Teatro

Festival: a Romaeuropa c’è l’Opening week e “Short Theatre” mette il turbo

4 Settembre 2024

ROMA _ E la Capitale, un giorno di settembre, si risvegliò. Dopo lunghi silenzi, non una bensì due, sono le manifestazioni tra teatro, musica e danza a livelli internazionali che riporterranno la Città Eterna ai trascorsi fasti di metropoli spettacolare con due cartelloni ricchi di eventi in gran parte da non perdere. Sono il consueto e attesissimo RomaEuropa Festival giunto all’edizione numero trentanove, e che durerà fino al 17 novembre e l’altro, più breve, ma assai intenso, dedicato al contemporaneo , ed è “Short Theatre”, dal 5 al 15 settembre, giunto alla sua diciannovesima puntata. RomaEuropa Festival presieduto da Guido Fabiani e diretto da Fabrizio Grifasi proprorrà cento progetti tra teatro, danza e musica, arti digitali e creazioni per l’infanzia per un totale di trecento repliche in venti spazi della città con la presenza di settecento artisti. Tra le partnership spiccano quella di Dance Reflections by Van Cleef & Arpel, indirizzato alla diffusione della danza contemporanea e l’altra, triennale (2023-2025), con Flanders State of Arts, che per il secondo anno di seguito proporrà un focus sulla scena fiamminga.

Opening week straordinaria, il 4 e 5 settembre per la prima volta al Teatro Costanzi in corealizzazione con il Teatro dell’Opera di Roma. Di scena il prestigioso Ballet de l’Opéra di Lyon diretto da Cédric Andrieux in un doppio programma: si apre con “Biped” coreografia del grande Merce Cunningham, padre della modern dance americana con la composizione originale di  Gavin Bryars, presente sulla scena assieme al suo Ensemble. A seguire e completare la serata “Mycelium” del coreografo greco Christos Papadopoulos sul tappeto sonoro di Coti K. Nella stessa serata il dialogo tra due differenti generazioni della danza contemporanea. In scena ventisei danzatori e cinque musicisti nell’esecuzione delle due coreografie. Osserva a questo proposito Cédric Andrieux direttore del Balletto: “Il Ballet de l’Opéra de Lyon è sempre stato, nel suo stesso Dna, un ponte tra l’eredità dei grandi nomi della storia della danza e le nuove voci della coreografia contemporanea».

Open Week RomaEuropaFestival, il Ballettavano de l’Opéra di Lyon  danza”Biped”, coreografia di Merce Cunningham, musica di Gavin Bryars  (Fotografia di © Agathe Poupeney / Divergences-Images)

“Biped”, coreografia risalente al 1999 testimonia come il grande Merce Cunningham seppe trovare nella ricerca tecnologica uno stimolo importante per rinnovare la sua arte. Infatti, attraverso il software DanceForms e utilizzando un complesso sistema di sensori per il motion capture e telecamere a raggi infrarossi, insieme agli artisti digitali Paul Kaiser e Shelley Eshkar, Cunnigham “traspose in immagini digitali, settanta frasi coreografiche, dando vita a corpi e forme geografiche che, proiettate su un tulle in proscenio, interagiscono con i danzatori in scena”. Una vera e propria anticipazione delle tendenze degli anni a venire. Cunningham infatti in “Biped” diede vita a “una fusione di corpi, danza, luci, immagini in movimento e ologrammi, un’immersione corporea e spaziale, luminosa e grafica, un moto continuo tra assoli, duetti, trii e danze d’insieme in grado di catturare lo sguardo dello spettatore e immergerlo in un “universo virtuale” poetico e visionario”. Nella “Opening week” della manifestazione il 6 settembre è in programma un omaggio a Ruichi Sakamoto, Nella sala Santa Cecilia del Parco della Musica la Brussels Philarmonic diretta da Dirk Brossè presenterà il concerto “Music for film” e il 7 al Maxxi è programmato il film concerto “”Opus” di Nino Sora.

