Teatro
Danzando nei teatri, tra le torri e le ville di Roma, Bassano e San Gimignano
ROMA _ Riflettori puntati sulla giovane danza d’autore. Dal 24 al 28 nella Capitale, una full immersion su “Indizi sul corpo” rassegna contemporanea diretta e ideata da Roberta Nicolai del Triangolo Scaleno -la stessa che cura l’invernale “Teatri di Vetro” una delle migliori realtà spettacolari romane – che stabilisce il suo quartiere generale in uno spazio come Villa Lais (in piazza Giovanni Cagliero), esempio magnifico di residenza suburbana, vicino alla Tuscolana, con una estensione che sfiora i trentamila metri quadri, recentemente oggetto di restauro (conclusosi due anni fa circa) possiede diversi spazi, dall’anfiteatro ad un’area giochi, ai viali, area pic nic e fitness completamente ripuliti e resi disponibili all’uso. La Villa Lais sarà in questa occasione “il palcoscenico di una pluralità di presenze artistiche, accomunate dal concepire la danza come testimonianza corporea, esperienza radicata nel corpo, nutrita dall’estensione e vibrazione tra i corpi, costantemente disponibile nella sua precaria e vulnerabile esposizione”.
Spazio giusto e ideale per “Indizi sul corpo” che presenta in questa occasione cinque opere site-specific di questi giovani coreografi. Questi sono Michael Carbone, Sara Capanna, Michele Scappa, Barbara Carulli, Lorenzo Morandini e Lorenzo De Simone che presenteranno progetti “segnati da una forte identità autoriale” e che “esprimono coralmente una speranza di mondo al tempo stesso forte e gentile, aperta e segreta, connessa e solitaria. Opere che ci espongono e ci consegnano visioni dalle istanze poetiche e politiche rinnovate”.
Al centro ogni sera un’alternanza di presentazioni e pezzi danzati con al centro il corpo scenico “con i suoi indizi che tendono a riverberare nei corpi degli spettatori”.Così Roberta Nicolai spiega l’originale ciclo di spettacoli: “Il titolo del progetto è un omaggio a 58 Indizi sul corpo di Jean-Luc Nancy, un testo diviso in indizi numerati da 1 a 58 a cui si aggiunge, in corsivo, il 59esimo. Una scrittura che si offre ad essere percepita da più sensi e che si apre al suo riuso artistico e allo scivolamento nella disciplina che ha al centro il corpo, come la danza contemporanea. Le istanze filosofiche riverberano nei progetti di questi giovani artisti, di questa nuova generazione del con- tatto, che vuole essere toccata dal mondo e da esso si lascia toccare. La direzione artistica del progetto li ha invitati a portare questo contatto fino in fondo e a trasferire nello spazio pubblico – con le sue regole silenziose e i suoi imprevisti potenziali – i lavori costruiti per il teatro.”
Ogni sera a partire dalle ore 19 si terranno gli incontri con gli autori delle performance. Si apre il 24 con Barbara Carulli e Stefano Murgia protagonisti di “Try not try” (relica anche il giorno dopo) e Michael Incarbone ed Erica Bravini in “FLLNGLS” spin off della serie “Fallen Angels”, un live set duo in spazi non teatrali. Il 25 è la volta di “Idillio” di Lorenzo Morandini (replica l’indomani) in cui il corpo del danzatore si scopre indifeso e osservato. Il 26 spazio a “Tracce/Looking for a place to die” di Capanna, Carulli e Scappa che replica anche il 27. Nella stessa serata Lorenzo De Simone presenta “Variazione#2: Elogio alla gentilezza” in replica anche l’indomani assieme a “FLLNGLS”.
