Teatro

“Eros”, l’amore al tempo di guerra, da Platone all’Ucraina invasa

30 Novembre 2022

Classicità e opera. Teatro e musica. Se c’è una dote che in diversi mettono in rilievo in Elli Papakonstantinou, regista e punta avanzata del teatro di sperimentazione e ricerca ellenico è il suo essere assolutamente imprevedibile. Capace di raccogliere le idee e adattarsi alle situazioni del momento, complice una grande scuola alle spalle e una spiccata versatilità in campo scenico. Altra dote non rivelata nelle sue biografie, dovrebbe essere quella della tenacia. Elli è una che non si arrende, ma continua a cercare soluzioni fino in fondo. Sicuramente è stata messa duramente alla prova nell’ultima sua fatica: un sorprendente “Eros” ispirato al “Simposio” di Platone ospitato diversi giorni fa al Teatro Gustavo Modena di Genova, all’interno del programma della XVIII edizione del Festival dell’Eccellenza al femminile diretto da Consuelo Barilari in collaborazione con il Teatro Nazionale di Genova. Vale la pena di raccontarla, anche per conoscere come le strade di chi lavora nella scena sperimentale, come è accaduto ad Elli, non sono tanto lastricate di buone intenzioni ma quanto invece, segnate da ostacoli e difficoltà come stavolta, in cui di mezzo si è messa addirittura una guerra. La regista greca infatti aveva curato una prima stesura dell’opera che intendeva rappresentare e portare in prima assoluta lo scorso 26 maggio di questo anno al festival internazionale di teatro a Rotterdam. Con la regista greca avrebbe dovuto lavorare un insieme di musicisti e cantanti d’opera ucraino. Cioè, per la parte musicale ODC ensemble e per il canto Nova Opera, compagnia che sperimenta da tempo in un campo inedito della sperimentazione tra musica e teatralità. Elli Papakonstantinou conosceva entrambi e da tempo intendeva lavorare con loro.

Un momento di “Eros” :  in scena un ensemble di musicisti,  cantanti e attori ucraini e artisti greci nell’allestimento presentato al Gustavo Modena di Genova (Foto di Heder)

Una volta presi gli accordi per la produzione il cast greco stava per partire per l’Ucraina a febbraio quando incominciò l’invasione dei Russi. Da qui inizia l’odissea. Gli artisti ucraini non possono lasciare il loro Paese. Alcuni di loro sono anche in età di leva e non possono partire. Elli non si perde d’animo e prepara una nuova stesura dello spettacolo con un’altra drammaturgia e un nuovo cast (nel quale avrebbe dovuto far parte anche il violinista e polistrumentista Blaine Reininger). Mentre stavano terminando le prove, a poche settimane dal festival olandese, gli artisti ucraini comunicano di aver ottenuto il permesso di recarsi all’estero. Ai primi di maggio ODC ensemble e Nova Opera arrivano così, in modo rocambolesco, ad Atene. Papakonstantinou non si perde d’animo e prepara un terzo allestimento legato all’attualità mettendo in primo piano, accanto all’opera di Platone, anche le esperienze di vita degli artisti. Impossibile d’altra parte, non riferirsi all’incredibile portata di un conflitto nel cuore dell’Europa. Una guerra che riguarda tutti e incide nella quotidianità di questa vasta comunità. Un’opera sull’oggi e sul nostro presente insomma. Questa è l’edizione definitiva che debutta con successo a Rotterdam e, dopo una presentazione ad Atene, approda in Italia.

