salienti della sua parabola, dalla tensione poetica alla lotta per idiritti delle donne e degli afroamericani, svelando le sue fragilità e ferite più intime” (29 settembre)
Grande attesa per il concerto del sassofonista Colin Stetson, sul palco del Teatro Florida il 15 ottobre, Stetson è un grande musicista coin un curriculum di collaborazioni lunghissimo: da Tom Waits a David Gilmore, da Hamid Drake a Evan Parker capace di spaziare dal rock al jazz, sempre a livelli altissimi.
La sera prima al Parc è invece di scena un trombettista come Amir Elsaffar, ma anche suonatore di santur cantante e compositore con lui anche Lorenzo Bianchi Hoesch, performer e compositore di musica elettronica. Il duo dal vivo presenterà il repertoprio di “Inter Spaces” in uscita a fine anno.
Black Culture
A dieci anni dalla scomparsa di Amiri Baraka (LeRoi Jones) Dimitri Grechi Espinoza, Emanuele Parrini, Simone Padovani, Beppe Scardino – il 5 ottobre al Parc – dialogano con la sua voce in quattro quadri in solo, per restituire altrettanti ritratti inediti che ne mostrino profondità, sfaccettature e complessità. Il suo testo più famoso è “Il Popolo dle Blues” diventato ormai un classico della musica e della cultura afroamericana. Venne scritto a metà dei Sessanta e analizza l’intreccio tra blues e jazz , racconta l’epoca degli schiavi e le lotte per i diritti civili. Il giorno dopo al Parc la contrabbassista jazz e compositrice Silvia Bolognesi si presenta in un solo in cui dialoga con la voce di Gil Scott Heron tratta da registrazioni, interviste e slam poetry.
La Danza Internazionale.
“Dance is not for us” è la nuova creazione del coreografo libanese Omar Rajeh dal contenuto fortemente autobiografico. Solo sul palco danza e racconta di un passato intimo che non esiste più, di un’immagine ingannevole che svanisce. “Un passato che non è diventato futuro, ma che è stato fermato. Immagini, significati, sentimenti, persone, momenti felici, tutto si è congelato”. L’8 ottobre al Teatro Florida).
L’”Inferno” di Dante Alighieri è il punto di partenza per “Averno” spettacolo di Mario Bermùdez di Marcat Dance. Una sorta di trance sensoriale, “un viaggio in cui lo spettatore si immerge completamente, empatizzando con i performer. Un viaggio che rivela la potenza della liberazione e la nudità del nostro essere e che avvicina ogni interprete alla sua vera essenza, al suo io più intuitivo e animale”. (Il 13 ottobre al Teatro Florida).
In “Tarànto Aleatorio” la coreografa Marìa del Mar Suarez La Chachi e la cantante Lola Dolores trasformano una scena di vita quotidiana -due donne che mangiano semi di girasole in un parco- in uno spettacolo magico. “ Il tarànto è una forma di flamenco originaria della zona mineraria di Almería, un canto primitivo, semplice, asciutto, senza chitarra, che nasce dall’esigenza di cantare liberamente. Con un approccio apparentemente casuale e un’interpretazione irriverente, le performer fanno emergere un lato ironico e vivace del flamenco che esce dagli schemi tradizionali” (Il 28 settembre al Parc)
La realtà sociale di una grande metropoli come Rio De Janeiro , città dalle profonde ingiustizie e differenze sociali è raccontato nella coreogarfia “aCordo” della brasiliana Alice Ripoll. In modo apparentemente innocente , quattro danzatori della compagnia REC provenienti dalle favelas sovvertono relazioni e gerarchie creando “un nuovo ordine in cui danzatori e spettatori devono inevitabilmente riorientarsi. Chi è chi, ora?” (Il 9 ottobre al Parc).
Progetti Internazionali
In “Something not Right” di Lian Guodong e Lei Yan/L-Square Performance il risultato di un percorso di craezione con performer italiani e cinesi iniziato in Cina e proseguito a Firenze. Lo spettacolo “ esplora il concetto di “giusto” e “sbagliato” in vari contesti: riflessioni, politica, identità di genere, orientamenti sessuali, memoria collettiva e personale, storia, estetica, arte, corpo, movimenti, ritmi, tradizioni, futuro”. (Il 29 settembre al Mad).
