Teatro

Danzando l’estate, a Lugano, Scandicci, Napoli e Velletri

9 Giugno 2024

LUGANO _ Danzare d’estate. Ovunque, in tutta la Penisola e oltre. Sarà la danza la regina dell’estate 2024? Assai probabile. Mentre la scena teatrale mostra segni di stanca, disorientamento e abitudini – insidiata sempre più da vicino dalla performance o performing art, atto artistico quasi sempre più leggero, da consumare veloce e senza troppi pensieri-la danza è in piena fioritura grazie anche al fatto che negli anni ha costruito una rete di rassegne e festival con un pubblico curioso e disponibile. In Italia tra l’altro stanno crescendo e formandosi nuove compagnie, coreografi e danzatori, bravi non solo sul piano tecnico ma anche in quello artistico. E che contano ormai su spettatori fedeli che attendono con impazienza i nuovi lavori. Disponibili tra l’altro a spostarsi non solo dal proprio territorio di residenza, ma di varcare anche confini nazionali per seguire i propri beniamini, così come di scoprire le proposte presentate dalla nuova coreografia internazionale.

Così accade ad esempio a Lugano, nel Canton Ticino dove da martedì 11 a domenica 16 giugno sarà ospitato il Lugano Dance Project, festival di danza contemporanea che per la sua seconda edizione ha scelto di indagare con spettacoli, incontri, conferenze e workshop il binomio corpo e architettura. Lugano Dance Project, nato da un’idea di Michel Gagnon e Carmelo Rifici con la curatela di Lorenzo Conti, rispetto alla precedente edizione cresce producendo cinque lavori. Cinque nuove produzioni, performance site-specific, workshop, incontri, proiezioni e Tanzfaktor, serata che omaggia la danza svizzera emergente: un ricco palinsesto di eventi che si svolgeranno negli spazi del LAC ed in alcuni tra i luoghi più significativi dell’architettura ticinese come la Villa Heleneum e l’Asilo Ciani di Lugano, il Teatro San Materno di Ascona e la Chiesa Santa Maria degli Angeli sul Monte Tamaro, progettata dall’architetto Mario Botta.

“Not Where But Who” diella danzatrice e coreografa Oriana Zeoli in arte Glory apre la Tanzfactor  del programma del festival Lugano Dance Project il prossimo 11 giugno a Lugano

Lugano Dance Project si affida così a cinque coreografi: Cindy Van Acker, belga di nascita e svizzera di adozione, la canadese Rhodnie Désir, il greco Christos Papadopoulos, l’italiano Nicola Galli e il greco Ioannis Mandafounis, cresciuto artisticamente in Svizzera e neo direttore artistico della Dresden Frankfurt Dance Company; ognuno di loro ha accettato la sfida di indagare la relazione tra corpo umano e corpo architettonico.

Anteprima, l’11 giugno sarà la Tanzfactor, progetto biennale di Reso, Rete Danza Svizzera. Al Palazzo dei Congressi saranno ospitati cinque brevi coreografie di artisti locali. Si apre con “Not Where, but Who” della danzatrice e coreografa Oriana Zeoli (conosciuta come Glory) alle prese con un assolo di “popping” stile che mette assieme funk e hip hop.. Seguirà: “Aléa” di Lena Shattenberg e Simea Cavelti, omaggio poetico all’acqua; In “Idiospect” Tamara Mancini e Branca Scheiddegger creano un movimento ispirato al “waacking”, stilde di danza urbana nata nella comunità gay di Los Angeles. In “Aenaos” Maxime Jeannerat mette ivece in scena pratiche di ripetizione, spingendo il corpo al limite delle possibilità. La serata si chiude con “Contraste” del collettivo di danza urbana Cie Nous et Moi di Charlotte Cotting, Estelle Kaeser, Adrien Rako e Nais Rauer .