L’Opening Week prosegue il 9 e 10 settembre con “Outsider “di Rachid Ouramdane con il Ballet du Grand Théâtre de Genève e quattro funamboli contemporanei sulle note di Julius Eastman e “Tucidide. Atene contro Melo” di Alessandro Baricco con 100 Cellos, Giovanni Sollima, Enrico Melozzi, Stefania Rocca e Valeria Solarino (11 settembre). Infine, all’Auditorium Conciliazione, Sasha Waltz (13 e 14 settembre) per la sua ricerca sulle relazioni tra danza e musica, dialoga in “Beethoven 7”, con la Sinfonia n.7 di Ludwig van Beethoven e una composizione appositamente commissionata al musicista Diego Noguera.

Altro appuntamento dell’Open week di RomEuropa è la coreografia “Outsider” di Rachid Ouramdane eseguita dal Belletto del Gran Teatro di Ginevra (fotografia di Gregory Batardon

Fin qui l’Opening Week. Più in avanti racconteremo anche il fitto programma di RomaEuropa Festival che si snoda con moltissimi appuntamenti fino a mmetà novembre. Anticipiamo che giusto per fare un po’ di nomi i franco catalani Baro d’Evel (26.27 settembre) compagnia popolata da danzatori, acrobati e musicisti. Arriva anche Amos Gitai (8-10 ottobre), la compagnia fiamminga dei Berlin (21-22 settembre), la coreografa Leila Ka (22-23 ottobre). Teatro italiano. Tra i tanti la celebrata coppia Frosini/Timpano con un allestimento dedicato ad Alberto Sordi (3-6 ottobre), Giorgina Pi e Bluemotion al debutto di “Roberto Zucco” (25-28 ottobre). Per la musica Any Other, Tripolare, Akasha e tanti altri.

Tanti anche i luoghi dello Short Theatre: alcuni storici come la Pelanda al Mattatoio o il Teatro India e altri nuovi e inattesi come il Cimitero Monumentale Verano o le sponde del fiume Tevere e poi il Teatro di Documenti e la Cometa Off, Angelo Mai e il Teatro della Basilica etc… Unidici i giorni di programmazione, cinquanta progetti e quaranta le compagnie provenienti da Italia, Francia, Spagna, Svizzera, Brasile, Danimarca, Svezia, Rwanda, Stati Uniti, Germania, Canada, Palestina, Messico. In scena realtà di forte richiamo come El Conde de Torrefiel, Rimini Protokoll, Mohamed Reza e tra gli italiani, Fanny & Alexander, Adriana Borriello, Giorgina Pi, Annamaria Ajmone, Cristina Kristal Rizzo etc… questa edizione è contraddistinta dall’internazionalità, “dalla stratificazione dei linguaggi, dal desiderio di incontrare la città e di percorrerne lo spazio attraverso la lente dell’immaginazione artistica”: Il tutto sotto la direzione artistica di Piersandra Di Matteo, che quest’anno giunge alla sua conclusione. Titolo di questa edizione è “Viscous Porosity”.

I catalani El Conde de Torrefiel sono tra i protagonisti di spicco del festival Short Theatre di Roma Una scena da “Cuerpos Celestes” allestito al Cimitero del Verano (Fotografia di Lorenza Daverio)

Focus centrale “Prisma 24” dedicato a conoscere meglio il lavoro di una compagnia ospite questo anno è dedicato alla compagnia catalana El Conde de Torrefiel, al momento una delle realtà internazionali più interessanti sul piano della ricerca. Presente per la prima volta in Italia nel 2014 proprio a Short Theatre in “Twilight Zone” (così è stato battezzato il focus) permetterà di avere una conoscenza diretta delle azione performative ideate da Beyeler e Gisbert. Ecco così due allestimenti site specific: il primo l’11,12, 13 e 15 settembre nel Cimitero del Verano con la sound walk “Cuerpos Celestes” (dalle 7 alle 19) e il cinematografico “Ultraficción n.1” sulle sponde del Tevere il 13 e 14 settembre (alle 19,30). E infine “Se respira en el jardin como un bosque”, spettacolo per una persona per volta al Teatro Cometa Off dal 5 all’8 settembre (dalle 15 alle 22). Il Focus si completa con una masterclass presso i Laboratori di scenografia del Teatro di Roma e un incontro pubblico alla Real Academia di Spagna (7 settembre alle 17,30).