Tra le coproduzioni di Crisol da segnalare per il 2024: la co-creazione Canada/Sardegna“Les Scénographies-Paysages”, con la direzione di Danièle Desnoyers, presentata a luglio in Sardegna; la co-creazione Cuba/Spagna/Italia “El resto del Naufragio”, ideazione e coreografia di Roberto Olivan, dal 7 al 14 settembre a Bologna, Ravenna, Firenze e Cuenca; la co-creazione Giappone/Italia “Chair /Il Posto ”, diretta dal regista Takahiro Fujita /Mum&Gypsy in settembre al Toyooka Theatre Festival.
E’ basata sulla danza tradizionale “Seungmu” e utilizza la musica coreana, la voce e il movimento per esprimere storrie contemporanee “Burnt Offering” di 99 Art Company (di scena il 26 settembre al Teatro Florida). La stessa compagnia il giorno dopo al Parc presenta “A Concert of Burnt Offering” un concerto nel quale le musiciste Hwang Gina, suonatrice di Geomungo, e Lee Hwayoung, suonatrice di Gayageum, insieme ai danzatori hanno introdotto in un’opera contemporanea la musica e la danza tradizionali coreane come strumenti espressivi capaci di raggiungere una unitarietà e originalità molto speciali.
Fabbrica Europa ospita intanto “Shift” progetto della sezione cultura della Commisisone Europea dal 13 al 16 ottobre con u na serie di incontri, dibattiti dei partner che fanno parte del progetto (Italia, attraverso Fabbrica Europa, Francia, Libano, Albania).
In questo contesto sono da segnalare “I Pupi- in site specifi” del coreografo siciliano Giuseppe Muscarello al Chiostro degli Angeli il 10 ottobre, calato perfettamente all’interno della cultura siciliana. Lo spettacolo si inserisce all’interno dell’intervento progettuale “Celebrare il patrimonio mondiale UNESCO – Feel Florence: dalla transizione digitale alla sostenibilità per una nuova destinazione turistica”.
“Nomadic: Canto per la biodiversità” vede insieme Telmo Pievani e Gianni Maroccolo. Lo spettacolo è inserito nella Bright Night, la Notte europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori manifestazione ideata dalla Commissione Europea (23-29 settembre). Con le parole narrate da Pievani e i brani di artisti come C.S.I., Philip Glass, Litfiba, Claudio Rocchi, Marlene Kuntz, Gianni Maroccolo, PGR, Franco Battiato, lo spettacolo intende offrire un’esperienza che invita alla riflessione e alla scoperta e rappresenta un ponte tra arte e scienza.(Il 23 settembre al Teatro Puccini).
Identità di genere
La coreografa brasiliana Gaya de Medeiros in “Atlas da Boca “esplora due corpi trans attraverso la bocca che, come un simbolo, diventa l’interfaccia tra pubblico e privato, tra erotico e politico, tra silenzio e parola che perdura” (Il 28 settembre al Teatro Florida). Il 25 e 26 settembre Nunzia Picciallo presenta due lavori. Il primo “W Am I still a question” illustra il movimento, la ripetizione e la pittura, alla ricerca di una fisicità e di un corpo che si distacchino dalla memoria del binarismo della danza e della forma , Il secondo “Lemmy B” in una scena nuda “ll corpo è l’unico dispositivo in grado di riconfigurare grammatiche, sovvertire canoni, esplorare il piacere e costruire alleanze”. In “La Revisiòn” Sergio Suarez “ ricerca un distacco dalla normatività e un uso del corpo quale strumento espressivo che valorizzi le differenze, contro ogni discriminazione” (Il 25 e 26 settembre al Parc). “Born to Lie “di Three of Penatcels” vuole celebrare “la meraviglia e la fragilità dell’essere fedeli a se stessə. In un ecosistema abitato da sonorità elettroniche, luci colorate ed elementi vegetali, un corpo umano sperimenta la faticosa ricerca della propria autenticità”. (Il 12 ottobre al Parc). Gli stereotipi legati ai corpi e alle identità queer sono indagati anche in “Batty Bwoy” dell’artista norvegese-giamaicano Harald Beharie (14 e 15 settembre, Retropalco del Teatro del Maggio).
Nuove Generazioni.
Musicista di formazione jazzistica, Marta Del Grandi è una songwriter italiana cittadina del mondo. Il suo album “Selva” è una suite di avant-pop intrigante dove mette insieme arrangiamenti elettro-acustici e un approccio sperimentale alla forma canzone uno dei migliori talenti dell’attuale panorama musicale italiano. Il suo live è il 22 settembre al Parc.