Oltre alle produzioni e all’anteprima di Tanzfaktor, Lugano Dance Project propone performance site- specific di cui sono protagonisti Michele Di Stefano, Tiziana Arnaboldi, Maria Hassabi.

Mercoledì 12 giugno alle 14:30 e giovedì 13 giugno alle 14:30 e 16:00, l’ex orologeria Diantus Watch di Castel San Pietro ospita “Mobile Homes – Album degli abitanti del Nuovo Mondo”, progetto nato dalla collaborazione tra mk di Michele Di Stefano e LAC Lugano Arte e Cultura che mette in connessione competenze specialistiche complementari sul tema della corporeità e dell’abitare: un’esplorazione della relazione tra corpi e cose, intesa come possibilità ambientale di reinvenzione dello spazio. Di Stefano ha così incontrato l’architetto Riccardo Blumer per un progetto di indagine tra danza e progettazione, articolato con gli studenti dell’Accademia. “Mobile Homes” è la prima tappa di “Panoramic Banana”, articolata insieme a Usi, Accademia di architettura di Mendrisio.

La Compagnie Nous et Moi al Tanzfactor di Lugano Danse Project con “Contraste” di Carlotte Cotting, Estelle Kaeser, Adrien Rako e Nais Rauer (foto di Muriel Rieben)

Giovedì 13 giugno alle 10:30, la Sala 1 del LAC ospita “Stories we perform/own/steal/space”, tavola rotonda curata da Lorenzo Conti e Simona Travaglianti in collaborazione con Reso e LAC edu a cui partecipano l’architetto e ricercatore Pol Esteve Castelló, Rhodnie Désir, fondatrice e general manager di RD Créations, Chloé Le Nôtre, direttrice dell’Auditorium de Seynod di Annecy (Francia), Cathy Levy, consulente per il settore internazionale del Jacob’s Pillow Dance Festival, la performer e coreografa Ivy Monteiro.

Giovedì 13 giugno alle 17:30 all’Asilo Ciani, la danzatrice e coreografa ticinese Tiziana Arnaboldi presenta “Autour du corps – Omaggio al Bauhaus,” lavoro che ricerca una forza di rinnovamento attraverso l’esplorazione di nuove visioni sul corpo e lo spazio di cui sono protagoniste Marta Ciappina ed Eleonora Chiocchini. L’idea le è stata suggerita dall’osservazione di una fotografia pubblicata su una rivista Bauhaus raffigurante un oggetto a forma di cono, che nello spettacolo diventa un costume.

Alle ore 21, la Sala Teatro del LAC ospita il debutto di “Quiet Light” lavoro in cui Cindy Van Acker dirige due performer in uno spazio vuoto che rivela il teatro nella sua essenzialità.

Venerdì 14 giugno alle 10:30 presso la Sala 1 del LAC, l’architetto Pol Esteve Castelló terrà la conferenza“Discodura: Architecture and Social dance in Dictatorial Spain” che verterà sull’emergere della discoteca come genere architettonico nella Spagna franchista. Dopo la guerra, l’Europa occidentale venne organizzata sotto l’influenza degli Stati Uniti. La Spagna divenne la prima destinazione al mondo per numero di turisti; una nuova economia basata sull’evasione e il divertimento notturno.

Alle ore 16 la Villa Helenum di Castagnola ospiterà “Performance” di Maria Hassabi esito del worshop per danzatori professionisti che l’artista e coreografa ha curato nei giorni del festival.

Alle ore 21 il Teatro Foce ospita il debutto di “Landless,” nuova creazione di Christos Papadopoulos e Georgios Kotstifakis che ne è anche interprete. Un assolo in cui il coreografo torna allo studio del corpo inteso come territorio sconosciuto.

