Teatro

Festival al via, da “Opera Prima” di Rovigo al “Festil” di Trieste e Udine

14 Giugno 2023

Teatro e danza sotto i segni dei tarocchi. Il festival “Opera Prima” di Rovigo ha la forte l’ambizione di essere per la sua diciannovesima edizione un ponte tra diverse generazioni. Spettatori e teatranti. Compito certo non facile di questi tempi. Fa ancora male quella troncatura netta delle esistenze, doverosa forse per motivi sanitari ma lacerante sul piano personale per gli affetti e i progetti. Ripartire quindi, non è stato facile, ed è visibile in effetti come tutto questo, ancora a distanza di tempo non sia una ferita completamente sanata. Eppure a dare la sveglia ci sono emergenze visibili a tutti, il tema dei diritti, la mancanza di lavoro, la guerra in Ucraina etc.. e altre invece meno evidenti che comunque si insinuano nel privato minando la convivenza. Chi organizza questo festival, il Teatro del Lemming, è cosciente delle fragilità dei tempi correnti, e non a caso ha voluto chiamare in questa rassegna chi ben rappresenta le tendenze creative della nostra contemporaneità. Non solamente. “Opera prima” infatti _ che dopo un’anteprima dal 9 all’11 giugno allestisce il suo programma dal 15 al 18_ in modo particolare, vuole continuare ad essere “un luogo di esplorazione e ricerca dei nuovi linguaggi della scena, dedicato alle nuove creatività giovanili, e a tutto quel teatro che non si arrende alle abitudini e che ama perciò sperimentare forme più aderenti alle sensibilità del presente”. Utile e necessario quindi rivolgersi ai maestri e alle eccellenze, guida possibile per nuovi talenti in cerca di spazio. Questo è davvero un modo giusto per affrontare il presente di crisi e lavorare per una uscita ricca di possibilità.

Un’immagine della coreografia “Brave” di Paola Bianchi danzata con Valentina Bravetti in programma a “Festil”

Sarà un caso ma ecco che tra i primi un sarà un maestro come Michele Sambin, fondatore del mitico Tam, teatro e musica, che proprio il 15 alle 22 ai Giardini delle due Torri presenta “Il tempo consuma 1978/2023”L’attore sta seduto davanti a una telecamera e viene ripreso frontalmente.L’evento viene registrato e dopo un breve scarto temporale la sua riproduzione appare sul monitor alle spalle del performer. Lo spettatore si trova di fronte così ad un’azione reale e alla sua registrazione sullo schermo. Il processo si ripete e il “sistema continua a generare in autonomia il medesimo processo, che ora può fare a meno dell’azione umana. Il nastro continua in maniera ricorsiva a essere scritto dalla ripresa in tempo reale e sovrascritto dalla registrazione sfasata, producendo una stratificazione di immagini e suoni che via via si degradano per un effetto inevitabile nella catena analogica”.

Altra maestra, rappresentante di un movimento coreografico che continua a ricercare, ardita sperimentatrice delle possibilità espressive del corpo e le sue interazioni con la vita quotidiana è Paola Bianchi che venerdì 16 alle 20,30 al Teatro Studio assieme a Valentina Bravetti presenta “Brave” frutto di un lungo lavoro di ricerca intorno al tema della compresenza di due corpi diversi per abilità e percezione “sull’accettazione di limiti invalicabili pur tendendo al loro superamento, “Brave” nasce da un forte desiderio che non mette in azione i soli corpi sulla scena ma una piccola comunità che accoglie e protegge.” Il lavoro è nato all’interno di “Elp” progetto di ricerca coreografica precedente di Bianchi.

La danzatrice Stefania Tansini nel ruolo di Cassandra  in “Of the Nightingale I Envy The Fate” dei Motus tratto da “Orestea”

“Da nove anni Valentina non cammina più, non riesce a mangiare e bere da sola, vestirsi, svestirsi, andare in bagno… eppure, in scena, il suo corpo ha acquisito una potenzialità che prima non aveva. È lì, nella scena, che il suo corpo è padrone di sé stesso, è lì che Valentina si sente pienamente viva.”

Torna ad Opera Prima uno degli ensemble contemporanei più amati d’Italia: i Motus. Il teatro riminese per l’occasione porterà in scena sabato nel Chiostro degli Olivetani (ore 22) “Of the Nightingale I Envy The Fate”. Il lavoro è ripreso dall’”Orestea” Alla “sfera animale, dell’incivile, del selvatico è ricondotto il talento di profetessa di Cassandra. Nell”Orestea”il corifeo paragona il suo lamento incomprensibile al canto di un usignolo: dalla risposta della “giovane inascoltata” viene il titolo di questa performance-grido, dove la battaglia di Cassandra è rievocata dal corpo-voce di Stefania Tansini nei momenti che precedono la sua ingiusta uccisione come schiava/adultera e straniera. Un rito sciamanico dove si fondono la stereotipica fragilità femminile e il suo spirito di vendetta infuocato, le funeste visioni del futuro, come la prodezza animale, l’eleganza del gesto e dello sbattere di ciglia.