Utilizza loop e sintetizzatori Marta De Pascalis, con l’obiettivo di creare “un universo sonoro unico, guidato più dalla sua filosofia musicale che da una specifica estetica. Il contenuto melodico di De Pascalis nel suo album “Sky Flesh” vede le sue radici nella musica antica e rinascimentale che si arricchiscono di sonorità elettroniche (Il 19 settembre al Parc).
Nella poesia visiva di Lucia Marcucci ““Bleah!!!” è un suono che è già significato. L’immaginario di questa artista e scrittrice è l’innesco del dialogo tra la danzatrice Annamaria Ajmone e la musicista Laura Agnusdei che “disarticolano la performatività dei ruoli sperimentando una scrittura che disattende le funzioni autoriali: la danza suona e la musica danza, il suono coreografa lo spazio, il movimento lo rimodula e moltiplica. I volumi e i gesti del sax, del corpo, dei respiri, dei tamburi, inventano zone acustiche di relazione, dove variano architetture e temperature, poetiche e affettive”. ( Il 21 settembre da Frittelli Arte Contemporanea).
Un atto creativo “sulla relazione con la madre biologica, spirituale, artistica e simbolica, un’indagine per trovare l’unione tra essere umano e Natura attraverso il corpo, custode di strumenti di conoscenza”. E’ “Fine” della coreografa Olimpia Fortuni che afferma: “la traccia di una linea invisibile su cui, a un certo punto del viaggio, si è posato lo sguardo risvegliando la domanda di me bambina: come si fa a creare uno spettacolo bello quanto la Natura?” (Il 3 ottobre al Parc).
In “Poems” Aurelio di Virgilio fa convivere corpi umani e non umani, sotto forma di calchi in argilla ed elementi scenici, per ripensare le ecologie delle relazioni e il concetto di dedica. A seguire, “Umlaut” di Vincent Giampino è un primo studio che vuole spostare il luogo della rappresentazione sottolineando la sua ambiguità e occupandosi delle possibilità coreografiche del fuori-scena. (Il 20 settembre al Parc)
“Perle Sparse” di Vanish Soobah è un’installazione sul tema del viaggio e del ritorno al paese d’origine: da Mauritius all’Europa e viceversa. Un percorso narrativo e sensoriale tra i ricordi, una riflessione su cosa si porta con sé quando si migra, in cui l’elemento fondamentale è l’acqua, associata al movimento della diaspora” (Il 12 e 13 ottobre al Parc).
“Brigitte et le petit bal perdu” è un teatrino costruito da Nadia Addis che sta dentro una scatola, e si riempie di storie, immagini, oggetti e personaggi per un magico e poetico viaggio nei ricordi. Con l’effetto intramontabile e “lo stupore della poesia delle case di bambole, dello sbirciare la vita degli altri, del sentirsi piccoli in mezzo a grandiose cose minuscole, si spalanca un mondo fantastico raccontato con grande delicatezza e semplicità”. Spettacolo per 4 spettatori a replica (Il 25 e 26 settembre all’Istituto francese).
Storia di uno e più incontri. “Lourdes” di Emilia Verginelli è la storia di di chiè stato oppure no nella cittadina dei miracoli. “È una condivisione scenica per un pubblico ristretto, in un tempo dilatato scandito non solo dalle performer ma anche dallo spettatore. Un’esperienza inedita dell’abitare lo spazio scenico, del costituirsi in qualche modo come una comunità provvisoria e in continuo mutamento” Il 2, 3 e 4 ottobre all‘Istituto Francese)
Fabbrica Lab
Un percorso di attività laboratoriali incentrate su temi di comunità, inclusione, corpo, creatività, fragilità, disabilità, queerness, condotte da artiste e artisti nazionali e internazionali: Chiara Bersani; Sergio R. Suárez; María del Mar Suárez, La Chachi; Gaya de Medeiros; Emilia Verginelli (al Parc). Da Firenze a Reggio Calabria dove dal 12 settembre si apre la rassegna “Epic”, acronimo di Esperienze Performative di Impegno Civile, allestita da Mana Chuma Teatro in collaborazione con il Parco diffuso della Conoscenza e del Benessere di Pellaro che ospiterà tutti gli spettacoli. Si parte alle 21,30 con il primo studio di “Il Monte Aspro” dell’attore Fabrizio Ferracane col’attore e codirettore di Mana Chuma Salvatore Arena, regia di Massimo Barilla con musiche originali eseguite dal vivo da Luigi Polimeni. Lo spettacolo con la drammaturgia di Gioacchino Criaco prende ispirazione dalla letteratura calabrese (da Saverio Strati allo stesso Criaco fino a Umberto Zanotti Bianco) come momento di riflessione e percorso di ricerca percorso di “rilettura critica dei processi storico-sociali e antropologici che hanno segnato le vicende della gente d’Aspromonte”.
