Teatro

Danza, rassegne e festival a Firenze, Torino e Bologna

11 Febbraio 2025

FIRENZE _ Appuntamenti imperdibili per la danza tra Firenze, Torino (più precisamente la Lavanderia a Vapore di Collegno) e Bologna con una cascata di nuovi spettacoli, tra star e promettenti debuttanti. Nel capoluogo toscano è l’incontro con il programma “monstre” di Cango Cantieri Goldonetta, il centro diretto dal coreografo Virgilio Sieni che per “La Democrazia del Corpo” ha messo in campo un calendario di assoluto rispetto: sino al 17 maggio la prima parte con una ripresa poi, in autunno. Sieni ha datto un titolo a questa immersione a tutta danza: “Sospendere il cammino”. Una riflessione ripresa da “Tristes Tropiques”, taccuino di viaggio dell’antropologo Claude Lévi Strauss in Brasile (“… Quando l’arcobaleno delle culture umane si sarà inabissato nel vuoto scavato dal nostro furore; finché noi ci saremo ed esisterà un mondo -questo tenue arco che ci lega all’inaccessibile resisterà: e mostrerà la via inversa a quella della nostra schiavitù, la cui contemplazione, non potendola percorrere, procura all’uomo l’unico bene che sappia meritare: sospendere il cammino…) che ha ispirato Sieni nel compilare questo nuovo viaggio dentro la creatività italiana e internazionale per mostrare i lavori e le ricerche tra le più stimolanti della scena contemporanea. Dopo l’apertura giorni fa con “Crepa” della performer Sara Sguotti e la scrittrice Arianna Ulian questo sabato alle 19 (in replica domenica alle 17) è il turno della coreografa svizzera Yasmine Hugonnet in “La Peau de l’Espace” un solo di danza che “nasce dal desiderio di far sentire, vedere e ascoltare alle spettatrici e agli spettatori i pensieri propulsori che animano il processo di creazione”.

La danzatrice e coreografa Marta Bellu in “Acquitrini” a cura di Trifoglio, ospite alla rassegna “Democrazia del corpo” di Firenze (Fotografia di Laura Farneti)

Sabato e domenica successiva va in scena “Acquitrini” del gruppo Trifoglio, coreografia e danza di Maria Bellu, musiche di Donato Epiro e luci di Andrea Sanson. Lo spettacolo è una riflessione su luoghi ed ecosistemi tra l’ambiente terrestre e acquatico. “Ecosistemi sistemi sospesi in una propria apparente staticità ma ricchi di vita e movimento. Il luogo di incontro tra acqua e terra è la superficie liminale dove ha luogo il riflesso, uno spazio bucato del linguaggio che riunisce mondi simultanei in modo del tutto naturale”.

Luna Cenere, la coreografa emergente di origini partenopee e il compositore e sassofonista improvvisatore Antonio Raia sono i protagonisti di un incontro che in “Mercurio” (1 e 2 marzo) prende la sua ispirazione dalle proprietà antitetiche di quel metallo: pesante e volatile. Tema e simbolo “per racchiudere le riflessioni scaturite dalla condivisione di pratiche, posture e saperi e -al tempo stesso – una metafora contenitrice della dualità del maschile-femminile, di obliquità di senso e trasversalità, senza escludere la dimensione del viaggio e del rischio”.

Roberto Castello, uno dei fondatori della celebre compagnia Sosta Palmizi è il coreografo, regista e autore delle musiche de “Il sesso degli angeli”, produzione Aldes, di scena il 7 marzo alle 20 e l’8 alle 19. Danzano Erica Bravini e Ilenia Romano. In questo lavoro Castello punta l’accento sul desiderio di riportare al centro dei discorsi l’umanità ricercata negli anni ‘70 e ’80 tra la politica, filosofia e psicanalisi. Le strategie di un’altra epoca vengono riportate nel vivo del nostro presente, in cui sembra diffusa la convinzione che “solo le tecnologie, il mercato, le intelligenze artificiali e le migrazioni su Marte ci potranno, forse, salvare”.

La danzatrice e coreografa napoletana Luna Cenere in un momento di “Mercurio” che la vede in scena con il sassofonista Antonio Raia (Fotografia di Andrea Macchia)

Il sesso degli angeli”– come spiega lo stesso artista – paradossalmente è però un lavoro di pura forma e minuziosa scrittura coreografica in cui “in una scena vuota, due interpreti con assoluta dedizione eseguono una partitura asimmetrica, capricciosa, a tratti spiazzante, che alla fine, forse, lascerà anche trasparire, in filigrana, qualcosa di riconducibile alla dimensione angelica”.

