Teatro
Ecco “Trasparenze”, festival di teatro e musica a Gombola
Spettatori e residenti. Questo è l’incantesimo promesso dall’undicesima edizione di “Trasparenze” che è in corso di svolgimento nel borgo di Gombola, nell’appennino modenese, dove la compagnia da alcuni anni ha messo radici attivando programmazioni di teatro e danza con eventi di animazione e musica. L’idea principale che ha guidato i teatranti modenesi è stata quella di costruire una connessione di tipo nuovo tra Appennino e città, vivendo lo spazio del borgo come una unica location per residenze, spettacoli a cielo aperto, proiezioni ed escursioni nei boschi del circondario. Il tutto sempre e comunque delle realtà locali e in collaborazione con gli abitanti del luogo che assieme al Teatro dei Venti danno vita all’imponente cartello che ha dato una connotazione di festa popolare in questo caldo scorcio d’estate. Dal 18 al 22 luglio Gombola ha ospitato infatti le residenze di “Connessioni – giovani visioni artistiche per un nuovo presidio culturale”, un progetto di Koras finanziato grazie all’Avviso Youz Officina della Regione Emilia-Romagna. Questi gli artisti selezionati: Gemma Hansson Carbone _ che ha mostrato il 22 il suo lavoro _, Giovanni Onorato, Noemi Piva / Associazione Atacama, con esito il 28 e 29 luglio.
Dal 24 al 28 luglio si terrà tra l’altro, in collaborazione con Cresco (Coordinamento delle Realtà della Scena contemporanea) la residenza-studio sul tema “Attraversare il vuoto“, organizzata da Teatro dei Venti, con la partecipazione di un centinaio tra artisti, organizzatori, amministratori e spettatori.
Nello stesso periodo iniziale del festival -dal 18 al 22 luglio-è stato presentato “Le opere e i giorni”, il nuovo lavoro dei padroni di casa Teatro dei Venti, con gli abitanti del territorio e la regia di Stefano Tè. Il progetto è nato dal recupero della tradizione dell’”Ander a Vagg”, andare a veglia, ovvero incontrarsi e trascorrere le sere d’inverno in compagnia, nella stalla, o nei luoghi più riscaldati. Quello diventava il luogo dell’incontro, delle storie e dei racconti. Il titolo “Le opere e i giorni” prende spunto dall’opera di Esiodo, che mescola la lingua della poesia omerica a consigli pratici per l’agricoltura.
La creazione dello spettacolo ha previsto un ciclo di prove settimanali con i partecipanti al laboratorio, incontri di studio e avvicinamento, scrittura di poesie, improvvisazioni, momenti di lavoro comune sul testo, e una sessione di prove intensive quotidiane prima del debutto. Interpreti: Susi Baroni, Lucia Bocchi, Daniela De Venuto, Marcella Fiorentini, Marco Guerzoni, Maria Rita Mammi, Melissa Mariani, Paola Martinelli, Barbara Mustone, Geraldine Quinlan, Raffaele Vitale, Ofelia Zambelli. Hanno partecipato al percorso anche Francesca Gualmini e Lorena Iori. Le parole sono frutto del lavoro dei partecipanti e della poetessa Azzurra D’Agostino, che le ha cucite con alcuni versi di poeti della scena mondiale, con la regia di Stefano Tè.
Tra gli altri appuntamenti che hanno caratterizzato il festival fino a questi giorni va segnalata la proiezione del cortometraggio “Omelia contadina” di JR e Alice Rohrwacher, che racconta di una comunità si riunisce su un altopiano al confine tra tre regioni per celebrare il funerale dell’agricoltura contadina. Un’azione cinematografica per scongiurare la scomparsa di una cultura millenaria. Altro cortometraggio inerente i temi della vita in Appennino, con il focus sullo spopolamento dei paesi irpini e sulla migrazione giovanile, “E poi si vede”, di Domenico Pizzulo. Tradizione yiddish e musiche dell’est nel repertorio dei Zambra Mora che hanno allietato la serata del 21 luglio. Grande musica anche l’indomani con il trio di Ginevra Di Marco e Franco Arminio. Altri due appuntamenti musicali imperdibili il 26 e 27 luglio. Nella prima serata l’appuntamento è con la Banda Popolare dell’Emilia Rossa, una formazione composta da delegati Rsu Fiom delle fabbriche metalmeccaniche di Modena, tra cui Ferrari, Maserati, e da musicisti professionisti. Il 27 invece è di scena il cantautore Luca Mazzieri, accompagnato dalla sua banda di ben otto elementi.
Dal 28 il via al festival vero e proprio di “Trasparenze” con un programma che accoglie spettacoli che attraversano e trasformano i luoghi del borgo, i sentieri e gli itinerari nel bosco, relazionandosi con gli elementi architettonici e naturali.