“Quiet Light” della coreografia firmata da Cindy Van Acker che a Lugano dirige due danzatrici in uno spazio vuoto ed essenziale (Foto di Sandra Piretti)

Il 15 giugno alle 10 il coreografo Nicola Galli assieme a Giulio Petrucci presenta “Cosmorama” nella chiesa Santa Maria degli Angeli. Ispirata dalla stretta relazione tra danza e paesaggio, Cosmorama è una performance creata appositamente per la suggestiva Cappella che l’architetto Mario Botta ha progettato proprio sul limitare di un pendio da cui si gode di uno straordinario panorama.

Il 15 giugno alle 16, Hall Lac, Maria Hassabi mostra la sua coreografia “White Out”. Suoni di Stavros Gasparatos e Hassabi. Costumi di Venia Polychronaki . “Una danzatrice solista si esibisce su una panchina bianca in stile museale negli spazi della Hall del LAC. Si sposta da un luogo di pausa all’altro, realizzando posizioni scomode e persino contorte. Torsioni e giri si susseguono sopra, sotto e intorno alla panchina, trovando un corpo aggrovigliato in un loop apparentemente senza fine. Una ricerca di riposo, di un luogo dove essere, divenire, respirare”.

Ore18,15 e 19,45, Lac, Sala 1. “Atmosferologia-Veduta- Lugano” a cura di Michele di Stefano e Lorenzo Bianchi Hoesch. Il pubblico fruisce la performance in cuffia affacciato ad un punto panoramico della città (la Sala 1 del Lac). “La veduta urbana viene trasformata dall’ascolto in un luogo che galleggia tra il presente e il possibile; lo spettatore si immerge in un paesaggio che non è più semplicemente ciò che gli si para davanti, ma – così come in un’allegoria sacra – un concentrato di coincidenze e configurazioni che sembrano rimandare ad altro. Il reale è ora offuscato ora nitidamente messo a fuoco dal suono, composto da Lorenzo Bianchi Hoesch, che presiede al potere immaginifico della visione e rende possibile la moltiplicazione dei dettagli in un luogo dalle coordinate immaginarie”.

Il coreografo e danzatore Nicola Galli che con Giulio Petrucci presenterà a Lugano Dance Project la nuova creazione “Cosmorama” (fotografia di Giuseppe Fasto)

Alle ore 21 la Sala Teatro del Lac ospita la prima europea di “Symphonie de coeurs” creazione della coreografa-documentalista canadese Rhodnie Désir che trasformerà il palco del LAC in un grande cuore pulsante ricco di umanità. “Symphonie de coeurs” si avvale delle musiche originali della cantante e violoncellista Jorane, eseguite dall’Orchestra della Svizzera italiana diretta da Naomi Woo, a cui si affiancano il beatmaker e sound designer Engone Endong e il percussionista e flautista Lasso Sanou.

16 giugno alle 11 il Teatro San Materno di Ascona accoglierà “Released“ di Ioannis Mandafounis, performance che l’artista ha creato ispirandosi alla straordinaria architettura del teatro. Il pubblico è invitato a muoversi nei luoghi del San Materno seguendo un percorso che si sviluppa tra spazi interni, raccolti e silenziosi, ed esterni, che riflettono i suoni della città.

Proiezioni

Mercoledì 12 giugno alle 19,30, Édouard Lock, acclamato e visionario coreografo canadese fondatore della celebre compagnia La La La Human Steps, sarà al Cinema Iride per introdurre la proiezione di due suoi cortometraggi: “Amelia” (2003), in cui Lock rilegge la sua creazione coreografica grazie al linguaggio cinematografico, e “ÉCHO” (2020), composizione coreografica e cinematografica in cui luci e ombre dialogano con le musiche originali di James O’Callaghan e i movimenti di Rachele Buriassi, prima ballerina de Les Grands Ballets Canadiens.