Fabrizio Favale è l’autore delle coreografie “Danze Americane” e “Nubia” (15 marzo alle 19 e 16 marzo alle 17). Nella prima “una serie di sequenze danzate come fossero degli esercizi o un training in cui il danzatore, partendo da alcune tecniche e modalità della danza Moderna e Postmoderna Americana da cui egli stesso proviene, le articola e le proietta verso il futuro in libere e sperimentali possibilità di sviluppo”. In “Nubia” invece Favale “circoscrive e condivide con i danzatori e coreografi Giulio Petrucci e Jari Boldrini le intuizioni derivate dalle fasi più sperimentali di Danze Americane”, nel tentativo di trasmettere quei materiali ad altri corpi, ad altre verifiche e intelligenze, verso sviluppi inaspettati”.

Il 21 marzo alle 20, il 22 alle 19 e il 23 alle 17 spazio alla compagnia diretta da Virgilio Sieni con “Sonate Bach-Di fronte al dolore degli altri”, coreografia e regia di Sieni. Interpreti: Jari Boldrini, Maurizio Giunti, Giulia Mureddu, Andrea Palumbo, Valentina Squarzoni.

“Il Sesso degli Angeli”,  della compagnia Aldes, coreografia di Roberto Castello. Interpreti: le danzatrici Erica Bravini e Ilenia Romano (Fotografia di Anacleto Nicoletti)

Il lavoro nato nel 2006 è riferito alle guerre di quei decenni e le tragedie sulle popolazioni civili. “Sono 11 coreografie che deflagrano nel gesto del dolore e della pittura e ci rammentano altrettanti avvenimenti tragici accaduti nei conflitti recenti: Sarajevo, Kigali in Rwanda, Srebrenica, Tel Aviv, Jenin, Baghdad, Istanbul, Beslan, Gaza, Bentalha, Kabul. 11 date emblematiche raccolte intorno agli 11 brani che compongono le tre Sonate di Bach. Centinaia di fotografie tratte dagli archivi dei reporter di guerra hanno fornito i fotogrammi drammatici che compongono la partitura di una coreografia che assimila quelle posture cercando un approccio irrisolvibile all’orrore”.

Seguendo le indicazioni di Susan Sontag in “Davanti al dolore degli altri” Virgilio Sieni osserva come “la sola risposta che si offre è ancora quella rivolta allo sguardo del pittore del ‘300: la sublimazione della tragedia nella trasfigurazione artistica senza commento, che coinvolge insieme l’umano e il sacro, il singolare e l’universale. Le 11 danze sono una continua dedica in memoria, riferita agli eventi che segnano iconograficamente il tessuto coreografico”.

Nicola Simone Cisternino è l’autore e l’interprete di “Billi”, considerata come “prima tappa di un nuovo percorso di creazione sull’archetipo del Re, il principio maschile, primo e ultimo tra gli uomini, icona e soglia ontologica tra l’oltre, l’intuibile, il terreno, il sensibile. Tra le prime icone che ispirano il processo creativo, Elvis emblema del Rockabilly” (28 marzo alle 20) .

“Sonate Bach-Di fronte al dolore degli altri” è il titolo di questo lavoro coreografa da Virgilio Sieni dedicate al dramma dei civili in guerra (Fotografia di Orlando Caponetto)

Un’altra fondatrice della iconica compagnia Sosta Palmizi, Raffaella Giordano, è l’autrice delle coreografie danzate dalla bravissima danzatrice Stefania Tansini, “Tu non mi perdonerai mai”, Lo spettacolo, coprodotto da Centro di danza Fuorimargine di Cagliari e la Triennale di Milano con il sostegno del Teatro Grande di Bresca e il Centro di produzione di Virgilio Sieni sarà di scena il 5 aprile alle 19 e domenica 6 alle ore 17.  Così scrive, a proposito di questo lavoro, la studiosa e critica di danza Marinella Guatterini: “Protagonista del contemporaneo “storico”, instancabile istigatrice di sensibili incontri coreutici, Raffaella Giordano s’affida a un’artista speciale per re-interpretare, dopo vent’anni dal debutto, il suo Tu non mi perderai mai”. Liberamente inspirato dal “Cantico dei Cantici”, l’assolo fra i suoi più inafferrabili è quello che più s’attaglia alla semplicità intima e “sacra” di Stefania Tansini. Presenza/assenza in un deserto di lacerti gestuali, Giordano lanciava fra sé e il pubblico con esiti ipnotici una promessa di lunga attesa e indugiava tra una vita non ancora vissuta e un desiderio svanito. Oggi la pièce potrebbe risorgere con la melanconica estraneità dalle mille tensioni velate della Tansini. Così il messaggio diverrà medium di sensoriali tenerezze e dolorose sfide”.