Un momento di “Eros” sul palcoscenico del Gustavo Modena di Genova. La regia dello spettacolo è della greca Elli Papakonstantinou (Foto Heder)

Tornando alla prima dote della regista: l’imprevedibilità. Elli Papakostantinou ha lavorato in una situazione “total theatre” facendo salire sul palcoscenico gli spettatori che prendevano posto attorno a tavoli imbanditi con tovaglie immacolate, bicchieri di cristallo, caraffe, frutta, vino, piatti e foglie ingiallite d’autunno. A stretto contatto e vicinanza con una lunga tavola rettangolare dove hanno preso posto i cantanti-attori: Anna Kirsh, soprano, Andrii Koshman e Ruslan Kirsh, baritoni. Qui e là sul palcoscenico sono stati distribuiti gli strumentisti dotati di eccellenti qualità: dalla strepitosa violoncellista Zhanna Marchinska al percussionista Andrey Nadolskyi (assente nella tappa genovese Sehii Vilka, flautista e tastierista, nonché autore delle musiche eseguite dall’ODC ensemble). Completava in modo determinante il cast la portentosa chitarrista e cantante greca Katerina Fotinaki dotata di notevole presenza teatrale. In “Eros” si parla d’amore naturalmente. Ma anche di cibo. Si discute e si canta. Le telecamere riprendono tutto in tempo reale e rimandano in diretta i filmati sullo schermo sovrastante dove si alternano anche altre immagini di vita vissuta. Si parla anche della morte, di Eros e thanatos insieme. Ma è uno spettacolo che mette addosso gioia di vivere ed è di bella forza visiva, grazie anche all’effetto ravvicinato con il pubblico con cui attori, cantanti e musicisti condividono forte intimità. Vicinanza che non è solo fisica ma anche emotiva in virtù della bravura del complesso di Nova Opera in grado di coinvolgere con la forza della loro arte.

Gli spettatori di “Eros” andato in scena a Genova per il Festival dell’Eccellenza Femminile hanno preso posto attorno a dei tavoli imbanditi (foto Alessandro Sulis)

Così avviene l’incontro tra filosofia e grande pubblico. Tra artisti nei panni di mediatori e spettatori: e il “Simposio” di Platone è diventato così materia viva, specchio di vita di ogni giorno. Stralci dai celebri dialoghi, da quelli di Agatone a Fedro, da Aristofane a Socrate soprattutto, si sono mescolati a immagini del conflitto ucraino, ma anche di natura, provenienti dal mondo delle piante e dei vegetali. Colpisce l’assenza di un vero e proprio centro narrativo, inteso tradizionalmente. Tutto scorre come in un fiume. Le parole, le immagini, quelle registrate e altre in diretta, le azioni dei cantanti-attori, l’irrompere potente della voce di Katerina Fotinaki che, accompagnandosi alla chitarra, costruisce in parallelo evocativi attimi di sospensione. E poi i musicisti. Tutti bravissimi nel tenere bordone alle voci potenti dei cantanti ucraini. Dal percussionista, preciso nel ritmo, alla violoncellista che raggiunge vette di perfezione musicale. Gli spettatori vengono così risucchiati in un denso vortice emotivo. Si entra e si esce continuamente dal fluire delle immagini che si sommano alle azioni teatrali. Un helzapoppin per gli occhi e le orecchie.

Musica teatro e video in presa diretta per l’emozionante spettacolo “Eros” ispirato dal “Simposio” di Platone ma che racconta anche la tragedia del popolo ucraino (foto Heder)

La regista ha messo tutto insieme senza delineare un confine netto tra i diversi linguaggi espressivi. Musica, video, dialoghi: tutto concorre alla costruzione di un quasi-happening, sentimentalmente intenso, dove gli attori si mettono in gioco raccontando anche le proprie sensazioni e il vissuto dei giorni dell’invasione in una rappresentazione dell’amore a trecentosessanta gradi. Tra filosofia e vita quotidiana con momenti di alta intensità teatrale. Un bacio appassionato di due cantanti, la voce da brivido della bella e affascinante soprano Anna Kirsh, il suono di una sirena, i carri armati, una vecchia e consumata fotografia color seppia, fino ai frammenti che emergono dal “Simposio” platoniano, è una esaltante girandola di emozioni: stordisce e commuove il pubblico che sostiene calorosamente, nel finale gli artisti che escono a raccogliere gli applausi mostrando il drappo giallo e blu dell’Ucraina. Per quanto riguarda il cuore della ispirazione iniziale del “Simposio” di Platone, la citazione di passaggi e sottolineature riprese da questo capolavoro di filosofia _che sembra nei fatti suggerire già una messa in scena teatrale o lo script destinato ad un film _, “Eros”di Papakonstantinou ne restituisce efficacemente un catalogo fatto di poesia e quadri da esposizione.