L’indomani sarà lavolta del bravo attore Ciro Masella con il reading “Novecento” di Alessandro Baricco. E’ la vicenda del più grande pianista che abbia solcato l’oceano esibendosi in concerto a bordo del transatlantico “Virginian” . Il racconto parla “del nostro tempo, entrandoci sotto pelle e nelle pieghe dell’anima”.
Domenica 15 spazio a Pietro Del Soldà, scrittore e conduttore di Radio 3 che salirà sul palco con “Apologia dell’avventura” (la regia è di Manfredi Rutelli), adattamento teatrale del librodello stesso soldà “La vita fuori di sé. Una filosofia dell’avventura” con le musiche originali eseguite dal duo Interiors composto dai musicisti Valerio Corzani ed Erica Scherl. Uno spettacolo che “porta in scena una profonda riflessione sull’essere umano, offrendo al pubblico la chiave giusta per riscoprire la spinta all’avventura come esperienza decisiva per conoscere noi stessi in un periodo storico dominato da un individualismo sfrenato, dalla paura dell’altro, dal bisogno di sicurezza, dall’ossessione per l’identità e per le frontiere chiuse, da un conformismo che ci rende schiavi delle aspettative”.
“Polifemo innamorato” è il titolo dell’evento di narrazione e suoni ispirati all’”Idillio XI” di Teocrito a cura di Giovanni Calcagno. La narrazione è accompagnata dai suoni della tammorra e dei flauti che portano l’ascoltatore a un viaggio onirico nel tempo. Viene proposta una doppia interpretazione: in greco e l’altra in siciliano “ in un continuo gioco di lingue e di suoni in cui la narrazione colta e quella popolare si alternano senza sosta”. (lunedì 16 alle 21,30).
Evento speciale di “Epic” è “Segnale d’allarme. La mia battaglia VR” testo di Elio Germano e Chiara Lagani. Regia dello stesso Germano e Omar Rashid. Lo spettacolo non ha degli attori sul palco ma, essendo girato in realtà virtuale, potrà essere seguito dagli spettatori attraverso dei visori appositi che verranno indossati prima dell’inizio e poi lasciarsi andare in una esperienza di immersione totale in quell’ambiente ideato da Germano e Rashid e la compagnia multimediale Gold. L’allarme del titolo dell’evento in VR fa riferimento ai rischi di manipolazione dell’informazione attraverso le nuove tecnologie. Germano utilizza e allo stesso tempo critica questo tipo di linguaggio per cui secondo il teatrante “la tecnologia più avanzata offre dunque uno spettacolo disturbante, pensato per scuotere e risvegliare le coscienze”. Si terrà a più riprese – domenica 15 (ore 18,30), lunedì 16 (ore 18,30) e martedì 17 (ore 17,30 e 21,30) – con capienza limitata a 100 spettatori, per cui è d’obbligo prenotarsi.
Si chiude infine martedì 17 alle ore 20,15 con “E’ piena l’aria di invisibili parole”, vaggio nell’universo poetico di Franco Scaldati a cura di Melino Imparato e Totò Pizzillo. Lo spettacolo è un omaggio all’opera del grande poeta e drammaturgo palermitano scomparso oltre dieci anni fa e considerato tra i più importanti del teatro contemporaneo e la sua opera è oggetto ancora oggi di studio e ricerca per la ricchezza delle sue invenzioni e il colore poetico particolare della sua lingua.
Alcune serate del festival (venerdì 13, domenica 15 e lunedì 16, alle ore 20:30) saranno aperte da “La parola sonora”, una striscia di poesia performativa a cura di Mana Chuma Teatro. “La parola sonora” è dunque un omaggio ad alcune grandi figure della drammaturgia italiana contemporanea (De Filippo, Scaldati, Borrelli, Gualtieri, Cavalli) che hanno molto frequentato la parola poetica. (Info e prenotazioni chiamando 31941477087).
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