Dalla collaborazione di Qui e Ora e i Sosta Palmizi è nato “La vertigine della lista” (Teatro Sociale alle 20,30 di domenica), coreografia e messa in scena a cura di Giorgio Rossi. Lo spettacolo “nasce dal desiderio di provare a leggere il contemporaneo confuso che ci sta intorno, dalla voglia di sovvertire il presente che ci sfugge, dall’ambizione di inventare nuovi sguardi sul mondo, dal piacere fisico e dalla gioia che la danza porta con sé, corpi che si trovano immersi in una poetica gioiosa e scanzonata”.

L’installazione “Terzo Tempo” a cura di Momec visitabile durante il festival “Opera prima” (Foto Marina Carluccio)

I padroni di casa del Teatro del Lemming hanno  presentato in anteprima, dal 9 all’11, con gli allievi di un Corso di Alta Formazione, uno studio su un nuovo progetto ispirato all’”Iliade” di Omero e alla tragicità della guerra.. Ancora con un gruppo di ragazzi la compagnia metterà in scena il 16 giugno in piazza Garibaldi (19,15) “Il Terzo Canto dell’Inferno” a cura di Diana Ferrandini e regia di Massimo Munaro. lI lavoro è nato all’interno di un progetto laboratoriale realizzato per gli allievi del Liceo Scientifico Paleocapa di Rovigo. Presentato ad aprile nella sua forma teatrale, il materiale scenico viene riproposto al Festival come “Studio d’Ambiente”. “La scrittura scenica che abbiamo operato non vuole né sottolineare né chiarire il senso delle parole, il loro significato, quanto proporsi come ulteriore riverberazione poetica.”

Sono di scena poi a “Opera Prima” la danzatrice e coreografa belga Danielle Huyghe con uno spettacolo sul tema dell’insonnia “Into the Blue” (giovedì 15 alle 20,30); il danzatore e coreografo ungherese Roland Géczy, che ibrida il folk del suo paese fino a farlo diventare linguaggio universale in “Dunajna” in prima sabato 17 alle 18,45 (piazza Vittorio Emanuele II), la coreografa israelo georgiana Annabelle Dvir “con un lavoro capace di porci faccia a faccia con il lato più misterico dell’universo femminile, quello tanto temuto e represso dalle nostre società patriarcali”: “Fictions” al Teatro Studio ore 21 sabato) e poi la giovane attrice Caterina Marino con un monologo sul disagio giovanile: “Still Alive” in scena domenica 18 alle ore 17,30 al Teatro Studio.

Il cantautore americano Dustin Halloran presenterà in trio il suo ultimo album “Silfur” (fotografia di Anna Maggy)

E infine opera prima per i Cartocci Sonori: “Rap (Requiem al poeta)”ai Giardini due torri sabato alle 19,15. Regia di Pouria Jashn Tirgan; Slowmachine con “Al-Jahaim/Inferno” (domenica, due Torri ore 15,16 e 17) dedicato ai lager libici. Per la musica, venerdì 16 alle 22 nel giardino delle due Torri, Ludovica Manzo e Loredana Antonelli propongono “Serpentine”. La performance audiovisiva vuole superare la tecnologia impiegata, per “creare un evento immersivo e coinvolgente, un racconto unitario in cui i suoni e le immagini fluiscono l’una nell’altra, senza spigoli, con movimenti ampi, sinuosi, di una consistenza impalpabile”.

Ancora musica con il compositore americano Dustin O’Halloran, vincitore di un Emmy Award nel 2015 e nominato all’Oscar, Golden Globe e Bafta nel 2017, che presenterà in trio il suo ultimo album. (“Silfur” domenica ai giardini delle due Torri alle 22). Torna anche Momec con la sua installazione tra memoria e ricordo :”Terzo tempo” , esterno Gran Guardia dalle 15 alle 19.

E, nel frattempo “Festil”, il Festival estivo del Litorale torna a Udine e Trieste sino al 5 agosto con un programma molto ricco di eventi, per un totale di trentadue appuntamenti tra teatro danza e musica. Molto fitto l’elenco dei collaboratori di Tinaos che organizza il tutto: si va dal CSS di Udine a Ivan pl Zajc/Teatro Nazionale di Fiume, Università di Udine, Associazione culturale Vitamina T La Contrada, Teatro Stabile di Trieste etc….