Tornando all’Italia, 8 e 9 giugno nello spazio Korper di Napoli per “Korper meets Sosta Palmizi” alle ore 18 va in scena “Agata” improvvisazione di gesti e note ideata dal coreografo Giorgio Rossi e dal pianista jazz Livio Minafra. L’indomani o saranno presentati “Dodi” della coreografa Sofia Nappi. Il duetto vede in scena i danzatori Adriano Popolo Rubbio e Paolo Piancastelli. un’esplorazione dello stato di tormento e insoddisfazione che plasma le nostre vite e “Mondo” assolo di Gennaro Lauro, una riflessione sulla volontà dell’essere umano.

Una suggestiva immagine della creazione della coreografa-documentarista canadese Rhodnie DCsir “Symphonie de coeurs” attesa per il 15 giugno a Lugano (fotografia di Kevin Calixte)

Fino al 4 luglio al Pomario del Castello dell’Acciaiolo di Scandicci, vicino Firenze, va in scena la quinta edizione del festival “Nutida”, festival diretto artisticamente da Cristina Bozzolini e Saverio Cona, progetto di Utopia, che presenterà spettacoli all’ora del tramonto. In programma ventidue spettacoli con il coinvolgimento di 78 artisti in 10 prime, 7 produzioni, due coproduzioni e 31 repliche. Dopo l’anteprima lo scorso 6 giugno con “Metamorfosi dell’esserci e del divenire”, regia di Cesare Torricelli e coreografia di Daria Lidonnici e un’originale compagnia di studenti disabili dell’Istituto “Sassetti Peruzzi” di Scandicci con i danzatori Aldo Nolli, Carmine Catalano e Matilde di Ciolo, l’attesa ora è per “Selective Breeding/work in progress” che apre ufficialmente “Nutida” il 13 giugno alle 19 con la compagnia Ivona diretta da Pablo Girolami. Lo spettacolo affronta la tematica della sopravvivenza all’interno di un panorama distopico costruito appositamente per indurre riflessioni e turbamenti nella coscienza dello spettatore. L’indomani è la volta di “Impulso”, azione improvvisativa per un musicista e una comunità di danzatori, in prima assoluta. Con l’ideazione e musica dal vivo del compositore, regista del suono ed improvvisatore Francesco Giomi, “Impulso” si avvale del progetto coreografico di Beatrice Ciattini, Niccolò Poggini, Jennifer Lavinia Rosati, Lorenzo Di Rocco e dei danzatori Giada Giandomenico, Lorenzo Paoli, Henry Tanzini, Allison Ferraro, Andrea Elena Gabara, Valentina Foschi, Tommaso Maragno, Sveva Bordogna.

Il 17 giugno (replica 21 giugno) alle ore 19 è ls volta di Rita Carrara in scena con “Dummy”, ideata in collaborazione con Veronica Galdo. L’assolo è una ricerca sulla condizione fisica dell’insicurezza, della paura, della vergogna e della fragilità di quel personaggio/muro, illusorio e fittizio, creato per nascondersi e contrastare il prossimo visto come minaccia. La produzione è di Nutida/Stazione Utopia ed è in prima assoluta. A seguire viene mostrata “Last Cinderella”, (replica 4 luglio), produzione in prima di Nutida/Stazione Utopia, firmata da Beatrice Ciattini e Niccolò Poggini.

“Bayadère , il regno delle ombre”. al festival di Scandicci Michele Di Stefano rilegge l’iconico balletto ottocentesco Marius Petipa (Foto Roberto De Biasio)

Il 18 giugno alle ore 19 è il turno di “Bayadère, il regno delle ombre”, coreografia di Michele di Stefano per il Nuovo Balletto di Toscana. L’iconico balletto ottocentesco di Marius Petipa viene riscritto da di Stefano con gli strumenti della danza contemporanea e le ombre sono interpretate da un cast di 10 danzatori.

Il 19 giugno (replica 25 giugno) alle 19 la Compagnia degli Istanti debutta in prima assoluta con “Tottenham” di Pietro Pireddu e danzato da Chiara Casiraghi e Nicola Simone Cisternino, con le musiche dal vivo di Stefano Tamborrino. Lo spettacolo si configura come “un paesaggio sonoro e ritmico, poetico ed essenziale, dove i corpi partecipano a un evento primordiale e istantaneo”.