Al centro della scena la soprano Anna Kirsh ripresa in diretta dalla regista Elli Papakonstantinou (a destra) durante lo spettacolo “Eros” (foto Alessandro Sulis)

Che, come ha osservato il critico teatrale Andrea Porcheddu, nell’incontro con la regista greca seguito allo spettacolo, rimanda alla memoria il libro di culto di Roland Barthes, “Frammenti di un discorso amoroso”. Il volume dello scrittore francese infatti, pubblicato nel 1977, comprendente all’interno riferimenti ad autori come Freud e Goethe (“I dolori del giovane Werther”) e ovviamente il “Simposio” di Platone, insiste sull’amore come concetto o tema che si manifesta essenzialmente attraverso il linguaggio: ma proprio per questo probabilmente non è in grado di raccontarlo fino in fondo. Il linguaggio infatti è quanto di più mutevole possa esisterei: cambia nel tempo e secondo i costumi di una società. Le parole di ieri non sono uguali in certi casi a quelle di oggi. Impossibile afferrarlo, impossibile definirlo completamente, come in qualche modo allude l’allestimento di Elli Papakonstantinou. Eros, o l’amore, resta di natura volatile, un’immagine che ad un tratto può sfocare o trasformarsi negli scompaginati pezzi di un puzzle che vola via per un colpo di vento.

“Eros”, scritto da Louisa Arkoumanea ed Elli Papakonstantinou che ne ha curato anche la regia, si è avvalsa delle scene di Konstantinos Chaldaios, il sound design di Giorgos Karyotis, i live visual di Yannis Paopoutsis e Fanis Sakellariou.

I musicisti, i cantanti e la regista Elli Papakonstantinou di “Eros” salutano il pubblico genovese dopo lo spettacolo mostrando la bandiera dell’Ucraina (foto di Alessandro Sulis)

 

Parte da Genova la tournée de “Il Cacciatore di nazisti” di Giorgio Gallione con protagonista Remo Girone. Lo spettacolo, presentato in anteprima all’ultima edizione del Campania Teatro Festival e coprodotto da Teatro Nazionale di Genova e Ginevra Media Production, è basato sugli scritti di Simon Wiesenthal, che dopo essere sopravvissuto ai campi di sterminio dedicò la sua vita a dare la caccia ai responsabili dell’Olocausto, assicurandone alla giustizia oltre 1000. In scena a Genova al Teatro Eleonora Duse dal 2 al 11 dicembre, sarà a Milano al Teatro Franco Parenti dal 17 al 22 dicembre e successivamente a Udine, Carpi, Sassari, Cagliari, Varese.

Ancora a Genova sul palco del Teatro Ivo Chiesa da domani 1 dicembre sino a domenica 4 dicembre anche lo spettacolo  “Le Troiane, la Guerra e i Maschi” di Marcela Serli, che ci offre un’irriverente e ironica “re-visione” de “Le Troiane” di Euripide, mescolando senza remore la filosofia con il pop e il trash per parlare di maschile e femminile, rappresentazione di genere e stereotipi di ruolo. Sul palco insieme alla stessa regista un gruppo di attrici fuori da ogni schema: Eva Robin’s, Noemi Bresciani, Ana Facchini, Ira Fronten, Luce Santambrogio e Caterina Bonetti. Lo spettacolo è coprodotto da Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Campania dei Festival, Teatro Nazionale di Nova Gorica e Fattoria Vittadini.

Una curiosa immagine della regista greca di “Eros”, Elli Papakonstantinou. Lo spettacolo ispirato dal “Simposio” di Platone è andato in scena al teatro Gustavo Modena di Genova
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