Altro importante ritorno al festival è quello dei Rimini Protokoll che presenterà il 7 alle 18 e 8 settembre alle 20,30 “The Walks” nei pressi del Mattatoio e “Uncanny Valley” (Stefan Kaegi/Rimini Protokoll) il 7 alle 22,15 e l’8 alle 20,30 alla Pelanda con al centro “ un robot umanoide prendere il posto dell’autore dando il via a una serie di questioni non rimandabili su copia/originale, intelligenza artificiale, tecnologia e forme di controllo dei corpi”.

Accanto ai catalani di El Conde de Torrefiel e i Rimini Protokoll la pratica del camminare ritorna anche in “El Viaje” itinerario acustico in diversi spazi urbani del duo Igor Cardellini e Tomas Gonzalez il 12 e 13 settembre alle 18, coprodotto dal festival con l’Istituto Svizzero.

I Rimini Protokoll saranno a  “Short Theatre” di Roma con “The Walks” e alla Pelanda del Mattatoio con “Uncanny Valley” dedicato ad Intellgenza artificiale, tecnologie e controllo dei corpi

Diverse le opere presentate in prima nazionale. L’artista canadese Dana Michael, insignita del Leone d’Argento alla Biennale 2017, al Teatro di Documenti il 10 e 11 alle 18 va in scena con “Mike”, una performance che, “con umorismo e sensibilità, fa proprio il tema del lavoro e dello stato di semi-vita nel quale il quotidiano ci immerge”. Alla Pelanda del Mattatoio il 5 alle 21,30 e 6 settembre alle 19, spazio al cabaret performativo di “Cavaliers impurs (Troubled Riders)” del duo Antonia Baehr & Latifa Laâbissi; il 6 e 7 settembre alle 21 la coreografa greca Katerina Andreou in “Bless This Mess” si interroga “sulla confusione come strumento di affermazione, godimento e creatività”; l’11 e 12 settembre la coreografa danese Mette Ingvartsen con il solo “Rush”, solo per la performer Manon Santkin ripercorre la lunga collaborazione tra le due artiste. E ancora alla Pelanda, il 7 e 8 settembre la coreografa franco-polacca Ola Maciejewska, in “The Second Body” riflette sull’intra-azione tra umano e ambiente, portando in scena un corpo e una scultura di ghiaccio in una costante e permeabile metamorfosi. La coreografia come pratica di stratificazione dei corpi e attraversamento delle ere si rintraccia nella nuova produzione di Annamaria Ajmone, “I pianti e I lamenti dei pesci fossili “ il 10 alle 20 e 11 settembre alle 19. Tutto all’opposto invece l’assenza del fattore tempo in quella immaginata da Adriana Borriello in “Timelessness Dances” il 12 settembre (ore 20). La danza dell’emergente Nunzia Picciallo nel primo studio del suo lavoro d’esordio “Lemmy B”, il 10 settembre (alle 21,30) diventa invece “potente strumento di reinvenzione della soggettività”.

Il suono è uno dei temi forti dei questa edizione di Short Theatre che proprio al “dominio dell’acustico” ha dedicato uno spazio ad hoc alla Pelanda, una sorta di “Stanza sonora” in cui ogni giorno saranno proposti ascolti musicali, streaming radiofonici, interventi acustici, performance e installazioni sonore, concerti e dj-set.

La coreografa franco-polacca Ola Maciejewska, in “The Second Body” riflette sull’intra-azione tra umano e ambiente. In scena un corpo e una statua di ghiaccio (Foto di Maria Baranova e Suzuki Watermill)