Un altro big della danza contemporanea italiana, Alessandro Sciarroni, il 16 e il 17 aprile (ore 20) mostrerà “U. (un canto)”. In scena lo stesso Sciarroni in compagnia di Raissa Avilés, Alessandro Bandini, Margherita D’Adamo, Nicola Fadda, Diego Finazzi, Lucia Limonta, Annapaola Trevenzuoli. Curata da Sciarroni con Aurora Bauzà e Pere Jou “U.” è una performance musicale. Gli interpreti eseguono dal vivo i canti scelti uno dopo l’altro, “alternando le scritture originali a profondi e lunghi silenzi. Durante tutta la durata della performance, a partire dal fondo dello spazio scenico, i cantanti avanzano verso il pubblico spostandosi lentamente e incessantemente all’unisono. La forza dei contenuti di questi canti sottolinea quanto questa tradizione sia ancora straordinariamente viva. Attraverso il loro avanzare, i performer di “U.” consegnano agli spettatori la memoria di ciò che eravamo”.

Due degli interpreti di “U. (un canto”), performance musicale curata dal coreografo Alessandro Sciarroni con Aurora Bauzà e Pere Jou (fotografia Andrea Macchia)

Un’altra protagonista di primo piano della danza contemporanea italiana è Julie Ann Anzilotti direttrice della compagnia Xe, con un lungo curriculum di collaborazione con i Magazzini e fondatrice nel 1983 con Roberta Gelpi e Virgilio Sieni del Parco Butterfly. Anzilotti a “La Democrazia del corpo” propone “Oltreconfine” (8 e 9 maggio alle 20) del quale firma coreografia e regia. In scena: Marco Bandinelli, Chiara Carducci, Emanuele Checcucci, Giulia Ciani, Damiano Forni, Filippo Gori, Francesca Mazzoni, Francesca Lentucci, Manola Nunziati, Alessandra Passanisi, Federica Salvini. Musiche di John Adams, Timothy Ward Booth e Steven Brown. Lo spettacolo si ispira al tema del viaggio. Viaggi reali o viaggi immaginari, dove desideri e ricordi si mescolano, suoni e musiche affiorano, messaggi vengono inviati da luoghi vicini e lontani. Valigie luminose seguono gli spostamenti in una scena astratta che accompagna gli interpreti nella dimensione del viaggio: l’ignoto, la sorpresa, la quiete, il mistero…”

Sarà infine un progetto curato da Sieni con le coreografie di Jari Boldrini e Maurizio Giunti, coprodotto dal Centro di produzione Virgilio Sieni e COB, Compagnia Opus Ballet di Rosanna Brocanello a chiudere questa prima parte della rassegna. In programma il 14, 15 e 16 maggio alle ore 20 e il 17 alle 19. Dal 14 al 16 febbraio Jurij Konjar terrà un workshop su “Dinamiche del linguaggio. Un laboratorio di improvvisazione di danza” (info e prenotazioni chiamando: 0552280525).

Dal 14 al 16 febbraio a Collegno (Torino) torna “Dark Matters” , festival che Lavanderia a Vapore propone in collaborazione con Black History Month Torino e Unione ciechi ipovedenti. Per tutta la durata del festival gli spazi di Corso Pastrengo si popoleranno di spettacoli, laboratori e momenti di riflessione “con il coinvolgimento di artiste/i con disabilità e/o afrodiscendenti, per invitare a fare esperienza diretta del buio e celebrare l’oscurità come spazio tempo in cui imparare a vedere il presente e il futuro con altre lenti”.

Una scena dallo spettacolo “Oltreconfine”, compagnia Xe, coreografia e regia di Julie Ann Anzilotti. Il lavoro è ispirato al tema del viaggio.

Una ventina gli appuntamenti in cui è prevista anche la presenza di ospiti internazionali. Si parte il 14 febbraio alle 21 con “Figures” della danzatrice e coreografa di origine algerina, basata in Francia, Dalila Belaza (artista associata de La Briqueterie CDCN du Val-de-Marne). Lo spettacolo è un solo intimo per un misterioso “personaggio-materia”, in cui il corpo e la danza emergono dalla notte dei tempi. (lo spettacolo sarà audiodescritto poeticamente dal vivo da Camilla Guarino e Giuseppe Comuniello).

E’ un duetto danzatrice e batterista quello che Melissa Guex e Clément Grin propongono il 15 febbraio alle 2030. Si tratta di “Down-single version” in cui Guex, accompagnata dalla batteria di Grin sperimenta “il ritmo della discesa, poi la musica della risalita, il corpo che si blocca, per creare una performance esplosiva come tentativo di risposta al down collettivo”.

Si intitola invece “A beginning #16161D” (16 febbraio, ore 19) lo spettacolo di danza e voce di Pere Jou e Aurora Bauzà, in prima nazionale: un’opera per cinque cantanti che gioca con la relazione tra voce, luce e movimento; lo spettatore è trasportato in un’esperienza immersiva in cui i corpi e le voci si trasformano costantemente e dissolvono i loro limiti, invitandoci a immaginare nuovi modi di comunicare, essere e relazionarsi con e all’interno della società. Lo spettacolo è stato selezionato nell’ambito del bando “Aerowaves 2024” e contestualmente sostenuto da Acción Cultural Española (AC/E).