La danza fa da padrona anche in Toscana per la rassegna “Orizzonti verticali-Arti sceniche in quartiere”, dodicesima edizione messa in cantiere dalla compagnia Giardino Fiorito con il supporto di Fondazione Fabbrica Europa, dal 31 luglio al 3 agosto in uno dei borghi più suggestivi di questa regione: San Gimignano. All’ombra delle splendide Torri di questo magnifico centro , eletto Patrimonio dell’Unesco nel 1990, spettacoli di teatro, performance, installazioni, musica e, soprattutto danza. Sarà la musica dei tanghi argentini di Astor Piazzolla ad accompagnare lo spettacolo inaugurale (31 luglio al bar le Torri di piazza Duomo, ore 19) “Vis à Vis”della compagnia Egribiancodanza con Gianna Bassan e Vittorio Criniti, coreografia di Raphael Bianco. Spettacolo ambientato in strada con una coppia seduta in un bar che si mescola con gli altri clienti. “Non vi sono spettatori passivi – dice Bianco – ma spettatori all’interno delle dinamiche perché sono seduti al bar insieme ai danzatori. Questo crea una sinergia, un dinamismo molto particolare” (si replica alle 20 alla Rocca di Montestaffoli e l’indomani al Magnino Bistrot di piazzetta Buonarotti 5).
Einstein lo definì come “un’azione a distanza” quella in cui due microparticelle, “inizialmente fatte entrare nello stesso stato quantico possono risultare connesse anche se poste successivamente a grande distanza una dall’altra”. Questo è l’elemento di ispirazione di “Entanglement” del duo Zakuro di scena il 1 alle 19 al Sottomondo e in replica l’indomani alle 18. Jennifer Rosati e Lorenzo di Rocco hanno lavorato attorno questo concetto della fisica moderna, appunto l’”entaglement” : “Scagliati in una dimensione in cui micro e macro si fondono, due corpi la esplorano, mossi verso un incontro involontario; entrando uno nello spazio intimo dell’altro iniziano a comunicare e, attraverso un incessante contatto, intrecciano i fili di una connessione creando immagini di esperienze passate, presenti o future, attraverso una delle forme più emblematiche del contatto umano, “l’abbraccio”.
Alle 21,15 in piazza Pecori la compagnia teatrale Eat the Catfish presenta “Tre liriche”, vincitore del festival Direction under 30. Regia e drammaturgia di Jacopo Neri, lo spettacolovuole esplorare “il nesso tra amore e paura: paura del coinvolgimento, durante le prime fasi della relazione, paura della perdita, mentre il rapporto si fa più stabile, paura dell’oblio della vita condivisa, quando la storia sta ormai volgendo al termine. Lungo il corso dello spettacolo, l’Io parlante tenterà in tutti i modi di controllare l’inevitabile volubilità dei legami umani, adottando i comportamenti più surreali dentro e fuori la vita di coppia, nell’utopica ricerca di una sicurezza totale”. In scena: Dario Caccuri, Chiara Ferrara e lo stesso Jacopo Neri.
“A man in a room, Gambling” di Gavin Bryars è il titolo del concerto tenuto dall’Accademia Musicale Chigiana alla Galleria Continua, il 2 agosto alle ore 21,15. Di scena il Quartetto Nous composto da Ekaterina Valiulina, Alberto Franchin, Sara Dambruoso e Riccardo Baldizzi con la partecipazione di Giuseppe Ettorre al contrabbasso e Angelo Romagnoli, voce recitante. La composizione del 1992 è una delle opere più rappresentative scritte dal celebre musicista britannico Gavin Bryars su commissione di Artangel, un’organizzazione artistica londinese fondata da Roger Took e diretta dal 1991 da James Lingwood e Michael Morris, che ha commissionato e prodotto una serie di notevoli opere site-specific, oltre a diversi progetti per tv, film, radio e web.
Spazio alle installazioni il 3 agosto alle 19 nella Loggia del Teatro in piazza Duomo dove lo Studio Krypton presenta “Bodyscaping/Architetture Dinamiche per il Corpo” di Massimo Bevilacqua. Si tratta di un’opera che mixa performance, videoinstallazione e sound design, in cui viene sperimentato l’utilizzo di tecnologie interattive per creare una partitura drammaturgica in cui il corpo agisce per rileggere paesaggi urbani e naturali.