Il 20 giugno alle 19 torna al festival Artemis Danza con “Akmé”, coreografato e interpretato da Sabino Barbieri e Núria Argilés.

Giuseppe Spota, di stanza a Gelsenkirchen, presenta in prima assoluta il 20 giugno alle ore 19 “Penelope”, coreografia commissionata dal festival (repliche 21 e 27 giugno). In scena, su musiche di Christof Littman da Odysseus, Sofia Bonetti incarna la mitologica regina di Itaca raccontata da Omero.

Il 26 giugno dalle 19 il programma prevede due produzioni della tedesca MiR Dance Company in prima italiana. “In this mesh?” di Alessio Monforte in collaborazione con Chiara Rontini, danzatrice in scena insieme a Camilla Bizzi. A seguire “Jenga/costruzione”, con la coreografia e la musica di Claudia Latini, protagonisti Alessio Monforte e Chiara Rontini. Lo spettacolo ci trasporta “in uno stato preverbale ricordando culture tribali, rituali e un senso di simbiosi con la natura”. Chiude la serata la prima assoluta di “Who am I?”(replica 1 luglio), una produzione Nutida/Stazione Utopia, che Isabella Giustina immagina guardando alle donne guerriere dei poemi cavallereschi del Quattrocento. Sul palco, oltre alla coreografa, Beatrice Ciattini e Niccolò Poggini.

Il 27 giugno ore 19, va in scena “I Have seen That Face Before” di Giovanni Insaudo, autore italiano molto apprezzato all’estero. Lo spettacolo è danzato da Sandra Salietti Aguilera e Helias Tur-Dorvault su musiche di Woodkid. Segue la ripresa dello spettacolo “MM”, la creazione di Insaudo per Nutida 2023, che prende in esame “l’intramontabile figura della Diva e la sua idealizzazione nella cultura popolare”.

Mir Dance company a “Nutida” di Scandicci “In this mesh?” di Alessio Monforte e “Jenga” di Claudia Latini con Alessio Monforte e Chiara Rontini (qui nella fotografia di Bettina Stos)

Il 28 e il 29 giugno alle 19, il festival accoglie “The Gate Florence Dance Urban School” con 4 performance.

Il 28 giugno 13 danzatori professionisti di Get the floor, guidati dai coreografi Akira Yoshida, Ezio Schiavulli, Jennifer Lavinia Rosati e Lorenzo di Rocco, si immergono in 3 mondi differenti, delineando spazi e tempi in continua evoluzione. “On Hold”, “Murmuration”, “Ricordami di me” rivelano paesaggi coreografici diversi, in cui la danza diventa linguaggio universale.

Francesca Santamaria, artista associata alla compagnia CodedUomo, porta in scena il 29 giugno lo studio“Good Vibes Only (beta test)”.

Il 1 luglio ore 19 è il momento della prima assoluta di “Elaysia”, produzione di Nutida/Stazione Utopia, in cui Aurelie Mounier si cimenta nella creazione di un solo per Cristina Roggerini ambientato su Elaysia, un pianeta sconosciuto agli umani. Attesissima presenza nelle serate del 2 e 3 luglio, ore 19, quella di Philippe Kratz con “An echo, a wave”, coreografia firmata per il Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto, in anteprima a “Nutida”. Kratz, nome consolidato della danza contemporanea, per questo lavoro trae ispirazione dalla visione del mare, luogo di meraviglia, di sogni, di promesse, di fascino travolgente.

Il 2 luglio la rassegna fa scoprire al pubblico una interessante voce della danza d’oltralpe: Rachelle Anais Scott, coreografa e danzatrice di origini franco/statunitensi che vive a Basilea, con la prima assoluta di “Whispers of Resonance”. Si tratta di un duetto, interpretato da Dayne Florence e dalla stessa Scott, che naviga nell’intersecarsi delle relazioni umane, scavando nelle connessioni invisibili che ci legano.