Ricco il cartellone che vede artisti famosi sul piano internazionale accanto a giovani emergenti. Questo l’elenco: Trickster-p, Orchestra Multietnica di Arezzo/Paolo Benvegnù, Giuliano Scarpinato, Paolo Valerio, Silvia Gribaudi, Fabrizio Pallara/CSS, Andrea Cosentino, Lucia Franchi/Luca Ricci & Antonella Attili/Giorgio Colangeli/Luisa Merloni, Cinzia Spanò, Niccolò Fettarappa Sandri/Lorenzo Guerrieri, Alberto Boubakar Malanchino/Cubo Teatro, Frosini/Timpano, Dynamis, I Piccoli di Podrecca, Tatiana Motta/Riccardo Favaro. Dopo l’inaugurazione con Trickster-p e il concerto di Paolo Benvegnù, il programma riprende il 15 a Trieste, in Sala Bartoli per assister a “A+A storia di una prima volta”, scritto da Giuliano Scarpinato e Gioia Salvatori. In scena il viaggio di due adolescenti alla scoperta dell’intimità, tra falsi miti, paure e ansie da prestazione che li porteranno a raggiungere insieme qualcosa di nuovo e inaspettato. Il 16 giugno, Paolo Valerio interpreta “Il muro trasparente. Delirio di un tennista sentimentale”, in cui si intrecciano la passione di un uomo per il tennis e il racconto delle sue emozioni e ossessioni sentimentali (Teatro San Giorgio, Udine). Martedì 20 spazio a “Graces” della coreografa Silvia Gribaudi, che, “con un umorismo generoso e un’empatia radicale, eleva il concetto di imperfezione umana a forma d’arte al di là dei cliché e delle apparenze “. In scena i danzatori Silvia Gribaudi, Siro Guglielmi, Matteo Marchesi e Andrea Rampazzo.

Paolo Valerio presenta a Udine “Il muro trasparente. Delirio di un tennista sentimentale” (foto Simone di Luca)

Attenzione per la sperimentazione dei linguaggi nella proposta di “Nel mezzo dell’Inferno”, per un solo spettatore alla volta e fruibile in realtà virtuale con l’utilizzo di visori. Scritto da Roberta Ortolano e Fabrizio Pallara, la performance è un’immersione nella prima cantica della “Divina Commedia” (dal 21 al 23 giugno – Sala Bartoli, Trieste; dal 26 al 30 giugno – Teatro San Giorgio, Udine). Altro spettacolo interdisciplinare è la performance “Rimbambimenti. Un Ted talk senescente in salsa Punk” di e con lo straordinario attore Andrea Cosentino, per la drammaturgia sonora e la musica dal vivo di Lorenzo Lemme: si comincia come una conferenza sul tempo da parte di un presunto scienziato, il suo doppio marionettistico affetto da Alzheimer e un assistente musicista, e si scivola verso un concerto-spettacolo che smonta inevitabilmente ogni ordine e logica causale(27 giugno – Teatro dei Fabbri, Trieste). In anteprima nazionale, tre giorni dopo il 30 giugno (Sala Bartoli, Trieste) va in scena “Le volpi”, il nuovo lavoro di Lucia Franchi e Luca Ricci, con Antonella Attili, Giorgio Colangeli e Luisa Merloni, che attraversano la provincia italiana per indagare le logiche della politica e il tema della corruzione.

AAndrea Cosentino presenta  a Trieste “Rimbambimenti. Un Ted talk senescente in salsa Punk” (foto Laila Pozzo)

Spazio ai giovani: ritorna un giovane duo, quello composto da Niccolò Fettarappa Sandri e Lorenzo Guerrieri che, in “La sparanoia – Atto unico senza feriti gravi purtroppo”, con la collaborazione artistica e drammaturgica di Christian Raimo, interpretano due personaggi dall’ambigua e smisurata ambizione politica, le cui tentazioni sovversive colano a picco nel baratro di una quotidianità spicciola (4 luglio – Teatro dei Fabbri, Trieste).

La sera prima, il 3 luglio (Corte di Palazzo Morpurgo, Udine) ci sarà il reading-concert a cura di Cinzia Spanò, dal romanzo di Azar Nafisi, “Leggere Lolita a Teheran”, dedicato al coraggio del popolo iraniano e in particolare alle donne che hanno guidato le proteste iniziate con l’assassinio di Mahsa Amini il 16 settembre 2022. Cinzia Spanò è ancora protagonista il 6 luglio (Teatro dei Fabbri, Trieste) con “Il condominio – Uno spettacolo superficiale con qualcosa da dire”,uno spettacolo divertente, tratto da una storia vera, in cui la vita condominiale diventa metafora della condizione umana. Fa ritorno a “Festil” la compagnia Frosini/Timpano, con un classico del repertorio di Daniele Timpano, “Ecce Robot!”, che ripercorre le trame dei singoli episodi dei cartoni giapponesi per ricostruire il divertito e autocritico racconto di una generazione che, ignara di vivere negli anni di piombo, cresceva tra robot d’acciaio (13 luglio – Teatro dei Fabbri, Trieste). Il 14 luglio va in scena “Monday”, del collettivo romano Dynamis, con la collaborazione di un team di ricercatori dell’Enea per sperimentare l’utilizzo del teatro e delle arti performative come nuove pratiche di sensibilizzazione e comunicazione sulle tematiche ambientali.