Partendo da una riflessione sulla radice etimologica comune alle parole “abito” e “abitare”, Bevilacqua si sofferma sulle abitudini e l’identità che la nostra “seconda pelle” comunica attraverso il suo linguaggio e come attraverso questa il nostro essere occupi gli spazi che abitiamo”. Sulla scena il performer indossa un abito/scultura e la performance si configura come “un live electronics in cui il corpo diventa strumento in dialogo con i quattro musicisti e si sviluppa in 8 quadri, in ognuno dei quali la composizione musicale percorre un ambiente, un paesaggio specifico della città e della natura.”
Alle 21,15 la Rocca di Montestaffoli ultimo spettacolo: “Non tutti sanno che…” della compagnia di danza Resextensa, coreografia di Elisa Barucchieri. Lo spettacolo si propone come una sorta di viaggio e scoperta di aneddoti ed esperienze poco conosciute nel mondo della creazione artistica. Nello stesso spazio, alle 19 si terrà l’incontro con la studiosa Anna Maria Monteverdi “I nuovi linguaggi della scena”.
Dalla Toscana un salto in Veneto a Bassano del Grappa dove Operaestate ha allestito una rassegna con diversi appuntamenti fino al 15 settembre.
Il 26 luglio al Teatro Remondini è di scena c il coreografo Alessandro Sciarroni, Leone d’oro 2019 alla Biennale Danza di Venezia che stavolta in “U” concentra la sua ricerca sul canto dando corpo a una coreografia di voci, attraverso l’alternanza tra canti corali e silenzio: “un inno di gioia, speranza e amore, fatta di canti popolari, e portata in scena da sette voci molto diverse tra loro”. La drammaturgia, curata da Alessandro Sciarroni con Aurora Bauzà e Pere Jou, è costituita da canti corali tratti dal repertorio italiano composti tra la metà del secolo scorso e i giorni nostri. Per l’occasione l’artista ha anche messo assieme un nuovo gruppo di interpreti. Sono Raissa Avilés, Alessandro Bandini, Margherita D’Adamo, Nicola Fadda, Diego Finazzi, Lucia Limonta, Annapaola Trevenzuoli.
A cavallo tra luglio e agosto doppio appuntamento con due popolari coreografe italiane: Cristina Kristal Rizzo, il 31 luglio al Teatro al Castello “Tito Gobbi” in “Monumentum the second sleep”. Protagonista della coreografia è il corpo: “un corpo magnete che attira immagini, stati d’animo, sguardi, memorie”.
Sulla scena un ensemble di straordinari interpreti – Annamaria Ajmone, Marta Bellu, Jari Boldrini, Sara Sguotti – espressione di un andamento plurale delle relazioni. “Avvolta da visioni cromatiche in chiaro scuro e attraversata da dialoghi onirici, la pièce si accorda con il ritmo cardiaco dello sguardo, generando una speciale connessione, una relazione intima e partecipata con il pubblico.la danza pura di un ensemble come espressione di una pluralità di relazioni”
Sull’idea del “grand jeté”, tra i passi più impressionanti e virtuosi dell’arte del balletto, la coreografa Silvia Gribaudi insieme a dieci danzatrici e danzatori della MM Contemporary Dance Company, il 2 agosto al Teatro al Castello “Tito Gobbi” (ore 21) esplora “il significato metaforico di questo passo virtuoso nella vita di tutti i giorni. Un “grand jeté” è qui l’istante per sfuggire alla gravità, una momentanea sospensione… ma quanto sforzo richiede questo decollo verso l’ignoto e quali prospettive può aprire un atterraggio? Il “Grand Jeté” diventa dunque metafora anche di ribellione e possibile speranza: un salto cosciente verso un avvenire migliore”. Danzano con Silvia Gribaudi: Filippo Begnozzi, Emiliana Campo, Lorenzo Fiorito, Mario Genovese, Fabiana Leonardo, Giorgia Raffetto, Alice Ruspaggiari, Rossana Samele, Nicola Stasi, Giuseppe Villarosa, Leonardo Zannella.
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