“I’ve seen that face before” è la coreografia di Giovanni Insaudo che viene proposta dal vivo con la danza di Sandra Salietti al festival di  Scandicci (Fotografia di David Kalwar)

Altro appuntamento di rilievo in rassegna è la prima assoluta di “Fool that I am” il 3 luglio. La produzione di Nutida/Stazione Utopia reca la firma di Davide di Giovanni, talento in evidenza, in arrivo da Sydney (danzatore e coreografo che vanta collaborazioni con importanti formazioni tra cui Staatstheater am Gärtnerplatz di Monaco di Baviera e la Sidney Dance Company). È dalla canzone “Black Is the Color of My True Love’s Hair”nella magnifica versione di Nina Simone che prende le mosse il solo che di Giovanni crea per Matilde di Ciolo. Chiude la V edizione del festival di Scandicci il 4 luglio “Get the project”, un evento dedicato da The Gate alla presentazione dei migliori progetti realizzati dai giovani componenti di “Get The Floor” con nuove idee e approcci coreografici.

Per la quinta edizione di “Paesaggi del corpo”, festival diretto da Patrizia Cavola a Velletri, il 15 e 16 giugno la Casa delle Culture e della Musica di Velletri accoglierà sei tra le più rilevanti compagnie di danza del panorama contemporaneo: il 15 si esibiranno Mandala Dance Company, Compagnia Francesca Selva/Concorda Impresa Sociale e Company Blu; mentre il 16 giugno, in collaborazione con il Comune di Velletri, verranno ospitati Taiat Dansa, Arb Dance Company e Déjà Donné.

Primo appuntamento il 15 alle 18,30 con “Balancier” di Mandala Dance Company diretta da Paola Sorressa. A seguire “Respiri di Bellezza” prodotto da Concorda Impresa Sociale e firmato Compagnia Francesca Selva.

Mandala Dance company diretta da Paola Sorressa a “Paesaggi del corpo” di Velletri con “Balancier” (Foto Vanessa D’Orazi)

Al termine della serata Company Blu porterà in scena “Ec(g)osystem”, spettacolo ideato dalla coreografa e performer Charlotte Zerbey. Un assolo ispirato alle teorie linguistiche di Noam Chomsky sull’origine e le proprietà del linguaggio, che punta a mettere a fuoco il ruolo dell’abilità creativa e artistica dell’uomo nello sviluppo delle sue capacità distintive.

Il Festival riprenderà il 16 giugno alle 18,30 con “Otra Carmen”, opera della formazione spagnola di Taiat Dansa e realizzata in collaborazione con Centre del Carme Cultura Contemporània e Museu Belles Arts València. L’ultimo progetto di Meritxell Barberá e Inma García riesamina l’opera di Bizet, raccontando il destino tragico e violento di Carmen, una donna libera, in una società dominata dagli uomini e dai loro desideri.

Subito dopo sarà il momento de “Le città invisibili” di Arb Dance Company: storica associazione campana e presenza significativa nel panorama internazionale, che in questa occasione si avvale dell’estro della danzatrice e coreografa Roberta De Rosa. Concluderà il weekend Déjà Donné con “Mandibola”, una performance creata da Virginia Spallarossa diretta da Gilles Toutevoix. L’ensemble fondato a Praga sul finire degli anni ’90, vanta un’intensa attività di creazione e circuitazione di spettacoli in tour per il mondo. Il pugilato è lo spunto iniziale di questa opera, inteso come disciplina romantica ed estrema sintesi della vita come desiderio massimo di sopravvivenza.

Deja Donne si esibisce alla rassegna “Paesaggi del corpo” di Velletri con il solo “Mandibola” ideato da Virginia Spallarossa con la direzione di Gilles Toutevoix

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.