Partiti e politici
Dario e Franca, i giullari del popolo
Mi piace ricordarli vivi. Forse perché proprio non riesco a dissociarli da quella ribollente umanità che sembrava colmarli in ogni occasione, con sincerità. Una sincerità esplosiva, che nessun attore potrebbe costruire a tavolino per il suo personaggio più spendibile, che esonda ogni maschera possibile. Erano sinceramente ed eternamente bambini, stupefatti, entusiasti, e sistematicamente indicavano, quasi per riflesso condizionato, la nudità dei Re, proprio come i bimbi di Andersen. Ed erano sempre in scena, fino a diventare essi stessi maschere, ma stranamente capaci di farlo senza mai spersonalizzarsi, senza mai rinunciare ad intervallare maschera e volto, un volto dall’umanità disarmante.
Sembravano animati da un’illusione così grande da essere fin capace di materializzarsi, come idea che si tesse in filo, quel filo ideale al quale poi il corpo materiale s’aggrappa, rocambolesca fune che sembra capace di reggerti e portarti nell’altra sponda, farti evadere. Un filo che ti mostra una strada. E fu così, fu per questo loro singolare trasporto rivoluzionario, di narrazione capace anche poi d’incarnarsi in lotte (come nel caso del soccorso rosso), fu così e fu proprio per questo che, nonostante le loro indubbie qualità, li cacciarono.
Li cacciarono dai mezzi di comunicazione di massa di questa Italia bigotta e clericale, padronale e omicida, subalterna e clientelare. E fu per questo che per intimidirli rapirono e violentarono Franca, minacciarono di morte il figlio di sette anni, li perseguitarono e isolarono con accanimento, in ogni modo, almeno fino al Nobel. Perché quei due stavano dalla parte giusta, stavano da questo nostro lato della barricata, erano gramscianamente organici alla realtà, ed erano pericolosi per il potere, per ogni potere. Stavano su questa sponda con quell’ingenuità, follia e purezza che sono tipiche delle avanguardie, di quelli che si muovono. Di quelli che pur tra mille errori e miraggi vivono con insostenibile pesantezza la stasi rassicurante della mediocrità. Dario e Franca, come chiamarli, due compagni.
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