Si comincia venerdì 28 alle ore 16.30 e alle ore 18.30 con “Muoio come un paese” di Dimitris Dimitriadis, con Gemma Hansson Carbone, spettacolo itinerante tra il borgo e il bosco. Un’esperienza poetica che accompagna il cammino, lo sguardo e la percezione della natura, invitando le persone a guardare il paesaggio circostante con uno sguardo nuovo, basato sulla conoscenza dell’ambiente e sulla consapevolezza dell’incessante passaggio ciclico della Storia. Nella stessa giornata (ore 16,30 e 18,30) va in scena “È come se dovessi contenere l’universo. Uno sviluppo di A.L.D.E.” di Giovanni Onorato, una performance di musica e parole, un dialogo tra attore e musicista. Il linguaggio oscilla fra il teatro di narrazione e la performance. Lo slam poetry diviene strumento narrativo funzionale al racconto: i brani eseguiti live fanno da spunto per i temi trattati, punteggiano la storia di un’adolescenza, o della sua fine.
Entrambi questi lavori fanno parte di “Connessioni – giovani visioni artistiche per un nuovo presidio culturale”, progetto di Koras. Chiusura alle 21 con il concerto “I Flexus cantano Gaber”, un viaggio che attraversa 30 anni di teatro-canzone, dai primi successi degli anni ’60 ai capolavori della maturità del cantautore. I Flexus sono Gianluca Magnani, voce e chitarre, Daniele Brignone, basso e cori, Enrico Sartori, batteria e percussioni, Davide Vicari, tastiere, sax e cori.
La giornata di sabato 29 si apre con “Attraversamenti”, performance itinerante tra borgo e bosco, (ore 15,17 e 20,30) di Residui di Teatro, compagnia nata a Roma, ma con sede a Madrid, Spagna. Regia: Gregorio Amicuzi. Azioni in movimento: Viviana Bovino. Con: Viviana Bovino, Denis Lavie e Irini Sfyri. Costumi: Lorena Canaletti. Una produzione del Laboratorio Internacional Residui Teatro. “Attraversamenti” è una ricerca che parte dai luoghi e dalle loro caratteristiche. Ogni epoca contiene tra le altre cose, i suoi canti, le sue danze, i suoi miti e i suoi rituali. Alle 16 torna, “Tra, o sulle cose in mezzo” di Noemi Piva / Associazione Atacama, prima performance esito di “Connessioni – giovani visioni artistiche per un nuovo presidio culturale”.
Alle ore 19 Ramin Bahrami e Massimo Mercelli presentano il loro concerto “The Best of Bach”. Un pianista considerato tra i più famosi interpreti di Bach, “un mago del suono, un poeta della tastiera” e uno dei più apprezzati flautisti internazionali approdano nella cornice del borgo di Gombola con il loro repertorio di brani del celebre compositore tedesco.
Alle 21.30 Nerval Teatro va in scena con Walking Memories, una performance di gesti e di parole sulla montagna e sul mondo dei ricordi e della dimenticanza. Un lavoro di e con Elisa Pol, realizzato in collaborazione con la danzatrice e coreografa Raffaella Giordano, riflette sulle corrispondenze tra paesaggio e individuo, tra gli spazi, le trame, gli odori e i suoni dei luoghi e i loro intimi riflessi nell’animo umano.
La giornata del 29 luglio si conclude con il concerto di Bobo Rondelli, ore 22.30, cantautore livornese, protagonista di un percorso unico e inimitabile, fatto di musica e parole, teatro e cinema, risate e pianti. Ad accompagnarlo i musicisti Claudio Laucci, piano e tastiere, Simone “Bimbo” Soldani, chitarra e Simone Padovani.
L’ultima giornata del festival domenica 30 si apre con “The Rose Alien Tour”, alle 17.30 e alle 20, invenzione e coreografia di Fabrizio Favale, con i danzatori Daniele Bianco, Daniel Cantero, Pietro Conti Milani, Francesco Leone, Mirko Paparusso, Alessio Saccheri. Scene, costumi e adattamento First Rose. Una performance itinerante che attraversa il borgo, tributando ad ogni luogo una danza. Creature evanescenti che non lasciano alcuna traccia, non modificano nulla di ciò che li circonda, ma si esibiscono in un tributo verso quei luoghi che invece restano, mentre l’umanità passa.
Alle 19.30 va in scena “A peso morto”, performance di C&C Company. Fotogrammi di una periferia senza tempo e identità, non perché non l’abbia mai avuta, voluta, desiderata, ma perché le è stata sottratta a morsi nell’inutile e alquanto misteriosa nuova definizione di “Città Metropolitana”, che significa tutto e il suo contrario. Caratteri, una volta protagonisti, oggi disadattati privi di una funzione sociale, comparse passive, astanti in attesa di cadere in una voragine identitaria che ne cancellerà definitivamente la memoria per dare spazio al nulla. Alle ore 21 è atteso il concerto di Stefano Bellotti, in arte “Cisco”, che chiuderà Trasparenze Festival portando con sé le sue storie e le canzoni che da oltre 30 anni lo accompagnano in giro per il mondo. Un viaggio umano e musicale che va dall’Irlanda ai Balcani, fino alla Terra del Fuoco. Sul palco con Cisco ci saranno Max Frignani, chitarre, Bruno Bonarrigo, basso, Mario Shetl, violino, Enrico Paso Pasini, tromba, tastiere e fisarmonica, Kaba Arcangelo Cavazzuti alla batteria.
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