E il suono sta al centro di “A Mouthful of Tongues”della batterista e vocalist svedese Stina Fors (l’11 alle 20,15 e il 12 settembre alle 19) alla Pelanda; come in “Speaking Cables” (il 12 alle 21) di Agnese Banti, musicista selezionata da Fondo–Network per la creatività emergente. All’Angelo Mai, l’11 settembre (ore 21) Chiara Cecconello in “Aganis” propone una performance immersiva per due voci e live-electronics “dedicata alle anguane, figure mitologiche delle Prealpi Venete le cui grida sono inascoltabili all’orecchio umano”.Spazio Pelanda. Ancora il suono è al centro della performance di Nìdia&Valentina Magaletti, duo composto dalla producer e dj afro-portoghese la prima, batterista, percussionista e compositrice italiana basata a Londra la seconda di scena il 5 settembre alle 22,45. Imperdibile il set del musicista iraniano Mohammad Reza Mortazavi, con il suono percussivo del “tombak” e del “daf” il 10 settembre alle 22 ; il 6 alle 23 spazio alla cantautrice georgiana Nino Gvilia. Stesso spazio e stesso giorno (ma alle 219,30) per lo sperimentale Alessandro Bosetti compositore e artista sonoro di cui il Short Theatre ha prodotto in estate un nuovo lavoro grazie al progetto europeo Radio That Matters, di cui è capofila, e al sostegno di Fondazione Alta Mane Italia, Atcl e Insieme siamo arte: “La memoria risiede nel lobo dell’orecchio” è un lavoro nato dalla collaborazione con un gruppo di personenon vedenti e ipovedenti provenienti dall’ASP S. Alessio – Margherita di Savoia in cui si rende concreta la possibilità di una drammaturgia performativa accessibile e partecipativa fin dalla sua origine. Sempre alla Pelanda l’8 settembre (ore 19,30) è previsto lo spettacolo “Monumentum DA” progetto coreografico che la coreografa Cristina Kristal Rizzo porta avanti dal 2022 e che in questa occasione vede in azione Diana Anselmo, performer sorda.

La vocalist e batterista svedese Stina Fors nella singolare azione teatrale “A Mouthful of Tongues” di scena al festival del contemporaneo di Roma Short Theatre (Fotografia di Franzi Kreis)

Archivi, eredità collettive, suono e voce come dispositivo della memoria sono anche alla base dei lavori di Dorothée Munyaneza, artista rwandese basata in Francia e tra le più attive oggi a livello internazionale, nel suo “a capella” (5 alle 19 e 6 settembre alle 22,15) e di Aliaskar Abarkas, artista e scrittore iraniano, in “The Community Whistling Choir” installazione acustica dalle 19 alle 22) primo dei due progetti su cui prende forma la collaborazione con If Body 2024 – Living Fragments, la programmazione curata da Locales di cui il 6 e 7 settembre il festival presenta l’esito di un workshop in cui un gruppo di persone ha esplorato la collezione di antichi manoscritti persiani e arabi custoditi dalla Biblioteca Casanatense di Roma attraverso lo strumento corporeo del fischio. Il secondo progetto in co-realizzazione con Locales è School of Intrusions, piattaforma educativa sperimentale nata in Palestina per iniziativa dell’artista Noor Abed e della curatrice Lara Khaldi. Si immerge in biblioteche e archivi anche Léa Katharina Meier, borsista nel 2024 presso l’Istituto Svizzero, con cui Short Theatre 2024 co-realizza “La Grande-Biblioteca-Bagnata-Umida-Lubrificata-Vergognosa” all’Angelo Mai il 13 settembre (alle 21 una “performance grottesca e ludica che trasforma la vergogna in piacere attraverso l’incarnazione e la risata”. La relazione tra Short Theatre 2024 e Angelo Mai si esprime, nella seconda settimana del festival, in una programmazione quotidiana che prende avvio il 10 settembre (ore 17), aprendo le porte di “Fotoromanza”, esperimento laboratoriale che Giorgina Pi porta avanti da ottobre 2023 con un gruppo di oltre 40 donne over 65 intente nella creazione di un proprio fotoromanzo, un’opportunità di narrare la propria storia, trasmetterla, manipolarla e reinventarla. Altra collaborazione di Short Theatre è quella con il Teatro Basilica dove il 7 alle 18,30 e 8 settembre alle 21 la compagnia Fanny&Alexander presenterà “Manson”, un ritratto del noto omicida Charles Manson con l’interpretazione di Andrea Argentieri. Inoltre per “Reciprocity” la sezione del festival dedicata alla sperimentazione di modelli di reciprocità gòli spazi del Teatro India ospiteranno i percorsi dedicati alla pedagogia e la ricerca artistica di diverse artiste presenti al festival: da Stina Fors a Diana Anselmo. Torna anche “Anticipation of the Night” spazio a incontri e conversazioni che vedrà ospiti personaggi come Angela Balzano, Attilio Scarpellini, Annalisa Sacchi e altri.

Il suono sta al centro dello spettacolo “Speakin Cables” a cura di Agnese Banti, musicista selezionata da Fondo-network per la creatività emergente (fotografia di Monia Pavoni)
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