In “Down Guex” duetto della danzatrice Melissa Guex e il batterista Clément Grin al festival “Matters” di scena alla Lavanderia a Vapore di Collegno (Torino)

Nella stessa giornata (alle 17) si potrà seguire “Grindhouse-Cosa sanno i film horror di noi?” di Teodora Grano, progetto che giunge a conclusione di un percorso di residenza presso Lavanderia a Vapore: la ricerca “prende forma attraverso un assemblaggio e un copia-incolla di frammenti di film horror per esplorare il concetto di genere horror come corpo smembrato e per analizzare, sfidare, affrontare, rovesciare e reinventare la mitologia culturale della femminilità e del genere in relazione alla mostruosità. Il progetto è realizzato con il contributo di “ResiDance” – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche – azione del Network Rete Anticorpi XL. Ancora domenica (ore 17, 45) spazio a “Hide” di Edoardo Mozzanega, “performance site-specific che trasforma i sotterranei di Lavanderia a Vapore in un antro abitato da materia sonora avvolgente, magmatica, prodotta in tempo reale dal corpo del performer, in bilico tra animale e umano, animato e inanimato, occultamento e apparizione”.

La Compagnia Tecnologica Filosofica formata da Francesca Cinalli e Paolo De Santis con Elena Pisu mette in scena “Alloro-varietà aurea” (14 febbraio alle 17, 15 alle 17 e 19, domenica alle 17), performance al culmine di una residenza presso la Lavanderia.

Un’immagine da “Grindhouse-Cosa sanno i film horror di noi? di Teodora Grano che conclude un percorso di residenza alla Lavanderia di Collegno

Systemare” (sabato 15 febbraio, ore 16) è un appuntamento speciale del ciclo di incontri per famiglie Tanz Tanz”, che questa volta vede il coinvolgimento di Muna Mussie, artista eritrea basata a Bologna che, con approccio multidisciplinare, indaga nuovi linguaggi della scena e delle performing e visual art. Il progetto “Tanz Tanz” è realizzato in collaborazione con Associazione Didee – Arti e Comunicazione. Venerdì 14 alle 19,15 verrà proposto un “Apericena al buio” in cui gli ospiti saranno bendati e serviti da persone cieche o ipovedenti per condividere per qualche tempo l’esperienza della disabilità e “esplorare il mondo anche attraverso altri sensi”. Sabato 15 spazio anche a una Sfilata Afro Fashion (ore 18) e il Cerchio di musica afro e improdanzate (ore 21).

Il programma prevede anche momenti dedicati a vari progetti che Lavanderia a Vapore coltiva nel corso dell’anno come Dance Well per persone con Parkinson o Campi Gravitazionali, progetto per under 25 e altro ancora.

Danza anche a Bologna dove sabato 15 febbraio (ore 21,30) all’Arena del Sole, sala Salomon, va in scena “Sista”, coreografia firmata da Simona Bertozzi con le danzatrici Marta Ciappina e Viola Scaglione, inserito nel programma della rassegna “Carne-Focus di drammaturgia fisica” curato da Michela Lucenti prodotto dal Balletto di Torino. E’ una particolare forma di duetto, “una coreografia fondata sui concetti di fiducia, necessità e benessere e articolata in azioni solitarie e movimenti condivisi, con l’obiettivo, come spiega Bertozzi, di aprire «varchi tra presenza e prossimità, tra ciò che emerge e ciò che non è dato vedere di due presenze diversamente vigili ma entrambe inclinate verso la necessità di ritrovarsi». Nell’ambito della stessa serata le due danzatrici si sono affidate al danzatore, coreografo e attore, vincitore del Leone d’Argento della Biennale Teatro 2020, Alessio Maria Romano per la performance “Esercizio: E.AA per Marta e Viola”.

Questa coreografia, riferisce l’autore, nasce “da un desiderio di Marta e Viola e da un mio amore per la loro danza e le loro persone. Si aggiunge a una ricerca e quindi ad una serie di “Esercizi” che porto avanti sul confine fra pedagogia e realizzazione scenica, fra la consegna di un linguaggio e la scelta di come utilizzare quest’ultimo. Uno studio su una certa grammatica del movimento e su come questa possa diventare strumento di scelta (forse conoscenza e consapevolezza) e quindi libertà e infine responsabilità”.

Una scena tratta da “Sista” la coreografia di Simona Bertozzi con Marta Ciappina e Viola Scaglione di scena all’Arena del Sole di Bologna (Fotografia di Eros Brancaleon)
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