“Le volpi” è il lavoro di Lucia Franchi e Luca Ricci, con Antonella Attili, Giorgio Colangeli e Luisa Merloni (foto Elisa Nocentini)

E poi ci sono due irresistibili spettacoli per grandi e piccini. Il primo (in scena il 18 luglio – Teatro Palamostre, Udine) è “Come And Go – Varietà”, diretto da Barbara Della Polla in collaborazione con Ennio Guerrato e con la partecipazione di sei marionettisti: il “Varietà” è il più amato spettacolo delle marionette di Vittorio Podrecca, che ha raccolto applausi nel mondo intero; “Come and go – Varietà” si lascia ispirare dall’atmosfera che Beckett ha creato nel suo breve testo “Come and go”, in cui tre donnine, in una sorta di coreografia che cambia continuamente, si scambiano segreti. Anche i numeri delle marionette saranno legati dal filo rosso di tre donne che con dei giochi appariranno in scena e si alterneranno ai Piccoli di Podrecca. Il secondo spettacolo tout public è in Piazza di Malchina (frazione di Duino-Aurisina) il 21 luglio in collaborazione con ZaTroCaRaMa per “Dna”: “Pulcinella show” di e con Giulio Settimo, in prima nazionale. Una delle maschere più amate di sempre sfoggia una sua nuova abilità: il “giuoco” della palla.

“Come and Go-Varietà”, le marionette di Podrecca andranno in scena al Palamostre di Udine, dirige Barbara Della Polla

Da quest’anno il progetto “Futuro Passato” promuove anche due testi inediti di autori affermati della scena nazionale, oltre a compiere una selezione di autori tramite bando, fornire un periodo di residenza artistica, laboratori di drammaturgia che sono stati attivati con il Liceo Einstein di Cervignano del Friuli e con il Liceo Artistico Sello e pubblicare nuove drammaturgie che nascono intorno a un tema diverso a ogni edizione. Una nuova tappa di “Futuro Passato” si svolgerà il 19 luglio (Teatro dei Fabbri, Trieste): una serata con il coordinamento a cura di Aida Talliente delle letture sceniche, eseguite dagli attori Alejandro Bonn, Zoe Pernici e Aida Talliente. Si rinnova la partecipazione alla rete del Premio In-Box, tra le più importanti vetrine del teatro italiano emergente: il 22 luglio (Teatro San Giorgio, Udine) va in scena lo spettacolo vincitore dell’edizione appena trascorsa, “Sid – Fin qui tutto bene”, una produzione Cubo teatro, con Alberto Boubakar Malanchino, uno spettacolo sulle tematiche che riguardano l’integrazione.

Fettarappa e Guerrieri a Trieste il 4 luglio con “La sparanoia – Atto unico senza feriti gravi purtroppo” (Foto di Laura Farneti)

Altra protagonista femminile, tra gli artisti di quest’anno, è Marta Cuscunà, in scena il 25 luglio in collaborazione con Bonawentura / Teatro Miela (Teatro Miela, Trieste): il suo “Corvidae. Sguardi di specie” s’ispira alla miniserie tv trasmessa da Rai 3 ne “La Fabbrica del Mondo” di Marco Paolini e Telmo Pievani.

Arriva a Udine il 26 luglio (Teatro Palamostre) un attore amato dal grande pubblico, Lino Guanciale, diretto da Davide Sacco – anche autore – in “Napoleone. La morte di Dio”, nei panni di un figlio che ha perso il padre, forse Napoleone, forse Dio, forse solo un uomo, nella Parigi del 1840, anno in cui viene concesso, a quasi un ventennio dalla morte del potente imperatore, alle sue spoglie di ritornare in patria.

Il festival si conclude con lo spettacolo in scena in prima nazionale il 2 agosto presso la Corte di Palazzo Morpurgo a Udine e in replica a Trieste in collaborazione con Trieste Estate 23 presso il Giardino del Museo Sartorio il 5 agosto “A piedi nudi sul bordo del mondo – suoni e voci lungo la frontiera”, di e con Angelo Floramo per le musiche eseguite dal vivo dal gruppo Fior delle Bolge, una coproduzione Tinaos e Vitamina T sul tema della frontiera e del confine.

Lino Guanciale diretto da Davide Sacco in “Napoleone. La morte di Dio”, in scena a Udine (Foto di Flavia Tartaglia)

 

 

 

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